giovedì 4 aprile 2013

ZEN - CAPITOLO N. 84

Capitolo n. 84  -  zen


“E’ come una pioggia di schegge … verde … fiammeggiante …”
Robert lo disse debole, cercando la mano di Glam, seduto sul bordo del letto, in quella stanza immersa nella semioscurità.
A Downey dava molto fastidio la luce.
In compenso l’aria condizionata lo aiutava in quel frangente di estremo disagio.
A Geffen sovvennero le parole di Lula: il drago verde, ora aveva un senso quell’immagine inquietante.
“Ne ho pieni gli occhi …” – si lamentò, liberando due lacrime, mentre Jude lo tamponava con una benda umida, sistemato al lato opposto di quel giaciglio ormai madido del sudore di Robert.
“Tesoro ora ti cambio” – disse rapito dalle espressioni affaticate del marito.

Glam prese della biancheria pulita, passandola a Law, che lo ringraziò solo con le iridi tremolanti.
Colin era in salotto, a tenere compagnia a Camilla, con Lula e Drake.
Pamela preparava il pranzo, mentre Phil e Xavier apparecchiavano e sistemavano giocattoli e doni per i bimbi, tutti concentrati a preparare disegni per Downey.
L’assenza di Jared era insita negli sguardi tristi di Farrell, che aveva silenziato il cellulare, che di tanto in tanto si illuminava.
Qualcuno suonò il campanello.
Era il leader dei Mars.

“Ciao Pam … Ho portato del gelato …” – disse timido.
“Ciao nino, entra pure, a Rob farà molto piacere, sta sudando sette camicie” – disse con un sorriso velato di malinconia.
“Si sente male?” – chiese preoccupato.
“Gli effetti collaterali sono peggio di quanto gli hanno detto i dottori, pare ...”
Leto avanzò nel living, posando i suoi zaffiri sulla schiena di Colin, che non si girò, non subito.
“Lo metteresti in frigo? Grazie Pam …”
“Figurati, stiamo aspettando Christopher, Steve e Clarissa, poi mangiamo la mia paella, ne preparo un po’ di vegetariana, ok?” – gli sussurrò premurosa.
“Ti ringrazio … Ciao Cole”
“Ciao”
Il cantante andò a sedersi sul divano, dopo avere salutato i bambini, con baci e carezze, che avrebbe voluto estendere anche a Colin.

“Avevo portato la colazione alla dependance, ma non ti ho trovato” – esordì timido.
“Ho fatto una passeggiata sul lungo mare, ne avevo bisogno.” – replicò sterile.
“Per … Per schiarirti le idee, per sbollire … spero” – azzardò mesto.

Xavier e Phil rimanevano in terrazza, sperando che la tensione tra i due artisti si dissolvesse, come spesso avvenuto in passato, anche durante crisi peggiori.
Farrell, infatti, aveva informato i presenti del litigio avuto con il consorte il giorno prima.

“Sono amareggiato, ma ti pregherei di non fare ulteriori scenate, non qui, soprattutto, se no me ne vado immediatamente. È un momento terribile per Robert e Jude, anche per noi e per Glam: ciò che lo lega a Rob non si esaurirà mai, però sta rispettando il loro matrimonio e questo dramma”
“Volevo scusarmi, anche con loro, ma prima con te, Colin”
Farrell si ossigenò.
“E’ come se si fosse spezzato qualcosa qui, Jared” – ed indicò l’addome.
“Per favore, andiamo da qualche parte Cole, per … per parlare e”
“E risolvere in un letto i nostri casini? No, grazie, non questa volta” – ribatté asciutto.
“Non voglio scopare” – sibilò, disperato.
“Ed io non voglio subire altre accuse ed improperi!” – bissò, sforzandosi di non alzare i toni.
Leto strinse i pugni, sollevandosi – “Tu non fai che chiedermi dei figli e poi mi tratti in questo modo, privandomi di te e della nostra famiglia!” – sbottò soffocato dall’angoscia.
I quarzi di Farrell vibrarono e scattò come una molla, parandosi davanti a lui.
“Ma tu non riesci a capire quanto ti amo Jared?!” – ringhiò.
“Io … io non riesco nemmeno a respirare lontano da …” – impallidì, la gola arida.
“Jay …?”
L’irlandese lo sostenne, un attimo prima che il compagno perdesse i sensi.


Steve visitò prima Downey, dopo avere controllato la pressione di Jared.
Geffen stava zuccherando del tè, mentre Colin tagliava delle fette di torta al cioccolato.
Pamela aveva lavato accuratamente delle ciliegie, riunendole in una ciotola di cristallo azzurro, come gli occhi di Leto, che osservava quelle attenzioni, senza celare la propria gioia.
Si erano appartati nella camera degli ospiti.

