sabato 26 marzo 2011

GOLD - Capitolo n. 115

Capitolo n. 115 - gold



Geffen rientró in anticipo rispetto a Jared.
Lui si era trattenuto ancora per un paio di giorni alla End House, dopo la festa per i quarant’anni di Colin.
Kevin era partito per Londra, la prima di cinque date europee, che lo avrebbero impegnato per un paio di mesi.
I primi giorni di giugno erano sempre impegnativi alla fondazione: si faceva un inventario generale ed un consuntivo, sia economico, sia progettuale, per vedere se gli obiettivi del semestre erano stati raggiunti.
Glam si tuffó nel lavoro, per buttarsi alle spalle le ultime ore, ma Pamela era altrettanto indaffarata con gli impegni familiari e sociali, cosí da piombare nel suo studio, per una richiesta precisa.
“Scusami, ma oggi proprio non riesco a portare Syria per l’ecografia. È previsto un mezzo uragano e devo andare al centro medico per i vaccini, la prevenzione…”
“Lo so, ok Pam, la porto io, per che ora?”
“Alle quindici…”
“Ok, allora vado subito.”
“Grazie… ehi ombre, tutto a posto in California?” – domandó fissandolo.
“No Pamela, un vero disastro…” – replicó sbuffando.
“Perché non fai chiarezza in quella cavezza?!”
“Scommetti che se la apriamo, la mia cavezza, ci troviamo solo farfalle che volano? Anzi, moscerini ahahahhah… Ciao cara, fai attenzione con questa tempesta in arrivo, rincasa presto…”
“Lo faró, saluta Syria e la Roy.”

Quando lo vide arrivare, Syria fece un sorriso di grande gioia.
Andare con Glam dal medico, era sempre occasione di divertimento per lei.
Lui faceva battute, la tranquillizzava ed era una via di mezzo tra un papá moderno ed un amico fidato ed amorevole.
“Allora siamo pronte principesse?”
“Ciao Glam… sí, come sto?”
“Benissimo…” – disse scrutandola nel suo abitino bianco.
“Me lo ha prestato Pamela…”
“Lei ha buon gusto ed a te sta bene tutto.”
“Anche la bimba ti saluta… senti qui…”
Lui le sfioró il pancino perfetto e sentí un calcio leggero.
“Salta giá questa monella… Andiamo bene!” – e le strizzó l’occhio, aiutandola a salire in auto.
La ginecologa fece un controllo metodico, verificó le analisi, integrando nuove vitamine, per poi passare all’esame preferito da Syria, che poteva vedere la sua cucciola.
La Roy sorrise – “Ok chiamo Glam.”
“Grazie dottoressa…”
Lui fu disponibile come al solito, sentendosi anche distratto e sollevato dal pensiero di Jared e Kevin.
“Oggi il papá non c’è?”
“No Alexandra, è a Los Angeles…” – disse guardando le foto, allegate al nuovo referto.
“Comunque qui c’è anche il cd di quello che abbiamo fatto oggi, se vuoi mandargli una email…”
“Grazie, ok lo faremo dopo, vero Syria?”
“Sí… certo…” – sorrise, sistemandosi per andare via.

Il palazzo dove si trovavano era moderno, un monumento alla corruzione della presidenza dell’isola di Haiti, dove il governo era stato coinvolto in diversi scandali durante la ricostruzione.
Era oltremodo dissonante dal resto dei quartieri poco distanti: ultra moderno, settanta piani di negozi, uffici, un centro commerciale, due ristoranti, una discoteca nel piano interrato e la sede dell’ambasciata americana a metá dello stabile.
Glam portó Syria a fare uno spuntino, notando che il temporale si stava avvicinando.
“Ho una fame… terribile…” – rise.
“Mangia senza fretta, tanto resteremo bloccati qui se quello ci viene addosso tra poco, come temo…”
“Speriamo che passi senza troppi danni…”
“Qui siamo al sicuro.”
La ragazza si guardó intorno, illuminandosi nel vedere un manifesto colorato, appeso al bancone centrale: “Guarda Glam… un ballo di debuttanti…”
Lui notó i dettagli – “I miei amici USA hanno organizzato le cose in grande…” – disse facendo cadere la cartella medica di Syria.
“Accidenti… che imbranato…ora la risistemo o almeno ci provo…ehi… ma… Tesoro oggi è il tuo compleanno…” – mormoró stupito, notando il primo foglio con i dati di lei, che si scherní – “Non è cosí importante Glam…”
“Sí che lo é. Dobbiamo festeggiare…” – disse come ispirato da un’idea.
“Vieni, il b-day è sempre un giorno speciale.”
“Ma Glam… dove mi porti?”
“Ti fidi di me?” – domandó con quel sorriso accattivante, che avrebbe fatto comprare un cammello ad un esquimese.
“Certo, da sempre.” – replicó lei, incuriosita, pronta a seguirlo.

