Capitolo n. 112 – gold
Colin si accasció sul ventre di Jared.
Avevano fatto l’amore due volte, era notte fonda, le mani di lui tra i capelli del bellissimo irlandese, che continuava a colmare di baci il suo petto disegnato da un artista ispirato od innamorato come lui di quell’eterno ragazzo dagli occhi rubati al cielo.
“Ne avevo… davvero bisogno Jay…ti amo, ti amo… ti amo…” – lo ripeteva affondando nella sua bocca, non riusciva a smettere di baciarlo.
Jared si abbandonó completamente a tutte le sue attenzioni, il cuore traboccante di gioia: trovarsi tra le braccia di Colin era sempre qualcosa che lo emozionava e scombussolava.
In fondo non erano necessarie conferme ai suoi sentimenti, Jared avrebbe voluto solo che qualcuno o qualcosa cancellasse il ricordo di Glam, il cui sapore era ancora cosí vivo nella sua gola.
Si era lavato forsennatamente nel bagno dell’aereo, che lo riportó a Los Angeles, cambiandosi persino i vestiti, ingurgitando mentine e caffè, fino a nausearsi.
Compró anche un dopobarba al duty free, ricordandosi che Colin lo usava qualche anno prima.
Gli fece piacere risentire quella fragranza, gli restava sempre sul colletto della camicia quando si ritrovavano in posti incredibili, dove facevano l’amore, al tempo in cui le loro vite erano troppo incasinate per condividere la famiglia che sognavano di costruire.
Si assopirono, ma Jared fu risvegliato dalla sensazione devastante di avere qualcuno dentro di sé.
Colin lo stava possedendo, nuovamente, intensamente.
Fu strano, ma stupendo, una lacerazione di sensi ed umori, che si rimescolavano, senza fine.
Jude stava armeggiando con il biglietto di auguri per Colin, mentre Robert confezionava il loro regalo.
Era un completo di Lacoste, sportivo ed elegantissimo, scelto insieme, pensando ai colori di Farrell.
“Cosa gli scrivo…? Mmmm vediamo…”
“Qualcosa di divertente… guarda che fiocco da antologia!” – rise.
“Che meraviglia… sono a corto di idee…”
“Jared è giá arrivato, Jude?”
“Sí… stanno facendo acrobazie da ieri sera ahahhah…”
“Meglio cosí…Ci sará molta gente oggi?”
“Una cinquantina di amici, ci sará il cattering del Villa´s, poi le sorelle di Colin, la mamma, il padre ed il fratello non ne sono sicuro, ma per i suoi primi quarant’anni, la festa dev’essere speciale.”
“Lo sará di sicuro Jude.”
I bambini erano in visibilio, correvano ovunque, tra coccole e complimenti da parte di tutti.
C’era un’atmosfera elettrizzante, Colin era persino agitato – “È solo un compleanno, ma è come se dovessi salire su di un palco per una prima teatrale…”
Jared gli stava allacciando la camicia, premuroso e complice – “Sei uno splendore… Il quarantenne piú affascinante sul pianeta…Scendiamo?”
“Sí cucciolo… Guarda il tavolo dei regali… Dio quanti pacchi…!”
“Visti… non ti senti come un bimbo il giorno di Natale? Ahahhaha…”
“In effetti…”
“Qui c’è il mio Cole…” – ed estrasse dalla tasca un astuccio in velluto blu.
Farrell lo aprí, rapito da mille emozioni.
Era una catenina d’oro con una piastrina incisa:
§ Il filo delle nostre vite non si spezzerá mai. Ti amo. Jared §
“É… è la cosa migliore che potessi ricevere… tu sei il dono piú prezioso per me Jay… ti adoro.” – e lo strinse, baciandolo con tutto sé stesso.
Un turbinio di applausi, risate e voci allegre accolse il suo arrivo nel parco, dove gli invitati stavano giá brindando al suo b.day.
Colin si divise tra tutti, disponibile e gentile, ma sempre cercando con lo sguardo Jared, che si trattenne molto con il fratello, su di una panchina poco distante dal centro dell’evento.
“Come vanno le cose Shannon…?”
