I passi di Colin
accelerano appena li vide.
Jared si alzò dallo
scoglio, sopra al quale si era rannicchiato, a scrutare l’oceano, verso il
quale Geffen tirava sassolini e conchiglie, in silenzio.
“Tesoro …”
Farrell strinse forte
a sé il marito, che stava tremando quanto lui.
“Cole perdonami …”
“Non dire niente …” –
lo guardò, poi si rivolse a Glam, ormai avvicinatosi per salutare l’attore.
“Ti ringrazio per
avermi avvisato ed averlo portato sino a qui …”
“Figurati, ora
sgridalo a dovere” – disse sorridente, scompigliando i capelli di Jay, che
arrossì, nonostante si sentisse nella propria dimensione perfetta, in mezzo a
loro.
Geffen si congedò,
lasciando le chiavi della villa all’irlandese, che, preso per mano Jared, non
perse altro tempo – “Ora mi racconti i dettagli e le cure che dovrai fare, ok?
Ed assumeremo due nuove baby sitter, ti sei esaurito dietro ai capricci di
tutti i nostri figli, non riesci mai a dire di no, a risparmiarti Jay e non
fare obiezioni!”
Leto arrise
all’agitazione del compagno, tornando subito a baciarlo, nutrendosi del suo
amore in qualunque modo possibile.
“E così se vi va,
usciamo insieme, beviamo un drink, così vi presento Ferdy”
Jim e Hugh si
guardarono, esitando davanti all’invito di Preston.
Laurie giocherellò
con il bastone, sollevandosi, alla Charlot – “McIntyre sembra entusiasta del
nuovo amichetto, quindi accontentiamolo!”
Mason alzò gli occhi
al soffitto, dandogli retta, nonostante fosse la loro serata “thriller”
dedicata alla visione di almeno due dvd, pop corn, tacos, birra belga, battute a tema e poi sesso sul divano, tra
briciole e cuscini.
“Ok allora andiamo
dal cinese, che ne dite?”
“D’accordo Preston …
alle otto? Per te va bene Hugh?” – propose rassegnato l’oncologo.
“Perfetto! Finisco
con Geffen e poi sono tutto … per voi” – concluse, con una risatina satanica.
Si fecero una doccia,
abbracciati, semplicemente guardandosi.
Quando suonarono,
Colin indossò un accappatoio bianco, attivando poi il video citofono.
Era il servizio cattering
del locale all’angolo: Glam aveva mandato una lauta cena preparata dal suo
amico chef italiano.
“Cosa dice il
biglietto, Cole?”
“Messaggio per Jared:
se non mangi tutto, autorizzo Colin a sculacciarti, ok?” – Farrell rise.
“Wow gnocchi con ragù
di soia e … tradizionali per te … Immagino la faccia del cuoco” – disse allegro
il cantante, ispezionando nei vassoi.
“Già Ruggero sarà
come minimo inorridito, però guarda che bell’aspetto che hanno entrambi …”
“Vero … Sai Colin, il
medico mi ha segnalato Tom, il terapista, fa dei massaggi shiatsu adatti al mio
problema di inappetenza”
“Farai il necessario,
prendendoti il tempo dovuto”
“Sì, però niente baby
sitter nuove, ci sto io con i cuccioli” – protestò, con una delle sue smorfie
più buffe.
“Jared … Il tuo brio
mi dà conforto, ma io sono seriamente in ansia per la tua salute”
“Prometto di
ingozzarmi …”
“Non è questo, anzi,
non devi esagerare”
“In effetti il mio
stomaco è grande quanto un guscio di noce …” – osservò realisticamente.
