sabato 20 agosto 2011

GOLD - CAPITOLI N. 233 E N. 234

Capitolo n. 233 - gold


“I sette nani di colore … non posso crederci!”
La voce di Jared sembrò sovrastare tutte le altre, in quel vicolo, davanti alla vetrina intasata da statue di ogni genere.
“No, io non posso credere che tu voglia comprarli!!” – tuonò Farrell, sbarrando gli occhi scuri.
“Ma … ma ai bambini piaceranno Cole, daiii!!”
“Ehm, no, qui l’unico bambino che vedo, a cui piacciono, sei tu, Jay ahahahah!”
“Comunque tu saresti Brontolo, Cole …” – disse amorevole, accarezzandogli la guancia sinistra.
“E tu … Cucciolo …” – e lo baciò con tenerezza.
Scoppiò un temporale improvviso.
“Andiamo!” – e prendendolo per mano, Farrell lo trascinò in una via laterale, riparandosi in un androne, costellato di mosaici.
“Colin, ma … è il nostro bagno turco …” – disse come incantato.
“Hai ragione … dai entriamo!” – replicò l’irlandese con entusiasmo.

Si spogliarono ed avvolsero in grandi asciugamani, prendendone altri, per poi asciugarsi, dopo un bagno rigenerante.
“Voglio lavarti Cole …” – gli sussurrò Jared, mentre camminavano lenti tra le piscine termali.
“Molti mi stanno invidiando tesoro …” – disse il moro, osservando che parecchi occhi erano puntati su di loro.
Scelsero una stanza chiusa da una porta, decorata da cartigli dorati.
“Almeno un po’ di privacy Jay …”
“Ora mettiti comodo, sul lettino, a te penso io … dammi un minuto Colin.”
“Certo amore …” – mormorò, baciandogli le spalle.

Jared sottolineò la linea dei propri zaffiri con un kajal nero, acquistato poco prima.
I vapori rendevano la loro pelle madida e sensuale.
Jared tolse la spugna a Colin, che non perdeva un solo gesto del compagno, incantato dalla sua avvenenza.
“Sei bellissimo Jared … mi fai … impazzire …” – ansimò, mentre la bocca dell’altro precedeva il passaggio lento di un unguento, mescolato a sapone.
“Va bene così? Sei il mio padrone … ed io farò tutto ciò che vorrai, ma non sfiorarmi finchè non sarò io a dirtelo …”
“D’accordo, ma …” –“Ssst …” – e gli succhiò la lingua, mandandolo ancora più in estasi.
Il cantante dei Mars salì solo a quel punto sopra di lui, brandendo entrambe le erezioni, ingabbiandole nei suoi palmi lubrificati e bollenti.
Il massaggio che ne seguì fu qualcosa di indescrivibile ai sensi di Colin, che inarcava la schiena, percorsa da mille brividi.
“Jay … Dio … ti prego Jay …”
“Cole non avere fretta … presto avrò bisogno di sentirti dentro …”
“Voglio toccarti … io … io voglio … Jared!” – ed afferrò i suoi fianchi frementi, catturando le sue labbra, per un bacio mozzafiato.
Jared si lasciò finalmente penetrare, con una spinta decisa ed intensa.
“Cole!!” – il suo grido fu subito interrotto da un altro bacio.
Il loro aggrovigliarsi era una visione magnifica.
Colin si ristese, spinto verso il basso da Jared, che ormai lo stava cavalcando felice ed appagato.
L’attore ebbe la sensazione di essere spiato, ma fu solo un attimo.
L’orgasmo li travolse, reciproco e devastante.
Tremanti si accasciarono l’uno tra le braccia dell’altro, sorridenti e sfiniti.
“Ti amo Jay … ti amo così tanto …” – e lo stritolò così forte da piegargli le costole, suscitando un’allegria spontanea in Jared, che ricambiò con ulteriori attenzioni l’entusiasmo del suo uomo.

