Capitolo n. 104 – gold
Quando Tomo riemerse dalla bocca di Shannon, cercó con tutte le proprie forze di non andare oltre, anche se le loro mani non la smettevano di cercarsi ed accarezzarsi sotto agli abiti bagnati, anche dalle loro lacrime incessanti.
“Sai… sai quale è il problema tra noi Shan…?”
“Dimmelo Tomo…” – ansimó nell’incavo del suo collo, stringendolo per i fianchi, spingendolo lungo sul sedile spazioso, insinuandosi tra le sue gambe, facendogli sentire la propria eccitazione spasmodica.
“Non… non farlo Shan… io… io non riesco piú a fidarmi di te… ecco cosa mi sconvolge!”
Rasentando la brutalitá, Shan gli abbassó i jeans, mentre i pantaloni della sua tuta scivolarono via con maggiore facilitá, come fu altrettanto semplice invaderlo, unendo i loro corpi, che si conoscevano cosí bene, sin dalla prima volta che esplorano la reciproca intimitá, senza limiti, senza vergognarsi per ció che provavano, era amore, un amore bellissimo, che aveva vinto, sopravvivendo a mille battaglie.
Convulsamente si ritrovarono praticamente nudi, avvolti l’uno nell’altro, come mani di teneri amanti, come ali di gabbiani in volo, una sinergica geometria, che si accendeva dei loro gemiti crescenti ed estatici, fino al sublime, estremo affondo, con cui Shannon lo colmó di sperma, baci, morsi e carezze, portando anche il sesso di Tomo al piú alto appagamento possibile.
Il volo per Madrid sarebbe decollato alle undici di sera.
Tomo, ancora sporco dentro di Shan, prese un bagaglio a mano esiguo, parló con Kevin, preparando una sorpresa per Chris, con la sua complicitá.
Il compagno di Geffen non colse alcun turbamento nella voce al telefono di Tomo, dandogli tutte le indicazioni per raggiungerli.
Era pronto ad avere le risposte, che cercava da tempo.
Glam era rimasto sulla poltrona a guardare il mare oltre le vetrate, mentre Jared, completamente vestito, dormiva tranquillo, dopo avere trascorso il resto della giornata a sbrigare un po’ di lavoro via internet, a favore della fondazione per nuove raccolte di fondi.
Jared aveva molti contatti e stava meditando un concerto con diverse celebritá, da svolgersi proprio sull’isola.
In compenso erano pronti alcuni reportage e raccolte fotografiche, che il suo staff stava assemblando in un prodotto da distribuire a basso costo, per realizzare un piccolo parco giochi per i bambini.
Gli toccó appena la spalla – “Ehi… sveglia Jared, ti porto a casa, non voglio lasciarti qui… non è sicuro.”
Lui si raggomitoló protestando debolmente, poi fissó di sbieco Glam, che stava ridendo per i suoi capricci.
“Cinque minuti.”
“No, alzati… dai, devo andare da Lula.”
Allora scattó in piedi, in preda ad una sottile agitazione – “Scusami Glam! Potevi svegliarmi prima… io…”
“Calmati Jared… va tutto bene, se no ti avrei dato una pedata mezz’ora fa ahahahah…”
“Sei proprio… odioso!” – e gli tiró il cuscino.
Glam lo prese in braccio, mettendoselo sulle spalle, facendolo urlare – “Non starnazzare!! Ahhahaha”
“Lasciami!!!”
Lui esplose in una risata, poi lo mise in piedi davanti a sé, tormentandogli i capelli – “Te… te ne approfitti perché…” – “Perché sono un ciccione Jared?!”
Il cantante dei Mars replicó con deboli sberle sui bicipiti di Geffen, che lo bloccó con tenerezza e con la medesima intenzione lo abbracció – “Ti voglio bene Jared. Adesso andiamo, ok?” – mormoró limpido, come lo sguardo di Jared, che tornó a guardarlo – “Anch’io Glam… andiamo dai, Lula ti aspetta.”