“Un disastro… guardali… Josh è appiccicato ad Owen e Tomo a quel Chris… Non ce l’ho con questo ragazzo, lui è fantastico, ma ormai ció che voglio è tornare dal mio unico sposo…”
“L’ho letta la tua email, ma sono davvero preoccupato per il casino in cui ti sei infilato…”
“È la nostra specialitá fratellino… Cosa mi racconti di Colin e Glam?”
“Glam e Kevin hanno accolto il piccolo Lula ed è stata una scelta importante…Io continuo a… ad amarlo, Geffen non è ancora un capitolo chiuso per me e forse non lo sará mai… Con Cole fila tutto liscio, poi adesso devo dirgli una cosa.”
“Torni definitivamente?”
“Non… non ancora Shan… senti è successa ad Haiti...”
“Quale cosa Jared?”
Josh li interruppe, trascinando il padre da Owen – “Scusami, ne parliamo dopo…”
“Ok Shan, divertitevi.” – replicó destabilizzato.
Voleva che almeno Shannon sapesse di Syria, ma sembrava un’impresa riuscire a confidarsi.
La torta fu distribuita da un Colin raggiante, che aprí un mare di scatole, aiutato da Rebecca e Violet.
Ringrazió i presenti, sentendosi molto stanco.
Jude notó la sua spossatezza e lo invitó a rientrare in casa, ma lui voleva restare con i figli.
Robert gli si avvicinó – “Non preoccuparti, sta bene, ma lo sai che quella terapia disintossicante ha effetti collaterali duri da smaltire.”
“Sí amore… lo so purtroppo… senti devo andare in bagno. Mi accompagni? Sai non vorrei perdermi!” – e ridacchió, prendendolo per un braccio.
Jared li stava osservando da diversi minuti, quindi decise di seguirli, senza neppure saperne il motivo.
Imboccarono uno dei tanti corridoi del secondo piano, alla ricerca della loro camera – “Usiamo questa… cosa ne pensi, di farci un po’ di coccole Rob? I padroni di casa non si arrabbieranno…”
“Spero di no… e se ce ne andassimo?”
“Veramente Colin ci ha invitati a fermarci a cena e per la notte. Domani voleva fare una gita al parco acquatico con le pesti…Potremmo portarci anche Lillybeth.”
“D’accordo tesoro… ne parliamo dopo…” – ed inizió a sfiorargli le spalle, poi il petto, dove posó dei baci infuocati.
Jared pensó di andarsene, ma poi una frase di Jude lo trattenne oltre la porta rimasta socchiusa.
“Rob… Rob forse è meglio tornare di sotto…”
Lui sbuffó, comunque sorridente – “Colin sta bene, non stare in pensiero… Poi c’è Jared.”
“Sí certo… la principessa si è degnata di tornare.”
“Jude… dai, smettila. Lo sappiamo come la pensi su di lui, ma vuoi di nuovo litigare con Colin?”
“Non lo abbiamo fatto, c’è stato solo uno scambio di idee differenti…”
“Bel modo di descrivere quel disastro emotivo Jude.” – ironizzó, con le mani in tasca, appoggiandosi alla parete.
Law fece spallucce – “Ci siamo chiariti, c’eri anche tu. Vorrei solo che ritrovasse il proprio equilibrio, se penso a…”
“È passato Jude! Non rivangare.”
“Vorrei, ma gli effetti di quella overdose si vedono ancora adesso…”
Su quella parola Jared sentí un nodo allo stomaco, cercó persino ossigeno, per liberarsi da un’ansia improvvisa, che lo spinse ad entrare e confrontarsi con loro – “Cosa state dicendo? Quale overdose??!”
“Jared… no senti, noi…”
“Stai zitto Robert! Voglio sapere la veritá dalla tua principessa!” – ringhió nella direzione di Jude, che spalancó le iridi, arrossendo per l’imprevisto.
“È stato un incidente… che Colin ha superato…” – sembró giustificarsi.
“Non dire balle!! Cosa è successo davvero??”
Colin li stava cercando, trovando strano che fossero spariti tutti e tre contemporaneamente.
Sentí le loro voci concitate e si precipitó a vedere cosa stesse accadendo.
“OK VA BENE!!! ME LO HAI QUASI AMMAZZATO ECCOLA LA TUA VERITÁ JARED!!!”