Geffen si sistemó su di una poltroncina, mentre due commesse molto eleganti andavano e venivano, dal camerino dove Syria si stava cambiando.
Uscí quasi saltellando – “Wow… è troppo bello questo abito!” – esclamó, improvvisando un defilé davanti a lui, che si stava divertendo come un pazzo, nel vederla cosí felice.
“Mmmm sí, è quasi perfetto, ma prova anche l’altro.”
“Ok, vado vado… vado…” – poi tornó indietro e gli diede un bacio sulla fronte – “Per cosí poco…” – rise.
Scelse poi il secondo vestito, colore crema oro, la sua abbronzatura risaltava, come il suo seno nel taglio impero del bustino e la rotonditá deliziosa, mascherata dalla georgette di seta, che arrivava sino ai piedi.
“Ora le scarpe e la borsetta, ci sono vero signorina, in tinta possibilmente…?”
“Certo mr Geffen… Arrivo.”
Syria era un’esplosione di entusiasmo.
Quasi come la pioggia, i lampi ed i tuoni, che ormai li avevano confinati in quel gigante di acciaio e cristallo.
Glam prese una suite, posando poi altre scatole nel salottino – “Cosa c’è li dentro?”
“Ah sei troppo curiosa… guarda che adesso arrivano l’estetista e la parrucchiera, manca poco alla serata di gala. Ho fatto una telefonata, mi dovevano un favore, per cui ci aggreghiamo anche noi, cosa ne pensi?”
“Penso che… che tu sia un uomo straordinario…Lo stai facendo perché daró una figlia al tuo Jared…?” – domandó con un’aria innocente.
“Ho sempre fatto ció che mi andava, sai?... Il problema è che accadeva solo per me stesso, per un mio fine personale… Ora cerco dei gesti altruistici, piú o meno lodevoli, non sto facendo della beneficenza con te Syria, ma è solo un dono, perché lo meriti e non per Jared o per vostra figlia…” – sorrise.
“Io… io ti voglio un mondo di bene Glam…” – arrossí.
“Anch’io… ehi suonano! Saranno le girls del salone, vediamo?”
Erano loro, pronte a farla bella, anzi bellissima.
Un’acconciatura con dei boccioli di rosa e gemme di swarovski, un trucco leggero, ma luminoso, come il suo sguardo.
Glam noleggió uno smoking, nel quale si sentiva un po’ rigido – “È da troppo tempo che non ne indosso uno… Sembro un pinguino ahahhah… Tu invece sei uno splendore…”
“Sono… sono cosí emozionata… vorrei piangere… ma… ma poi rovino il trucco…”
“Appunto, quindi tieni duro, almeno finché non torneremo…” – le accarezzó le guance – “Ti faccio una foto, vuoi?”
“Sí… poi ne facciamo qualcuna insieme Glam?”
“Certo… ce ne fa una lei per favore?”
“Sí, subito. Come state bene, siete sposati da molto?” – chiese l’estetista.
Loro risero – “No… siamo solo amici…” – sussurró Syria, allacciandosi a Glam, che sembrava proteggerla anche dall’aria circostante.

Ballarono e conobbero alcuni rappresentanti di organizzazioni internazionali, che apprezzavano il lavoro di Geffen.
Riuscirono anche a stabilire contatti interessanti, poi dopo avere assaggiato diverse specialitá del ricco buffet, risalirono in camera.
Syria andó subito a sedersi sul divano.
“Stanca?”
“Un pochino, peró sto bene…” – sorrise.
“Ok, ora peró dovresti lasciarmi il posto, dormiró lí, tu hai il letto presidenziale tutto per te ahahahh…”
“Posso stare io qui Glam…”
“Non se ne parla. Ah, ancora una cosa.”
Prese quindi dalla tasca una scatoletta rossa.
La porse a Syria, che l’aprí in un nanosecondo.
Una catenina in oro bianco, con una goccia di diamante.
Lei era senza parole – “Buon compleanno piccola. Posso?”
“Sí… grazie… io … non so cosa dire…”
“Spero solo che ti piaccia, ecco fatto, vai a specchiarti.” – disse dopo averle allacciato il collier.
Lei fremeva dalla contentezza, quindi liberó il suo pianto, rimandato a lungo in quelle ore.
“No, no, è la tua serata, cosa sono queste lacrimone?”
Andó ad abbracciarla, rassicurandola.
“Glam… tu … tu sei l’unico a volermi bene davvero…”
“Cosa…? Tesoro tu sai che non è cosí…” – disse sereno.
“Jared mi rispetta… Pamela e le ragazze sono adorabili, ma non mi sono mai sentita … amata come stasera…”
“Ne sono felice…Ti ho preso ancora qualcosa, per la notte, ma se non mi fai un sorriso…” – e lei lo fece subito – “Bene, trovi tutto di lá. Vado a farmi una doccia, poi ti lascio il bagno ed andiamo a nanna, ok Syria?”
“Ok Glam…vieni a darmi la buona notte?”
“Sí, certo a dopo.”

