giovedì 25 agosto 2011

GOLD - CAPITOLO N. 240

Capitolo n. 240 - gold


Quando Geffen si destò lentamente, ritrovò Jared ancora accanto a lui.
Lo stava guardando amorevole – “Bentornato …”
“E’ tardi …?”
“No, sono trascorse solo due ore … vuoi un caffè Glam?”
“Sì … hai visto la macchinetta? Ma sarà ferma da anni …”
“Tanto vale provarci …” – ed alzandosi sorrise.
“Telefono a Kevin … o forse è meglio di no …”
“Glam tu devi dirglielo. E devi farlo oggi, credimi …”
Geffen sbuffò, strofinandosi la faccia stropicciata come i vestiti, che gli erano rimasti addosso – “Lo farò Jared.”
“Ecco fatto … sembra buono tieni …”
“Grazie Jared … sì … è decente …” – e si alzò a propria volta, sentendo un leggero capogiro.
Chiuse i pugni, in un gesto di stizza – “Voglio combattere.”
“Ed io sarò sempre al tuo fianco, te lo prometto Glam.” – replicò Jared convinto.
“Promettimi ancora una cosa Jared …”
“Quale …?”
“Se … se avrete un altro bimbo, tu e Colin … lo chiameresti Glam? Anche se è un acronimo orrendo e …” – “Ehi … Ehi!! Aspetta, Glam non è orrendo e non chiamerò alcun bimbo come te, perché non morirai, hai capito, queste cose si fanno solo con …” – ed un singulto gli spezzò la voce.
Le pupille bruciavano, il suo cuore aveva ripreso a battere forte.
“Ogni volta che lo avresti stretto sul petto Jared … io sarei stato nel posto migliore, sentendomi ancora parte di te …”
“Non dire più queste … cazzate!” – e singhiozzando gli volò tra le braccia.
“Oggi sono proprio un melodramma vivente Jared … che coglione … potremmo fare un milione di cose belle insieme e non parlo del sesso, anche se … A proposito, volevo ringraziarti, perché so che tu mi avresti fatto anche questo immenso regalo prima …”
“Credo di avertelo già detto Glam: tu sai tutto di me.” – e gli diede un ultimo profondo bacio, prima di riportarlo da Kevin e Lula e tornarsene alla End House.


Il bimbo di Jude era vivace, come del resto Camilla.
Si divertirono molto, sotto il controllo attento dei genitori: Jude aveva in fondo all’animo la speranza concreta di avere fatto un ulteriore passo avanti, dimostrando a Sienna chi fosse il suo unico amore e confortando in tale modo Robert, che aveva assecondato quella presa di posizione, lasciando comunque campo libero al compagno nel deciderne tempi e modi.
“Ok … ora torniamo a casa, dobbiamo preparare il lettino per il nostro cucciolo Rob …”
“Dorme da noi?” – domandò con un certo stupore.
“Certo, è il fratellino di Camilla e penso che tutti i figli che abbiamo concepito ed adottato, siano nostri Robert.” – e gli diede un bacio, suscitando l’approvazione dei piccoli.


Colin cercò Jared, ritrovandolo nella camera dei regali.
Era seduto su di una poltrona, davanti alla vetrata e circondato da vecchi scatoloni, contenenti fotografie e souvenir di tutti i generi.
“Tesoro sei qui …”
“Ciao Cole …” – e tirando su dal naso, si asciugò gli occhi gonfi.
“Jay cosa ti prende, mio Dio … Jay …” – e corse a consolarlo.
“Glam … Glam è malato, sta davvero male e …”
“Glam?! … Parli dell’esame che ha fatto? Come è andato?”
“Nel peggiore dei modi Colin …”
Gli spiegò sommariamente la situazione, cogliendo nello sguardo di Farrell uno sconforto sincero, nonostante il rivelargli come aveva cercato di stare vicino a Geffen, potesse giustamente turbarlo.
“Lui non riusciva ad aprirsi con Kevin e non … non poteva vincere la paura questa volta … è una prova difficile e potrebbe avere esiti in ogni caso negativi … Perdonami Colin se ho cercato di assecondarlo, ma non ho mai visto Glam in uno stato simile ed ho avuto paura per lui …”
Colin sorrise, accarezzandogli gli zigomi – “Vedrai che Glam non ci lascerà … lui non puo’ farlo … non deve.”
“Soffriva per Kevin e per Lula … li ama così tanto …”
“E questo lo salverà, per l’ennesima volta e noi … noi saremo lì a dirgli che è ci ha fatto prendere una strizza enorme, ma poi brinderemo alla sua nuova vita, ne sono certo.” – e lo strinse, quasi a consolidare quel suo convincimento.