Si immersero nell’acqua tiepida e profumata, continuando a coccolarsi.
“E’ tempo di tornare in hotel Jay …”
“Che peccato Cole, volevo fare il bis …”
“Dopo, nella nostra suite, ok?” – e rise, aiutandolo a tamponarsi.
Indossarono degli accappatoi bianchi e si avviarono agli armadietti per cambiarsi ed uscire.
A metà del corridoio principale, furono fermati da un giovane, seguito ad un metro di distanza da un uomo sulla settantina, con barba, capelli ed iridi neri.
Il suo sembiante era regale, così i suoi abiti, damascati e lunghi.
“Chiedo scusa, signori.” – disse quello che sembrava un segretario ed in effetti lo era.
“Salve …” – dissero loro, intimoriti dallo sguardo profondo dell’altro.
“Il mio sovrano voleva chiederle una cortesia, signore.” – e si rivolse a Colin, che non aveva mai smesso di cingere la vita sottile di Jared.
“Mi dica … se posso …”
“Gli farebbe una gentilezza se … Ecco lui vorrebbe semplicemente sapere quanto vorrebbe per avere il suo compagno, ovviamente … per sempre.”
Farrell ebbe un moto di stizza, ma Jared lo incenerì con un’occhiata, visto che non c’era nulla di ostile o pretenzioso in quelle richieste.
“Per niente a questo mondo! E neppure nel resto dell’universo!” – sbottò Colin.
“Sarebbe generoso e lui vivrebbe negli agi di una favola.”
“Il mio sposo vive già in questo modo, con me ed i nostri figli.” – ribattè deciso.
“Il vostro sposo …” – intervenne lui, con una voce calda – “I vostri figli … perdonatemi, non avevo compreso.” – ed inchinò il capo – “Delle mie dodici mogli, nessuna mi ha mai dato la gioia del mignone, che avevo scelto tre anni fa …” – ed aprì un ciondolo, che pendeva dal suo collo taurino, rivelando la foto di un ragazzo affascinante – “E’ morto, due mesi or sono, di una rara febbre asiatica.”
“Mi dispiace …” – disse Jared, impressionato dal tono di quelle parole così sincere.
Si salutarono, lasciando interdetto Colin, che volle tornare velocemente all’albergo.
Jared ridacchiava, prendendolo in giro con affetto – “Alla mia età, ancora così ambito da principi e … dal mio re d’Irlanda!” - e si gettò sul letto.
“Questo è il minimo! Tu sei MIO! Uffi …” – e fece un broncio dei suoi, consolato prontamente dal suo americano del cuore.


“Così voleva comprarti?? Ahahhaha Insomma per qualche decina di cammelli …”
“Kevin!! Insomma, potrei offendermi ahahhaha Sì, un uomo … interessante. Come vanno le cose alle Haway?”
“Bene Jared …”
“Sicuro?”
Stavano parlando in videochiamata, con i rispettivi tablet.
“Diciamo che Glam non deve strapazzarsi troppo … ha la pressione alta, ma sta bene.”
“Capisco …” – disse preoccupato.
“Adesso è uscito a prendere dei giornali, ha mille riguardi per me, ma non voglio stancarlo … a proposito, volevo scusarmi con te Jared.”
“Per cosa?”
“Per … per averti praticamente obbligato a venire alla cerimonia, lo sai.”
Leto fece spallucce ed un’espressione simpatica, deglutendo a vuoto – “Colin ed io ci siamo venuti volentieri … Adesso pensiamo al futuro, che ne dici?”
“E’ un’ottima idea Jay … e tuo marito?”
“Sotto alla doccia, ha fatto … ginnastica ahahahha Si è fissato con quei tre chili messi su a causa delle medicine, un’ossessione, poi quando torniamo deve riprendere il film.”
“Rivedrà Justin …” – disse in un sussurro, come se fosse una riflessione.
Jared sentì una stretta allo stomaco, gli sembrò persino di avere dimenticato l’esistenza di Justin in quel viaggio.
“Hai ragione … ma sono tranquillo.”
“Certo, l’essenziale è che Colin recuperi al cento per cento.” – e sorrise.
“Me ne occuperò personalmente.” – e gli fece l’occhiolino, sospirando la sua stessa incertezza.


