domenica 1 settembre 2013

ZEN - CAPITOLO N. 174

Capitolo n. 174 – zen


I polpastrelli di Louis ebbero un fremito sulla prima fetta biscottata, che aveva intenzione di imburrare.
Vincent aveva preparato una tavola imbandita con qualsiasi cibo, dolce o salato, il suo ospite speciale potesse gradire.
Imitandolo, Lou evitò i soliti cereali con il latte, provando a gustarsi quella fragrante delizia, con una marmellata, confezionata da maman Bebèl in persona.

“Ne prepara decine di vasetti e Bernard preferisce salsiccia od aringhe già dal mattino” – Lux rise, poi, dopo avere osservato per qualche istante Louis, gli si affiancò, sulla comoda panca imbottita, posta in un giardino d’inverno magnifico, ricavato sotto ad un grande gazebo in ferro battuto e vetri, nei toni del verde e dell’azzurro, come le iridi di entrambi.
L’uomo avvolse il busto gracile del suo petit enfant, dandogli un bacio leggero nel collo, nella porzione scoperta, calda e profumata – “Lascia, faccio io”
“Non riesco a smettere …”
“Di tremare Lou? Posso capirti” – gli disse dolce, ma senza mielosi accenti, che proprio non gli appartenevano.
Era virile anche quando beveva il caffè, quel suo amico venuto dalla Francia, per portarselo via, chissà dove: Louis ci aveva rimuginato tutta la notte, mentre faceva finta di dormire, circondato dalle gambe e dalle braccia di Lux, amorevole e presente.
Niente sesso, solo dei baci prima di assopirsi.
Umidi, caldissimi.


Sam ridacchiò, allacciandosi il grembiule.
“Dio sia ringraziato, ci hai salvati!” – esclamò divertito Jared, andandogli incontro.
“Dovresti toglierlo …”
“Co cosa Sammy?”
“Il tuo cencio: nella mia cucina non voglio vedere camici così imbrattati, ok?” – disse più austero, sogghignando ancora sotto i baffi.
“Ce certo! E’ che stavo preparando la pummarola per la pizza … ehm … con il nonno a dire il vero …”
“Jay!! Dove diavolo sei finito?? L’aglio, che fine ha fatto anche l’aglio??!!” – urlò Meliti dalla stanza accanto.
“Oh cavoli rieccolo … E’ un despota, sai??” – e si precipitò in dispensa, dove Dean stava facendo un po’ d’ordine insieme a Colin.

“Tuo marito è la provvidenza fatta persona … Non che i dolciumi preparati da Tomo non fossero … carini, direi artistici …”
“Ho capito, un disastro”
“Non mi veniva la parola” – bisbigliò l’attore, poi scoppiarono a ridere, anche vedendo transitare Jared come una saetta.

Shan in compenso se la cavava bene alla sezione fritti, almeno dai consensi raccolti dai vari assaggiatori: Lula, Casper ed Alain, arrivato con Sylvie, che dimostrò una notevole maestria nell’apparecchiare.
Denny e Marc non si tirarono indietro, accontentandosi delle mansioni di sguattero e scaricatore, molto sexy, di frutta e verdura.
Kurt pensava agli addobbi, aiutato da Martin e Jamie, mentre Rossi impastava da ore, per fare assaggiare agli avventori, si sperava numerosi, le sue famose tagliatelle ai funghi porcini.


Sopraggiunse Geffen, con un Harry piuttosto avvilito.
“Su diamo una mano anche noi? Che ne pensi?” – propose l’avvocato togliendosi la giacca e la cravatta.
Jared li accolse sorridente.

“Ciao Glam, bene arrivati” – e si abbracciarono.
“Ciao tutto bene?”
“Sì, Colin ed io ci stiamo distraendo, è la migliore delle terapie …”
“Lo vedo … Ne sono felice Jay … Cosa possiamo fare?”
“Credo che Sylvie abbia bisogno: le sedie necessitano una pulita e dei feltrini … Magari Harry, se te la senti …”
“Ok vado”


Una volta a debita distanza, Jay notò la sua aria da “… cane bastonato: ha di nuovo litigato con Louis?”
“Infatti … Sono due cuccioli con ambizioni notevoli, non che gliene si possa fare una colpa, anzi, io li ammiro, però …”
“Però?”
“Vincent si è messo di mezzo, in totale buona fede: ha donato dei soldi a Lou, la cui prospettiva è unicamente il benessere di Harry. Voleva comprare una casa, fargli una sorpresa ed invece il mio collaboratore prodigio ha rovinato tutto con una gaffe macroscopica”
“Quale …?” – domandò incuriosito il leader dei Mars, sgranocchiando delle cialde di riso.
Geffen fece il resoconto di quell’imbarazzante sequenza di eventi e Jared, al termine, scosse la testa deluso – “Che carognata … Forse Harry è confuso, magari gli piace Sylvie”
“In un certo senso gli ho contestato la medesima cosa, ma lui strepita dicendo di amare Louis e di volere un futuro esclusivamente con il fidanzato … Ex insomma” – ed aggrottando la fronte, Glam sbirciò il menu.

