martedì 7 maggio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 106


Capitolo n. 106  -  zen


Jared si grattò il naso ed Antonio bofonchiò un – “Zitto e mangia.”
“Nonno veramente non stavo dicendo nulla …”
Colin rise, passandogli l’insalata con cubetti di tofu e verdure miste.
“C’è l’aceto balsamico, ti piace, vero?” – chiese suadente Meliti.
“Mi sembri una vecchia checca, con questo tono, il foulard e” – masticò una forchettata abbondante, sorridendo poi – “Deliziosa … L’ha fatta Carmela?”
“No, ha le nausee … E’ una ricetta della cuoca indonesiana … o peruviana …”
“Ah vero, tra poco la nursery si animerà per i nuovi arrivi” – disse piano il cantante.
Farrell gli accarezzò la gamba sinistra sotto il tavolo, scambiando con lui uno sguardo complice.
“Puoi ben dirlo: Pamela aspetta due gemelli e la mia Carmela una bambina” – rivelò raggiante.
“Due … maschietti?” – si intromise l’attore.
“A quanto pare sì … Quell’analisi del sangue … come si chiama?”
“Filst, dal nome del ricercatore, che l’ha scoperta … Per farla semplice, insomma” – spiegò Leto, con un vago imbarazzo.

Antonio aggrottò la fronte – “Questa storia non ti va a genio, vero campione?”
“No, sbagli, sono felice per loro”
“Jared ne parli come se fossero una coppia, invece sbagli di grosso” – obiettò l’anziano.
“Hanno già una famiglia, con le ragazze, che male ci sarebbe? Nemmeno me ne stupirei … Conoscendo Glam” – ribatté assorto, per poi concentrarsi sul proprio pasto, che voleva assolutamente finire.


“Amo questo posto …”
“Ma se ti ci hanno quasi ammazzato, maldido”
Pamela rise, abbassando il finestrino.
“Tutto ok, vuoi scendere?”
“No Glam, grazie, sto bene qui, niente capogiri … Anzi ho appetito.”
“Ho prenotato da Oscar”
“Addirittura? A cosa devo l’onore?” – domandò simpatica.
“Celebriamo questo …”
“Casino?”
“No, i nostri figli non lo saranno mai … Ti volevo appunto parlare di una cosa …” – disse esitante l’uomo, scrutando l’orizzonte.
“Oh davvero Geffen? … Per favore”
“Che c’è?” – la guardò perplesso.
“No, no, scusami, va avanti” – e gesticolò buffa.
“Abbiamo già due splendide bambine”
“Sono adulte, fidanzate e magari tra poco diventiamo pure nonni!”
“Cosa?!?” – tuonò.
Pamela scrollò il capo leonino – “Sempre il solito … Guarda che non cresci solo tu!” – e gli fece una boccaccia.
“Queste cose dovete dirmele con il contagocce, d’accordo?”
“Sèè vabbè!”
“Torniamo a noi … Ecco, dicevo”
“Glam la solfa l’hai già propinata a Sveva o sbaglio?”
“Che solfa?”
“Correggimi, ho avuto una visione? Vuoi sposarmi per riparare al guaio?” – rise solare.
“In effetti …” – l’avvocato sbuffò pesantemente – “Non sarebbe la scelta migliore? Per tutti, Pamela?”
“Oh per carità”
“Ok non sarò quello di  venti anni fa e”
“Neppure io la sono! Che centra? I tuoi pargoli li ha mai cresciuti qualcuno che non fossi tu?” – chiese secca, fissandolo.
“No … ma …”
“Certo poi è arrivato Drake e ti assicuro che Xavier e Phil sono degli ottimi genitori, anche per le guapite!”
“Ed io un disgraziato …?”
“Ma dai, sei il papà migliore del mondo, loro impazziscono per te, almeno quanto Lula” – sorrise – “Anzi dì a soldino di cacio di tenere le zampe di Brady a posto!”
Geffen rise di gusto – “Anche Lula è pazzo di te … come me, del resto, bella signora …” – e le prese la mano sinistra tra le proprie.
Pamela sospirò – “Ci siamo amati, io questo lo so Glam, sei stato l’unico, però” – quasi si commosse – “Il tuo cuore è di un’altra persona e, sono certa, sarebbe stato di Syria, se lei fosse ancora qui con noi …” – disse sincera.
Gli occhi di Geffen si incresparono di tristezza – “Pam …”
“So che ne sei innamorato e lei è come un angelo custode …”
“Sì e spero veglierà su questa nuova avventura …”
“Ne avremo bisogno big Geffen … Credimi”


Taylor sbucò in veranda, come un folletto.
“Ciao Colin, non sapevo fossi qui” – lo salutò cordiale, aggiustandosi i capelli con del gel.
Si era appena fatto la doccia ed indossava unicamente dei jeans.
Ricordava Xavier, nelle movenze e nell’estro.

