Capitolo n. 231 - gold
“Bene, prima dello scambio delle promesse, passiamo alle letture, che alcuni vostri amici hanno scelto, prego …”
Il pastore indicò un lato della terrazza, dove un leggio era stato posizionato apposta, per consentire quel momento della cerimonia.
Glam e Kevin, che non avevano mai smesso di guardarsi, tenendosi per le mani, si voltarono per ascoltare.
Lula e Violet erano sul divanetto laterale, accanto a quella postazione, dove apparve, dopo pochi secondi, Jared.
I suoi figli erano presenti alle nozze di Geffen, accompagnati da Simon, dal nonno e dai numerosi zii, ma proprio Kevin insistette allo spasimo affinchè sia Colin che Jared presenziassero.
Li aveva convinti.
Glam ebbe un lieve tremito alle palpebre, ma cercò di non scomporsi ulteriormente. Kevin era sereno e sembrò rassicurarlo con uno sguardo luminoso.
Il cantante si schiarì la voce ed aprì una pergamena.
“So che in questi casi vengono citati degli autori famosi od alcune pagine della Bibbia, ma ho preferito scrivere poche righe, per voi, che siete davvero importanti nella nostra vita, mia e di Colin.” – sorrise, per poi proseguire.
“Ed è proprio di questo, che vorrei raccontare oggi, la vita.
La vita ci cade addosso, spesso come pioggia,
ci accarezza, come vento,
ci avvolge, come un abbraccio, che, se siamo fortunati, non ci viene negato,
la vita è accesa, dai sorrisi delle persone che amiamo,
anche quando non ci amano,
è strana, quando pensiamo di avere tutto ed in realtà non abbiamo ottenuto niente,
la vita corre, ma noi non siamo sempre così svelti da raggiungerla,
così mai, da superarla.
La vita vola e noi ci affanniamo per afferrarla, mentre poi dobbiamo renderci conto ed accettare, che sarebbe bastato sedersi ed aspettare il tramonto, per ottenere ciò di cui avevamo davvero bisogno.
La nostra meravigliosa amicizia, le emozioni scaturite dai gesti semplici, come una carezza, un’occhiata complice, una risata spontanea e sincera.
Glam e Kevin, in tempi e modi diversi, ci hanno fatto questo dono unico ed è per questo che oggi, Colin ed io siamo qui, non solo a ringraziarli, ma a gioire per la loro felicità.
Vi vogliamo bene … di cuore.” – e sull’ultima frase li fissò, gli occhi lucidi, il sorriso pulito ed aperto, che non si spense finchè non andò a risedersi accanto a Farrell, dandogli un lungo bacio, nella commozione generale.
Violet e Lula facevano passi brevi, concentrati, ma allegri, fino a destinazione, sotto all’amorevole volto di Glam, che avrebbe voluto piangere per molti motivi.
Si sentiva sollevato dalle frasi di Jared, ma soprattutto da ciò che vedeva in Kevin, padrone di una rinnovata consapevolezza e maturità, nel suo rapporto con lui.
I due bimbi porsero i cuscini e gli sposi sciolsero le fedi dai nastri in seta avorio.
Con un saltello i piccoli si fecero da parte, non prima di essersi dati un bacio leggero sulle labbra, che esaltò Lula, nell’affettuosa ilarità generale.
“Kevin eccoci qui … Ho sempre creduto all’unione delle nostre anime, ancora prima di arrivare a questo giorno, sai? Il matrimonio diventa un punto di partenza per noi, che abbiamo saputo ritrovarci, grazie a te, amore … Ti consegno una promessa, che raccoglie tutto il bello, che hai saputo estrarre da questo vecchio cuore. Lo consegno a te, saprai custodirlo ed averne cura, ne sono certo, ma specialmente avrai la pazienza di aiutarlo, quando mi sentirò solo e senza forze, davanti agli ostacoli di questa incredibile esistenza, durante la quale ci siamo incontrati con mia immensa fortuna … ti amo.”
Il giovane a quel punto ebbe un fremito nella gola, com’era accaduto a Jared, prima di farsi ascoltare dai presenti, ma specialmente da Geffen, che sorrideva.
“Ho … ho visto altri prima di noi, amore, fare questo passo, che spesso viene considerato superfluo, da chi ha una visione anticonformista delle cose, sbagliando … sì, per me sbaglia ed ambisce ad un rito, che celebri i sentimenti, come avviene per numerose coppie, come hai voluto anche tu, per me, per noi Glam … L’ultimo anno è stato complicato e gli avvenimenti ci hanno spesso sopraffatto, ma siamo ancora qui. Noi siamo qui, con il bambino che ci ha scelto, dandoci un’ulteriore ragione per volerci bene. Penso di averti detto mille volte quanto ti amo, ma oggi vorrei confermarti, dal profondo di me, che ti voglio bene, un bene immenso daddy: il motivo è semplice … Nessuno sa rendermi fiero di qualcosa come riesce a te … Ti raccomando il mio cuore agitato, ma devoto, so che ne avrai il massimo riguardo, so che lo farai, ad ogni costo … Grazie Glam.”
Si scambiarono gli anelli ed un bacio appassionato.
