Capitolo n. 107 - zen
“L’intesa sessuale ha
sempre risolto le nostre crisi … Le cattiverie, che possiamo dirci, anche senza
criterio …”
“Jared bevi questo”
“No Glam, vorrei solo
dormire …”
“Dov’è Colin?”
“E’ salito per … per
farsi una doccia” – arrossì.
Erano seduti a bordo
piscina.
“Come mai non sei con
lui?” – chiese dolce l’avvocato, aggiustandogli i capelli intorno alla fronte.
Leto sorrise
impacciato, decidendosi a sorseggiare il succo di frutta – “E’ buono” – disse
flebile.
“Come lo sei tu … ed
anche Colin”
“No, gli ho detto una
cosa orribile”
“Quale?”
“Di essermi pentito
per averlo aiutato nei periodi peggiori … Le parole erano più crude, ma
l’essenza è questa Glam … Io non volevo, non lo penso, credimi”
“Io ti credo Jared …
Fai in modo che ci riesca anche lui: Colin è molto sensibile e fragile quanto
sei tu, per certi … argomenti”
“Ho reagito male a
questo film di Derado, a quel Taylor …”
“L’ho visto, il
classico pianta grane, anche se non lo volesse” – rise.
“Se Colin accetta,
dovrà girare scene di sesso insieme a lui …”
“Addirittura?”
“Finte ovvio, ma poi
mica le sono, sai? Insomma è imbarazzante, ma è il suo lavoro, con l’unico
dettaglio che gli ultimi dieci ruoli di Colin sono stati improntati su parti …
bianche, come le definisco io” – sorrise.
“Senza … relazioni?”
“Infatti: agente
segreto, spia, medico … C’erano attrici ed attori, anche giovani” – Leto
deglutì a fatica – “Un altro punto saliente della nostra … discussione”
“Tu non dimostri gli
anni che hai”
“Eppure ci sono, ma
non è questo il punto, Glam, anzi ci faccio la figura dell’idiota e detesto
questa sensazione”
“Lo immagino, sei
troppo intelligente per cadere così … in basso” – e gli fece un occhiolino
simpatico.
“Faccio un tuffo … si
soffoca …”
“Non stancarti” – e si
alzò dal lettino prendisole, vedendo Farrell arrivare, ma ancora piuttosto
distante.
Jared nemmeno se ne
accorse, che era già in acqua.
“Buongiorno Glam …”
“Buongiorno a te,
vuoi una bibita?”
Colin sorrise
distaccato – “Fai il barista oggi, a quanto vedo …”
“Eccome, ho un futuro
… alle spalle.”
Come una saetta sbucò
anche Lula, che volò in mezzo allo specchio ovale, schizzando i due amici.
“Ehi monello!”
“Ciao papà!! Sto qui
con zio Jared!”
“Ok … Che peste …” –
mormorò osservandolo innamorato.
Colin, invece, si
avvide del sopraggiungere di Claudine, con Isotta: era la sua nipotina
preferita, anche se non l’avrebbe ammesso mai.
Con lei si dilettava
come con le bambole, che vestiva e pettinava durante l’infanzia in quel di
Dublino.
I giochi ed il
benessere non mancavano a casa Farrell; non si poteva dire lo stesso per la
madre dei fratelli Leto, a cui tutto sembrava essere stato negato dalla
nascita, ma che, con forza, conquistarono, sogno dopo sogno, realizzando anche
l’impossibile.
Quella riflessione attraversò
la mente di Colin, mentre la figlia di Jay e Syria era già pronta ad
immergersi, appesa al collo di papi Glam, che la passò al leader dei Mars, con
avvinghiato sulla schiena Lula, gioioso per quel connubio ricostituitosi, anche
se solo per pochi secondi.
Il cuore dell’irlandese
ebbe come una contrazione, ma fu brevissima.
“Ehi fratellino, ti
sei cristallizzato lì? Prenderai una scottatura, vieni sotto al gazebo!” –
Claudine rise, spostandolo verso la tenda colore avorio.
Geffen si unì a loro,
dopo essere rimasto inginocchiato sulle maioliche, assicurandosi che Isotta
avesse i braccioli, rossi come il suo costumino.
