Capitolo n. 122 - zen
“E’ tutto così
strano”
“Vuoi rimanere un po’
da solo, Robert?”
“Sì Glam … Ti
dispiace?”
“No, affatto.” – lo
baciò tra i capelli, prima di tornare verso casa, facendo un cenno a Vassily e
Peter, poco distanti dagli scogli, dov’erano rimasti seduti a lungo, dopo avere
salutato Jude e gli altri.
Poche ore prima …
Colin
diede una gomitata a Jude – “Forse possiamo andare, Jared sta scendendo”
“E
Robert?”
“Rob
è impegnato con Glam” – replicò Leto, prendendo i pochi oggetti personali,
lasciati su di una mensola del living.
Aveva
un atteggiamento distaccato ed ombroso.
Farrell
non fece fatica a capire cosa lo avesse infastidito.
“In
che senso occupato?” – chiese l’irlandese.
Jared
fissò entrambi.
“Nell’unico
che quei due conoscano. E’ … vergognoso Jude. Hai la mia solidarietà, anche se
non te ne farai nulla.”
Law
annuì – “Puoi starne certo: non mi serve affatto la tua commiserazione.” –
disse asciutto – “Io vado da Robert, vi raggiungo presto.” – e salì, con
Camilla in braccio.
Downey
sembrava svenuto, ma stava solo riposando la vista ed il cuore.
Appena
avvertì i passi di Jude, guardò nella sua direzione, gli occhi lucidi,
nell’incrociare sia i suoi che quelli della figlia.
“Amore
…”
“Ciao
Rob, siamo …”
Law
guardò Geffen, che si spostò dal letto al davanzale.
L’uomo
si passò le mani sulla testa rasata, quindi uscì, senza proferire parola.
“Siamo
venuti a salutarti, Robert” – disse calmo.
“Papà
non viene con noi?” – chiese tranquilla la loro principessa, sedendosi sul
bordo, dove l’americano l’abbracciò.
“Jude
io …”
“Andrà
tutto bene, ti chiameremo da Londra … Ogni giorno”
“Vorrei
parlarti senza”
“No,
non è necessario: so che hai bisogno di questo, di rimanere qui o dovunque sia
Glam, così lui, che ti ama più di ogni cosa … Forse anche più di me” – rise,
mescolando un pianto prepotente, alla sincera dimostrazione del suo sentimento
più radicato e limpido, nei riguardi del marito, come mai prima di allora.
“Ma
ribadisco forse, Robert, perché credo che i tuoi … i tuoi briganti od angeli
custodi, insomma Glam ed il sottoscritto, possano almeno vantarsi di essere
accomunati dalle stesse emozioni, quando ti pensano, ti stringono … ti vivono.”
“Le
tue intenzioni Jude, mi spaventano …”
“No,
nessuna paura, nessun litigio, questo è … un atto dovuto. O qualunque cosa sia,
so che ti farà stare bene, anche se proverai angoscia, come succede a me ora,
però il sorriso di Camilla ci ricorderà sempre che siamo stati e saremo degli
ottimi genitori, vero cucciola?”
“Vi
voglio tanto bene … papà” – ed arrise, ai loro volti sfigurati da una
tristezza, vanamente celata da sorrisi di circostanza.
“Ok,
adesso voleremo in Inghilterra, dai tuoi fratelli, Cami, sono impazienti di vederti
… ed io di ritrovarli”
“Jude
…”
“Abbi
cura di te” – e lo avvolse forte, racchiudendo tra i rispettivi cuori, quello
di Cami, che appoggiò la testolina a quella tremante di Downey, esterrefatto e
confuso.
Law
gli diede ancora un bacio.
L’ultimo,
prima di andare via.
Farrell stava troppo
zitto.
Jared non sapeva come
muoversi: c’era una barriera invisibile tra loro, tanto spessa quanto inattesa.
Faceva caldo.
Un caldo soffocante.
“Alzo il
condizionatore … Ti spiace, Cole?”
“No Jay, l’avrei
fatto anch’io” – replicò, continuando a fissare l’esterno, dalla finestra
centrale della suite.
Il cantante tossì,
riprendendo posto sul divano – “Chiamo i bambini …”
L’irlandese andò nel
bagno, senza dare cenni di assenso o meno.
Era l’orario in cui
telefonavano alla End House, anche per vedere i cuccioli nella nursery.
Erano così piccoli.
Farrell si barricò in
quella sala di ceramiche e marmi, dove nella vasca idromassaggio aveva fatto l’amore
con Jared non più di un giorno e mezzo prima.
Sembrava un’eternità.
Si sforzò di
visualizzare nitidamente i volti dei gemelli, di Amèlie, poi di Florelay.
Rebecca, Violet ed
Isotta erano cresciute, ma restavano le loro bambine; James, Henry e Yari ormai
erano adolescenti.
Fece poi mente locale
su tutti i torti fatti subire al consorte, dal loro incontro.
Con meno fortuna,
provò a ridimensionare quelli subiti, soprattutto a causa di Geffen.
Glam Geffen.
Quel nome tornava e
ritornava, come l’alta marea, inevitabile, in un ciclo senza fine.
Se solo avesse potuto
prosciugare l’oceano.
“Ho preparato sotto
il patio tesoro …”
Nel tono di Glam
albergava il timore di importunarlo.