“La nostra principessa è pronta … sei uno splendore July, ora si va dal tuo papà e poi nella cameretta che z …” – Rice aggrottò le sopracciglia.
Era stanco di sentirsi chiamare zio dai bambini della End House.
Inghiottì il rospo, ma poi decise che era venuto il momento di chiarire un suo dubbio.
“Shan … siamo pronti per le coccole, vero cucciolina?”
“Eccovi … grazie Owen …” – e prese sul petto July, sorridente e raggiante quanto lui, su quel giaciglio prezioso ed accogliente.
Rice lo baciò, sfiorando poi la testolina della bimba – “Volevo … ecco io volevo chiederti una cosa Shannon.”
“Ti ascolto … sembra una cosa seria.”
“In effetti la è … volevo … vorrei adottare July.”
Scese un breve silenzio, che il batterista spezzò con un respiro perplesso – “Non vorrei nulla di meglio per lei e per noi due Owen, credimi, ma dovrò parlarne con Tomo.”
“Allora ho una speranza?” – ed arrise al solo pensiero.
Shannon annuì, baciandolo nuovamente.

Colin e Jared fecero un paio di escursioni con il fuoristrada nel deserto, lunghe nuotate ed un solo giorno di pausa, prima di partire, bloccati da una febbriciattola.
Occuparono il tempo scambiandosi cure di molti generi, ma tutti di loro gradimento assoluto.
Il decollo verso Los Angeles, su di un volo di linea, arrivò accompagnato da una forte malinconia.
“Ce ne andiamo di nuovo Jay …”
“Purtroppo sì … Cole ascolta, noi possiamo essere felici ovunque, se siamo uniti come in questo istante, non credi?”
“Potrei credere all’impossibile accanto a te, quindi …” – e sorrise, prima di imbarcarsi senza più voltarsi indietro.


Sienna Miller aveva acquistato una villa a Malibu, dopo molte incertezze.
Era l’ideale per Jude, che avrebbe visto il figlio avuto da lei con maggiore frequenza, essendo il più piccolo della sua nidiata, senza dovere andare a Londra, dove comunque tornava per assistere il resto della prole.
L’attrice aveva ripreso il lavoro con buon successo di pubblico e critica, quindi decise di trascorrere almeno sei mesi in California, tornando nel Regno Unito nei mesi caldi, per non abbandonare vecchie abitudini ed amici inglesi, oltre a qualche ingaggio teatrale ben retribuito.

