martedì 15 marzo 2011

GOLD - Capitolo n. 102

Capitolo n. 102 – gold



Robert e Jude salirono al loro alloggio in silenzio.
“Ordino qualcosa dal cinese, Rob…?”
“Sí tesoro, come vuoi… mi hanno mandato un nuovo copione, volevo darci un’occhiata…” – replicó, fingendo noncuranza.
“Vuoi restare un po’ da solo…?” – domandó Law esitante.
Lui andó a sedersi sul divano, spostando quel plico, al quale non era per niente interessato – “No Jude…noi stiamo sempre insieme, non voglio che tu…” – respiró forte, premendo le mani sul viso contratto, chiuse a preghiera.
Law si avvicinó, schiudendo quella forma di barriera, stringendole tra le sue, per poi baciarlo.
Robert raccolse quel contatto come un dono prezioso, liberando una lacrima, che Jude asciugó con la propria guancia, dove svaní, come la tensione di un attimo prima – “Sai Rob… io… io non pensavo fosse possibile…”
“Cosa piccolo…?”
“Ti amo piú di prima…” – ribatté convinto, di fronte a quell’inconsueta fragilitá del compagno, che glielo faceva apparire ancora piú caro al suo cuore.
“Jude…Jude… Jude…” – lo ripeteva spogliandolo, perché quel nome si era impresso nella sua anima, facendolo sorridere ad ogni risveglio, dandogli la forza di affrontare qualsiasi prova, senza piú aiutarsi con le droghe oppure rifugiandosi nell’alcol se qualcosa andava storto.
Downey sapeva di potere contare su Jude, in qualunque momento: era rassicurante ed ormai irrinunciabile.
“Prendimi Jude…ti prego…”
Si allungarono, amandosi per ore.
I loro corpi divennero ancora una volta un’unica espressione di gioia, fino al mattino seguente.

Lula accese il pc ed attivó il messenger, aveva imparato da Glam ogni passaggio.
“Papá vieniii!!!”
Kevin si era collegato a propria volta.
“Ciao peste… come stai?”
“Bene e tu?!”
“Tutto a posto… dov’è daddy?”
“Eccomi, eccomi… ciao tesoro…” – sorrise felice e ricambiato dalla stessa luce negli occhi di Kevin.
“Amore mi mancate…cosa combinate senza di me?”
“Siamo andati da zio Jared a mangiare la pizza! E mi ha insegnato la… la…”
“La scala musicale Lula…” – intervenne Geffen, che aveva avvisato via sms di quella visita il compagno.
“Come sta Jared? Avete parlato daddy…?”
“La febbre è passata, domani torna alla fondazione… sí, dopo ti racconto…”
“Ok daddy… cosí il nostro Lula è quasi musicista…” – rise, sfiorando il faccino del figlio sullo schermo, come a dargli una carezza a distanza.

Una volta soli, parlarono delle ultime ore.
“Sei stato davvero comprensivo Kevin, ma Jared è ancora molto… instabile…”
“E tu daddy?”
“Come ti ho scritto nell’email è sua intenzione tornare da Colin, con Syria e la bambina, impegnandosi a consolidare il loro legame e pregando che Farrell non reagisca male a questa novitá…”
“Perché dovrebbe?... Jared mica ha una storia con Syria, forse potrebbe temere ingerenze da parte sua nel loro quotidiano, ma Syria non è questo tipo di persona, anche se le donne a volte cambiano dopo la nascita di un figlio…” – sorrise – “Ma non hai risposto alla mia domanda Glam.”
“Mi emoziona incontrarlo…e mi deprime vederlo stare male.”
“Forse un giorno ritroveremo il nostro equilibrio…A volte mi chiedo cosa potrebbe spegnere il sentimento che vi unisce daddy…”
“Kevin…”
“È tutto a posto… ho solo voglia di stringerti e fare l’amore con te Glam…a fine mese vengo a Los Angeles…”
“Per… per il compleanno di Colin?”
“Sí, ma non ci vado… ti aspetto a casa, spero verrai…”
“Certo cucciolo, non mancheró…Quanti giorni ti fermi?”
“Solo uno… dormiamo insieme e poi riparto…anche se non pensavo a dormire…” – rise.
“Mancano tre settimane, passeranno presto Kevin.”
“Sí daddy, conteró anche i minuti… ti amo da morire.”

Simon prelevó Josh da casa di Tomo, cambiando i piani di Shan – “Ok campione, ti aspetto qui, poi andiamo da Owen.”
“Sí papá ci vediamo dopo.” – replicó raggiante per averlo lí.
Shannon rimase sul vialetto a salutarlo con la mano finché il suv non scomparve alla prima curva, lasciandogli un senso di vuoto.
Si giró verso le vetrate della mansarda, per scorgere la sagoma di Tomo, ma non era affacciato, come le altre volte.
Stava chattando con Chris.
“Colin ci ha invitato al suo b.day, cosa ne dici, ci andiamo?”
“Volentieri… certo sono solo di passaggio, vediamo di non trattenerci troppo a questo party ahahha…”
“Sei… sei bellissimo…”
“Ti voglio bene Tomo, hai letto la mia email?”
“Sí, mi hai … sconvolto…”
“Ho solo raccontato tutte le emozioni che sei riuscito a fare nascere dentro di me…ti amo…”
“Ti amo anch’io Chris… ci sentiamo domani?”
“Spero di sí, adesso devo andare, ti bacio.”