Downey era risalito
alla torretta, stendendosi su di un lettino prendisole, dove armeggiava con il
b-berry da qualche minuto.
“Jude è già in
aeroporto …” – disse sussultando e mettendosi seduto.
Geffen si morse le
labbra – “Ti porto da lui?” – chiese senza esitare, ma anche senza alcun
rancore.
“No … No, Glam.” –
ribatté assorto Robert, con il cuore tra le mani, le pulsazioni visibili nelle
dita.
“Vuoi che rimanga o
che ti aspetti giù, con gli altri, Rob?” – domandò senza più respirare.
“Mi sciacquo il viso …
è pieno di salsedine …”
“Sì amore, certo” –
gli sorrise, pensando alle lacrime salate, che Downey aveva versato dal saluto
a Jude e Camilla.
Sarebbe morto per
lui, per quella sconfinata tenerezza, che proprio insieme a Law aveva condiviso,
metabolizzato, rielaborato e formalizzato, nell’assistere Robert …
Il loro Robert.
Colin tornò da Jared,
rannicchiato sul davanzale, a mordersi le nocche, tutto aggrovigliato e
scomodo, nell’attesa di lui.
“Andiamo a cena?” –
chiese incolore il moro.
Leto lo guardò.
“Ho … la gola chiusa”
– rispose emozionato.
“E’ stata una brutta
giornata …”
“Sì Cole … Jude e
Cami? Loro …”
“Volati via” – e controllò
l’orologio.
“Ce ne andiamo anche
noi?”
Sembrò una supplica.
Farrell inspirò
greve, strizzando le palpebre e riunendo i fotogrammi, che poco prima aveva
come snocciolato nel proprio cervello.
“No. Non senza avere
chiarito alcune cose, Jay.”
“Come vuoi …”
“Quello che voglio”
Si interruppe,
strinse i pugni, fissò un punto lontano dagli zaffiri di Jay, per i quali
avrebbe ceduto, per l’ennesima volta.
“Quello che vorrei,
Jared, è saperti mio, non come un oggetto sia chiaro, ma come la persona che ho
sposato e scelto, con la certezza che tu stessi facendo altrettanto”
Leto si alzò, non
senza difficoltà, come se fosse invischiato in qualcosa di impalpabile.
“Io sono qui, Colin”
“Sì, hai preferito
me, a Glam, diciamo che” – rise sarcastico – “Diciamo che me la sono bevuta
anche questo giro”
“E’ per quello che ho
detto prima di lasciare la casa di Glam? A te ed a Jude, a proposito di Robert?”
– chiese aspro, sentendosi all’angolo.
“Se dovessi elencare tutte
le tue reazioni, le sfumature … Tu non sei riuscito a dimenticarlo, ad andare
oltre, hai sempre tenuto il piede in due scarpe, anche se non ci scopavi, anche
se non fuggivi più da lui a cercare ciò che io, secondo la tua opinione, ti
negavo!”
“E’ di questo che hai
parlato con Jude?!” – ruggì, azzerando la distanza.
“Te ne stupisci Jared
…?! Se solo ti fossi specchiato, mentre mi colpivi dritto al petto, con il tuo
rammarico, il risentimento verso Robert e Glam … Cosa diavolo hai visto??”
Leto vibrò, dall’addome
agli zigomi e viceversa, facendo un passo indietro.
“Si … si stavano
baciando e … E Glam gli ripeteva quanto lo amasse. Sei soddisfatto?”
“E quindi tu eri
fuori dai giochi, di nuovo.” - e fece un
sorriso quasi beffardo, che ben presto morì in una smorfia dolorosa.
“Lo sono da un pezzo
e così Glam dai miei, DAI NOSTRI! Soltanto tu non lo vedi!! E ti fai delle seghe
mentali, istigato da Jude, in un copione aberrante!!”
La difesa si
mescolava all’attacco, in un tentativo disperato di sanare quella situazione,
destinata al peggiore degli epiloghi.
“Le mie erano
illusioni Jared … Continuavo a correre, anziché camminare e guardarmi intorno …
Mi rifiutavo di vedere ed aumentavo l’andatura, facendo finta di niente,
NIENTE!”
“Colin …”
Il leader dei Mars
riguadagnò quel minimo spazio, quasi artigliando quella porzione tra il collo e
le spalle di Farrell, come spesso accadeva sul set, quando giocavano, smaniosi di
baciarsi ed eccitati ancora di più dalla circostanza di non poterlo fare, in
mezzo alla folla di colleghi ed addetti ai lavori.
“E’ … è come essermi
voltato Jay, per vedere se eri con me,
ma in questo modo, mentre ancora fuggivo, andavo a sbattere contro ad un
muro di ipocrisia, Jude l’ha definita tale, senza sbagliare.”
Leto mollò la presa,
tornando verso le vetrate.
“Cosa dovrei
aspettarmi, dunque? Le vittime eccellenti di Glam scappano a consolarsi a
vicenda? E’ con Jude che vuoi stare?? No perché oggi posso aspettarmi di tutto
DA TE, DA VOI!!”
“E’ questa la tua
unica preoccupazione, Jared? Il tuo orgoglio inizia a sanguinare? Il mio cuore
non ha mai smesso, sappilo.”
Colin parlava alla
sua schiena e su essa si schiantò anche il rumore cupo, che fece la porta sbattuta
dall’attore, in quello che sembrò un addio.
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