Downey percorreva la strada alberata, di ritorno dall’abitazione di Susan, dopo un sereno pomeriggio trascorso con la ex, che conobbe Camilla, insieme a Lillybeth, entusiasta della sorellina di colore.
Era soddisfatto per i modi civili, con cui il loro rapporto era maturato; fischiettava controllando Camy sul sedile posteriore, intenta a giocare con un sonaglio di Lilly.
“Sei un dono … siete un dono … Sai cosa facciamo Camilla? Una bella sorpresa a papi Jude, andiamo a prenderlo, tanto avrà finito anche lui …”
Su quel verbo Robert storse il naso, non era appropriato: trascorrere del tempo con i figli non era un lavoro, quasi si rimproverò.
“Ecco la casa … guarda Camy, sembra un cubo di vetro ahahah”
In effetti era circondata da vetrate sui due piani, che consentivano una visuale perfetta sull’oceano di fronte e le colline circostanti.
Il giardino era ridotto e nessun muro di recinzione, ancora in corso d’opera.
Robert accostò, levandosi gli occhiali e cercando con lo sguardo l’auto di Law: era sul vialetto laterale.
Scese, per andare al citofono, dopo avere aperto di poco i finestrini e messo le sicure, nonostante il cancello fosse molto vicino.
Pochi passi ed una curiosa contemplazione, anche per assimilare i dettagli di quella struttura moderna e colorata.
Al piano superiore c’era la zona notte.
Downey lo comprese dai lunghi tendaggi, che si aprirono di colpo.
Fu attirato da quel movimento brusco: si dimenticò del campanello e proseguì di un altro metro, per scrutare meglio il movimento oltre il cristallo nitido.
Era Jude.
Aveva solo i pantaloni, sbottonati, con la cintura sospesa, a dorso nudo.
Si stava rivestendo, sistemandosi ed allacciando i jeans, l’aria nervosa.
Come un’ombra, si palesò anche Sienna, che lo avvolse da dietro, dicendo qualcosa di coinvolgente, da come era arrossata e spettinata, anche in lacrime, ma di questo Robert si rese conto dopo.
Lei aveva una vestaglia leggera e nient’altro.
I dintorni erano piantonati da guardie sempre armate, un quartiere di ricconi e celebrità, quindi il pericolo di paparazzi era inesistente: Robert pensò a questo, come se tutto il resto si fosse come annullato.
Stavano discutendo.
Sienna disperata, Jude infuriato, ma il confronto sfociò in un bacio, che sulle prime l’inglese sembrò corrispondere, per poi interromperlo bruscamente.
La Miller non si arrese, seguendolo nell’altra camera o forse per le scale.
Robert attese come sospeso, ma non tornarono.
Risalì sul suv, innescando la marcia, senza allacciarsi la cintura.
Guidò per diversi isolati come un forsennato, tornando a prendere coscienza del pericolo che stava correndo, quando Camilla iniziò a singhiozzare.
Inchiodò in una piazzola e si precipitò da lei.
“Amore mio … amore non volevo …” – esplose in lacrime, era distrutto.
La teneva come se fosse l’ultimo appiglio a quella vita, che sentiva smaterializzata.
Compose tremando il numero di Jared.
“Rob … ciao …” – rispose assonnato.
Stavano recuperando il jet lag e Colin russava, rannicchiato sul suo ventre.
“Perd-perdonami … po-posso venire da voi, con Camy?”
Jared si mise seduto, dando uno strattone a Farrell, che protestò intontito.
“Robert cosa diavolo succede! Ma stai piangendo … Rob …”
“Fa troppo … ma-male … mi sento morire Jay …”
“Dimmi dove sei, veniamo a prenderti? Hai avuto un incidente, dov’è Jude??!”
“Lui … e Sienna …” – poi riattaccò.
Jared ebbe una pessima sensazione, provò a richiamarlo, ma senza risultato; dopo poco gli arrivò un sms, che confermava l’arrivo di Robert.
“Che c’è Jared, cos’aveva Robert?”
“Ci ha chiesto ospitalità, penso sia per colpa di Jude … e Sienna …” – ribattè vestendosi in fretta per andare a riceverlo.
“Sienna? … Oh cazzo …”
“Prega che non si tratti di ciò che immagino, altrimenti lo strozzo con le mie mani Colin!” – e si precipitò nel parco, mentre Farrell cercò il palmare per mettersi in contatto con il suo UK buddy ed avere le conferme, che a propria volta presagiva.


Capitolo n. 234 - gold


Lo sguardo di Robert era fisso su di un punto in fondo alla stanza.
Era seduto su di un divano, le mani giunte, la postura sofferente e piegata.
Jared entrò senza fare troppo rumore: “Camy è a posto, miss Wong l’ha cambiata ed ora dorme … Tu come stai Rob?”
“Dov’è Colin?” – domandò con aria assente.
“Colin …?”
“E’ già corso da lui?”
“Non ne ho idea, ma credo che … ascoltami Robert” – “Geffen è rientrato dalle Haway?”
“Sì ieri … ma cosa centra Glam …” – “Chiamalo, digli di venire qui, grazie Jared.”

