Capitolo n. 118 - zen
Tim nascose il volto
nell’asciugamano, ma Lula lo tirò per i jeans sbiaditi, come il suo colorito.
“Ehi soldino, non ti
ho sentito arrivare …”
“Io invece ho
sentito il tuo pianto …” – replicò preoccupato.
“Dalla
mansarda? Non eri lì con papake?”
“Sì, sì … Ho
parlato con papà Glam!” – rivelò felice.
Tim tirò su
dal naso, inginocchiandosi – “Come sta?”
“Ha un nuovo
amico, un vecchio signore simpatico, con cui va a pescare” – spiegò allegro,
sedendosi sul tappeto.
“Ok … E papake
è ancora triste?”
“Come sei tu
…?”
“Per motivi
diversi Lula …”
“Papake ti
adora!”
“Tu e Glam ne
siete convinti … Vorrei lo fosse anche Kevin” – disse serio.
“Preferiresti
essere con Ivo?”
“Ivo …?” –
replicò sorpreso.
“Sei molto
importante per lui, è in ansia, sei in ritardo con gli esami”
“Ne mancano
soltanto due, tesoro, poi la tesi” – sorrise.
“E farai tutto
dopo le vacanze!” – sembrò sentenziare divertito.
“Ci proverò …”
“Ed Ivo ti
aiuterà, ma tu non dargli troppa confidenza” – e storse le labbra in maniera
buffa.
Tim gli
scompigliò i capelli riccioluti, prendendolo poi in braccio, rialzandosi, per
metterlo a nanna.
Jared stava
cercando un regalo per Shannon.
Aveva in mente
una selezione di miscele di caffè, notata in un negozio al centro del paese,
mentre transitava in auto, il giorno prima.
Colin stava
dormendo, dopo una notte di sesso selvaggio, tra la doccia, il letto, di nuovo
la doccia ed il tappeto del salotto, all’interno della loro suite.
Era da un
pezzo che non scopavano in quel modo ed il cantante ne era ancora
scombussolato.
Girovagava tra
bancarelle e venditori ambulanti, percorrendo una specie di chiostro,
sovrastante la piazza, dove si erano riuniti alcuni agricoltori, con i frutti
della terra, in un mix di colori e profumi invitanti.
Jared si
sporse, notando una sagoma a lui familiare.
Seppure
indossasse un cappello a tesa larga, di colore bianco cangiante, come la
casacca ed i pantaloni, quel tizio, che stava acquistando delle pesche, gli
sembrò proprio – “… Glam …?!” – mormorò con il cuore in gola.
Individuata
una scalinata, ci si fiondò, provando a raggiungerlo, ma l’uomo si perse tra la
folla, che quasi sembrò impedire al cantante di arrivare a destinazione.
Era come un
fiume di risa, chiacchiere ed espressioni di ogni genere.
Geffen, sparì,
per poi passargli a pochi metri, sopra un catorcio di fuoristrada, diretto
chissà dove.
Leto provò
l’impulso di rincorrerlo, ma rinunciò, provando a comprendere cosa stesse
accadendo.
Tom l’aveva
tenuta in tasca sino a quel momento.
La prese con
cura, a fine turno, dopo essersi isolato nello spogliatoio della palestra.
Era scritta a
mano, il tratto sicuro, determinato, ma nei contenuti estremamente garbata,
quasi timida.
§ Ciao Tommy,
per me è strano comunicare tramite una lettera,
però credo sia necessario, in questo nostro percorso, che hai fissato in
quindici giorni.
Ad essere sincero, penso che l’obiettivo comune,
sia quello di farlo durare per il resto della nostra convivenza, del nostro
amore, per me senza fine.
Non esiste un’alternativa, è il mio punto di
riferimento, Tommy, il sentimento che mi lega a te, anche se non riesco a
dimostrarlo come vorresti e, soprattutto, come meriti.
Hai mille doti, che chiunque valorizzerebbe,
magari coprendoti di regali e complimenti.
Sei come un principe ed io il fabbro ferraio del
villaggio, rozzo, sporco e sudato.
