Capitolo n. 174 – zen
I polpastrelli di
Louis ebbero un fremito sulla prima fetta biscottata, che aveva intenzione di
imburrare.
Vincent aveva
preparato una tavola imbandita con qualsiasi cibo, dolce o salato, il suo
ospite speciale potesse gradire.
Imitandolo, Lou evitò
i soliti cereali con il latte, provando a gustarsi quella fragrante delizia,
con una marmellata, confezionata da maman Bebèl in persona.
“Ne prepara decine di
vasetti e Bernard preferisce salsiccia od aringhe già dal mattino” – Lux rise,
poi, dopo avere osservato per qualche istante Louis, gli si affiancò, sulla
comoda panca imbottita, posta in un giardino d’inverno magnifico, ricavato
sotto ad un grande gazebo in ferro battuto e vetri, nei toni del verde e
dell’azzurro, come le iridi di entrambi.
L’uomo avvolse il
busto gracile del suo petit enfant, dandogli un bacio leggero nel collo, nella
porzione scoperta, calda e profumata – “Lascia, faccio io”
“Non riesco a
smettere …”
“Di tremare Lou?
Posso capirti” – gli disse dolce, ma senza mielosi accenti, che proprio non gli
appartenevano.
Era virile anche
quando beveva il caffè, quel suo amico venuto dalla Francia, per portarselo
via, chissà dove: Louis ci aveva rimuginato tutta la notte, mentre faceva finta
di dormire, circondato dalle gambe e dalle braccia di Lux, amorevole e
presente.
Niente sesso, solo
dei baci prima di assopirsi.
Umidi, caldissimi.
Sam ridacchiò,
allacciandosi il grembiule.
“Dio sia ringraziato,
ci hai salvati!” – esclamò divertito Jared, andandogli incontro.
“Dovresti toglierlo
…”
“Co cosa Sammy?”
“Il tuo cencio: nella
mia cucina non voglio vedere camici così imbrattati, ok?” – disse più austero,
sogghignando ancora sotto i baffi.
“Ce certo! E’ che
stavo preparando la pummarola per la pizza … ehm … con il nonno a dire il vero
…”
“Jay!! Dove diavolo
sei finito?? L’aglio, che fine ha fatto anche l’aglio??!!” – urlò Meliti dalla
stanza accanto.
“Oh cavoli rieccolo …
E’ un despota, sai??” – e si precipitò in dispensa, dove Dean stava facendo un
po’ d’ordine insieme a Colin.
“Tuo marito è la
provvidenza fatta persona … Non che i dolciumi preparati da Tomo non fossero …
carini, direi artistici …”
“Ho capito, un
disastro”
“Non mi veniva la
parola” – bisbigliò l’attore, poi scoppiarono a ridere, anche vedendo
transitare Jared come una saetta.
Shan in compenso se
la cavava bene alla sezione fritti, almeno dai consensi raccolti dai vari
assaggiatori: Lula, Casper ed Alain, arrivato con Sylvie, che dimostrò una
notevole maestria nell’apparecchiare.
Denny e Marc non si tirarono
indietro, accontentandosi delle mansioni di sguattero e scaricatore, molto
sexy, di frutta e verdura.
Kurt pensava agli
addobbi, aiutato da Martin e Jamie, mentre Rossi impastava da ore, per fare
assaggiare agli avventori, si sperava numerosi, le sue famose tagliatelle ai
funghi porcini.
Sopraggiunse Geffen,
con un Harry piuttosto avvilito.
“Su diamo una mano
anche noi? Che ne pensi?” – propose l’avvocato togliendosi la giacca e la
cravatta.
Jared li accolse
sorridente.
“Ciao Glam, bene
arrivati” – e si abbracciarono.
“Ciao tutto bene?”
“Sì, Colin ed io ci
stiamo distraendo, è la migliore delle terapie …”
“Lo vedo … Ne sono
felice Jay … Cosa possiamo fare?”
“Credo che Sylvie
abbia bisogno: le sedie necessitano una pulita e dei feltrini … Magari Harry,
se te la senti …”
“Ok vado”
Una volta a debita
distanza, Jay notò la sua aria da “… cane bastonato: ha di nuovo litigato con
Louis?”
“Infatti … Sono due
cuccioli con ambizioni notevoli, non che gliene si possa fare una colpa, anzi,
io li ammiro, però …”
“Però?”
“Vincent si è messo
di mezzo, in totale buona fede: ha donato dei soldi a Lou, la cui prospettiva è
unicamente il benessere di Harry. Voleva comprare una casa, fargli una sorpresa
ed invece il mio collaboratore prodigio ha rovinato tutto con una gaffe
macroscopica”
“Quale …?” – domandò
incuriosito il leader dei Mars, sgranocchiando delle cialde di riso.
Geffen fece il
resoconto di quell’imbarazzante sequenza di eventi e Jared, al termine, scosse
la testa deluso – “Che carognata … Forse Harry è confuso, magari gli piace
Sylvie”
“In un certo senso
gli ho contestato la medesima cosa, ma lui strepita dicendo di amare Louis e di
volere un futuro esclusivamente con il fidanzato … Ex insomma” – ed aggrottando
la fronte, Glam sbirciò il menu.