L’acqua era bollente e ristoratrice.
Glam sentiva tutta la stanchezza di Los Angeles e di quel giorno particolare.
Sorrise, ripensando a come Syria si era impegnata ad essere all’altezza della serata, con educazione, ma anche molta classe, durante le conversazioni ed i balli con lui, dove si sentiva una vera regina, cosí almeno gli disse, gratificandolo.
Prese un telo bianco, si avvolse dalla vita in giú, tamponandosi il busto, il collo ed il viso con un secondo asciugamano.
Syria era oltre la porta – “Glam mi lasci il posto? Ho… una certa urgenza!” – disse scherzosamente.
“Ok, un attimo…” – uscí ridacchiando.
Syria lo squadró dalla testa ai piedi – “Che c’è piccola?”
“Niente! Pista…!” – era paonazza.
Glam prese l’accappatoio e si diresse all’armadio, dove aveva buttato di corsa i suoi acquisti, dell’intimo ed una t-shirt nuova, per il giorno dopo.
Syria era giá tornata – “Fatto! La camicia e la vestaglia sono stupende… Glam guarda!”
Lui si voltó, senza essersi cambiato – “Stupenda…anche il turchese ti sta un incanto…”
“Anche tu nel bianco sei… meraviglioso.” – lo disse, andandogli vicino, spaventata anche dal vento, che stava aumentando.
La luce saltó – “Oddio! Glam…!”
“Niente panico… ecco, le luci di emergenza si sono attivate, visto?”
“Sí… ma tu non hai mai paura Glam?”
“Un milione di volte…Cosa ne dici se andiamo a dormire Syria?” – sorrise, spostandole i capelli dal volto inquieto.
Un lampo illuminó tutto – “Miseria!” – esclamó lei, mordendosi le unghie.
“A me i temporali piacciono, certo che questo é… fuori misura… Ehi Syria, stai tremando…”
“È dal terremoto… ce ne furono molti… ero terrorizzata…”
“Lo immagino…”
“Ma con te sono al sicuro Glam…” – lo disse, aggrappandosi al suo collo, per poi baciarlo, con irruente candore.
Lui la accolse con attenzione, ricambiando quello slancio di affetto.
Si staccó piano, sfiorandole poi la fronte, gli zigomi, con le dita e la bocca, calda e sensuale, come del resto era lui, in ogni gesto, virile qualunque cosa facesse e che rendeva Geffen irresistibile.
“Syria…non dovevi… non mi devi nulla…” – disse con tenerezza, ma lei continuava a perdersi nelle sue iridi azzurre, prendendogli poi le mani, accompagnandole sui suoi seni, affinché la liberasse da quella stoffa sottile, dopo che lei aveva fatto scivolare la prima tunica preziosa, restando solo con una camiciola leggera, chiusa fino all’ombelico da bottoncini a pressione.
Lui seguí quel percorso, scoprendo il suo corpo quel poco che bastava per accarezzarla.
Syria respiró intensamente, chiudendo le palpebre, spogliando anche lui di quel poco che indossava.
“Vieni piccola…” – la portó sul letto, sistemandola tra i cuscini, tornando a baciarla ed accarezzarla, dandole un piacere puro ed assoluto.
I capezzoli turgidi erano il punto piú sensibile, dove Glam concentró le sue capaci attenzioni, mentre le dita arrivavano tra le gambe della ragazza, che gemeva, tormentando le lenzuola.
Infine precipitó, facendola venire con la bocca.
Glam non avrebbe mai fatto l’amore con lei, perché era pericoloso, perché non era giusto, perché ormai anche lui era caduto in quel vorticoso universo, dove tutti si prendevano tutto, lasciando dietro di sé solo macerie.
Le conseguenze della sua debolezza forse lo avrebbero fatto pentire presto o forse no, facendo in modo che quei momenti restassere il loro segreto inviolabile.
Quando tornó a guardarla, il sudore imperlava il sembiante armonioso di Syria – “Mio Dio… Dio… che bello… Glam… Glam…” – ripeteva il suo nome, accoccolandosi sul suo petto, inondandolo di baci, pronta a restituirgli quell’orgasmo devastante.
“Fermati… cucciolina non… non devi stancarti, lo sai…”
Lei quasi si imbronció, ma Glam la fece sedere, tra i guanciali setosi, portando il proprio sesso alle sue labbra che lo reclamavano, mentre lo stava giá toccando, facendolo ansimare.
Syria non aveva molta esperienza, ma fu in grado di farlo sentire in un modo che Geffen non ricordava.
“Sei… sei bravissima…” – disse soffocando un grido compiaciuto, spostandosi appena in tempo, prima di venire, ma lei non lo abbandonó, massaggiandolo fino alla fine, mentre Glam si allungava al suo fianco, svuotandosi sul proprio ventre e raccogliendo ancora un bacio dalla giovane, che era in estasi quanto lui.




SYRIA


GLAM

Nessun commento:

Posta un commento