Nella notte, però, ci ritroviamo in un angolo di mondo,
che soltanto noi conosciamo.
Ci giocavamo da bambini, senza sapere nulla l’uno
dell’altro, se non che ci volevamo bene dal primo istante.
Crescendo, la differenza sociale ci ha
allontanati, ma con un solo sguardo, mentre tu passavi tra la folla a cavallo,
hai ripristinato ciò che le congetture avevano frantumato.
Quindi, senza dire niente, eccoci di nuovo in
quella radura, dove costruivamo trappole per scoiattoli, che liberavamo sempre,
ma, questa volta, nessun gioco, solo … solo l’amore, vivo, fremente, in un
connubio capace di incendiare i nostri corpi.
Lo so, sembra una favola e me la sono immaginata
da narrare al bambino, che vorrei adottare insieme a te …
Ti ho scioccato?
Io me la sto facendo sotto, ma lo desidero più di
ogni altra cosa, però solo dopo quella principale.
Tornare con te, Tom.
Ti amo.
Pensaci, vorrei tanto fossi d’accordo …
Vorrei il meglio, per te e per noi, Tommy
A presto
Un bacio, dal tuo Chris §
I battiti del
terapista accelerarono e l’istinto di correre da Chris sembrò investirlo quanto
un treno, ma si frenò.
Emozionato e
scosso, volle rileggere un paio di volte quella missiva, ripercorrendo l’attimo
in cui Chris gli comunicava quel progetto inatteso, ma che, segretamente, anche
lui coltivava da tempo.
“Mi piace
questa cittadina, sai Colin? Dove l’hai scovata?”
“Me l’ha
consigliata Claudine … aspetta che la chiamo, per ringraziarla ed intanto mi
aggiorno per il lavoro … Dammi un minuto amore”
Farrell
telefonò e, dalla conversazione sciolta, Jared comprese che il consorte non
aveva minimamente architettato quel viaggio per raggiungere Geffen.
Il leader dei
Mars si sentì in imbarazzo: non sarebbe stata una novità, l’essere assecondato
da Colin, consapevole di quanto fosse legato a Glam.
Infine volle
riflettere sulle conseguenze di un incontro con quest’ultimo ed alla inevitabile
reazione dell’irlandese.
“Tutto a
posto? I bimbi …?”
“Nessun
problema …” – disse sbadigliando – “Ho bisogno di aria fresca cucciolo, che ne
pensi di uscire?”
“Sono un po’
stanco … Ti dispiace se rimaniamo qui sino all’ora di cena?”
“Ok … Ma
concedimi di darti il cambio, vado a fare un giro, prendo qualche giornale, ti
dispiace Jay?”
“No, affatto …
Figurati” – e sorrise, poco convinto.
Jude era
carico di pacchi: arrivò a fatica alla sua macchina, facendosi spazio tra la
gente, impegnata in acquisti, quanto lui.
“Vuoi una mano
UK buddy?”
La voce di
Farrell lo sbalordì.
“Colin …
Colin!”
Si
abbracciarono.
“Ehi, ma cosa
ci fai qui Jude?!”
“Ci abito …
Cioè ho la casa, con Robert … C’è pure Camilla” – spiegò sorridente.
“Ah il mistero
è svelato, quindi …” – disse sibillino.
“Infatti … E
tu?”
“Ho portato
Jared a fare una vacanza fuori programma … Stiamo benissimo, al resort qui
dietro …”
“Ottima
scelta, hanno un ristorante magnifico …
Tu guarda la combinazione” – rise.
“Il destino …
già … E Robert?”
“Si sta
riprendendo … Sai prima di partire, Kevin è passato da noi, era fuori di sé,
per Glam …”
“Posso
immaginarlo … Chissà dove è finito …”
Law guardò un
punto, oltre la spalla sinistra di Farrell, spalancando le palpebre.
“Non è …
possibile …”
“Che c’è Jude?”
– e si voltò anche lui – “Oh cavoli …”
“Ma è lui?!”
“Sì … E’
Geffen … Cosa diavolo ci fa qui?”
