mercoledì 16 marzo 2011

GOLD - Capitolo n. 103

Capitolo n. 103 – gold



La cervicale di Jude era sempre meno rigida, sotto alle mani abili, calde e scorrevoli di Robert, che intervallava quei massaggi con baci sulla sua schiena liscia e perfetta – “Pensi che usciremo da questo letto cucciolo?”
“Per pranzo… forse…cos’è che suona Rob?”
“Il mio cellulare, è finito sotto ai tuoi vestiti sulla mensola… ci arrivi?”
“Aspetta…”
“Guarda chi è Jude…”
“Sí… Tomo, é Tomo, l’ex di Shan…?”
“Conosco solo lui con quel nome…” – sorrise, poi gli rispose – “Sí pronto… ciao Tomo, che succede?”
“Robert scusami, ti disturbo?”
“No…dimmi, hai una voce…”
“Non… non sapevo chi chiamare…”
“Calmati adesso, ma dove sei Tomo?”
“Sono a casa, da solo… Josh è con Shannon, da Owen, dormiva da loro e poi me lo riportano stasera… Ma non è questo il problema… il problema sono io, che … che ho fatto un casino…”
Downey si mise seduto, cingendo Jude che si sistemó davanti a sé, tra le sue gambe.
Inserí il viva voce, per fargli ascoltare la loro conversazione.
“Tomo si tratta di Chris?”
“Chris è solo la vittima dei miei sbagli… è lontano, per lavoro ed io mi sono comportato malissimo, ho ceduto alle pressioni di Shannon… lui mi tormenta… ci siamo separati, ma da quando è successo, per di piú a causa sua, lui… guarda provo solo ribrezzo per me stesso…”
“Hai fatto sesso con il tuo ex?” – chiese diretto, accarezzando i capelli di Jude, che sembrava fremere nel palese accostamento, che nella sua mente stava facendo tra i fratelli Leto.
“Sí…in un motel… un’assurditá…”
“Credo che il problema non sia la location ahahah” – Downey cercó di smorzare la tensione, con il suo solito modo di fare affabile.
“No il problema è quello che sento per Shannon…”
“Avete un bambino, con anni di convivenza, che non si possono cancellare, anche se Shan ti ha deluso tradendoti con un uomo che secondo me lui non ama davvero, ma è una mia opinione personale…”
“Cosa devo fare Rob?”
“Avete litigato? Per questo sei sconvolto?”
“Sí ieri… l’ho respinto e ci siamo anche picchiati…”
“Questo lo puoi superare, ma per Chris, cosa provi davvero?”
“Io… io adoro quel ragazzo...”
“Allora posso consigliarti una cosa soltanto Tomo…”

Geffen inizió l’inventario del magazzino centrale, aiutato da due ragazzi del centro, che di solito servivano alla mensa.
“Glam io dovrei andare, è quasi ora di pranzo…”
“Ma non c’è Jared?”
“No, ha pulito solo verdure, seduto in cucina, si sentiva debole, poi è andato a fare una flebo dal dottor Rodriguez, che ha insistito per visitarlo.”
“Non ne sapevo nulla, ok vai pure, anche tu, andate, ci ritroviamo qui domani mattina. Grazie.” – e li congedó con un sorriso.
Si diresse all’infermeria, cercando Sebastian, senza trovare né lui e tanto meno Jared, che era andato alla casetta sulla spiaggia, lasciandogli un messaggio da Tania in segreteria.
Il medico era andato a fare visite a domicilio, Lula era all’asilo regolarmente, l’impiegata lo aggiornó sulla situazione anche dei rifornimenti, cosí da lasciarlo libero da altri impegni – “Signor Geffen oggi non ha appuntamenti, ma domani c’è la riunione con i due ambasciatori europei, non lo dimentichi…”
“Ci saró, non temere.”

