Capitolo n. 90 – gold
Shannon riattaccó la telefonata con Rice, quando vide Tomo scendere da un taxi.
“Ciao piccolo, fammi sapere come è andata…”
“Certo Owen… ti amo.”
Il compagno salí in casa, con un sorriso, abbracciandolo – “Ciao Shan, come stai?”
“Bene, fatto buon viaggio?”
“Sí, ho conosciuto Lula, il bimbo adottato da Geffen e Kevin, erano con noi e sono in cittá per qualche giorno… Chris è in albergo.” – concluse la frase cercando con lo sguardo Josh.
“Capisco… Non sapevo di questa nuova… famiglia.” – sorrise mesto.
“A proposito, dov’è il nostro campione?”
“Arriva tra dieci minuti, con Simon, gli ho chiesto di dargli un passaggio insieme a Yari e Steve…”
“Ok… senti Shannon, non voglio creare problemi o traumi al bambino, non so se sará il caso di fare trasferire qui Chris…”
“Allora è una cosa seria…” – replicó con pacatezza.
“Non ne ho idea, gli sono molto affezionato, posso parlarti di amore in modo istintivo, non… non profondo e consolidato… non ancora… almeno.”
“Io vivró con Owen, quindi Josh lo vedrá come il mio nuovo compagno… Credo che sia giusto anche per te avere vicino Chris.”
“Lo valuteró con calma. Mi dicevi che ieri Rice era qui con voi per una pizza…”
“Sí e Josh lo chiama zio, sai dopo la vacanza in montagna… Comunque hanno un bel rapporto ed Owen sa che deve stare al proprio posto, è stato educato e molto dolce con nostro figlio Tomo, non devi preoccuparti per lui.”
“Bene. Faremo cosí… una settimana lo porterai a scuola tu ed una io…Josh rimane qui, nella sua casa, ma tu potrai ospitarlo a week end alternati, cosa ne pensi Shan?”
“Perfetto e le vacanze?”
“Due settimane a testa… Poi comunque non dovremo essere rigidi… o pensi sia necessario andare allo studio Geffen per un accordo scritto?” – domandó perplesso.
“Tomo non voglio avvocati di mezzo, non è proprio il caso…”
“Hai ragione, ah eccoli!”
Brandon e Kurt si stavano divertendo nel parco giochi con il loro Martin.
Rebecca e Violet si erano aggregate, mentre i genitori erano nella camera dei regali, quella che usavano a Natale da anni ormai, per distribuire i pacchi e scambiarsi gli auguri dopo la cena della vigilia.
“Se hai freddo Cole accendo il caminetto…”
“No… mi basta la coperta. Vieni qui con me?”
“Sí… eccomi.”
Si rannicchió tra le sue braccia, respirando il suo profumo accattivante, che conservava un fiume di ricordi.
Jared non ne era piú uno spettatore silenzioso ed appagato, ma tormentato e solo.
Aveva l’amore di cosí tante persone, ma era come si fosse aperta una voragine nel suo cuore ferito dall’allontanamento di Geffen, che si stava riavvicinando con gioia a Kevin, con l’intenzione di non deluderlo ulteriormente.
“Ho detto delle cose terribili a tuo fratello… su di lui e su di te amore…Sono mortificato.”
“Avevi le tue buone ragioni… Ho parlato con Brandon ed anche con Shan, che non nutre alcun risentimento, anzi ti chiede perdono. Per lui oggi è una giornata difficile, si sta accordando con Tomo per le visite a Josh e per l’affido condiviso, senza le brutture di un contratto scritto.”
“Meglio cosí. Se non possono risolvere diversamente…” – disse esitante.
“Sono convinto che… loro hanno sofferto molto per potere creare qualcosa e questa è soltanto una crisi…”
“Forse sono arrabbiati e si sono buttati tra le braccia sbagliate…”
“Owen è molto preso da Shan, ma di Chris so veramente poco, se non che era infatuato di Kevin.”
