ONE SHOT . DI LUI
Pov Jude Law
Robert ti entra nel sangue.
Questo è ciò che direi di lui, a chi me lo chiedesse.
Ora, dopo sei mesi di girato, non so con quale coraggio gli abbia chiesto di venire a cena nel mio piccolo alloggio di Londra, dove vivevo con …
Sì, l’ho tenuto, nessuno lo sa veramente, neppure la mia ex moglie, la mia ex fidanzata, il mio ex … sì, Ewan, con cui stavo qui, a sognare di nuovi progetti lavorativi e non solo: tutto a puttane.
Pazienza.
Siamo ancora amici ed è questo che conta.
Anche se lui si è fatto la mia ex … fidanzata, perché della mia ex moglie non saprei davvero …
Ok, sto divagando, perché scrivere di lui mi spaventa.
Sono troppo preso e mi sento come un adolescente.
Robert Downey Junior mi ha ringiovanito, lo ammetto … no, rincoglionito, è più corretto.
Questo nostro film, così strano, in una versione rinnovata di Holmes, l’armonia del set, il senso di leggerezza e divertimento.
Vorrei parlargli di queste cose, ma poi so già che mi bloccherò.
Dovrò bere e non voglio farlo; non con Robert. NO!
Ok, ho apparecchiato per due, la pasta alla bolognese, che gli piace è in forno, santo il negozio qui sotto di piatti pronti, ma cucinati in casa (di chi non è dato saperlo), l’insalata l’ho lavata e tagliata con cura, nonostante fosse preconfezionata.
Dovrei fare di più, perché è Robert che sta suonando al campanello.
Ho acceso delle candele, Dio, sono proprio un … romantico!
“Ciao Judsie …” – mi sorride e poi mi abbraccia, un secondo dopo avere varcato il limite tra il mondo, che non mi interessa più da quando l’ho conosciuto e questo piccolo universo di me, che vorrei mostrargli.
“Ti ho portato queste e sai, un istante dopo averle scelte, ho pensato, ma Rob, sei proprio un …” – “Romantico!” – lo interrompo subito.
“Sono meravigliose … rose bianche …”
“Segno di amicizia, lo dicono in molti, ma per me è differente Jude.” – dici deciso, fissandomi.
Sporcami i pensieri con quel tuo inchiostro, del quale sono pervase le iridi di cui mi sono innamorato Robert, fammi conoscere ciò che ancora non so di te.
Fallo, ti prego.
Credo tu legga esattamente quello che sto pensando e mi accarezzi una guancia.
Adesso muoio, il cuore si è districato tra vene ed arterie, sta per uscirmi dal petto, forse gli servirebbe un secondo cielo, perché quello fuori dalla finestra non è sufficiente ad accoglierne il volo.
“Affetto e stima … emozioni rare nel nostro ambiente, non trovi Jude?”
Annuisco.
Mi si sono seccate le parole, il cervello ha staccato la connessione, ma tu sorridi al mio sorriso.
“Mettile in un vaso, se ce l’hai …” – e ti guardi intorno curioso.
Arrivi al caminetto acceso, siamo a febbraio, osservi le foto sopra alla mensola in legno massiccio: “Ewan Mcgregor? Lo conosco di vista …”
Cazzo!!! Le foto di Ewan, ma sono lì, non le ho mai rimosse!!
“E’ un ragazzo simpatico …” – balbetto.
Il parquet dovrebbe essere perforato da quel liquido bavoso alla alien, così da aprirmi un meritato varco sotto ai mocassini.
“Scusami non …” – accenno, ma il tuo sguardo è ancora più perplesso, a questo punto.
“Scusa per cosa, Jude?”
“Ci siamo amati, ma non ha funzionato niente con Ewan.”
Rosso vivo, rosso paonazzo, rosso pompeiano, posso anche peggiorare.
Robert tu mi fai uscire la sincerità anche dalle narici del naso, se fosse possibile.