Kurt si accese una sigaretta e poi la passò a Jared.
“Adesso ascoltami … Glam ne uscirà vivo e vegeto, pronto a scoparsi il mondo intero …” – e sorrise complice, sperando di strappare un sorriso all’amico, con quella battuta.
Jared scrollò le spalle, aspirando il fumo e serrando le palpebre.
Erano alle scuderie, dopo cena.
“Vorrei essere con lui … mentre lo dice a Kevin … temo che impazzirà dal dolore.”
“Come è successo a te Jared?”


Geffen raccontò tutto al suo compagno.
Kevin ascoltava con attenzione: avevano lasciato Lula con Tomo e Chris, che lo avrebbero portato fuori con Josh per una pizza.
Erano sul letto, seduti l’uno di fronte all’altro a gambe incrociate.
“La cosa che mi fa più male daddy, a parte questa terribile diagnosi è che tu abbia potuto pensare che potresti diventare un peso per me.” – lo disse piano, segnandogli il contorno del viso, per poi baciarlo, senza lasciargli repliche, poi riprese – “Non ti lascerò mai solo, non smetterò mai di volerti bene, di rispettarti, accudirti ed amarti Glam e non centra un cazzo il matrimonio, sai …?”
Le lacrime invasero i suoi discorsi, ma Kevin si ossigenò, per non cedere alla disperazione.
“Spiegherò al nostro piccolo come stanno le cose e noi … noi veglieremo su ogni tua difficoltà daddy … non … non lasciarti vincere dalla paura, perché se dovessi cedere, io non te lo permetterò, ok …?” e si appese al suo collo, straripando in tutta la sua afflizione.
Geffen lo cullò, sentendolo così vicino da annullare gli spasimi che aveva allo stomaco, nel raccontargli quelle ore con Jared.
La priorità di Kevin era un’altra adesso: doveva salvare l’uomo che amava di più al mondo, spronarlo perché non rifiutasse l’intervento, nel timore che potesse ridurlo una larva, perché restava la soluzione migliore.


“Si ameranno fino alla fine dei giorni …”
Colin finì la sua tonica su quelle parole.
Brandon lo fissava, restando in poltrona, nella biblioteca dove spesso Farrell si raccoglieva nei suoi pensieri.
“Tu pensi che loro …”
“Che abbiano fatto l’amore? Non mi importa, credimi, non è di alcuna rilevanza, perché sono andati ben oltre, cercandosi per affrontare insieme questo momento orribile Brandon … Tu non hai sentito la voce di Jared, vorrei poterla paragonare a quella che aveva mentre anch’io lottavo tra la vita e la morte, anzi, di sicuro è così, lui non fa differenze quando ama visceralmente qualcuno …”
“Ti fa male questa circostanza?”
“Ci sono già passato una volta … Perdere Glam, credere che fosse … Sì insomma, Jared era come in una dimensione parallela, sempre più spesso, anche se quando gettammo le ceneri nel vento, in Messico, riuscimmo a comprendere che anche i sentimenti per Geffen, erano un ulteriore collante nel nostro amore … Assurdo, vero?”
Cody fece no con la testa, terminando il secondo caffè.
“Dovrei rassegnarmi …? Dovrei accettare …?”
“Colin, secondo me, dovresti semplicemente amare il modo che Jared ha di amare, legarti sinceramente a lui in questo battito del suo cuore, che riserva a Glam, non per tradirti o punirti, ma perché non è possibile cancellare emozioni di una simile portata: in caso contrario, lui non sarebbe mai tornato da te, dopo Haiti, capisci? … Non esistono confini in storie d’amore come la vostra e neppure come la loro: si puo’ trasformare, puo’ finire e ricominciare, ma niente e nessuno potrà mai e poi mai farla scomparire nel nulla. Davvero mai.”
“Credi sia per questo che Jared ha superato il mio … il mio tradimento con Justin?” – chiese con timore.
“Tu cosa ne pensi?” – e gli sorrise.


