Capitolo n. 106 - zen
Jared si grattò il
naso ed Antonio bofonchiò un – “Zitto e mangia.”
“Nonno veramente non
stavo dicendo nulla …”
Colin rise,
passandogli l’insalata con cubetti di tofu e verdure miste.
“C’è l’aceto
balsamico, ti piace, vero?” – chiese suadente Meliti.
“Mi sembri una
vecchia checca, con questo tono, il foulard e” – masticò una forchettata
abbondante, sorridendo poi – “Deliziosa … L’ha fatta Carmela?”
“No, ha le nausee … E’
una ricetta della cuoca indonesiana … o peruviana …”
“Ah vero, tra poco la
nursery si animerà per i nuovi arrivi” – disse piano il cantante.
Farrell gli accarezzò
la gamba sinistra sotto il tavolo, scambiando con lui uno sguardo complice.
“Puoi ben dirlo:
Pamela aspetta due gemelli e la mia Carmela una bambina” – rivelò raggiante.
“Due … maschietti?” –
si intromise l’attore.
“A quanto pare sì …
Quell’analisi del sangue … come si chiama?”
“Filst, dal nome del
ricercatore, che l’ha scoperta … Per farla semplice, insomma” – spiegò Leto,
con un vago imbarazzo.
Antonio aggrottò la
fronte – “Questa storia non ti va a genio, vero campione?”
“No, sbagli, sono
felice per loro”
“Jared ne parli come
se fossero una coppia, invece sbagli di grosso” – obiettò l’anziano.
“Hanno già una
famiglia, con le ragazze, che male ci sarebbe? Nemmeno me ne stupirei …
Conoscendo Glam” – ribatté assorto, per poi concentrarsi sul proprio pasto, che
voleva assolutamente finire.
“Amo questo posto …”
“Ma se ti ci hanno
quasi ammazzato, maldido”
Pamela rise,
abbassando il finestrino.
“Tutto ok, vuoi
scendere?”
“No Glam, grazie, sto
bene qui, niente capogiri … Anzi ho appetito.”
“Ho prenotato da
Oscar”
“Addirittura? A cosa
devo l’onore?” – domandò simpatica.
“Celebriamo questo …”
“Casino?”
“No, i nostri figli
non lo saranno mai … Ti volevo appunto parlare di una cosa …” – disse esitante
l’uomo, scrutando l’orizzonte.
“Oh davvero Geffen? …
Per favore”
“Che c’è?” – la guardò
perplesso.
“No, no, scusami, va
avanti” – e gesticolò buffa.
“Abbiamo già due
splendide bambine”
“Sono adulte,
fidanzate e magari tra poco diventiamo pure nonni!”
“Cosa?!?” – tuonò.
Pamela scrollò il
capo leonino – “Sempre il solito … Guarda che non cresci solo tu!” – e gli fece
una boccaccia.
“Queste cose dovete
dirmele con il contagocce, d’accordo?”
“Sèè vabbè!”
“Torniamo a noi …
Ecco, dicevo”
“Glam la solfa l’hai
già propinata a Sveva o sbaglio?”
“Che solfa?”
“Correggimi, ho avuto
una visione? Vuoi sposarmi per riparare al guaio?” – rise solare.
“In effetti …” – l’avvocato
sbuffò pesantemente – “Non sarebbe la scelta migliore? Per tutti, Pamela?”
“Oh per carità”
“Ok non sarò quello
di venti anni fa e”
“Neppure io la sono!
Che centra? I tuoi pargoli li ha mai cresciuti qualcuno che non fossi tu?” –
chiese secca, fissandolo.
“No … ma …”
“Certo poi è arrivato
Drake e ti assicuro che Xavier e Phil sono degli ottimi genitori, anche per le
guapite!”
“Ed io un disgraziato
…?”
“Ma dai, sei il papà
migliore del mondo, loro impazziscono per te, almeno quanto Lula” – sorrise – “Anzi
dì a soldino di cacio di tenere le zampe di Brady a posto!”
Geffen rise di gusto –
“Anche Lula è pazzo di te … come me, del resto, bella signora …” – e le prese
la mano sinistra tra le proprie.
Pamela sospirò – “Ci
siamo amati, io questo lo so Glam, sei stato l’unico, però” – quasi si commosse
– “Il tuo cuore è di un’altra persona e, sono certa, sarebbe stato di Syria, se
lei fosse ancora qui con noi …” – disse sincera.
Gli occhi di Geffen
si incresparono di tristezza – “Pam …”
“So che ne sei
innamorato e lei è come un angelo custode …”
“Sì e spero veglierà
su questa nuova avventura …”
“Ne avremo bisogno
big Geffen … Credimi”
Taylor sbucò in
veranda, come un folletto.
“Ciao Colin, non
sapevo fossi qui” – lo salutò cordiale, aggiustandosi i capelli con del gel.
Si era appena fatto
la doccia ed indossava unicamente dei jeans.
Ricordava Xavier,
nelle movenze e nell’estro.
“Salve … Ed io potrei
dire altrettanto … Abiti in questa casa?”
“Più o meno … Ho
avuto la parte!” – esclamò soddisfatto.
“Congratulazioni …”
“E so che tu non hai
deciso, al momento, mi chiedevo il perché …”
“Ho avuto cose più
importanti a cui pensare e comunque sto meditando di ritirarmi dalla
recitazione. Voglio passare alla regia, come Derado”
“Cavoli … Ma sei così
giovane Colin” – ribatté smarrito.