“Potrei fare gli hamburger?” – chiese con un entusiasmo fanciullesco.
Jared sorrise tirato, memore dei suoi disastrosi esperimenti in proposito, ma non riuscì a negargli quel ruolo, che Geffen accettò al volo.


“Volevo chiederti una cosa … Ma non vorrei apparirti ingrato, Vincent”
“Ti ascolto, non farti problemi” – replicò sereno, passando i giornali a Louis, che non sembrò affatto interessato a sfogliarli, come appena fatto dal suo interlocutore, anche se distrattamente.

“E’ per il denaro … In effetti non mi hai mai spiegato da dove provengono le tue fortune” – sorrise timido.
“Hai ragione: mi occupo di import export”
“Ah ecco … ma di cosa?”
“Un po’ questo, un po’ quello” – gesticolò vezzoso.
Louis rise.
“Dio … sei bellissimo … Ok, scherzi a parte, è molto più semplice di quanto credi. Money for money: ho lasciato transitare in paradisi fiscali diversi patrimoni, ma ad una condizione. Le vedove e gli orfani dei poliziotti, centinaia, anzi migliaia in patria, sono riuniti in un’associazione nazionale, ma lo stato non provvede loro a sufficienza. Diciamo che, per vie traverse, io ho risolto, ricavandone una notevole percentuale. E’ stato il principio, poi ho azzeccato svariati affari, ho giocato in borsa, nei periodi d’oro, come ad esempio cinque anni fa”
“Sì … ricordo … Quelle aziende di riciclaggio di rifiuti”
“Centro, mon petit! Quindi nella piena legalità, anche se, nonostante la sovvenzione a persone indigenti, che neppure sanno del mio contributo, posso asserire di non essere pulito al cento per cento. Mi dispiace tesoro.”
“Ma tu non hai fatto nulla di cui vergognarti”
“Probabilmente quella montagna di euro e dollari non arrivava da transazioni limpide, ma ti posso garantire che non ho mai avuto a che fare con spacciatori od assassini, lo giuro sulla memoria di Jacques!”
Louis si precipitò ad abbracciarlo; Lux si era alzato sulle ultime affermazioni sincere.
Si strinsero forte.
“Ti voglio bene Vincent” – mormorò profondo il ragazzo, appendendosi a lui.
“Ed io ti adoro … Mon petit” – e lo baciò intenso, provando una gioia incontenibile.


Tom compilò i moduli, suggerendo alcune risposte a Chris.
“Li odio” – sbottò il tenente.
“Cosa?”
“I questionari. Al comando mi aiuta spesso Jennifer, poi mi becco dell’impedito” – rise – “E ricambio con un paio di birre”
“Interessante” – il terapista inspirò.
“Che c’è piccolo?”
“Nulla”
“Non è vero Tommy è da stamattina che ti vedo … confuso”
“In che senso?”
“In parecchi sensi, forse vuoi tirarti indietro?” – domandò preoccupato.
“No Chris … In fondo, però, mi chiedevo la stessa cosa … su di te, ecco” – ed arrossì.
“Mai stato più deciso!” – annuì con un’espressione fiera, per il loro progetto in merito all’adozione.
“Perfetto” – sorrise Tom, un po’ tirato, ma forse era unicamente per la tensione del momento, dedusse il suo vichingo.
Forse sbagliando.


Lux accompagnò Louis all’università.
“Ultimo esame prima delle vacanze, dunque?” – chiese, annodandogli una sciarpa al collo, dopo averci posato nuovi baci.
Il giovane si commosse per le sue premure, totalmente paterne.
“Sì Vincent, non vedo l’ora di”
Si interruppe, pensieroso.
“Di …?”
“Fare l’albero … le decorazioni”
Era un piacevole ricordo, con la cioccolata calda, al termine dell’opera, compiuta l’anno precedente insieme ad Harry.
Forse lui, secondo Lou, se ne era dimenticato totalmente.

“Sinceramente, da quando Jacques è … è andato via, non ho più amato il Natale, però quest’anno le cose cambieranno, ne sono così felice” – e lo strinse, facendogli passare il nodo allo stomaco, che lo torturava da quando aveva lasciato il suo Harry.
Suo, già …


Haz sistemò l’ultima candelina rossa, passatagli da una Sylvie silenziosa.

“Ce l’hai con me?”
“No.”
“Louis mi ha … Mi ha lasciato, se l’è presa a morte per …”
“Glam me lo ha detto: perdona la franchezza, ma te lo meriti” – disse brusca.
“Voi lo venerate, comprendo che Louis sia una meraviglia in terra, ma ho anch’io dei sentimenti ed una minima dose di merito, nella nostra relazione!” – protestò.
“Quale relazione Harry …?”
“Ok, ho rovinato tutto, ho sparato solo cazzate, da domani andrò in giro con una bella maglia, con su ricamato  sono gay!
“Credo che Louis non ti abbia mai chiesto nulla di simile” – obiettò lei, piegando ad arte i tovaglioli.
Haz deglutì a vuoto.
“Sì, hai ragione … Vorrei rimediare, però siamo così distanti e poi …” – guardò nel parcheggio oltre le vetrate, notando l’auto di Lux, che ne stava scendendo – “E poi ci si è messo di mezzo quello!” – ringhiò a bassa voce.