“Non ne ho
idea Colin … Ho deciso io di venire a Lasysos, quindi non può averglielo detto
Robert …”
“E neppure
Jared, ho scelto a mia volta questa meta a sua insaputa e siamo partiti tutti
dopo Glam …” – dedusse senza incertezze.
“Seguiamolo!”
“Perché cavolo
dovremmo farlo Jude?!” – bisbigliò con fare comico.
“Non lo so, ma
meglio prevenire che curare”
“Che diavolo
blateri??”
“Su vieni, se
no lo perdiamo!”
A distanza,
frapponendo tra loro e Geffen un paio di veicoli, i due non lo mollarono, sino
all’imbocco di una salita, che Jude superò, andando a parcheggiare in uno
spiazzo, a strapiombo sul mare.
“Quella
finisce dove c’è la casa bianca e celeste, la vedi Colin?”
“Certo che la
vedo …”
“Arrampichiamoci
da qui, c’è un sentiero, così arriviamo sul retro e”
“Non sarebbe
più semplice bussare alla porta e salutarlo??” – obiettò Farrell, ma ormai Law
si era già avviato deciso, senza dargli retta.
“Ehi! Non sono
mica una capra, aspettami!”
I rumori
provenienti dalla cucina erano inconfondibili.
La voce di una
ragazza sembrava eccepire ai commenti di Geffen, che non la voleva tra le
scatole.
C’era anche un
ragazzo, che rideva e parlava un Inglese approssimativo, mentre lei, che
risultò esserne la sorella, non spiaccicava nemmeno un termine nella lingua di
Glam.
“Chi saranno
quei due?” – sussurrò Jude.
“Sono
fratelli, se non ho capito male …”
“Abbassati, se
no ci vede!”
“Siamo due
imbecilli, Jude …!”
“Spostiamoci …
Non sento più nulla”
“Gli
sbarbatelli sono usciti, guardali, sono là” – ridacchiò Colin, indicando la
coppia, scendere verso la spiaggia.
“Ed i novelli
007, guardali qua …”
“Glam!!”
Farrell scattò
in piedi, centrando con la nuca un ramo di olivo, mentre Jude finì seduto,
schiantandosi sulla ghiaia sottile, di quel cortile dove c’era anche un patio
in legno, dove Geffen avrebbe mangiato.
“Ora mi
spiegherete …”
“Uhi … sì …
ciao Glam …”
“Buonasera
Colin … Jude … Allora?!” – ed a stento trattenne una risata.
“E’ stata una
coincidenza … straordinaria …” – accennò Law, sollevandosi, aggrappato ad Irish
buddy, che si lagnò della reciproca imbranataggine.
“Una … coincidenza?
Avete sete?”
“Sì, un
pochino …”
“Seguitemi” –
brontolò severo, dando loro le spalle, per impedire si vedesse il suo bel
sorriso illuminargli la faccia già abbronzata.
“Vino bianco,
acqua, cola?”
Jude e Colin
si guardarono – “Acqua …” – replicarono mesti, accomodandosi.
“Carino qui …”
– accennò il biondo.
“L’ho comprato
alla cifra che mi hanno chiesto, ma i proprietari credevano di darmi in
comodato d’uso anche la figlia, l’avete vista?”
“Sì … potrebbe
essere …”
“Mia nipote
Colin, infatti gli ho detto che a me piacciono gli uomini e quindi hanno
mandato avanti il loro primogenito, appena maggiorenne” – rise fragoroso.
“Sono pazzi?”
“No, volevano
essere gentili ed ospitali … Non ho parole”
“Ti aiuteranno
nelle faccende domestiche, presumo …” – azzardò Farrell.
“Procurano il
pesce, quando non lo faccio per conto mio, sto imparando a pescare”
“Divertente …”
– mormorò timido Jude.
“Ok, quindi
non l’avete fatto apposta? Corrompendo magari Antonio?”
“Lui lo
sapeva?”
“No Colin … In
ogni caso ha i mezzi per scovare chiunque”
“Non questa
volta: Robert ed io veniamo qui da un pezzo … Abbiamo una casa nella parte nord
di Salysos …”
“Ed io ho
seguito una dritta di Claudine … Portandoci Jared, per distrarci dai recenti …
turbamenti …” – sorrise a metà.