“Kevin che ama Glam e questi che… Chi ama davvero Geffen?”
Jared sorrise, scrollando le spalle, senza guardarlo – “Glam se ne è andato in Svizzera, con Lula, ormai è suo figlio a tutti gli effetti e Kevin è sicuramente con loro adesso…”
“Questo grande puzzle è su di un tavolo in bilico… Noi poi siamo proprio sul bordo…” – disse Farrell sconfortato.
Josh stava seduto sul divano, mentre i suoi papá erano a gambe incrociate sul tappeto, davanti a lui, che era assorto, durante quelle loro spiegazioni su ció che stava succedendo.
“Vedi tesoro, noi non vogliamo dirti bugie o prenderti in giro. Sei molto piccolo, ma sappiamo che comprendi tutte le cose che succedono intorno a te… Avrai visto qualche litigio tra me e Shan, di recente. Questa cosa non va bene e tu non devi soffrire per le nostre incomprensioni…”
“Sí mofo papi… divorziate…?”
Loro sorrisero – “Non proprio, cioè noi siamo e saremo sempre i tuoi genitori, anche se avremo accanto altre persone, che comunque ti vorranno bene. Anzi giá te ne vogliono, vero Shan?”
“Sí… Sí Josh. Questo è un discorso basato sulla sinceritá, mofo papi ha ragione… Vedi, io ho deciso di stare con Owen, zio Owen, eri qui ieri, ricordi?”
Lui annuí, mordendosi il labbro inferiore e spalancando gli occhioni, per poi fissare Tomo – “Anche tu mofo papi hai un nuovo… fidanzato?”
“Veramente… ecco… sí, c’è un amico speciale, se vuoi te lo faccio conoscere, ma io rimarró qui con te, mentre papá Shan andrá a… andrá a vivere con zio Owen e ti sará sempre vicino, presente…Abbiamo stabilito… dei turni…” – abbozzó un’espressione buffa ed il bambino rise – “Come a nuoto?”
“Sí cucciolo…Vuoi domandarci qualcosa?”
“È… è a causa mia che…” – “No!!” – esclamarono insieme – “Tu sei il nostro amore, sei tutta la nostra vita Josh…” – esclamó Shan, stringendolo sul petto.
Tomo li strinse a propria volta, chiudendo gli occhi lucidi, come quelli dell’ex compagno.
“Perdonaci Josh… siamo noi i soli responsabili…” – mormoró, mentre Shan lo guardó interrogativo, sentendosi lui l’unico artefice di quella rottura, ma Tomo scrolló il capo, facendogli segno di non dire altro, come a sollevarlo dai suoi sensi di colpa.
Fuori scoppió un temporale.
Josh andó a fare un sonnellino e Tomo accompagnó Shan alla porta, dopo i saluti e l’arrivederci all’indomani mattina.
“Abbi cura di te…”
“Tomo grazie per…per prima…”
“Credo che se ci dividiamo anche questo dolore, forse potremo andare avanti con un peso in meno…”
“Trovi…? Sí, come darti torto…Adesso vado, se hai bisogno di me…”
“So dove trovarti… mandami un sms anche con i numeri di Rice, nel caso… non si sa mai.”
“Lo faró. Ciao Tomo…” – gli accarezzó lo zigomo sinistro, sfiorando le sue labbra per un ultimo bacio.
“Ciao Shan.”
Si voltó, avviandosi lungo il vialetto, lentamente, dopo avere fatto scattare l’antifurto e le sicure a distanza del proprio suv, quei brevi lampi di luce arancio sembrarono dilatarsi, tra le lacrime e la pioggia, alla vista di Shan, che strinse piano i pugni, nascosti dalle lunghe maniche del giubbotto in pelle - § Adesso… chiamami adesso… Tomo… ti supplico…fallo… §
Il suo sogno triste non si realizzó, sgretolandosi e sparpagliandosi sull’asfalto, che rimandava un riverbero acceso ed implacabile, come quel nuovo giorno.
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