“Potrei fare gli
hamburger?” – chiese con un entusiasmo fanciullesco.
Jared sorrise tirato,
memore dei suoi disastrosi esperimenti in proposito, ma non riuscì a negargli
quel ruolo, che Geffen accettò al volo.
“Volevo chiederti una
cosa … Ma non vorrei apparirti ingrato, Vincent”
“Ti ascolto, non
farti problemi” – replicò sereno, passando i giornali a Louis, che non sembrò
affatto interessato a sfogliarli, come appena fatto dal suo interlocutore,
anche se distrattamente.
“E’ per il denaro …
In effetti non mi hai mai spiegato da dove provengono le tue fortune” – sorrise
timido.
“Hai ragione: mi
occupo di import export”
“Ah ecco … ma di
cosa?”
“Un po’ questo, un
po’ quello” – gesticolò vezzoso.
Louis rise.
“Dio … sei bellissimo
… Ok, scherzi a parte, è molto più semplice di quanto credi. Money for money:
ho lasciato transitare in paradisi fiscali diversi patrimoni, ma ad una
condizione. Le vedove e gli orfani dei poliziotti, centinaia, anzi migliaia in
patria, sono riuniti in un’associazione nazionale, ma lo stato non provvede
loro a sufficienza. Diciamo che, per vie traverse, io ho risolto, ricavandone
una notevole percentuale. E’ stato il principio, poi ho azzeccato svariati
affari, ho giocato in borsa, nei periodi d’oro, come ad esempio cinque anni fa”
“Sì … ricordo …
Quelle aziende di riciclaggio di rifiuti”
“Centro, mon petit!
Quindi nella piena legalità, anche se, nonostante la sovvenzione a persone
indigenti, che neppure sanno del mio contributo, posso asserire di non essere
pulito al cento per cento. Mi dispiace tesoro.”
“Ma tu non hai fatto
nulla di cui vergognarti”
“Probabilmente quella
montagna di euro e dollari non arrivava da transazioni limpide, ma ti posso
garantire che non ho mai avuto a che fare con spacciatori od assassini, lo
giuro sulla memoria di Jacques!”
Louis si precipitò ad
abbracciarlo; Lux si era alzato sulle ultime affermazioni sincere.
Si strinsero forte.
“Ti voglio bene
Vincent” – mormorò profondo il ragazzo, appendendosi a lui.
“Ed io ti adoro … Mon
petit” – e lo baciò intenso, provando una gioia incontenibile.
Tom compilò i moduli,
suggerendo alcune risposte a Chris.
“Li odio” – sbottò il
tenente.
“Cosa?”
“I questionari. Al
comando mi aiuta spesso Jennifer, poi mi becco dell’impedito” – rise – “E
ricambio con un paio di birre”
“Interessante” – il
terapista inspirò.
“Che c’è piccolo?”
“Nulla”
“Non è vero Tommy è
da stamattina che ti vedo … confuso”
“In che senso?”
“In parecchi sensi,
forse vuoi tirarti indietro?” – domandò preoccupato.
“No Chris … In fondo,
però, mi chiedevo la stessa cosa … su di te, ecco” – ed arrossì.
“Mai stato più deciso!”
– annuì con un’espressione fiera, per il loro progetto in merito all’adozione.
“Perfetto” – sorrise
Tom, un po’ tirato, ma forse era unicamente per la tensione del momento,
dedusse il suo vichingo.
Forse sbagliando.
Lux accompagnò Louis
all’università.
“Ultimo esame prima
delle vacanze, dunque?” – chiese, annodandogli una sciarpa al collo, dopo
averci posato nuovi baci.
Il giovane si
commosse per le sue premure, totalmente paterne.
“Sì Vincent, non vedo
l’ora di”
Si interruppe,
pensieroso.
“Di …?”
“Fare l’albero … le
decorazioni”
Era un piacevole
ricordo, con la cioccolata calda, al termine dell’opera, compiuta l’anno
precedente insieme ad Harry.
Forse lui, secondo
Lou, se ne era dimenticato totalmente.
“Sinceramente, da
quando Jacques è … è andato via, non ho più amato il Natale, però quest’anno le
cose cambieranno, ne sono così felice” – e lo strinse, facendogli passare il
nodo allo stomaco, che lo torturava da quando aveva lasciato il suo Harry.
Suo, già …
Haz sistemò l’ultima
candelina rossa, passatagli da una Sylvie silenziosa.
“Ce l’hai con me?”
“No.”
“Louis mi ha … Mi ha
lasciato, se l’è presa a morte per …”
“Glam me lo ha detto:
perdona la franchezza, ma te lo meriti” – disse brusca.
“Voi lo venerate,
comprendo che Louis sia una meraviglia in terra, ma ho anch’io dei sentimenti
ed una minima dose di merito, nella nostra relazione!” – protestò.
“Quale relazione
Harry …?”
“Ok, ho rovinato
tutto, ho sparato solo cazzate, da domani andrò in giro con una bella maglia,
con su ricamato sono gay!”