Gli invitati si alzarono, applaudendo, mentre da un pianoforte, un musicista incaricato dall’organizzazione eseguiva le note di May’s rose, il pezzo che Jared dedicò alla piccola Isotta, un omaggio anche al ricordo di Syria, presente tra decine di fotografie sistemate sullo strumento, unita a quelle raffiguranti il resto di quella immensa famiglia, che Geffen adorava.
Il jet di Meliti decollò verso New York, prima di trasportare Glam e Kevin alle Haway, quello di Rice, con Colin e Jared, partì per il Marocco, quasi contemporaneamente.
Il party fu allietato da chiacchiere simpatiche, congratulazioni e scherzi goliardici, ma a mezzanotte i nuovi coniugi si dileguarono, così come avevano fatto almeno un’ora prima di loro, Cole e Jay, impazienti di arrivare in Africa.
“Accidenti che lusso … Owen si tratta bene.” – disse l’irlandese, stiracchiandosi sul comodo ed ampio sedile.
“Sì, vero … mio fratello si è, nuovamente, accasato bene …” – replicò Jared sbuffando.
“Qualcosa non va, tesoro?”
“No Colin, tutto magnifico, ma Shannon è davvero imprevedibile, più di quanto pensassi.”
“Li ho visti alla festa, sembravano entusiasti di essersi ritrovati …”
“Lo sono, me ne rendo conto, ma Tomo si sta logorando, distante da Chris, che è svanito.”
“E per i bambini, come hanno risolto?”
“July si è trasferita a Los Feliz e Josh è rimasto con Tomo, ma si vedono tutti i giorni, così come avviene con Lula, che ora è proprio con Shannon ed Owen. Forse per i bimbi è un gioco, senza fine …”
“Forse Jared … non essere così in apprensione, l’essenziale è che Shan sia convinto questa volta.”
L’alloggio di Pamela era molto spazioso.
Glam decise di passarci la notte, prima di ripartire, soprattutto perché doveva sbrigare alcune cose nella grande mela.
Kevin acconsentì senza remore: sembrava a proprio agio tra quelle mura, costellate da numerosi ricordi.
“E qui dov’eravate daddy?”
“Mmm vediamo … ah sì, tre giorni prima del parto … Quando le ho prese in braccio erano microscopiche … eppure senza problemi, per fortuna.” – mormorò, accarezzando poi un altro scatto raffigurante le gemelle a poche ore dalla nascita.
“Tu le hai volute, con amore e questo ti lega a loro in modo unico Glam.” – disse, stringendosi a lui.
Geffen posò alcuni baci sulla fronte e sulle tempie di Kevin, che sospirò – “Sto così bene daddy … ovunque con te.”
Finirono a letto dopo pochi minuti, in una fusione di sensi e di anime, che presto culminò in orgasmi ripetuti.
Glam gli faceva l’amore con tenerezza, ma Kevin avrebbe voluto un contatto più scabroso.
Ebbe come un rimpianto, nel rammentare i due amplessi condivisi con Chris, che si era volatilizzato anche con lui, nonostante parecchi sms ed e-mail, ai quali il leader dei Red Close non diede riscontro.
Durò una frazione di tempo insignificante, ma in Kevin rimase come un minuscolo neo, a quegli istanti di intesa sublime.
La poltrona era spaziosa, le ginocchia di Xavier si incastravano al millimetro, mentre cavalcava generoso il suo uomo, spogliato malamente ed in fretta, dalle dita frenetiche del suo giovane amante.
Le falangi affusolate dell’artista, si arpionavano allo schienale, il suo corpo nudo e bagnato da una doccia solitaria, si muoveva armonioso.
Phil Derado soggiaceva a tutti i suoi capricci, a cui mai avrebbe rinunciato.
Xavier come un cucciolo dispettoso, gli apriva camicia e pantaloni, quasi smembrando la prima e calando i secondi, spesso rivelatori di un intimo devastato dall’erezione dell’uomo, che non sapeva più dove trovare ossigeno, per riprendersi da quei debordanti assalti.
“Ti voglio! Adessoadessoadesso!!” – e si lasciava impalare, dimostrando che non era sprovveduto, per avere premeditato i dettagli.
Si era lubrificato a fondo, iniziando a godere già sotto gli zampilli tiepidi, per poi impossessarsi del sesso di Phil, che svettava imperioso.
“Toccati Xavy … toccati per me …” – gemette il regista, dopo averlo masturbato, ma preferendo la visione dell’altro, nel compiere quei gesti che azzeravano remore e limiti in lui.
Accadeva che glielo chiedesse, prima di dormire.
Xavier era ubbidiente e capace nell’accontentare il compagno, che ambiva ad un’assoluta complicità tra loro.
L’aveva anche filmato, era diventata una gradevole regola.
Quando veniva, spargendo il proprio seme sull’addome allenato, Phil, lo raccoglieva, portandolo nella vasca, per lavarlo, asciugarlo e rimettersi a letto, sino all’alba senza che accadesse nulla di più.
“Phil mioddioooo!!!”
Era al centro di lui, lo riempì e lo prosciugò, calore ed arsura, nel mezzo il grido soffocato di entrambi, concentrati in un bacio forsennato e splendido.
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