Kevin gli era scivolato sino all’inguine ed il cuscino accoglieva il sudore della fronte di Glam, che reagiva convulsamente, nel sentire la lingua del suo amante adoperarsi per tutta la sua lunghezza, inghiottendo e succhiando con devozione e nessuna urgenza, per prolungare il suo piacere nel modo migliore.
Il suo tocco era morbido e caldo, così come i gemiti di Geffen, che avrebbe voluto dargli molto di più quella notte.
Kevin non si staccò mai da lui, ingoiando il suo seme, come a significargli che niente era cambiato tra loro, ma con la netta sensazione di stare camminando sul ciglio di un burrone.


Jared mise nella culla Isotta, cantandole una ninna nanna.
“Sei così dolce …”
“Cole …”
Si ritrovarono al centro della cameretta, a baciarsi con intensità e vigore.
Farrell lo prese in braccio, portandolo sul loro letto e nel passaggio da un ambiente all’altro, Jared gli sbottonò casacca e pantaloni, togliendosi poi la felpa ed i jeans che indossava, comodi e stracciati.
Si erano dimenticati entrambi l’intimo e la cosa li fece ridere, distraendoli per pochi secondi, durante i quali Colin sistemò i polpacci di Jared intorno ai propri fianchi, riprendendo a baciarlo con foga.
Iniziò a toccargli il punto in cui avrebbe depositato tutte le sue premure – “Sei già bagnato Jay …” – ansimò leccandogli il mento e la bocca, che si riaprì avida, nell’accoglierlo in un successivo contatto, che divenne totalitario, quando un po’ di gel rese più facile l’accesso al suo canale, stretto e pronto a dilatarsi completamente.
“Mioddio Cole … ti sento … Cole …”
Glielo fece prendere largo e duro, inclinandosi prima a destra e poi a sinistra, senza risparmiarsi, per poi colpirlo ripetutamente.
Jared afferrò i lembi delle lenzuola, girando persino le orbite, per le fitte orgasmiche, che lo stavano stordendo.
Quando Colin insinuò anche l’estremità dei suoi due indici, puntandosi sulle ginocchia, per dare maggiore incisione a quell’atto, Jared urlò, inarcando la spina dorsale, che sembrò implodere, per tutta la sua estensione.
Le palpebre del cantante si colmarono di lacrime, i suoi zaffiri dapprima le cristallizzarono, per poi spargerle in ogni direzione.
Colin riprese a leccarlo, salato ed intenso, diminuendo la pressione delle spinte, tornando a circondarlo con i suoi avambracci muscolosi.
Lo sollevò di poco, ruggendo “E’ da troppo che non ti scopo così bene!”
Aveva ragione, Jared se ne rese conto, quando la sua prostata si animò di mille sensazioni: Colin ne coglieva anche i minimi spasimi, rispondendo ad ogni contrazione, con un ulteriore e più sostenuto affondo.
Lo riempì, non riusciva a rimandare oltre quello sfogo, ma poi uscendo la Jared, si accorse che stava ancora venendo, quindi lo riprese, afferrandogli le caviglie ed aprendolo oscenamente.
Jared si sentì come un burattino, ma gli piaceva da impazzire, sia la posizione, sia il vedere Colin così disinibito ed in totale confidenza con lui.
“Sporcami ancora Cole … fottimi fino a domani …” – sibilò, mordendosi ripetutamente il labbro inferiore.
Finirono sul tappeto, imbrattati di lubrificante, sperma e saliva.
Jared brandì le ciocche scure di Colin, che si sottomise, mettendosi a carponi.
“Devi prima prendertelo in bocca il mio cazzo, va bene?!” – sussurrò Jared minaccioso.
Con una cintura gli bloccò i polsi dietro alla schiena, per poi rialzarsi e costringerlo a quella fellatio.
“Ti … ti piace essere scopato così, vero Colin??”
Lui succhiava ed annuiva, piagnucolando remissivo e docile.
“Ne ho abbastanza, girati!” – gli ordinò, colpendolo poi sulle natiche, con la stessa cintola, dalla quale lo liberò.
Lo strattonò nuovamente per la folta chioma scura, penetrandolo senza ulteriori preparazioni.
Lo morse in diversi punti, segnandolo anche con dei graffi impietosi, quando si svuotò in lui.
Fu difficile riprendere una respirazione regolare, ma appena avvenne, gattonarono tra le lenzuola, accucciolandosi per leccarsi quelle ferite superficiali, come due cuccioli spauriti, ma custodendo nelle rispettive iridi, un morboso appagamento.




Nessun commento:

Posta un commento