Le sue grida arrivarono come un pugno in pieno viso a Farrell, che ormai era dietro a Jared, che sentiva salire una rabbia incontenibile.
“TE L’HO COSA??!! Ma… ma Robert tu non dici niente… non capisci cosa sta succedendo… e tu Colin…?? Hai avuto un’overdose e non mi hai detto niente?!?” – era furibondo, mentre Colin saettava lo sguardo da Jude a Robert, evitando quello di Jared, perché troppo insostenibile.
Robert deglutí, facendo un passo verso Jared – “Ascoltami, non c’è nulla da capire tra Jude e Colin, non quello che tu pensi almeno.” – disse risoluto.
“Quello che io penso?? Quello che io penso è che il tuo compagno ha messo gli occhi sul mio e forse… Dai dimmelo… se solo lo hai toccato…” – avvampó, rivolgendosi di nuovo a Jude, che rimase immobile – “Se solo cosa…?? IO NON HO MAI TRADITO IL MIO UOMO, IO NON SONO UNA PUTTANA COME TE!!”
“JUDE!!” – sbottarono all’unisono Colin e Robert, senza rendersi conto di come si stava muovendo Jared.
Si scaglió su Law, colpendolo in pieno viso con uno schiaffo, lui reagí con un pugno e poi si presero per le casacche strattonandosi contro i muri circostanti, urlandosi insulti pesanti.
Robert si precipitó a sbarrare l’uscita, onde evitare che altri assistettero a quel pietoso spettacolo, per poi aiutare Colin a separarli, che non si risparmiarono in altre sberle e graffi, strappandosi per poco anche i capelli.
Jared si fece una doccia, prolungata, silenziosa.
Colin era rimasto accovacciato sulla poltrona della loro camera, aspettando che si calmasse.
Sforzandosi come non mai, era riuscito a salutare chi intervenne al party, senza destare sospetti, ma chiedendo a Simon di controllare i bambini, affinché non salissero da loro.
Robert e Jude erano usciti dal retro, allontanandosi verso Malibu.
Jared ín accappatoio si allungó sul letto, girandosi dando le spalle a Colin, che si tormentava le nocche, piangendo sommessamente.
“Non mi importa di cosa ti lega a lui… se vuoi andarci a letto fallo pure, me lo merito, almeno per come ragiona quel bastardo.”
Farrell ebbe come una convulsione nervosa, si chiuse in bagno e vomitó tutto quello che aveva mangiato.
Jared lo soccorse, tenendogli la testa e poi lavandolo e sostenendolo.
Crollarono in un angolo, tra asciugamani e candele, scoppiando in una crisi di lacrime e livore repressi.
Chris raccolse una rosa gialla dal giardino dei Wong. Era rimasto da solo, decidendo di vagare tra quei fiori ed il verde curato nel minimo dettaglio.
Vide le scuderie e pensó che ci tenessero dei cavalli da corsa, gli erano sempre piaciuti.
Voleva curiosare ancora un po’, prima di andare a cercare Tomo.
Lo vide, girando il primo angolo dell’edificio, indietreggiando istintivamente, perché Tomo stava discutendo con Shannon.
“Io la mia decisione l’ho presa! Domani diró tutto ad Owen, tu riportati a casa Josh, mi dispiace di rovinarti la serata con Chris, ma non posso né voglio rimandare!”
“Shan ascoltami… non posso impedirtelo, ma non pensare che tutto si risolva in un battere d’ali e che io ti riaccolga in casa, come se nulla fosse accaduto!”
“Per Chris?!”
“Certo… certo, non voglio farlo soffrire, non in questo modo.”
Shan gli accarezzó il volto affranto – “Dimmi soltanto una cosa Tomo e sii sincero… Tu mi ami ancora?”
Il croato scrutó le iridi verdi, che lo avevano fatto impazzire di felicitá e di dolore, poi respiró a fatica – “Sí… sí, io ti amo Shan… ti ameró per il resto dei miei giorni.” – mormoró sommessamente.
Leto lo strinse, ringraziandolo e colmandolo di baci.
Chris se ne andó, lasciando cadere la sua rosa gialla, tra i rovi ai suoi piedi.
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