mercoledì 2 marzo 2011

GOLD - Capitolo n. 88

Capitolo n. 88 – gold



Josh salí sulla berlina di Owen, aiutato da Shannon a sistemarsi sul seggiolino, che aveva portato da casa.
“Ciao zio Owen…” – salutó educatamente, con un sorriso.
“Ciao tesoro, come stai? Passata bene la giornata?”
“Sí! Papá quando arriva mofo papi?”
“Domani mattina… stasera cosa mangiamo?”
“Pizzaaa!!!”
“Cosa ne dici Owen?” – domandó sforzandosi di essere sereno.
“Dico che mangeremo una super pizza. Vi porto in un posto e…” – “No zio noi la mangiamo sul lettone…” – e rise.
“Allora la prendiamo dove dice Owen e poi ce la mangiamo in cucina, cosa ne pensi campione?”
Josh annuí soddisfatto per il compromesso.

Mancavano un paio d’ore alla partenza di Kevin. Erano rientrati subito dopo il pranzo e Lula era distrutto.
“Sta dormendo come un ghiro…”
“Daddy guarda, ci ha lasciato sul cuscino un bel disegno… siamo noi tre…”
“Vedere… uh devo stendermi…”
“Cos’hai Glam, non stai bene?” – chiese subito allarmato.
“No… tranquillo piccolo… sollevandoti mi devo essere stirato un muscolo della schiena…”
“Per questo dicevi che ero ingrassato ahahah?”
“No… anzi… sei uno splendore…”
“Spogliati, accendo il caminetto e metto le sicure alla nostra fortezza… accendi tu il baby control daddy?”
“Sí cucciolo…mi sei… mi sei mancato… sono emozionato come un sedicenne al primo appuntamento…”
Kevin portó la camera nella semi oscuritá, spogliandosi in pochi secondi – “Non vorrei deluderti daddy… ma non li dimostri… sedici anni!” – e sogghignó volando tra le sue braccia.
Glam si avvinghió a lui con un fervore assoluto – “Ti voglio… in tutti i modi Kevin… ti adoro…” – poi lo portó sotto di sé, fermandosi tra le sue gambe, perso ad ammirarlo – “Dio sei bellissimo… anima mia…”
Lo inondó di baci, succosi come la lingua di Kevin, che esplorava il suo palato, fino ad arrivargli in gola, poi di nuovo sul mento, il collo di Geffen, che non esitó a penetrarlo con le dita lubrificate in quella crema dopo sole, lasciata aperta sulla mensola, perfetta per scivolare in lui, sublimando quel loro ricongiungersi appassionato.

Josh mangiava con appetito, sotto lo sguardo innamorato di Shannon.
“Bravo cucciolo, hai finito tutto…” – gli diede un bacio tra i capelli corvini.
“Zio Owen me la racconti la favola?”
Rice rimase perplesso, poi sorrise – “Sí… sí va bene…”
Il bimbo prese il libro e gli fece segno di andare sulla poltrona – “Mofo papi me la legge sempre…”
Owen lo prese in braccio ed insieme aprirono i racconti di fiabe.
Josh era contento per come Owen raccontava, la sua voce era dolce, come il suo volto, commosso e partecipe.
A metá della seconda pagina, la testolina di Josh si chinó – “È andato…” – sussurró Shan, prendendolo sul petto, per poi portarlo sotto le coltri, rimboccandogliele con un ultimo bacio, che Rice seguí trattenendo a stento un pianto.
Quando furono nuovamente nella sala, abbracció Shannon, quasi soffocandolo – “Ti voglio bene… ti voglio cosí bene amore…”
“Owen…”
“Adesso vado…tengo acceso il telefono se hai bisogno e poi… poi ci vediamo domani… lo spero con tutto il cuore Shan…”
“Ti amo Owen…” - lo bació, asciugandogli le lacrime con carezze e tutte le attenzioni possibili.

“Dai Lula vestiti, che andiamo a Parigi con Kevin.”
“Sííí papá che bello!”
“Glam… ma…”
“Non ti lasciamo andare da solo e poi vogliamo vederti suonare, vero Lula?”
Lui annuí, correndo dalla cassapanca alla cassettiera, preparando il suo bagaglio.
“Daddy… sei davvero un tesoro…”
“Ci provo…” - replicó aggrottando la fronte, ma sorridendo.

Ad Haiti la fondazione Geffen organizzava corsi di formazione professionale per i giovani che volevano avviarsi al lavoro, imparando un mestiere, come quello di parrucchiere.
Jared fece da volontario e di ritrovó di nuovo biondo, piuttosto soddisfatto del risultato.
Ora si stava scrutando in uno dei tanti specchi al terminal del Lax di Los Angeles, mentre aspettava il suo piccolo trolley azzurro.
Finalmente lo intercettó sul rullo, prendendolo ed avviandosi mesto verso Simon, che stava arrivando.
“Ciao Jared, come stai?”
“Uno schifo… e tu?”
“Ho una leggera influenza…”
“Cosa è successo a Colin?”
“Non ero in casa, ho solo visto Shannon e quel Rice andare via con delle facce molto scosse…”
“Ora chiamo mio fratello, anche se è tardi…Potrei svegliare Josh, lasciamo stare…” – parlottava nervoso, le mani tremanti.
Simon aprí il vano porta oggetti, dove teneva alcuni snack – “Cosa ne dici Jared?”
“Sei il mio salvatore Simon…Vorrei fare altrettanto con Cole, ma forse Brandon mi sta sopravvalutando…”
“Credo che l’unica persona al mondo che Colin vorrebbe sempre al proprio fianco rimani ancora tu Jared…”
Lui si morse le nocche della mano destra, appoggiando il gomito al finestrino, annullando i pensieri nelle luci della cittá degli angeli, dove i suoi sogni si erano realizzati, tanto tempo prima.


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