Owen mise a letto Josh, dandogli un bacio sulla fronte – “Buonanotte cucciolo…”
“Notte zio Owen… ti voglio bene.”
“Anch’io tesoro…” – disse, sentendo contrarsi qualcosa al centro del petto.
Tornó in camera propria, dove Shannon era appena andato a coricarsi, dopo una lunga doccia.
“Tutto a posto amore?”
“Sí Owen… scusami per prima, ma non mi aspettavo Tomo con questa… novitá…”
“Ma è successo qualcosa a Chris?”
“Non… non me lo ha voluto dire, ma sembrava una cosa urgente per lui raggiungerlo…”
Era cosí bravo a raccontare bugie, a falsare la realtá, una lenta degenerazione.
Rice andó a sciacquarsi a propria volta, stendendosi poi al suo fianco, in preda ad una strana freddezza.
“Owen…”
“Che c’è?” – replicó nervoso.
“Perché … perché fai cosí?”
Dandogli le spalle, inspiró energicamente – “È come se tutto sfuggisse al mio controllo… no, peggio, alla mia comprensione Shan.”
“Cos’è che non capisci?”
“Tu… specialmente. Sei distante, sei come… come incastrato in un ingranaggio, senza alcuna gioia.”
Shannon lo cinse, baciandogli la nuca – “Non… non è con il sesso che risolverai questa situazione Shan…”
“Non voglio fare del sesso con te Owen…”
L’altro ridacchió mestamente – “Ah no…? L’amore, forse…?!”
Shan lo giró a sé con veemenza – “Smettila di fare lo stronzo!” – sibiló tra i denti, stritolandogli gli avambracci.
“E tu dimmi che cazzo ti prende da qualche settimana Shan!” – ruggí, provando a divincolarsi, inutilmente.
“NIENTE! NON MI SUCCEDE NIENTE OWEN!!”
“Dimmelo che te lo sei scopato! Dimmelo!!! Perché io l lo so che tu fai cosí SHAN!!!”
Le loro grida non potevano arrivare a Josh, troppo distante, anche se monitorato dal baby control.
Su quel piano c’erano tante stanze per gli invitati alla residenza di Rice, che spesso accoglieva clienti importanti, amici, oltre al figlio di Shannon.
In quel momento lui non sapeva come sedare le proteste di Owen, in preda ad un’ira esacerbata dalla sua estrema gelosia.
Lo liberó, ritraendosi, al centro del materasso, tremando – “Non ti reggo quando fai cosí Owen… sai soltanto martoriarmi con i tuoi modi da despota! Non sono una tua proprietá, credevo lo avessi capito, cazzo!”
“Ma… ma cosa diavolo stai blaterando!!?? Io… io sto morendo di te… possibile che tu non lo veda…?” – disse tra i singhiozzi, rannicchiandosi seduto, come un bambino impaurito: non erano mai stati tanto distanti e fragili.
Shannon si riavvicinó, lentamente.
Lo accolse, pregandolo – “Owen… vieni… vieni qui…”
Furono sufficienti pochi minuti, un lungo bacio e l’intrecciarsi delle loro dita, per ritrovarsi, almeno per quella notte.
Owen si abbandonó alle carezze di Shannon ed al suo sesso, che scivoló in lui con colpi insistenti, ma via via piú fluidi, armonizzati dagli umori del suo orgasmo, provocato dal progressivo ed incessante stimolo a quella porzione, che esplodeva in piacere assoluto, dalle mille nervature stimolate e tormentate da Shannon, capace di portarlo molto in alto.
“Tienimi… tienimi con te Shan…”
“Sono qui… sono qui…vivimi…sentimi…” – e si svuotó completamente, annullandosi in Owen, che non aveva mai provato tanta insicurezza sul loro domani.
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