“Mi dispiace Jude …” – sei sincero, pulito, ti avvicini – “Forse non era destino.” – replico, allontanandomi, ma tu mi prendi i polsi, con delicatezza – “Se vuoi parlarne, con me puoi farlo Jude, lo sai.”
Co.cosa so …? Di te … non … non saprei Robert, sei una creatura meravigliosa, aperta alle esperienze, di certo non bacchettone od ipocrita: i gay ti sono simpatici? Io non sono …
Ok Jude, finiscila, accidenti!
“E’ stato il solo ragazzo che ho avuto, in mezzo agli altri disastri sentimentali … da Sadie, a Sienna, passando tra molte altre …”
“Ewan era diverso?”
“Eravamo due pazzi e forse … io dipendevo da lui per il sesso, l’ho capito molto dopo …”
“E quando è successo te la sei data a gambe levate Jude?” – ridi complice.
Ci siamo seduti, stiamo sorseggiando un Martini.
“Lui era … mi tradiva di continuo … ed io mi sentivo inadeguato e spesso stupido.”
“Lo amavi davvero …” – sembri sconsolato.
“Amavo farmi del male Rob.”
“Cosa c’è per cena?” – e fai un guizzo dei tuoi, dirigendoti in cucina.
Hai salvato la parabola della mestizia, nella quale stavo cadendo.
Grazie Rob.
Di esistere, ma dovrei anche dirtelo.
Prima o poi … Ti seguo.
“Il timer è a zero … le lasagne sono pronte, ma non dovevi disturbarti tanto Jude, bastava un’insalata.”
“Figurati … e poi non crederai mica che le abbia cucinate io …”
“Un giorno potresti anche farlo!” – e mi strizzi l’occhiolino.
“Per te sì. Lo … ammetto.”
Riprendo la scala di colori, ma questo giro ho la scusa dello sportello del forno, aperto in fretta.
“Sei un tesoro … Io non ti meriterei Jude.” – mormori assorto.
“Non dire stronzate.” – questa volta ho ingranato la quarta, forse non ti darò neppure il tempo di masticare la prima forchettata.
“Parli come se …”
“Come se cosa Rob?” – terrore puro, quello che provo, ho esagerato, vero?
Tossisci.
“E se mangiassimo Judsie, ho un certo appetito …” – tiri un sorriso ed io assecondo la tua proposta, anche se vorrei solo chiederti scusa, ma non è il caso di drammatizzare.
Sarebbe penoso, sai?
Penoso vederti fare un passo indietro, mentre invece sembravamo già così vicini.
Parliamo del film, è inevitabile.
“Sono ottime Jude, comunque la prossima volta vieni a Malibu e facciamo qualcosa alla griglia … oppure ti porto in un ristorante sulla spiaggia, dove cucinano il pesce divinamente …”
“Carina come idea …” – e deglutisco l’ennesimo bicchiere d’acqua.
Qualunque cosa accada, voglio essere sobrio.
“Ti … ti sto annoiando Jude?”
“No … ho solo bisogno di prendere un po’ d’aria …”
“Usciamo a fare due passi …” – dici deluso.
Così sorrido.
Tu inarchi le sopracciglia – “Ho fatto un miracolo? Adesso sembri stare meglio!”
“No è per come …” – devo smetterla e devo farlo subito, rischio di essere patetico.
Mi alzo, cerco una sigaretta: io non … fumo …
Robert mi viene vicino, si ferma alle mie spalle, mi cinge la vita …
Mi regala un bacio leggero, alla base del collo – “Adesso calmati Jude … non devi inventarti nulla con me …” e respiri il mio profumo.
Un altro bacio, più profondo.
Mi rilasso contro di te.
“Rob …”
Mi giri, sei avvolgente.
Sei … caldo … e generoso.
Cerco di focalizzare ogni tua espressione, mentre le tue gambe si aprono e la tua bocca le imita, tra le prime il mio sesso, nella seconda la mia lingua, che ti accarezza, ti penetra, progressiva.
Ogni millimetro è succoso, ogni centimetro è un’esaltazione pura di me, dentro di te Rob.