A Farrell saltò il
cuore in gola.
“Non esageriamo …
giovane …”
“Neppure Meliti è
vecchio!” – rise compiaciuto, era bellissimo.
“Ah puoi dirlo forte …
Ok, devo andare”
“E per il film?”
“Ci devo pensare”
“A cosa devi pensare,
Cole?”
La voce di Leto gli
arrivò alle spalle, come una stilettata.
“Jay … Parlavamo del
ruolo nella pellicola di Phil”
“Lo farai, giusto?
Sarebbe un peccato rinunciare, non trovi amore?” – e si allacciò a lui,
baciandolo nel collo e poi scrutandolo.
Farrell annuì,
spiazzato – “Darò la mia conferma domani … Non prima Jared”
“Ok, sarete
fantastici” – e puntò Taylor – “Voi due, insieme.”
Una volta saliti in
auto, Colin mise in moto con fare irritato.
“Cosa voleva essere
quella scenetta, Jared?”
“Quale …”
“E piantala!” –
sbottò guardandolo.
Leto si grattò la
nuca, schiudendo la bocca – “Difendevo il mio … territorio” – disse piano.
“Da chi? Posso
saperlo?!”
“Perché ti incazzi
così!?”
“Tu e quello
sfacciato mi avete tirato in mezzo alla vostra piccola guerra anagrafica e
fisica, come se fossi un coglione!”
Il leader dei Mars
era sbigottito – “Dovresti esserne lusingato!”
“A me non servono le
lusinghe o le prese per il culo gratuite, ci vedo poca differenza, quando in
palio c’è chi è più bello o meno vecchio!”
“Vecchio?! VECCHIO?!
IO SAREI VECCHIO?!” – esplose, slacciandosi la cintura ed aprendo con furia lo
sportello – “Mi chiamo un taxi per tornare a casa, tu fatti un giro e datti una
calmata, STRONZO!”
Anche Colin scese,
afferrandolo per un braccio, mentre Jared provava ad allontanarsi.
“Tu non scappi, ora
mi dici cosa ti è preso da quando è spuntato quel Taylor! E’ questa la fiducia
che hai in me??”
“Perché non dovrei
averne, hai la coda di paglia forse??!”
“Che cazzo devo fare
ancora Jared, per dimostrarti che per me esisti unicamente TU??!ACCIDENTI!!” –
e lo strattonò a ridosso di un albero, senza mollare la presa.
Jared inspirò,
instabile sulle gambe magre – “Mi stai facendo male Cole … lasciami”
“Per andare dove?!”
Leto strizzò le
palpebre, mordendosi le labbra – “Quel pivello ti ha turbato ed il tuo stupido
orgoglio, Colin, ha annebbiato la tua lucidità: non avere il controllo delle
proprie emozioni destabilizza e pensare alle scene, che dovresti girare con
Taylor, magari eccitandoti o peggio, ti ha sconvolto … Conosci le tue
debolezze, meglio di chiunque”
Farrell lo liberò da sé,
facendo un passo indietro, il fiato corto.
“Quindi tu credi che
me lo porterò a letto, direttamente dal set” – chiese ansante.
“Non sarebbe la prima
volta” – e nel dirlo, Jared scivolò, sedendosi sull’erba, per rannicchiarsi,
senza più guardarlo.
“Io non sono più quel
tipo di persona …!” – protestò, sforzandosi di non urlare.
“Però scarichi su di
me le tue frustrazioni e la paura di ricadere nella merda, da cui ti ho salvato,
non senza pentirmene”
Farrell si mise le
dita tra le chiome brizzolate – “Come diavolo ci siamo arrivati a vomitarci
addosso queste cose … ora … ?!” – replicò disperato.
“Che importa l’istante
od il contesto? Ce lo trasciniamo appresso da anni questo marciume, Colin,
questa incapacità di essere felici, forse perché ci è stato dato troppo ed un
essere umano non sa gestire un simile carico di gratificazioni e doni, spesso
immeritati, se i risultati sono questi” – disse gelidamente pacato.
Colin si inginocchiò
abbracciandolo di lato e poi trascinandoselo contro, per sentirlo il più
possibile, anche se Jared non ricambiò quel gesto, non da subito almeno.
“Per favore … Cole”
“Non mandarmi via …” –
stava piangendo, schiacciato dalle considerazioni del marito – “Jay io non ce
la faccio …”
“Cole calmati …” – lo
avvolse debole, poi più convinto.
Farrell lo baciò,
allungandosi e rotolando di mezzo giro verso una siepe di fiori bianchi.
Avevano un profumo
gradevole, che intossicò loro i sensi.
Si aprirono le
camicie a vicenda, strappando i bottoni dalle asole, finché non sentirono
aderire la pelle ed il sudore.
Faceva caldo, ma mai
quanto nei loro addomi.
Sul vialetto stava
transitando un veicolo.
Era l’hummer di
Geffen.
“Glam … Ehi, ma sono …”
Lui non rallentò,
buttando un’occhiata veloce verso quell’angolo del parco – “Sì Pamela, sono
Jared e Colin” – sorrise.
“Que estoy loco?!”
“Non sono impazziti …
Si amano e se lo ricordano quando meno te lo aspetti, non trovi?” – e proseguì,
senza curarsi di loro.
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