Lo studio era semi deserto, avvocati e praticanti in tribunale, segretarie in giro per commissioni.
“Ciao Flora, novità?”
“Glam bentornato, che bell’abbronzatura … Tutto a posto, Kevin, Lula?”
“Tutto perfetto, grazie, i miei ragazzi sono ancora nel lettone, con Brady il peluche …” – e sorrise sereno.
“Jared Leto ha già telefonato tre volte …”
“Jared? Che succede?”
“Richiamalo, non ha lasciato messaggi …”
“Ok, lo faccio subito.” – replicò serio.

Jude aveva tempestato di telefonate Downey, senza ottenere risposte.
Colin lo aveva avvisato via sms di quanto fosse successo e lui era disperato.
“Per favore fammi parlare con lui!”
“E’ troppo presto Jude, lascia che sbollisca e non preoccuparti per Camilla …”
“Certo che mi preoccupo, è anche mia figlia e poi devo spiegare a Robert cosa è successo, cazzo!! Colin ti supplico … vengo alla End House, non voglio restare qui ad impazzire!!”
Farrell riattaccò sbuffando.
Salì all’ala ovest, dove Jared aveva sistemato Downey e la piccola.
Jared gli venne incontro nel corridoio, con aria mesta.
“Tesoro volevo avvisarvi che Jude sta venendo qui. Cosa facciamo?”
“Anche Glam sta arrivando, Robert vuole parlare con lui e non della luna di miele temo …” – e si strinse a lui.
“Jay sei sconvolto … calmati …”
“Non ci riesco Cole … è troppo doloroso vedere Robert in questo stato e … e anche se sono l’ultimo che dovrebbe parlare …”
“Sssst non è il momento di rivangare il passato, noi dobbiamo concentrarci sul presente, sul futuro, sui nostri progetti …” – e lo baciò con tenerezza.
Le dita di Colin scorrevano sotto alla sua maglietta sgualcita, accarezzandolo sul petto e poi sulla pancia – “Non lasciamoci schiacciare dai loro problemi Jared …”
Leto annuì, aggrappandosi al suo collo, spargendo baci e lacrime tra i capelli del compagno, che non avrebbe mai voluto interrompere quel meraviglioso contatto.
A pochi metri uno dei loro più cari amici li stava osservando, come se fosse una scena estranea, proiettata da un altro pianeta, avulsa dal suo oggi deprimente.

Farrell decise di intercettare Jude all’ingresso e trascinarlo lontano da lì, per discutere prima che vedesse Downey.
Ci riuscì per un pelo, anche grazie a Simon, ma Law sembrava indemoniato.
“Devo vedere mio marito, ok Colin!!?”
“Ti ho già spiegato che devi avere pazienza cazzo!”
“Lui … lui saprà comprendere … e perdonare …”
“Guarda Jude non capisco cosa ti sia preso con Sienna e vorrei proprio fosse un equivoco, ma da quello che mi hai scritto non abbiamo frainteso, giusto?!”
“Sì … sì, ci sono finito a letto, ma ho … io … io non ho più niente senza Rob e la bambina … mioddio …” – e si accasciò sul prato.
Colin si fece aiutare da Simon a caricarlo sul suv, con il quale finalmente si allontanò, incrociando la Ferrari di Geffen, che con Lula stava transitando nel viale di accesso.
Fortunatamente Jude non li vide, mentre Glam scambiò un’occhiata veloce con l’irlandese, che gli fece un cenno con la testa, per poi accelerare e sparire dietro alla curva successiva, verso il boulevard.