“Appunto, ma noi
lavoreremo perché ceda progressivamente ai cibi … So come funziona, anch’io ero
dimagrito tantissimo un secolo fa”
Jared sorrise,
commuovendosi – “Sembra ieri Cole …”
Farrell lo avvolse,
con tenerezza – “Ti amo da impazzire scricciolo …”
“Non ti nasconderò
più niente, Colin, anche se volevo proteggerti dalle mie paure”
“Ciò che è tuo, è
anche mio, non dimenticarlo, nel bene e nel male Jared. Ora … abbuffiamoci, con
moderazione” – e, più sereno, si accomodò, dopo avere sistemato la sedia al
consorte, appagato dalle sue continue premure.
Geffen controllò l’ora.
“Vassily e Peter sono
precisi come …”
Bussarono.
“Oh mamma, è arrivata
l’armata russa” – bisbigliò Laurie, prima di esclamare un “Avanti!” – quasi solenne.
Si palesò Vassily,
poi in mezzo Lula ed a chiudere Peter, sempre sorridente.
“Amore mio” – Glam strinse
subito a sé soldino, precipitatosi da lui, dopo avere agitato la manina in
segno di saluto verso il medico ed un “Ciao doc!” – molto simpatico.
“Hai istruito anche
il tuo rampollo, vedo” – mugugnò lo psicologo, osservando di sottecchi Vassily,
che lo stava fissando.
“E tu sei caduto per
caso nell’Ovomaltina da piccino?” – gli chiese diretto.
“Правда хочешь знать?” (Vuoi
saperlo davvero?)
“Нет, спасибо!” (No, grazie!)
Vassily rise.
“Sono le uniche due
cose che so in Russo!”
“Lei ha una bella
pronuncia, doc …” – sibilò, serrando le palpebre e sporgendosi sulla scrivania.
“Vas dobbiamo uscire”
– intervenne gentile Peter.
“In effetti voi due
dovreste rimanere fuori …” – bissò l’analista, con falso timore.
“Certo amore, andiamo”
– replicò il gigante al proprio uomo, per poi uscire, dopo avergli accarezzato
la schiena.
Laurie puntò Geffen –
“Quei colossi sono …?”
“Ebbene sì: sono
fidanzati” – confermò, mentre Lula giocava con la sua cravatta, abbarbicato al
padre.
“Ok, bando alle
ciance, buongiorno Lula, come stai?”
“Ho preso nove in
matematica, quindi benissimo, grazie!”
“Bravo campione, dopo
andiamo da Barny a farci un bel gelato”
“E la pizza!” – rise solare.
“Lula vive di pizza …”
“Il tuo papà mi parla
spesso di te”
“Lui ed io siamo una
cosa sola”
“Infatti … Tu sei
fondamentale nel suo percorso”
“Papà Glam decide
ogni cosa, ma io lo aiuto quando è in pericolo e lui fa lo stesso, sai? Posso
darti del tu?”
“Certo Lula”
“Ogni tanto faccio un
pasticcio, però, come con zio Matt, non avevo capito bene chi fosse” – rivelò adombrandosi.
“Zio Matt è malato,
Lula …”
“No.”
“Come no?” – Laurie sorrise,
incuriosito.
“Lui è … lui” –
replicò il bimbo, aggrottando la fronte, come se non riuscisse ad esprimere il
suo concetto.
“Veramente è anche
Alexander, conosci la sua storia, vero Lula?”
Soldino annuì,
cambiando poi discorso – “Il tuo amore è qui fuori!” – disse raggiante.
“Eh …?”
Mason gli fece uno
squillo, poi riattaccò, era il suo segnale.
Laurie pensò ai
poteri di Lula, che Geffen gli aveva anticipato, non senza cogliere nell’analista
un velato scetticismo.
“Posso aprirgli, doc?”
“Certo … Anche tu
decidi sempre, vedo”
Lula fece capolino,
invitando Jim a transitare.
“Scusate, non volevo
interrompervi …”
“Eccolo qui, pronto
per la serata made in China?”
“Insomma … Vado a
casa a prepararmi, vieni anche tu?”
“Hai lasciato quella
mappa apposta per Glam?”
Hugh in risposta fischiettò,
mentre Jim si fermava ad un semaforo.
“Sapevi di Jared?
