Capitolo n. 111 – gold
Mancava solo una settimana al b.day di Colin.
Jared nel frattempo si era dedicato alla fondazione a pieno ritmo, completando la raccolta di pezzi musicali nel tempo libero.
Evitava educatamente Geffen, dedicandosi un minimo anche a Syria, che aveva fatto ancora un controllo.
“I valori delle analisi sono buoni… cosí mi ha detto Sebastian… Anche la Roy è tranquilla.”
“E tu Syria?”
“Sí… ma sono in pena per te, non posso nasconderlo Jared. Sei sempre cosí triste.”
“Mi manca Colin… ed i nostri figli, ma mi tormento ancora per Glam.”
“Lui ti adora e potrai sempre contare su Glam.”
“Questo lo so, l’ho sempre saputo, anche quando credevo che lui fosse morto.”
“Sí la conosco la storia, me l’ha raccontata Pam… Lei ed io parliamo molto…” – sorrise.
“Paradossalmente fu il periodo migliore per me e Colin, cioè ci sentimmo davvero vicini, nell’amore che sentivamo per Glam… Colin forse non lo ammetterá mai, ma credo che ne fosse innamorato in qualche modo. Gli è davvero affezionato e soffre per come la nostra famiglia si sia letteralmente sfasciata. Poi c’è mio fratello, Tomo con Chris, questo Owen che non mi convince… è come un mazzo di carte, che il destino ha voluto rimescolare e poi buttare per aria, come in un gioco di prestigio… e sono tutte lí, sospese… come noi.”
Owen accompagnó Josh a fare le vaccinazioni.
Shannon era come sempre in fibrillazione, quindi decise di sostenerlo, ma alla fine entró lui dal medico, con il piccolo.
“Come siamo rimasti d’accordo campione?”
“Che mi fai un super super regalo se saró buono zio Owen…”
“Perfetto. Eccoci qui dottore, pronti.” – sorrise, ma era piú terrorizzato di lui, odiava le iniezioni.
Lo fece sedere sul lettino.
Josh spalancó gli occhioni, aggrappandosi al collo di Owen, che non sapeva piú dove voltarsi, sconvolto sia da quegli occhioni profondi, che da quell’ago minuscolo, ma minaccioso.
Fu tutto molto veloce ed appena finito Rice tiró un sospiro di sollievo – “Bravo tesoro… bravissimo, andiamo dai, papá sará svenuto nel corridoio.” – rise nervosamente, defilandosi tenendolo sempre in braccio e dandogli molti baci.
“Dio avete giá finito, meno male!” – esclamó Shan, abbracciandoli.
Telefonó subito a Tomo, per dirgli che era tutto a posto e che avrebbe riportato Josh all’indomani – “Ti dispiace?”
“No Shan… stai sereno e dí a Josh che lo adoro…”
“Sí… anch’io… A presto.” – disse sommessamente.
Nel giardino della villa di Los Feliz troneggiava un mega pacco, che Josh corse a disfare: era una jeep elettrica.
Inizió a saltare pazzo di gioia.
L’aveva chiesta il Natale precedente, ma era ancora un po’ presto per averla, cosí il dono era stato rimandato.
“La desiderava tanto… grazie Owen…”
“Mi dá una felicitá immensa questo monello… gli voglio cosí bene…” – lo strinse, baciandolo – “Ti amo Shan… ti amo da morire.”
Jared decise di anticipare la partenza ed avvisó Colin – “Se mi vuoi tra i piedi volo da te amore…”
“Tra i piedi? Tutta la vita angelo mio… Quando arrivi?”
“Ho l’aereo tra quattro ore… per cena direi… mi aspetti?”
“Ti faró preparare tutte le cose che preferisci da miss Wong… a dopo allora… ti amo Jay, ti amo…” – sembrava arridere verso l’infinito.
Jude alle sue spalle gli sorrise – “Sono contento che stia arrivando… sembri rinato Colin.”
“Lo pensi davvero Jude?” – domandó quasi con apprensione, aveva bisogno della sua conferma.
“Sí, sono sincero. Per te voglio solo il meglio buddy.”
“Cazzo anche i taxi dovevano scioperare!” – sbottó, mentre richiudeva il trolley.
Decise di chiamare Glam, che passó a prenderlo dopo pochi minuti.
“Ti ringrazio… ero proprio nei guai…”
“Dopo domani parto anch’io… Potevi aspettarmi.” – disse parcheggiando, togliendosi poi gli occhiali scuri, alla Matrix.
“Sono impaziente di rivedere il mio uomo ed i nostri cuccioli.” – replicó Jared deciso, ma calmo.
“Ottimo. Porta i miei auguri a Colin ed i saluti a tutti allora.”
“Lo faró, ci vediamo Glam, salutami Kevin quando lo vedrai.”
“Sí … certo.”
Jared scese, prendendo il bagaglio, senza girarsi, ma poi si bloccó.
Geffen era appena ripartito, senza mai smettere di scrutarlo dallo specchietto retrovisore.
Frenó, riaccostando in una piazzola, pensando che si fosse dimenticato qualcosa, ma sui sedili non c’era nulla.
Vide Jared correre verso l’auto, in lacrime.
Aprí lo sportello, ma lui salí dall’altra parte, volandogli al collo.
“Jay…”
“Ti amo… ti amo Glam… e non cambierá mai questa cosa che ho nel cuore…Ogni volta che ci salutiamo, è come morire… per me…” – si stava soffocando, talmente era agitato, ma Geffen riuscí a placare la sua ansia, accarezzandogli la schiena, poi la nuca, i capelli – “È tutto a posto Jay… non ci lasceremo mai davvero… vivremo anche lontani, ma saremo sempre un ricordo indelebile, forse il rammarico piú grande, ma nessuno potrá cancellare l’amore che ci unisce…è impossibile, almeno quanto stare insieme, sai?” – gli sorrise, asciugando quelle gocce preziose, con dei baci fugagi e poi via via piú intensi.
I vetri scuri celavano i loro gesti: Glam sfiló la maglietta a Jared, che aveva iniziato ad accarezzarlo, tormentando la sua erezione attraverso la stoffa dei pantaloni di lino.
Lo spoglió piegandosi tra le sue gambe, per dargli un piacere incredibile con quella bocca perfetta, con quel suo modo indomabile di fare delle scelte anche avventate, come un treno in corsa, che non riusciva a fermarsi mai.
Geffen reclinó di poco il proprio sedile, mescolando le dita ai capelli setosi e castani di Jared, che succhiava e leccava, tornando a guardarlo di tanto in tanto, fondendosi nei suoi occhi celesti ed innamorati.
Si aprí la camicia, lasciando spazio agli arabeschi disegnati da Jared, che risalí a baciarlo, finendolo dopo qualche istante, ritornando giú ed ingoiando fino all’ultima goccia di lui.
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