sabato 20 agosto 2011

GOLD - CAPITOLO N. 236

Capitolo n. 236 - gold


§ E’ tardi.
Per molte cose Rob, lo capisco.
Quello che non capisco è come abbia potuto farti questo torto.
Una pazzia, un attimo di debolezza, questi termini sono come irritanti, perché usuali a simili circostanze …
E so che parlarti di quel pomeriggio, di quelle due ore, sarebbe anche peggio Robert, non meriti una simile tortura, anche se darti una motivazione al mio sbaglio, una minima giustificazione, potrebbe sollevare entrambi.
L’ho fatto con Colin, probabilmente lui riferirà, da buon amico.
Ho approfittato sempre di te, anche per lui, per questo legame, che ci unisce per tante ragioni.
Lo stesso è avvenuto in passato, mentre mi aspettavi paziente.
Continuavo a buttarmi in situazioni sbagliate, con donne sbagliate, ma tu resistevi e non perché forte del tuo matrimonio, del tuo NON essere solo.
Eravamo soli, eravamo l’uno la vita dell’altro, dal primo sguardo.
Ricordavi un semplice taglio sul mio pollice, una distrazione, perché tu stavi armeggiando con il video lettore nuovo ed io temevo potessi infilare le dita nella corrente … sempre a vivere nel terrore di perderci reciprocamente.
Mai più senza Robert, mai più senza di te, amore adorato.
Volevo dimostrare qualcosa a me stesso, con questa maledetta cosa che …
Di essere un coglione, poco, ma sicuro …
Vorrei costellare di lacrime questo foglio e scolorire l’inchiostro delle parole, ma ora sono come pietrificato.
E’ di rimando l’immagine, che tu avevi seduto alla finestra, sai Rob?
Siamo l’uno il riflesso dell’altro.
Ti amo …
Ti amo come mai sono riuscito ad amare, neppure i miei figli …
Tu lo sai Robert, sai che sto dicendo la verità, così come io so di essere imperdonabile.
Mi manchi … qui tutto va a rotoli senza di te, dal rubinetto del lavandino, al disordine nel mio armadio, mantenuto solo per ricevere i tuoi amorevoli rimproveri.
Raccogli i vestitini di Camilla, la nostra piccola, li pieghi, sei preciso ed affettuoso anche in questo …
Sei dolce in ogni anelito di noi …
Stesi, uno dentro l’altro, anche se ci sfioriamo appena, nel guardare la tv, la tua mano accarezza e custodisce la mia stupida testa, così l’altra sfiora il mio cuore, che hai sempre protetto …
So soltanto una cosa, che ti apparirà senza senso, per quanto mi stai disprezzando e rifuggendo … io ne morirò, se non tornerai a casa.
E’ la consapevolezza, che prosciuga il pianto doveroso, impedendo al fiato di regolarizzarsi, alla voce di esprimersi …
Conosco il mio destino.
In esso, non merito più la tua presenza.
Merito soltanto di scomparire, perché sento che tu già sei convinto di questo …
Che io non debba più esistere, Robert.
Senza di te è così.
Ti adoro … Jude §