“Ecco qui nino,  rosse e croccanti” – Pamela rise, porgendogli quei frutti preziosi, di cui Jared era goloso.
Farrell si allungò al suo fianco, offrendogli la porzione più consistente del dolce, da poco sfornato.
Glam posò invece la bevanda calda sul comodino – “Io torno di là” – disse calmo.
“Aspetta un secondo, abbi pazienza” – disse Farrell – “Jay deve dirti una cosa”
Leto annuì – “Sì … Sono mortificato per averti insultato Glam”
L’avvocato si accomodò su di una poltrona, poco distante.
“La tua è stata una libera interpretazione dei miei comportamenti: è vero, assolutamente vero, che io ho un rapporto civile con Jude e prima di lui, con Colin, anche se sono certo di infastidirli ancora, magari non direttamente, ma non voglio approfondire questo discorso, perché riguarda anche Robert e lui non merita di essere messo in discussione ora, in particolare da me.”
“Ho … ho capito cosa intendi … Ti ho sempre tormentato e le conseguenze sono ricadute ingiustamente su di te”
Geffen sorrise, ma con una certa frustrazione – “Non mi sono mai sottratto ai tuoi … assalti, alle tue gelosie, spesso infantili, ma su di una cosa non posso darti torto, ne a te e tanto meno a Kevin: Matt è pericoloso o meglio Alexander, però qualsiasi cosa io decida di fare, sarà mia premura non coinvolgervi in alcun modo”
Farrell aggrottò la fronte, perplesso – “Glam andresti in qualche modo in esilio, scegliendo di stare insieme a lui …”
“Matt non potrà uscire dalla clinica, anche se non sarà la Foster, da lì deve andarsene.”
“Come mai?” – intervenne Jared.
“Era una soluzione di emergenza, anche per la somministrazione di una terapia innovativa per quelli malati come Matt … Reagisce bene, però il primario lo vuole dimettere, quindi il mio studio sta cercando un’alternativa.”
“Crane non era in una struttura adeguata?”
“Sì Colin, un manicomio di lusso, dove Matt sarà circondato da persone alienate e moleste” – obiettò Geffen amareggiato.


Quando rimasero soli, Jared prese il polso di Colin tra le sue dita, ancora incerte.
“Ti ho deluso, vero?”
Farrell fece un cenno di diniego, senza incrociare i suoi occhi rammaricati.
“Vorrei riavere il mio ragazzo di Bossier City, quello che mi spronava e mi consigliava, con la sua intelligenza, il suo buon senso, Jay: è di lui che mi sono innamorato”
“Sono ancora io quel … quel ragazzo …”
L’attore lo fissò, a quel punto.
“Non si direbbe, dalle tue insicurezze, dalle tue reazioni esacerbate, tanto è vero che il tuo fisico collassa, come schiacciato da chissà quali paure: non credo di esserne la causa e, in fondo, neppure Glam ne è responsabile … Oppure sì?” – chiese diretto.
Jared guardò la sua immagine in uno specchio laterale.
Farrell si morse le labbra – “Non è del tuo aspetto che a me importa, gli anni passano per tutti”
“Credi che … credi che io sia diventato tanto superficiale Cole?” – disse smarrito.
“Assolutamente no, altrimenti non avrei mai creato la nostra famiglia così come è ora” – asserì sorridendo, per poi stringerlo a sé pacatamente.
Jared si aggrappò a lui, come terrorizzato dagli eventi e lo confessò senza esitare a Colin, che gli diede un bacio caldissimo, dal quale potevano ripartire, non senza qualche ammaccatura.


“Vorrei tanto fare l’amore con Jude … cre credevo di poterlo” – Downey balbettò e Geffen gli porse un bicchiere d’acqua.
“Bevi e non pensarci” – disse con un sorriso.
“Era … era importante … per me”
“Sono certo lo fosse anche per lui, ma tutto tornerà come prima Rob, te lo prometto”
L’americano fece una smorfia affettuosa – “Sentirtelo dire … E’ come lo dici ecco, dà forza anche se sei un adorabile bugiardo Glam …”
“Posso essere molte cose, dovresti saperlo”
“Tutte … magnifiche …” – ed inghiottì a fatica.
Geffen lo sollevò – “Respira con calma tesoro … Ehi Steve, puoi venire un attimo?” – lo reclamò dal salone, dove il medico stava controllando i valori dell’ultimo prelievo effettuato a Downey.
“Eccomi sono qui: ehi Rob, che ne pensi di un po’ di ossigeno?” – scherzò, armeggiando con la bombola, che si era portato appresso.
Christopher coadiuvò il suo intervento, senza mai smettere di guardare Downey, alquanto spaventato.
Appena gli fu piazzata la mascherina, sembrò rinascere.
Jude arrivò velocemente: aveva fatto una pausa, andandosi a fare una doccia.
Si allungò accanto a Robert, prendendolo tra le braccia, un istante prima che lui si assopisse.

“Noi siamo di là …” – bisbigliò Steve, dando una carezza all’inglese, per poi invitare Glam e Chris a seguirlo.


L’oceano era una tavola.
Dalla barca di Rice la vista di quella laguna era stupenda.
Denny stava assaporando un delizioso Martini, come aperitivo, sbirciando la tavola imbandita da Owen, che presto lo raggiunse per un brindisi, cingendolo da dietro, con molta tenerezza.
“Stai bene …?”
“Sì Owen … è un sogno questo posto … ed anche tu lo sei, in un certo senso”
Rice lo voltò a sé, posando i rispettivi calici.
Lo avvolse, dopo averlo contemplato, estatico e sereno.
“Vorrei rendere ogni cosa semplice … e pulita, come i tuoi occhi Denny, come il tuo carattere”
Il giovane rise piano – “Non è sempre malleabile, sai?” – e lo scrutò.
Si baciarono, intensi, ma senza l’urgenza di bruciare i tempi, anche se i loro corpi davano segnali ben precisi ad entrambi.
La brezza di maggio sfiorò le loro figure atletiche e già abbronzate.
Erano bellissimi.



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