“Credo che Louis non
ti abbia mai chiesto nulla di simile” – obiettò lei, piegando ad arte i
tovaglioli.
Haz deglutì a vuoto.
“Sì, hai ragione …
Vorrei rimediare, però siamo così distanti e poi …” – guardò nel parcheggio
oltre le vetrate, notando l’auto di Lux, che ne stava scendendo – “E poi ci si
è messo di mezzo quello!” – ringhiò a bassa voce.
La Saint honorè di
Sammy era un capolavoro.
Lux lo disse
ispirato, dopo il primo boccone.
Geffen rise.
Si erano come
appartati in una saletta, distante dagli sguardi dello staff, ma, soprattutto,
dalle occhiate feroci di Harry.
“Ecco vedi io gli ho
detto una cosa …”
“Impegnativa Vincent?”
“Assoluta direi ed a
me piace mantenere ciò che … prometto”
“Sentiamo …” – Glam
sorrise.
“Se lo avessimo fatto
io non lo avrei più lasciato andare via da me, ecco” – ed arricciò il naso,
guardando altrove.
“Mi sembra molto …
bello …”
“Mai oui … Però io
non sono uno stupido!” – affermò sotto voce, fissandolo.
“Cioè??”
“Cioè so quanto Louis
ami ancora Harry e credere che non tornerà più da lui, che non si ritroveranno …
E tu immagini l’imbarazzo di mon petit? Insomma Glam …” – e prese fiato – “Come
posso vederlo soffrire, tormentarsi, quando l’unica cosa che ambisco per Louis
è la realizzazione, la serenità …? Un avvenire quanto meno … fantastico, se lo
merita” – ed i suoi occhi si illuminarono di una tenerezza senza paragoni.
Geffen si grattò il
mento, come quei gatti compiaciuti ed un po’ pigri, ma non certo nell’ascoltare
quella dichiarazione d’amore da parte di un bel cinquantenne, per il suo
ragazzino innamorato.
Quello era il punto.
“Lou ti ama … e ti
vuole, ne sono certo”
“Ma anch’io lo voglio
e sto impazzendo, credimi!” – avvampò al solo pensiero.
“Vedi io in queste
faccende sono sempre stato un istintivo e … ed ho combinato spesso un mare di
casini, però tu so che pondererai le situazioni, non sarai avventato, ma
rimandare potrebbe essere deleterio”
“Eh …? Quindi …”
“Viviti questa
relazione e, se verrà quel giorno, ti garantisco che soffrirai da morire” – e nel
mentre, stava passando Jared, senza riuscire ad intercettare comunque i loro
discorsi, ma Geffen lo guardò, intenso – “… quando lui tornerà da Harry,
seppure …”
“Seppure …?”
“Non dubitare mai
dell’amore di Louis: è sincero, è autentico, ma dilaniato e se dovrà finire,
almeno saprai che è stato incredibile, avrai un rimorso, ma evita i rimpianti:
potrebbero distruggerti Vincent, credimi” – e si rialzò.
Tom gli aveva scritto
un sms e Jared si diresse sul retro, per incontrarlo nella massima
tranquillità, non senza avere avvisato Colin di quella visita imprevista.
Si abbracciarono, con
solare purezza.
“Tommy, che succede?”
– chiese il cantante, sedendosi su di una panchina sgangherata.
“Grazie per avere
trovato il tempo … E’ per … per il bambino, anzi, la bambina” – il fisiatra si
commosse, aprendo il plico, consegnatogli da Mrs. Gramble.
“Cavoli, dunque ce l’avete
quasi fatta?” – bissò sorridente, ma senza cogliere in Tom la stessa reazione
positiva.
“Manca poco, però io
sono titubante, su come reagirà Chris alla … resa dei conti” – rise nervoso.
“Addirittura?” – Leto
ammiccò simpatico, poi circondò le spalle magre dell’amico, come se fosse un
fratello, al quale era estremamente affezionato da sempre.
“Tu ami il tuo
compagno, Tommy?” – e lo puntò schietto.
“Sì … sì da impazzire
Jay”
“Bene: perché vedi ci
saranno dei momenti, durante la vostra prima esperienza genitoriale, in cui
avrai voglia di fuggire, urlare, metterti persino a frignare, molto più della
vostra cucciola, ma, ti assicuro, che se ne renderai partecipe Chris e lui farà
altrettanto con te, allora tutto, a poco a poco, si sistemerà, si … aggiusterà,
perché quando vi aspetterete, prendendovi per mano, senza correre, ma
semplicemente vivendo ogni attimo di questo miracolo, capirete quanto siete
stati fortunati e così vostra figlia” – e gli diede un bacio sulla tempia
sinistra.
“Miseria Jay …”
“Ti ho quasi
convinto?” – rise contagioso.
“No, meglio: mi hai
persuaso … definitivamente. Ti ringrazio, di cuore” – e lo strinse forte sul
petto.
Quindi si sollevò,
salutandolo veloce – “Devo tornare da Chris!”
“Ehi aspetta, come la
chiamerete??”
Tom si girò di
scatto, mentre era quasi arrivato alla macchina, esclamando radioso
– “Luna!”
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