Era uno splendore.
Erano una parvenza di
famiglia, fagocitata da un destino avverso.
Farrell sentì un nodo
alla gola e la voglia di urlare, soprattutto quando incrociò le iridi di Glam,
assorte e lucide, ma subito nascoste da un paio di Ray-Ban verde bottiglia.
“Ho da fare … riporti
tu Jared alla End House?” – chiese asciutto alla sorella.
“Ok … Stai bene? Mi
sembri strano …”
“Non è stata una
bella giornata, ho … abbiamo litigato”
“Non si direbbe,
anche se tu”
“Ci siamo chiariti
immediatamente: non voglio più lasciare nulla in sospeso con Jay” – ribatté scontroso.
“Come vuoi … Ci
vediamo a cena?”
“Sì … Sì, ok, saluto
Jay e poi vado. A dopo.”
“Ecco vedi Martin,
prendi lo sciroppo d’acero e lo unisci all’impasto, solo tre cucchiai”
Il ragazzino rise,
osservando le manovre di Rossi, dal lato opposto della penisola, dove lui stava
in piedi a cucinare ed il figlio di Kurt, con il padre, erano seduti composti
ed attenti alle sue spiegazioni simpatiche.
“E poi metti tutto
nel sa … sac …”
“Sac a poche tesoro” –
precisò Kurt, scompigliandogli i capelli.
“Infatti” – Dave sorrise,
interrompendo però la sua lezione a causa di una tosse fastidiosa.
“Amore che hai?”
Kurt si precipitò con
un bicchiere di minerale.
“Nulla … mi è andata
di traverso un po’ di saliva”
L’agente rise, poi si
rese conto dell’espressione allarmata del compagno.
“Kurt ehi …” – lo abbracciò,
mentre Martin imburrava la teglia da forno, pronto a sfornare i dolcetti, come
da programma.
“Abbi pazienza io …” –
era turbato, quasi in lacrime e non era il primo episodio.
“Dobbiamo parlarne …
Quando Martin farà il sonnellino, ok?” – gli disse piano, accarezzandogli il
volto teso.
“Credevo ti fossero
spuntate le pinne”
Geffen rise,
tamponando Lula, che faceva lo stesso con Isotta, mentre Jared si asciugava
nell’accappatoio, che l’uomo gli aveva fatto indossare con la consueta premura
amorevole.
“Quasi … Dov’è
Claudine?”
“Nel salone con le
ragazze … A preparare il tè, c’è anche Violet con loro, ormai è una signorina,
vero soldino?”
“La mia fidanzata è
molto sexy!”
“Oddio …” – sospirò Leto,
guardando sorridente Glam, che lo stava fissando da un po’.
“Torno a Palm
Springs, se vuoi lasciarla con Lula …”
“Ok …”
“Ed io papi Glam?!”
“Vi aspetto nel fine
settimana, se Colin e Jared sono d’accordo, principessa.”
“Sì, verremo … Sempre
se Colin non abbia impegni di set”
“Aggiorniamoci” –
inspirò, rialzandosi.
Jared lo abbracciò – “Grazie
Glam …”
“Per cosa …?”
“Tutto e … e scusami …
Sono un disastro”
“Colin non vedrà l’ora
di riaverti con lui …” – replicò esitante.
“Sì adesso vado … Anzi
andiamo, vero cucciola?”
“Ok papi Jay!”
Quel discorso morì sul
nascere, appena i loro corpi si intrecciarono sotto le lenzuola, già
intiepidite da David, che amava coricarsi sempre prima di Kurt, per poi poterlo
stringere e baciare, mentre lui si accoccolava e godeva di ogni minima
attenzione dell’altro.
Il suo dopobarba ed i
suoi occhi liquidi, penetravano Kurt ben prima del suo sesso turgido, che non
aveva conosciuto mai una simile estasi.
Percepire il canale
stretto e bagnato, che andava a stringersi intorno al proprio membro, paziente
e capace, nel scendere a poco a poco in quell’abisso di nervi ed umori,
toglieva il fiato a Dave.