La Saint honorè di Sammy era un capolavoro.
Lux lo disse ispirato, dopo il primo boccone.
Geffen rise.
Si erano come appartati in una saletta, distante dagli sguardi dello staff, ma, soprattutto, dalle occhiate feroci di Harry.

“Ecco vedi io gli ho detto una cosa …”
“Impegnativa Vincent?”
“Assoluta direi ed a me piace mantenere ciò che … prometto”
“Sentiamo …” – Glam sorrise.
“Se lo avessimo fatto io non lo avrei più lasciato andare via da me, ecco” – ed arricciò il naso, guardando altrove.
“Mi sembra molto … bello …”
“Mai oui … Però io non sono uno stupido!” – affermò sotto voce, fissandolo.
“Cioè??”
“Cioè so quanto Louis ami ancora Harry e credere che non tornerà più da lui, che non si ritroveranno … E tu immagini l’imbarazzo di mon petit? Insomma Glam …” – e prese fiato – “Come posso vederlo soffrire, tormentarsi, quando l’unica cosa che ambisco per Louis è la realizzazione, la serenità …? Un avvenire quanto meno … fantastico, se lo merita” – ed i suoi occhi si illuminarono di una tenerezza senza paragoni.
Geffen si grattò il mento, come quei gatti compiaciuti ed un po’ pigri, ma non certo nell’ascoltare quella dichiarazione d’amore da parte di un bel cinquantenne, per il suo ragazzino innamorato.
Quello era il punto.

“Lou ti ama … e ti vuole, ne sono certo”
“Ma anch’io lo voglio e sto impazzendo, credimi!” – avvampò al solo pensiero.
“Vedi io in queste faccende sono sempre stato un istintivo e … ed ho combinato spesso un mare di casini, però tu so che pondererai le situazioni, non sarai avventato, ma rimandare potrebbe essere deleterio”
“Eh …? Quindi …”
“Viviti questa relazione e, se verrà quel giorno, ti garantisco che soffrirai da morire” – e nel mentre, stava passando Jared, senza riuscire ad intercettare comunque i loro discorsi, ma Geffen lo guardò, intenso – “… quando lui tornerà da Harry, seppure …”
“Seppure …?”
“Non dubitare mai dell’amore di Louis: è sincero, è autentico, ma dilaniato e se dovrà finire, almeno saprai che è stato incredibile, avrai un rimorso, ma evita i rimpianti: potrebbero distruggerti Vincent, credimi” – e si rialzò.


Tom gli aveva scritto un sms e Jared si diresse sul retro, per incontrarlo nella massima tranquillità, non senza avere avvisato Colin di quella visita imprevista.

Si abbracciarono, con solare purezza.

“Tommy, che succede?” – chiese il cantante, sedendosi su di una panchina sgangherata.
“Grazie per avere trovato il tempo … E’ per … per il bambino, anzi, la bambina” – il fisiatra si commosse, aprendo il plico, consegnatogli da Mrs. Gramble.
“Cavoli, dunque ce l’avete quasi fatta?” – bissò sorridente, ma senza cogliere in Tom la stessa reazione positiva.

“Manca poco, però io sono titubante, su come reagirà Chris alla … resa dei conti” – rise nervoso.
“Addirittura?” – Leto ammiccò simpatico, poi circondò le spalle magre dell’amico, come se fosse un fratello, al quale era estremamente affezionato da sempre.

“Tu ami il tuo compagno, Tommy?” – e lo puntò schietto.
“Sì … sì da impazzire Jay”
“Bene: perché vedi ci saranno dei momenti, durante la vostra prima esperienza genitoriale, in cui avrai voglia di fuggire, urlare, metterti persino a frignare, molto più della vostra cucciola, ma, ti assicuro, che se ne renderai partecipe Chris e lui farà altrettanto con te, allora tutto, a poco a poco, si sistemerà, si … aggiusterà, perché quando vi aspetterete, prendendovi per mano, senza correre, ma semplicemente vivendo ogni attimo di questo miracolo, capirete quanto siete stati fortunati e così vostra figlia” – e gli diede un bacio sulla tempia sinistra.

“Miseria Jay …”
“Ti ho quasi convinto?” – rise contagioso.
“No, meglio: mi hai persuaso … definitivamente. Ti ringrazio, di cuore” – e lo strinse forte sul petto.
Quindi si sollevò, salutandolo veloce – “Devo tornare da Chris!”
“Ehi aspetta, come la chiamerete??”
Tom si girò di scatto, mentre era quasi arrivato alla macchina, esclamando radioso

 – “Luna!”










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