Jared scorse l’auto di Glam e si affacciò, per salutare Lula, che corse nell’angolo dei giochi, insieme a Violet e Becki.
Era una mattina di aprile soleggiata e luminosa.
Geffen salì le scale lentamente, ma quando vide Jared con gli occhi lucidi e l’aria stravolta, gli si avvicinò in un attimo – “Ehi … ma cosa mi combini …?” – e sorrise avvolgendolo con cura.
“Grazie per essere qui … ma non si tratta di me, è Robert ad avere bisogno di te.”
“Ok … ho visto Colin e Jude andarsene, mi spieghi in che pasticcio vi siete infilati questo giro?”
Jared non aveva voglia di scherzare, ma il tono di Geffen era rassicurante e dolce – “Jude ha tradito Rob con Sienna … in sintesi.”
“Non ci credo.”
Jared lo fissò interdetto.
“Mi hai convinto, ci credo, ma che cazzo …” – sospirò.
“A proposito … buon compleanno … in ritardo …”
“Grazie, comunque ho ricevuto la vostra e-mail, bella la foto dal Marocco, vi siete divertiti?”
“Sì, una splendida vacanza, con dei momenti particolari anche … te li racconterò, ma ora andiamo da Robert, che ne dici?”
“Preferirei un calcio sui denti, andiamo pure.”

Colin parcheggiò davanti ad una spiaggia tranquilla.
“Dai beviamo una bibita e parliamo un po’ uk buddy.” – disse risoluto.
“Voglio qualcosa di forte!”
“Non ti ubriacherai davanti a me, Jude, hai capito??”
“Smettila di tormentarmi, lo so di avere sbagliato!” – ribattè in lacrime.
Colin si sporse, abbracciandolo – “Non sono qui per giudicarti, non lo farei mai Jude … però devi ammettere che hai fatto una cosa orribile … e spero unica.”
“Co-cosa? … Certo che è stata l’unica, accidenti!! E posso spiegarti come sono andate le cose, se vuoi ascoltare la mia versione dei fatti!”


“Forse va avanti da tempo, forse no, ma come posso saperlo …?”
Downey era assorto in quei pensieri ad alta voce, di fronte a Geffen e Jared, che si contorceva su di una poltrona, come se fosse sui carboni ardenti.
“Perché hai voluto vedermi Robert?”
“Per Camilla e per il mio matrimonio … ovvio.”
Glam si accomodò, chiedendo da bere a Jared.
“Non dovresti, prendi delle medicine e …”
“Che diamine Jay … E’ una coalizione la vostra?” – e rise piano.
“No, ma … va bene una tonica? Tu Rob ne vuoi?”
“Sì, ti ringrazio … allora cosa devo fare Glam?”
“Cosa? Ma sei impazzito? Divorziare da Jude e chiedere la custodia di Camy, è questo che intendi??”
“Guarda che se volevo un analista chiamavo Brandon e per una predica basterebbe la mia ex moglie!!” – sbottò, grattandosi la nuca.
“Non asseconderò questa baggianata!! Ci sono molti legali in città, ma ci sono anche moltissimi poveri diavoli, che si pentono amaramente di certe scelte, prese di getto, solo per un impeto di rabbia spropositata come la tua Rob! Hai parlato almeno con Jude?”
“No … NO! E non voglio farlo!”
“Jared vedi di assicurare le porte ed i mobili, credo che ne voleranno parecchi in pezzi, quando mr Law piomberà qui per affrontare il suo adorato sposo.”
“Il mio cuore è a pezzi Glam … tu non immagini … tu sei un traditore seriale, ecco perché non capisci un cazzo!!”
Geffen si rialzò con una smorfia – “Questo non è il Robert che conosco ed i tuoi insulti non mi fanno né caldo e né freddo.”
“Glam aspetta …” – “No Jared, lascia perdere, vado a recuperare Lula e torno da Kevin. Ciao Rob.”
Downey si voltò, stritolandosi i pugni nelle tasche dei jeans, mentre Geffen usciva insieme al cantante dei Mars.
“E’ avvilito … abbi pazienza Glam …”
“Lo ama troppo ed io lo capisco. Ora vado.”
“Aspetta almeno che finiscano la merenda … Lula adora i muffin al cioccolato …”
“Questo è un vizio che gli hai attaccato tu …” – e sorrise.
“Vado a da Isotta, per pannolino e passato di verdure …”
“Ti seguo, voglio vedere la mia nipotina.”