Nessuno dei due aveva
fretta: si contemplavano, assaporando ogni minima emozione, si propagasse nei
loro addomi, scoprendosi ricettivi ed appagati.
“Ti amo così tanto
Kurt … Mioddio … Kurt … Kurt” – poi un gemito più gutturale, nel collo del più
giovane, che accoglieva Rossi tra le sue gambe muscolose e ben ancorate ai suoi
fianchi, ormai senza più alcun controllo, mentre si svuotava in lui.
Geffen si avviò verso
la caletta, in piena solitudine, dopo avere lasciato i bambini con i body
guard.
La brezza del tardo
pomeriggio era tiepida, quasi confortevole.
L’aroma salato si
confondeva con quello del suo pianto, che lo piegò fino a prostrarsi nella
sabbia, i palmi sul viso, i singhiozzi liberi di manifestarsi, lontano da
sguardi indiscreti.
Sbagliava.
“Glam …”
Le braccia di Law lo
cinsero, il suo tono era preoccupato.
“Glam cos’hai? Stai
su, avanti …” – e si sollevarono all’unisono, guardandosi.
“Potresti lasciarmi
solo? Perdonami Jude, ma”
“Mi stai spaventando”
“Non è niente” – e si
distaccò, senza urgenza.
“Cosa ti ha ridotto
in questo modo? Non me ne vado senza saperlo, non ti mollo qui, tu non lo
faresti mai!”
Geffen sorrise amaro –
“E’ stato un attimo … Una malinconia, che sempre più raramente mi tormenta …”
“So che non è
semplice, con noi qui …”
“Non è come credi …
Non si tratta di Robert”
“Ma allora …”
“Lascia stare Jude,
pensavo di esserne guarito, però sono stato uno stupido a crederlo, sai?”
Law prese un bel
respiro – “Allora diglielo: vai e fallo Glam” – lo esortò, sorprendendolo.
“No, non esiste …”
“Se neppure ciò che
hai provato per Rob ti ha fatto dimenticare Jared, dovresti accettare quanto
lui sia radicato nel tuo cuore o sbaglio?” – chiese con una dolcezza
struggente.
Geffen scosse la
testa – “Ho calpestato e distrutto, come se non potesse esistere per me la
possibilità di essere realizzato senza portare via chi amavo da un legame
precostituito e solido, come il vostro o quello tra Colin e Jared: non ricadrò
in questa follia Jude … Io non posso permettermelo” – ribatté deciso.
“Tu sbagli quando
dici di avere mandato in frantumi i nostri … i nostri matrimoni, sai? Non hai
costretto né Jared e tanto meno Robert ad amarti … Loro rimangono legati a te,
forse non te ne rendi più conto …”
“Avrei dato tutto ad
entrambi … Loro ne sono consapevoli, forse non l’hanno mai accettato o forse
non era ciò che desideravano realmente”
“Meglio i tradimenti,
le umiliazioni, le … le botte, gli abusi?”
“Sei severo ed
ingiusto … Colin ha saputo rialzarsi ed ha recuperato”
“E Jared continua a
vegetare, accusa crisi di panico, soffre per le tue scelte, incastrato da
responsabilità, che è stato Colin ad imporgli!”
Geffen era
sbigottito.
“Jared adora i figli
avuti insieme a Colin …”
“Non è questo il
punto!” – bissò con fermezza.
“E ... E di Rob che
mi dici, dunque …?!” – chiese flebile.
“Lui … Lui ha il
pieno diritto di … di amarti … Ed io sono disposto anche …” – deglutì a vuoto,
impallidendo – “Glam io accetterei qualsiasi cosa, per donargli un solo minuto
di autentica gioia … Qualsiasi cosa” – e lo fissò.
“Tu pensi che” – non riusciva
a dirlo – “Tu pensi che Robert morirà?”
Law non trattenne più
la sua afflizione, crollando sulla battigia, ormai invasa dall’alta marea.
“Jude …”
Glam lo seguì,
stringendolo e consolandolo senza dirgli più nulla, ma solo con il vigore delle
sue braccia, dove trovare rifugio era un’ambizione condivisa da molti, ma mai
concretamente apprezzata da nessuno.
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