“Loro lo
sanno, Robert e Jared?”
“No … Non
ancora … Scusate devo rispondere … Miseria è Jay … Sì, pronto”
“Cole, dove
sei finito?”
“Ciao tesoro …
Non ci crederai … Ho incontrato Jude”
“Jude …?” – la
gola gli si seccò – “Ah … C’è un sacco di gente su quest’isola”
“Non ho finito
Jay … Ovviamente ci sono Robert e Camilla, però abbiamo inciampato anche in …
Glam” – e rise impacciato, travolto da un’occhiataccia da parte di Geffen.
“Non mi dire …
Allora non ho avuto una visione …”
“Eh …?!”
“C’era un tipo
che comprava pesche, era distante, ma a me sembrava lui … Non sbagliavo dunque,
non te l’ho detto perché ritenevo la cosa impossibile …”
“Niente lo è
quando c’è di mezzo Glam … Lo sappiamo”
“Quindi sei
con Jude, Rob”
“No amore, solo
Jude e Glam, Robert non lo sa … E’ con la bimba nella loro residenza, sai dove
sparivano ogni tanto i due pivelli” – rise più rilassato.
Geffen tornò
al frigorifero, prendendo gli ingredienti per il suo desinare.
Law gli fece
un cenno e, mentre la conversazione tra Colin e Jared proseguiva, con Glam uscì
sotto il pergolato.
“Io … io ti
devo delle scuse”
“Per cosa
Jude?”
“Sono stato … Come
minimo stronzo a sbandierarti la mia gioia per il rinnovo delle promesse con
Rob … Kevin è passato da noi, dopo la tua partenza e ci ha rimproverati: era in
pena per la tua salute e non era l’unico … Scusami Glam” – e si allacciò al suo
busto, lasciandolo basito.
Ricambiò quell’abbraccio
con serenità, ma poi distaccò da sé Law, che aveva le iridi lucide.
“Come vedi
sono vivo, rassicura Rob … Se proprio devi dirgli che mi hai trovato”
“Fallo anche
tu, con Kevin … E’ ancora così innamorato di te Glam …”
Geffen
avvampò, appoggiandosi al muro – “Kevin è in un passaggio delicato, dopo quanto
ha subito, certo non dovevo abbandonarlo così, però il suo fidanzato è Tim, non
voglio ulteriori guai” – ribatté severo.
“Comprendo le
tue … reazioni, però dovresti fargli sapere dove ti trovi … Anche per Lula”
“Soldino lo sa
dove sono” – sorrise – “Lo sogno ogni mattina, come se fosse qui”
“Fai come vuoi
…” – concluse flebile, vedendo Colin avvicinarsi.
“Jared ti
aveva intercettato durante la sua uscita per lo shopping, ma pensava di avere
avuto un’allucinazione.”
“Salutamelo e
tu fai lo stesso con Robert. Trascorrete delle ferie spensierate, ma … alla
larga da qui, ok?”
“E come dovremmo
comportarci, come estranei, se ci incrociamo al villaggio?” – protestò Farrell.
“Manderò i
miei paggetti a fare provviste!”
“Che scemenza
Glam” – si intromise Law, scuotendo la testa.
“Tornate dai
vostri mariti, devo friggere il pesce ed ho appetito, quindi fuori dai piedi” –
insistette, ma senza veemenza.
“Ne hai
parecchio … Cioè ho dato una sbirciatina, riponendo la minerale …”
“Colin …” –
ringhiò.
“Se mi muovo,
passo a prendere Rob, Cami e Jared, così torniamo in tempo, ti lascio Colin per
apparecchiare la tavola!” – propose solare Jude.
“Non ho Crete
a sufficienza!” – sbottò Geffen.
“Lo compro all’enoteca,
sono amici, fanno un ottimo prezzo, vado e vengo, ciao!” – e guizzò via come un
folletto.
Colin e Glam lo
scrutarono, poi si guardarono.
L’attore allargò
le braccia tatuate, ammiccando – “Lui è …
fatto così.”
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