La principessa era tale, nel suo pagliaccetto rosa tenue, con nastri gialli e viola, con cui Geffen stava giocherellando – “Sei davvero unica … che occhi … la fronte è della mamma.”
Jared l’aveva appena sistemata, lei con le manine accarezzava il volto sbarbato di Glam, palesemente rapito dai suoi singulti gioiosi.
“Manca anche a me Syria …”
“Sì Jared … era speciale.”
“Forse … forse un giorno te la sposavi ed avevate altri bambini …” – disse con un’innocenza spontanea.
“Chissà, nella mia pazza vita … Sono comunque felice del mio matrimonio con Kevin.” - puntualizzò senza guardarlo.
“Anche lui lo è … andiamo a fare due passi verso le scuderie? Prendi tu Isy?”
“Ok, così recupero il fidanzato di Violet.”
“Hai ragione, sono cotti!” – e scoppiarono a ridere.

Scelsero una panchina proprio di fronte alla parte occupata da Robert.
“Eccoci qui signorina … sei comoda?”
“Non puo’ non esserlo … In Marocco ho fatto un sogno … posso raccontartelo?”
“Ti ascolto … il sultano ti barattava con un cesto d’oro?”
“Kevin ha proprio la lingua lunga!! Ahahahah no … non si tratta di quel sovrano, ma di te e di me …” – e gli snocciolò i dettagli.
Geffen rimase come incuriosito.
“Stai cercando un modo per odiarmi? Io che ti faccio questo, neppure negli incubi peggiori Jared …”
“Assolutamente! No, no Glam, solo che è stato inverosimile … e mi ha colpito.”
“Lo vedo, così come debbo constatare il tuo pianto continuo … sei davvero in stato interessante! Aahhahah!” – e con questa battuta mitigò l’atmosfera.
“Hai sempre voglia di scherzare tu … Per fortuna … qui è uno strazio e possiamo solo degenerare, appena Colin e Jude rincaseranno.”
“Preferisco non esserci, grazie! Lula andiamo!”
Il bimbo corse da loro, appendendosi al collo di Jared e dandogli un bacio sulla guancia – “Zio sei qui! Andiamo a mangiare la pizza papiii con zio e Violet!!??”
“Un’altra volta amore mio … un’altra volta.”


Robert si allungò tra le lenzuola disfatte.
Camilla era nel portantino e lui le sfiorava di tanto in tanto gli zigomi con baci leggeri e mezzi sorrisi faticosi.
Jared andò a controllare come si sentisse dopo l’incontro con Geffen.
“Speravo nel suo appoggio, ma sbagliavo …” – mormorò mesto.
“Glam voleva solo esortarti al confronto con Jude …” – sembrò giustificarlo.
“Prima … prima sembravate una famigliola allegra ed affiatata … tu, lui, i vostri bambini …”
Jared deglutì a vuoto.
“Perché non ha funzionato, eh Jared?” – e gli puntò i suoi pozzi sempre più oscuri dritti nei suoi, accesi di malinconia.
“Non era … scritto … forse.”
“A mio parere … Lui, con te, è qualcosa che non vedremo mai accanto ad altri ed è reciproco: un amore che non trova similitudini con i sentimenti e le relazioni, le vostre appunto … Resta tuttavia granitica la circostanza parallela: l’emozione ed il connubio che ti unisce simbiotico a Colin, non è ugualmente ripetibile e non puoi confonderla con quella che vivi ancora con Glam.”
Jared svanì, senza controbattere.









Nessun commento:

Posta un commento