“È davvero incantevole.”
“Da quanto tempo sei lí Shan?” – domandó palesemente infastidito da quell’intrusione.
“Abbastanza per capire che è solo un capriccio… per te ovvio, non per lui. Lo capisco.”
“No, no, tu non hai davvero capito nulla!” – gli andó vicino, investendolo con le sue proteste – “Il tuo cuore si dev’essere prosciugato, è arido almeno quanto un deserto Shan ed io non ti riconosco piú!”
“Cos’è che non riconosci? Il mio amore per te?!” – chiese a denti e pugni stretti, affrontandolo con veemenza.
“Esci da questa casa.”
“Non ci penso assolutamente, aspetto nostro figlio e poi me ne vado.”
“Nostro figlio torna tra tre ore almeno, quindi fatti un giro e poi puoi tornare!” – urló afferrandolo per un braccio e portandolo verso la scala – “Avanti scendi!!”
“Datti una calmata Tomo!!” – inveí, spingendolo a propria volta e facendolo cadere.
Tomo andó a sbattere violentemente con la schiena contro la scrivania.
Si piegó, lamentandosi.
“Tomo! Amore… amore scusami… Dio… ti ho fatto male…” – Shannon scoppió a piangere, abbracciandolo e controllando quanto fosse grave la situazione.
“Come…come se fosse la prima volta… cazzo… cazzo vattene!”
“Tomo perdonami…” – sembró supplicarlo.
A quel punto lo incenerí con lo sguardo ferito quanto il suo animo – “Hai… hai buttato nel cesso la nostra famiglia Shan… ed ora vuoi sporcare anche la mia storia con Chris… cosa vuoi?? Scopare??? Vattene dal tuo grande uomo a farti sbattere, io non mi abbasseró piú a tanto!! VATTENE STRONZO!!”

Colin rimase al telefono con Jared per piú di due ore.
“Sará stato il jet lag … il cambio di temperature, dal Maine a qui, poi Haiti… sei a letto?”
“Sí… mi sento debole, mangio molta frutta…”
“E qualcosa di piú solido?”
“Mmmm pizza… ieri sera…Sono passati Lula e Glam, mossi a pietá dal relitto…”
“Ah… capisco, come vanno le cose?”
“Quel bambino è un prodigio, é…” – si bloccó, avrebbe voluto dire “innamoratissimo di Geffen”, ma trovó inopportuna quell’espressione – “Insomma ha cambiato la vita di Kevin e Glam.”
“Non poteva essere diversamente, Jay…”
“Infatti, ma… ma dimmi di te, della terapia, di… Jude, è tornato vero?”
“Sí, mi ha accompagnato, è stato meglio cosí, certo poteva esserci Simon o Claudine, non sono solo…”
“Ma Jude era meglio.” – mormoró abbozzando un tono scanzonato.
“No… no, è successa una cosa spiacevole Jared…”
“Quale cosa?” – sembró ricevere una scossa elettrica, scattó seduto sul letto, pensando a mille ipotesi.
“Io… io sono stato male, il medico mi aveva avvisato… insomma ero intontito, gelido come un pezzo di ghiaccio…Abbiamo cenato e poi io me ne sono andato a dormire, cosí ha fatto Jude, l’ho ospitato, perché Robert era dalla figlia a Malibu. Quando… quando sono andato a chiamarlo per la colazione, l’ho trovato in uno stato tremendo, non riusciva a svegliarsi, era come immerso in un sonno profondo, in un vero incubo…”
“Mi… mi dispiace Cole… ma dopo è stato bene?”
“Ho avvisato subito Downey, perché si è alzato, ma era agitato, ha dato di stomaco, poi è come crollato… e mi ha confidato una cosa accaduta quando era adolescente…”
Jared rimase in silenzio.
“Ci sei…? Pronto…?” – “Sí Colin, sono qui… gli hanno…qualcuno ha…?”
“Sí Jared, vedo che hai capito… tre bastardi…”
“Tre…?”
“Compagni di scuola, anche se erano piú grandi di Jude… era un ricordo completamente cancellato, tanto che neppure Robert ne sapeva nulla. Quando è arrivato alla End house ha ascoltato insieme a me il racconto del suo compagno… è stato terribile.”
“So… so cosa vuole dire…”
“Jared io… io dovevo dirtelo…”
“Jude è stato fortunato a non essere solo in un momento cosí drammatico… E… e Robert?”
“Lui… lui è fantastico, lo sai…”
“Si amano immensamente…”
“Come noi Jared…” – sorrise.
“Sí Colin, proprio come noi.”




Grazie a Ladywho per la foto di RdJude

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