“Ok … l’ho letta, puoi anche restituirgliela, Colin, grazie.” – e gliela ripassò calmo, serafico, piegata ed imbustata, la lettera di Jude, un estremo tentativo per riaprire il dialogo tra loro.
Farrell abbassò gli occhi, poi li sgranò, prendendo un lungo respiro.
“Sienna era avvilita per l’abbandono da parte di Jude, per il … il dovere crescere il figlio da sola, l’amarezza di com’era finita la loro storia e quell’amore in cui avevano creduto. Ti racconto questo Robert, non per tormentarti, ma perché esistono delle emozioni, scaturite dalle parole di lei, dal modo in cui si poneva … stavano parlando, anzi, stavano comunicando, dopo un secolo almeno, con sconforto sincero da parte sua e Jude deve essersi sentito responsabile, davanti ad alcune frasi, dette dal … dal bambino e riportate dalla sua mamma, capisci …?”
Downey era rimasto immobile, le iridi piantate su Colin e su quella versione dei fatti, esposta quasi con umiltà.
“Sai sembrerebbe un gesto pietoso e nessun essere umano, che abbia un minimo di dignità, accetterebbe di … rosicchiare un osso, gettato da uno stronzo in mezzo ad un mucchio di rifiuti. Una scopata poteva ridarle la gioia di vivere e di rassicurare il … bambino?”
Colin tossì, strofinandosi le sopracciglia: era trascorsa quasi una settimana da quella rottura e Jude era tornato puntualmente alla End House per fare visita a Camilla.
La portava nel parco, dal lato dove sapeva di potere essere spiato da Robert, dietro ai pesanti tendaggi.
Lo faceva a porte chiuse con doppia mandata, non voleva che Jared o Colin o chiunque altro lo trovasse in quello svilente appostamento.
Law si sforzava di essere sereno e persino allegro con Camilla, la ricopriva di baci, nascondendo le lacrime in qualunque modo.
La loro cucciola sembrava rinascere ogni volta che incontrava i loro sorrisi, anche se separatamente.
Aveva la necessità di un contatto continuo, di stimoli incessanti e positivi.
Nonostante ciò, carpiva le singole sfumature incrinarsi nei rispettivi toni, tanto da apparire assorta e malinconica, nel passaggio da un padre all’altro.
“A cosa serve impuntarsi su questo sarcasmo Robert?”
“Sarcasmo? … Siete tutti capaci di dire che sono cambiato, che non mi riconoscete, che non sono il Robert di un tempo, ma quel tempo è MORTO ed è stato Jude ad ucciderlo o forse ora dovrei essere io a sentirmi in colpa per questo tradimento schifoso??!!”
“No Robert, assolutamente, ma per quanto sia insopportabile questo increscioso ed isolato episodio, tu non puoi buttare all’aria una coppia come la vostra!”
“Sai Colin … è come una ferita superficiale, perché quella donna non esiste, non ha alcun valore per me, eppure rimarrà aperta, senza smettere di sanguinare, goccia dopo goccia, giorno dopo giorno, fino ad una morte bieca ed ingrata, che io non merito, non dopo tutto l’amore che ho dato a Jude, incondizionatamente, senza mai pretendere nulla, sentendomi un gradino sotto, un niente senza la sua luce, che illuminava ogni fottutissima cosa, ma sbagliavo, sì SBAGLIAVO! Poteva anche non accettarlo, ma io mi sono donato a lui senza riserve … L’ennesimo errore imperdonabile.”
“Ma non hai mai pensato di essere così speciale, proprio grazie all’amore che solo Jude poteva farti provare?”
Sembrava un tentativo estremo, per farlo ragionare ed abbattere quella corazza di rifiuto.
“Buffo, sai …? Era quello che credevo, fino a pochi giorni fa Colin. Non ci credo più, mi dispiace.”


“Jude mangia qualcosa … ti prego!”
Xavier stava ciondolando per l’appartamento, con una fetta di pizza ed una cola, inseguendo il suo padre in affitto.
Phil era rimasto da Meliti, credendo bene di non intromettersi in questo intervento di puro salvataggio.
L’inglese era in preda al panico ed alla bottiglia.
Biascicava frasi sconclusionate, accasciato tra il tappeto ed il materasso, dove alla fine vomitò.
“Cazzo … Jude vieni in bagno … non ce la posso fare …” – e lo trascinò nel box, per docciarlo e destare la sua mente da un torpore malsano.
Servì una mezz’ora e molto caffè, a farlo rinsavire almeno in parte.
“Lascia stare … pulisco io Xavier … mi dispiace … mi di-dispiace …” – e singhiozzando si diresse al mobile dei detersivi, per prendere altri strofinacci.
“Non importa, ho già sistemato il guaio in corso … per favore mangia almeno la torta di Pam …”
“Come sta … ed il vostro bimbo?”
“Cresce, così la pancia di Pam …” – sorrise – “Phil la porta dalla ginecologa con me, insomma siamo una vera famiglia, con le gemelle ed il nonno … sono felice Jude … se non fosse per questa cosa che è capitata a te ed a Robert …”
“Phil è incredibile …”
“Siamo due costellazioni in universi lontani Jude, non potevi sperare che Rob reagisse come Phil … lui mi vede come un figlio o come un ragazzo, che deve avere esperienze e commettere cazzate, con un margine di tolleranza ampio … Il nostro amore è singolare lo riconosco, ma siamo puliti e veri, non certo depravati come potrebbero etichettarci i soliti bigotti.”
“Siete straordinari … il cucciolo sarà la vostra gioia …” – mormorò, tamponandosi il viso con la manica della camicia sgualcita e macchiata.
“Anch’io credo sia un guapo! Ahahhaha … ehm … scusa … ma sono al settimo cielo …”
“Non devi sentirti in imbarazzo, è la giusta gioia, per un’aspettativa, che vedrà presto i suoi frutti …” – e sorrise mesto.
“A proposito, ma … e se Sienna fosse rimasta incinta?”
Law perse lo sguardo altrove – “Non … non è possibile, purtroppo per lei … è diventata sterile dopo la nascita del nostro bambino.”
“Avevo scordato che … che mi avevi detto si trattasse di un vero miracolo Jude.” – replicò serio Xavier, allungandosi ad abbracciarlo.
“E Sienna me lo ha ridetto prima di … quel miracolo non era stato sufficiente, ma non era un’accusa la sua, non l’ho sentita così … quando tracci un bilancio e poi ascolti i tuoi figli recriminare oppure accusarsi per la fine del tuo rapporto come coniuge, anche se non eravamo sposati … loro sanno ucciderti anche con una minuscola occhiata … Però, negli occhi di Camy io leggo che … che papà tornerà a casa e che … che non sarà più in collera, con me ovvio …” – ricominciò a piangere.
“Ne sono convinto Jude, sarà così …” – e lo baciò tra i capelli, angosciato.


