Capitolo n. 97 – gold
I pescatori scaricarono l’ultimo bottino.
“Abbuffata di aragoste stasera?”
“Sí Colin… perché no?”
“Tutto a posto Jared?” – domandó, dandogli una carezza sulla fronte, dove posó un bacio, strofinando poi le rispettive cuffie in lana chiara.
Jared sorrise – “Sto bene, davvero… era da tanto che non mi sentivo cosí Cole…”
“Ti amo… ti amo tanto…” – sgranó i suoi due pozzi scuri, provocando un fremito nello stomaco di Jared, che avrebbe voluto lasciarsi andare, in mezzo a tutta quella gente, tra la quale ormai si trovavano, dopo essere scesi dal loro rassicurante suv, a vetri scuri.
“Torniamo presto al cottage…”
“Non vuoi una birra Jay?”
“La berremo nella nostra cucina…” – rise, scrollando le spalle.
Colin annuí, ringraziando poi la signora della pescheria, per l’ottimo pesce, che in quella settimana aveva sempre messo da parte per loro, oltre a qualche dolce preparato dall’anziana madre, che ascoltava i Mars, mentre cucinava, una vera chicca.
Fecero delle foto con la sua famiglia e diversi autografi, accontentando tutti.
Meliti raccontó la favola a Josh e Lula, che ascoltavano attenti, accucciolati sul petto di Shannon e Glam.
Erano stati sistemati in una camera, che sembrava fatta apposta per loro.
Tomo e Kevin erano ancora in giardino, a bere un liquore con gli altri.
Chris si sentiva fuori posto.
“Mi dispiace…”
“Tomo non è colpa tua… è stata una giornata strana, questo Meliti poi è simpatico, ma… non so…”
“È un tipo tutto particolare…” – rise, baciandolo, appoggiati ad un muro in pietra.
Kevin parlava con Owen, poi decise di congedarsi – “Vado a dare la buonanotte a Lula, ci vediamo a colazione.”
“Ok, ciao Kevin, dormi bene.”
Tomo fece lo stesso con Josh, che era quasi partito per il mondo dei sogni.
Kevin portó il bradipo peluche a Lula, lo aveva chiamato Brady, appunto.
“Sí è addormentato senza…?” – sussurró a Geffen, che glielo sistemó sotto alla coperta – “Pare di sí, ma lo sai che a lui piace gironzolare al mattino con il suo amico peloso…” – ridacchió, mentre Kevin lo cingeva, baciandolo nel collo, affettuosamente.
Chris si fece una doccia veloce, poi si mise a letto, nudo ed infreddolito.
Era la reazione al sole preso nel pomeriggio.
Tomo lo avvolse in un abbraccio tenero ed attento.
“Vuoi un’aspirina…?”
“No… è solo una febbre della pelle... grazie…”
“E di cosa Chris… sono io a ringraziarti, mi rendi cosí felice…” – le sue parole lo sfioravano, come le labbra di Tomo, che lo scoprí completamente, lasciando accesa solo una piccola luce in un angolo abbastanza distante da immergerli in un chiarore quasi sensuale, come i loro gesti, ormai frenetici,
Tomo si sfiló l’intimo, facendosi spazio tra le gambe di Chris, che ormai era in completa estasi.
Shannon si era soffermato a spiarli.
Una porta lasciata socchiusa involontariamente e lui non riuscí a resistere a quella tentazione.
Erano bellissimi, perfettamente visibili da quell’angolazione.
Gli zigomi di Shannon iniziarono a tremare, come le dita delle mani dei due amanti, che si staccarono per qualche minuto, solo per consentire a Tomo di lubrificare al meglio il suo compagno, le cui espressioni erano pervase da un godimento crescente.
Shannon avrebbe voluto sparire, ma perseveró in quella tortura.
Tomo risalí, posizionando al meglio le cosce muscolose di Chris, che lo colmó di baci, sorrisi e poi, una volta penetrato con decisione, inarcó la schiena, gemendo in un modo, che riuscí ad eccitare lo stesso Shannon.
I loro volti divennero madidi di sudore dopo poche spinte, ma l’istante peggiore fu quando Tomo, mordendo il mento di Chris, lasció cadere una lacrima – “Dio… Dio ti amo… é… è bellissimo… Chris…!” – cosí che l’altro si aggrappó del tutto, quasi soffocandolo.
Venne senza neppure essere toccato.
Shannon ebbe quasi un mancamento, come quello che provó sullo yacht, dopo avere baciato Tomo.
Il suo cuore era a pezzi, come il suo respiro.
Provó a calmarsi.
Owen lo stava aspettando, con le migliori intenzioni per trascorrere una notte altrettanto intensa.
Glam prenotó i biglietti per Haiti on line, prima di coricarsi.
“Hai fatto registrare anche sul mio passaporto il nostro Lula, daddy?”
“Sí, Flora ha provveduto… Ti va di farmi un massaggio alla schiena piccolo?”
“Dipende daddy…” – disse stiracchiandosi a pancia in giú e succhiando un lecca lecca rosso fuoco.
“E quello da dove esce?” – domandó ridendo.
“Antonio ne mangia in quantitá, li trovi ovunque ahahah”
“Capisco… senti, ma vi considera fratelli, tu e Jared?”
“Sí… ci ha nominato suoi eredi… in effetti abbiamo molto in comune, Jared ed io…” – sorrise, tendendo le braccia a Geffen – “Vieni daddy, penso io a te…”
“Ok… spero di potere parlare con Jared in modo sereno una volta tornati.”
“Lo spero anch’io Glam… davvero.”
“Dio che pasticcio Cole ahahah…”
“Ti ricordi quando abbiamo mangiato questi mostri la prima volta in Marocco?”
“Mmm sí… mi prendevi in giro per come tormentavo le chele…”
“Lo stai facendo anche ora Jay… e come a quella cena mi fai un certo effetto…” – mormoró leccandogli il petto, insistendo sui capezzoli.
Erano sul letto, solo i jeans addosso.
Jared lo raccolse in un abbraccio traboccante di tenerezza – “Mi manchi Cole…” – sospiró baciandolo intenso.
“Sono qui anima mia… io sono qui e ci saró sempre per te…”
“Me lo dicevi… anche quando non stavamo ancora insieme Colin…”
“Non smetteró mai.”
Shan sprofondava nel cuscino ad occhi chiusi, mentre Owen lo prendeva con foga, provocandogli fitte di piacere intense.
Era bravo a fargli l’amore, ma lui aveva impressa nella mente la visione di Tomo, si sforzava di immaginare che fosse lui, ma Owen era troppo diverso dal suo ex.
Lo giró a sé, riprendendolo con passione – “Guardami… guardami Shan!”
Lui schiuse finalmente le palpebre, fissandolo, sfigurato dalla tensione erotica e dal malessere per quella insana gelosia.
Lo bació con furia, mentre Owen brandiva senza alcuna gentilezza il suo sesso, svuotandolo completamente, in sincrono con il proprio orgasmo, con un singulto strozzato.
Shan provó sollievo, come se avesse assolto ad un dovere coniugale.
Era semplicemente orribile.
JARED
KEVIN
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