Devo vivermi il singolo istante, mi circondi con quel vortice di spasmi e contrazioni ed io incedo, perdendomi.
Ti amo … “Rob … Rob …” - sei tutto, tutto per me, però dovrei urlartelo, ma questo nodo che implode tra le tonsille, me lo impedisce.
Mi guardi ed io vorrei soltanto piangere.
Mi rubi ogni certezza, donandomi ciò di cui avevo bisogno definitivamente: completarmi in te, assimilando l’essenza di noi.
E’ così … assurdo da descrivere, ma io trovo con te un nuovo inizio.
La vita mi ha deluso in parecchie occasioni, ma dal tuo primo sguardo ho compreso che avevo un’ultima possibilità.
Tu sei qui, Robert.
Nel mio letto, ma poteva succedere ovunque, sono certo di questo.
“Perché noi …? Perché hai scelto me, Jude? Io non valgo un briciolo di te …”
Le tue dita sfiorano le spigolature non più annoiate e spente del mio volto, sono in estasi e devo sentirti dire cose simili …?!
Arrivo in fondo: non posso andare oltre, anche se ti spingi verso di me, aprendoti quasi in modo innaturale ed estremo.
Grido: “Rob … per … per ciò che hai … hai detto prima …” – assorbo ossigeno, sono all’estremo, il mio organismo si ribella, è troppo intensa questa nostra congiunzione.
“JUDE!!”
Lo è anche per te, il tuo capo che si reclina all’indietro me lo conferma, sembra che tutto si capovolga: il soffitto, la tua schiena, i miei fianchi, il tuo petto.
Sprofondiamo, in un acuto degno del migliore tenore d’opera esistente, poi risaliamo, come un’esplosione di sensi e gemiti.
Se potessimo frammentarci, le nostre molecole si rimescolerebbero, appagate e salde in un domani senza più paure.
Rendiamolo possibile Robert.
Questa è la natura dei sogni.
Tante ali di farfalle, senza corpo, che si librano sugli oceani, raccogliendosi in un vortice, risucchiate in una di quelle cascate amazzoniche, custodite dalla classica nebbiolina fatta di gocce minuscole, come quelle che stanno imperlando i nostri sembianti, nuovamente pronti ad appartenersi.
Sono ancora in te.
Riprendo vigore.
“Jude … mioddio … Jude …”
Sei di nuovo mio.
“Non sai … tu non sai Rob … non posso più lasciarti andare via.”
Sono trascorsi cinque anni.
Ho subito interrotto la mia insulsa relazione con Sienna, lei ha compreso ed ora mi confido proprio con la mia ex, diventata amica fedele e complice, sui tempi che tu invece hai nel troncare un matrimonio, che seppure sereno, non ti ha mai regalato ciò che abbiamo trovato nel nostro magnifico rapporto Robert.
Vale la pena aspettarti ed io saprò farlo, anche nelle lunghe settimane di lontananza, tra un film e l’altro.
Mi telefoni ogni giorno da allora, se non ci svegliamo insieme.
Ti ho regalato un orologio con tutti i fusi orari, al primo Natale.
Appena lo hai ricevuto, mi hai ringraziato perché sarebbe stato utile a darmi il buongiorno quotidianamente: uno dei mille motivi che ti rendono speciale ed insostituibile.
Un giorno avremo anche un figlio, me lo hai promesso.
Nei bambini, in quelli che ho già intendo, ritrovo il senso di responsabilità amorevole, la stessa che sento per te, ma più profonda e compiuta, perché reciproca.
Hai cura di me Robert.
Lo sento in ogni tua carezza, anche quando sei stanco, ti allunghi sul divano ed io mi accoccolo: la tua barba accennata punge la mia fronte, dove depositi baci colmi di affetto: ciò va ben oltre ogni possibile ed impossibile amore.
Grazie Robert.
Se niente aveva un senso prima di te, ora ne ha di ogni colore e sfumatura terrena ed oltre.
Per sempre.
THE END
Nessun commento:
Posta un commento