La sabbia era tiepida, cosí come il sole, una giornata di maggio splendida.
Jared si era messo in costume, godendosi non solo quei raggi benevoli, ma anche l’acqua della marea, che lambiva la sua pelle, disteso e rilassato, in una posizione che ricordava l’uomo di Da Vinci.
“Cosí arrostirai!”
La voce alle sue spalle lo fece sorridere – “Glam… ci vuole ben altro…” – e si voltó, con un’aria simpatica e dispettosa, tirandogli una conchiglia.
“E smettila… avanti andiamo a mangiare, hai preparato qualcosa almeno?”
“No… c’è solo del gelato in casa…”
“Allora pescheremo direttamente dal mio cestino.”
Si alzó con un saltello – “Faccio una doccia…”
“Va bene, ti aspetto in cucina.”

Tornó in accappatoio, rubando subito uno spicchio di pomodoro dall’insalatiera.
“Non fare il troglodita, siediti e mangia composto Jared.” – disse Geffen fintamente severo, trattenendo una risata.
“Da quando sei diventato di nuovo padre, sei un vero rompiballe Glam!” – replicó ripetendo il gesto, direttamente nel piatto dell’altro.
“Buone le polpette vegetariane… certo che vederle mangiare da te è quasi incredibile ahahhahah!”
“Hai ragione… sono terribili…”
“Come sta Lula?”
“Lui benissimo e tu? Ho saputo che sei andato da Rodriguez.”
“Veramente è lui che è venuto a cercarmi per controllare in che stato fossi… pensavo lo avessi mandato tu…”
“Spiacente di deluderti, ma in questa occasione non centro, anche se sono un rompiballe…”
“Ma io scherzavo…” – e fece una smorfia.
“Mangia Jared. Guarda come sei secco.”
“Compenso te che sei un ciccione!”
“Ah bene, oggi mi ricopri di complimenti.” – e strizzó le palpebre, stritolando un grissino.
Jared rimase un istante a bocca aperta, in quel modo irresistibile, come un bimbo che l’aveva appena fatta grossa – “Tu… tu sei un uomo bellissimo… dovresti saperlo Glam.” – abbozzó un sorriso, arrossendo.
Geffen gli scompiglió i capelli – “Adesso manda giú qualcosa, non farmi preoccupare Jay.”
“Ok Glam… sono felice che tu sia qui con me… anche… anche solo cosí…”
“Se ci impegnano potremmo anche ritrovare i giorni migliori della nostra famiglia Jared.”
“È questo… è questo che vuoi davvero, Glam…?” – domandó esitante.
“Sí Jared, è ció che voglio. Davvero.” – rispose sereno.

Un temporale arrivó su Los Angeles alle prime ore della sera.
Quando Shannon lesse l’ultimo sms arrivato al suo palmare, rimase interdetto.
Scese velocemente in strada, con una scusa, lasciando Owen e Josh nel salone a giocare alla Play station.
Vide il suv di Tomo parcheggiato in un punto non intercettabile dalle numerose telecamere, messe a sorveglianza della residenza di Rice a Los Feliz e si diresse verso l’ex, che scese appena lo scorse nello specchietto retrovisore interno.
Shannon aumentó il passo – “Tomo!! Risali, ti prenderai una polmonite!”
“Ciao Shan… lascia perdere, sopravviveró… Devo chiederti un favore…”
“Ma… perché piangi… Tomo…”
“Potresti tenere Josh per un paio di giorni?”
“Josh…? Sí certo… dove stai andando?”
“Vado da Chris. Ho… io devo vederlo… e capire…”
“Capire?... Tomo, senti, calmiamoci, ieri sono stato uno stronzo, ma non volevo farti del male, sono stato un bastardo… parliamo tu ed io…”
“Shan… per favore…”
Si abbracciarono, risalendo poi in auto.
Shan mise le sicure, sistemandosi sui sedili posteriori.
“É…è giusto che tu vada da Chris… ma dammi la possibilitá di chiederti perdono per ieri Tomo…”
Lui si piegó, tenendosi la testa tra le mani, quasi soffocato da quel pianto disperato.
Tornó sul petto di Shan un attimo dopo, per poi baciarlo profondamente.
Le loro bocche sembravano fondersi, scambiandosi ossigeno ed amore puri.
“Vorrei… vorrei restare qui… per sempre Tomo… per sempre… ti amo cosí tanto… cosí tanto amore mio…”


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