Chris aveva cambiato tre aerei e quando sbarcò a Los Angeles gli sembrò la terra promessa.
Aveva trascorso quel periodo in Tibet, a fare volontariato tra gli abitanti di un paesino sperduto, colpiti da cecità a causa dell’altitudine, che causava una rarefazione nell’aria, provocando un impatto maggiore dei raggi del sole sulla retina, di chi si muoveva in quei luoghi sperduti.
Un gruppo di medici, sostenuti dallo stesso cantante dei Red Close, si adoperava in interventi, che spesso ridavano la vista, soprattutto agli anziani.
“Non hanno nulla, ma sono felici papi … anche di una pentola e del cucchiaio, che usano per la minestra …”
“Sei stato fantastico nell’adoperarti per questa causa … sono fiero di te Chris.” – e lo strinse, commuovendosi.
Robert si era stupito per quel ritorno, ma si sentiva come sollevato dalla sua presenza, che non sembrava giudicarlo, come quella degli altri.
“Lui … lui smuove la solidarietà di chi ha commesso gli stessi peccati … ed io sono quello malvagio, che non riesce a passarci sopra …”
“Parli di Colin …”
“Di lui, di Geffen, forse anche di Jared, poi di Xavier, che mi avrà mandato mille sms ed e-mail …”
“E’ deprimente vedervi tanto distanti … è una sconfitta anche per chi vi ama.” – e sorrise timido.
Chris era bellissimo, abbronzato, anzi bruciato sugli zigomi, sui quali Robert posò un bacio leggero – “Adesso vai a riposare … parleremo domani, ok …?”
“Sì Rob … abbi cura di te e svegliami, se a mezzogiorno non scendo …” – e rise leggero.
Erano quasi le cinque e l’orario della visita di Jude a Camilla si stava avvicinando.
Si diede una ripulita e fu puntuale, scortato da Xavier, che tornò da Phil.
Colin e Jared erano in un ristorante, per un incontro con dei produttori francesi, in un incontro per l’aperitivo, che risultò piuttosto noioso.
Arrivò anche Tomo, che aveva lasciato lì Josh con Lula, che presto sarebbe stato prelevato da Kevin.
Quella lussuosa ed immensa residenza, sembrava animata dalle risa di tanti cuccioli, contrapposti alla desolazione negli animi dei genitori, come Tomo, Jude e Robert.

Law teneva sul petto la figlia, che iniziò a sgambettare.
Si misero sull’erba, lui la posò su di una coperta multicolore, facendo molta attenzione che non si sporcasse il vestitino nuovo, che le aveva portato, con altri doni.
Jude scrutava con i suoi opali spenti, ciò che lo circondava.
Incapace di starne diviso, riprese Camy sul cuore, tempestandola di baci, cullandola fino ad addormentarla.
Robert si dimenticò di respirare ed infine tossì, celandosi dietro al pannello in broccato di seta dorata.
Probabilmente il compagno si era reso conto di quel movimento, ma non aveva mai smesso di ammirare la loro principessa.
Downey ondeggiò, appoggiando la fronte sullo spigolo: era freddo, inerme, fastidioso.

Una leggera pioggia fece scappare tutti all’interno del salone, dove miss Wong aveva preparato uno spuntino delizioso.
Tomo non si alzò dalla panchina, dove Josh aveva dimenticato le costruzioni.
Le rimise in ordine, nel sacco di iuta, senza accorgersi dell’arrivo di Chris.
“Ehi … ciao Tomo …”
Il sussulto che gli si frantumò dentro, fu assordante.
“Chris … ma cosa …”
Il ragazzo si accomodò, alzandosi il berretto della felpa e facendo lo stesso con quello di Tomo – “Sarai fradicio tra un paio di minuti …” – sussurrò – “Lo … saremo Chris …” – e si sospesero, fissandosi, per poi baciarsi, spostandosi l’uno verso l’altro come se scivolassero in un’altra dimensione.
Le loro mani si ritrovarono, per poi consolidare quel momento, in un abbraccio caldo e senza fine apparente.







Nessun commento:

Posta un commento