Della sua visita da me? E come?” – sorrise.
“Io so tutto, come
Lula!”
“E’ adorabile …
Sarebbe bello …”
Mason si interruppe
brusco.
“Cosa?” – Laurie lo
guardò.
“No, nulla, siamo
arrivati.”
“Già … Andiamo,
Gianni e Pinotto ci attendono sul marciapiede. Che … fortuna!”
Owen lo aveva
attirato al centro del letto, portandoselo sopra le proprie gambe, piegate
sotto i glutei sodi, mentre le sue mani arpionavano quelli altrettanto tonici
di Denny, impalato da progressivi colpi di reni dell’altro, che lo leccava e
mordeva nel collo, in preda ad una febbre erotica incontenibile.
Il giovane,
incastrato e prigioniero della morsa delle sue braccia, ansimava a labbra
schiuse, occhi serrati, che si spalancarono appena Owen brandì l’erezione di
Denny, per farlo venire insieme a lui.
Affogarono i
rispettivi spasmi, incollando le loro bocche, in una simbiosi fatta di sesso ed
intesa perfetti.
Avrebbero rinnovato
quell’estasi altre tre volte, prima che arrivasse il buio, oltre le finestre
affacciate sul parco di villa Rice.
“Guardami Spencer.”
Reid si tirò indietro
i capelli, rimanendo di spalle, rispetto a Morgan.
Erano nella camera di
albergo, dove la squadra avrebbe alloggiato durante l’indagine.
A causa di un
temporale pericoloso, il loro ritorno a Quantico era stato posticipato alla
mattina seguente.
“Non voglio litigare
Derek …” – disse svuotato.
“Neppure io, vorrei
semplicemente chiarire”
“Cosa?” – si voltò,
con aria ribelle.
“Ma non ti vedi?”
“Cosa dovrei vedere,
sentiamo?”
“La tua gelosia per
David, la tua insofferenza verso Kurt o comunque verso chiunque entri nella
sfera di affetti di Rossi, perché l’ho già notato, sai, non è la prima volta,
ma mai così grave!”
Reid mise le mani in
tasca, tornando al davanzale, per scrutare la pioggia battente.
“Sai cosa ti dico,
Derek? Io l’ho avuta la mia occasione con Dave, ma è con te che vivo, con te
che ho adottato un figlio e sei TU la persona che amo, cazzo!” – ringhiò,
stringendo i pugni, celati dalla stoffa sottile di quell’indumento aderente.
“Davvero?” – sbottò polemico
– “Allora i tuoi atteggiamenti raccontano una storia ben diversa!”
“Io mi preoccupo
unicamente del fatto che quel tizio lo sta prendendo in giro, usando David per
colmare il vuoto lasciato dal defunto dottor Cody!” – tornò a guardarlo su
quell’affermazione rabbiosa.
“E allora …?” –
Morgan allargò le braccia – “Rossi è adulto e maggiorenne, è un profiler di
fama internazionale, è navigato e non sprovveduto come tu credi, per cui se a
lui sta bene così, che se la viva questa fottuta storia, a te cosa cambia?! Lui
supererà qualsiasi delusione, è abbastanza cresciuto per farlo, accidenti!”
Reid si tappò le
orecchie, curvandosi in avanti – “Potresti smetterla di urlare” – sembrò implorarlo.
Morgan tremò, poi si
trattenne, sentendosi morire – “Io ho finito, rifletti su quanto abbiamo detto
e trova una soluzione, soprattutto ora che stai costruendo una famiglia vera
con me e non con David Rossi”
Afferrò poi il
giubbotto e si dileguò, in lacrime, ma senza mostrarle a Spencer, impietrito in
una sofferenza, che solo Derek aveva saputo consolare e dissolvere in passato:
esso, però, come un’ombra buia e silenziosa, sembrò impadronirsi nuovamente del
suo animo, in un’improvvisa solitudine, dalla quale Reid pensava di essersi
salvato, forse sbagliando.
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