“Salve … Ed io potrei dire altrettanto … Abiti in questa casa?”
“Più o meno … Ho avuto la parte!” – esclamò soddisfatto.
“Congratulazioni …”
“E so che tu non hai deciso, al momento, mi chiedevo il perché …”
“Ho avuto cose più importanti a cui pensare e comunque sto meditando di ritirarmi dalla recitazione. Voglio passare alla regia, come Derado”
“Cavoli … Ma sei così giovane Colin” – ribatté smarrito.
A Farrell saltò il cuore in gola.
“Non esageriamo … giovane …”
“Neppure Meliti è vecchio!” – rise compiaciuto, era bellissimo.
“Ah puoi dirlo forte … Ok, devo andare”
“E per il film?”
“Ci devo pensare”

“A cosa devi pensare, Cole?”
La voce di Leto gli arrivò alle spalle, come una stilettata.
“Jay … Parlavamo del ruolo nella pellicola di Phil”
“Lo farai, giusto? Sarebbe un peccato rinunciare, non trovi amore?” – e si allacciò a lui, baciandolo nel collo e poi scrutandolo.
Farrell annuì, spiazzato – “Darò la mia conferma domani … Non prima Jared”
“Ok, sarete fantastici” – e puntò Taylor – “Voi due, insieme.”


Una volta saliti in auto, Colin mise in moto con fare irritato.
“Cosa voleva essere quella scenetta, Jared?”
“Quale …”
“E piantala!” – sbottò guardandolo.
Leto si grattò la nuca, schiudendo la bocca – “Difendevo il mio … territorio” – disse piano.
“Da chi? Posso saperlo?!”
“Perché ti incazzi così!?”
“Tu e quello sfacciato mi avete tirato in mezzo alla vostra piccola guerra anagrafica e fisica, come se fossi un coglione!”
Il leader dei Mars era sbigottito – “Dovresti esserne lusingato!”
“A me non servono le lusinghe o le prese per il culo gratuite, ci vedo poca differenza, quando in palio c’è chi è più bello o meno vecchio!”
“Vecchio?! VECCHIO?! IO SAREI VECCHIO?!” – esplose, slacciandosi la cintura ed aprendo con furia lo sportello – “Mi chiamo un taxi per tornare a casa, tu fatti un giro e datti una calmata, STRONZO!”
Anche Colin scese, afferrandolo per un braccio, mentre Jared provava ad allontanarsi.
“Tu non scappi, ora mi dici cosa ti è preso da quando è spuntato quel Taylor! E’ questa la fiducia che hai in me??”
“Perché non dovrei averne, hai la coda di paglia forse??!”
“Che cazzo devo fare ancora Jared, per dimostrarti che per me esisti unicamente TU??!ACCIDENTI!!” – e lo strattonò a ridosso di un albero, senza mollare la presa.

Jared inspirò, instabile sulle gambe magre – “Mi stai facendo male Cole … lasciami”
“Per andare dove?!”
Leto strizzò le palpebre, mordendosi le labbra – “Quel pivello ti ha turbato ed il tuo stupido orgoglio, Colin, ha annebbiato la tua lucidità: non avere il controllo delle proprie emozioni destabilizza e pensare alle scene, che dovresti girare con Taylor, magari eccitandoti o peggio, ti ha sconvolto … Conosci le tue debolezze, meglio di chiunque”
Farrell lo liberò da sé, facendo un passo indietro, il fiato corto.
“Quindi tu credi che me lo porterò a letto, direttamente dal set” – chiese ansante.
“Non sarebbe la prima volta” – e nel dirlo, Jared scivolò, sedendosi sull’erba, per rannicchiarsi, senza più guardarlo.
“Io non sono più quel tipo di persona …!” – protestò, sforzandosi di non urlare.
“Però scarichi su di me le tue frustrazioni e la paura di ricadere nella merda, da cui ti ho salvato, non senza pentirmene”
Farrell si mise le dita tra le chiome brizzolate – “Come diavolo ci siamo arrivati a vomitarci addosso queste cose … ora … ?!” – replicò disperato.
“Che importa l’istante od il contesto? Ce lo trasciniamo appresso da anni questo marciume, Colin, questa incapacità di essere felici, forse perché ci è stato dato troppo ed un essere umano non sa gestire un simile carico di gratificazioni e doni, spesso immeritati, se i risultati sono questi” – disse gelidamente pacato.

Colin si inginocchiò abbracciandolo di lato e poi trascinandoselo contro, per sentirlo il più possibile, anche se Jared non ricambiò quel gesto, non da subito almeno.
“Per favore … Cole”
“Non mandarmi via …” – stava piangendo, schiacciato dalle considerazioni del marito – “Jay io non ce la faccio …”
“Cole calmati …” – lo avvolse debole, poi più convinto.
Farrell lo baciò, allungandosi e rotolando di mezzo giro verso una siepe di fiori bianchi.
Avevano un profumo gradevole, che intossicò loro i sensi.
Si aprirono le camicie a vicenda, strappando i bottoni dalle asole, finché non sentirono aderire la pelle ed il sudore.
Faceva caldo, ma mai quanto nei loro addomi.

Sul vialetto stava transitando un veicolo.
Era l’hummer di Geffen.

“Glam … Ehi, ma sono …”
Lui non rallentò, buttando un’occhiata veloce verso quell’angolo del parco – “Sì Pamela, sono Jared e Colin” – sorrise.
“Que estoy loco?!”
“Non sono impazziti … Si amano e se lo ricordano quando meno te lo aspetti, non trovi?” – e proseguì, senza curarsi di loro.




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