La foto era segnata
dal tempo.
Come la loro storia.
Geffen la stava
fissando da qualche minuto, poi, al primo rumore, la nascose sotto il cuscino.
“Ehi daddy sei già
sveglio? Buongiorno”
Kevin andò a sedersi
sul bordo, accolto dall’ex in un caldo abbraccio.
Si sfiorarono le
labbra con un bacio leggero e casto – “Buon anno Glam”
“Anche a te … Dove
sono gli altri tesoro?”
“Tim e Lula stanno
preparando gli snow board, per una mega sfida” – rise, andando a ravvivare il
camino – “Jared, io e Dean, contro Denny, Sam e Shannon, mentre Preston
cronometrerà le nostre discese”
“Accidenti che sfida
… Bene, io con Rob, Jude e Colin, andremo in slittino, Tomo arbitro e le bimbe
in giuria … Si vede chi è in forma” – rise, alzandosi.
Un lieve capogiro lo
fermò.
“Daddy tutto bene?”
“Certo” – sorrise
forzato, bevendo poi dell’acqua, che lo fece sentire subito meglio.
“La colazione è
pronta”
Tim sopraggiunse,
andando a stringersi a Kevin, che gli diede un lungo bacio.
Erano incantevoli.
Geffen sorrise.
Le sue dita piuttosto
affusolate tamburellavano sul volante.
All’anulare destro
spiccava un anello d’oro giallo massiccio, con un minuscolo rubino, sull’angolo
in alto a destra, mentre al centro l’uomo aveva fatto incidere le proprie iniziali.
Scattò il verde e la
sua Aston Martin ripartì sgommando, in direzione dell’ospedale.
Nonostante il
navigatore, sbagliò strada un paio di volte, perché non si decideva ad
abbassare il volume dello stereo.
Finalmente ne vide l’ingresso
e lo infilò senza esitare, facendo inchiodare un suv, senza dargli la
precedenza: se ne infischiò, come faceva con tante, troppo cose nella vita.
Eppure gli andava
bene così.
Hugh era affacciato
alla finestra del proprio studio.
Aveva del lavoro
arretrato e Jim doveva presenziare ad un delicato intervento chirurgico.
Seguì la manovra
decisa del guidatore, che occupò il suo posto personale.
Sbuffò, lasciando Nasir
alla segretaria.
“Torno subito!” – ed uscì
in corridoio, dirigendosi agli ascensori, con aria torva.
Incurante delle
regole e con il ritmo nel corpo, il tizio cantava e si dimenava, senza badare
al ragazzo che gli si stava avvicinando, imprecando.
Christopher aveva
accompagnato Steve: il chirurgo era infatti in sala operatoria, in quell’istante,
proprio con Mason.
Quello
aprì
la portiera e scese, continuando a ballare
con un sorrisetto assurdo, ma mai quanto i suoi baffi.
L’analista lo aveva
ormai raggiunto nel piazzale.
Gli si avvicinò,
mentre il leader dei Red Close stava fissando entrambi.
Hugh tossì forte,
dando poi una bacchettata con l’inseparabile bastone da passeggio, al sedere
dello sconosciuto, che appena si rese conto di lui scoppiò a ridere.
Si accorse quindi anche
di Chris, rimanendo cristallizzato dalla visione di lui, che avvampò.
Il motivo andava
sfumando, ma la sua occhiata proprio per niente.
“La miseria …” –
mormorò – “Come fate a non muovere i vostri preziosi fondoschiena, quando Cross
suona così?? Roba da matti!” – e rise di gusto, facendo anche una piroetta.
“Ehi!!” – esclamò perentorio
Hugh – “Primo: tu hai visto troppi video dei Village People! Secondo: gli anni
settanta li abbiamo superati da un pezzo! Terzo …”
“Terzo? …
Fratellone!!” – e lo abbracciò vigoroso, continuando a masticare la sua gomma.
Brendan Laurie, si
voltò poi di scatto, stringendo la mano ad un Chris senza parole.
“Ciao, mi chiamo
Brendan, perdonami per quell’entrata in scena un po’ dinamica”
“Dinamica? Per poco
non facevamo un frontale!” – sbottò lui, ma a vedere quel look, stava per
ridergli in faccia.
Si trattenne con
educazione.
“Brendy potresti
togliere le tue zampe dal compagno di Boydon e seguirmi?” – ringhiò Hugh.
“Il …?? Di Steve?! Ma
dai …” – chiuse le labbra a cuore, poi squadrò nuovamente Chris, paonazzo sino
a dietro le orecchie.
“Ehm … Mi sembrava
che Steve non fosse della confraternita … Come mi dispiace!” – e gli fece un
occhiolino malizioso.
“E andiamo, cazzo!!”
“Ti voglio ancora Rob
…”
Il miagolio suadente
di Jude gli arrivò attraverso la nuca, direttamente al cervello e poi giù, in
mezzo alle gambe, dove il consorte stava frugando già da qualche minuto.
“Dio Judsie … sarebbe
la terza volta …”
“No la quarta … quasi
…” – rise amorevole, voltandolo a sé, per baciarlo.
Il baby control
rimandò i vagiti di Diamond e la risata di Camilla, nella stanza adiacente.
“Biberon time Jude …
sorry” – ed alzandosi atletico, Downey si infilò le braghe del pigiama e scese verso
la cucina, mentre Law andava dalle figlie, per tranquillizzarle, nell’attesa
del rancio.
“Ehi bell’uomo
prenderai freddo”
Il saluto luminoso di
Geffen, quanto le sue iridi appena lo scorse, accolsero l’attore nel migliore
dei modi.
L’avvocato gli passò
un maglione, che Rob indossò felice, quanto il bacio, che gli stampò sulla
tempia – “Buongiorno Glam, già in piedi?”
“Sì, c’è minaccia di
sfida sulle nevi … Su quelle tavole strambe, sai”
Risero.
Jared piombò davanti
a loro, con la sua attrezzatura – “E vinceremo noi, poco ma sicuro, vero Kevin?”
Il bassista era
ancora nello spogliatoio – “Non ci giurerei, ma le scommesse sono aperte!”
Leto aggrottò la
fronte, bisbigliando – “Troppa ginnastica con Tim … Eh quando si è giovani …” –
e passò oltre la coppia di amici, che lo seguirono con lo sguardo sino alla
blindata, accanto alla quale erano ammassati zaini e scarponi.
“Ma quanto è
stronzetto il nostro Jay Jay …?” – sussurrò Robert a Glam, che in risposta gli
diede un bacio nel collo – “Mai quanto noi”
Jared vide la scena
nello specchio dell’ingresso, diventando viola.
Downey era più o meno
della stessa tonalità, tendente al porpora.
Kevin sghignazzava di
nascosto, chiudendosi poi nella cabina armadio, per non fare incavolare
ulteriormente il suo compagno di squadra.
“Vi aspetto fuori!” –
tuonò il leader dei Mars, sbattendo poi il prezioso e massiccio portone.
Downey prese fiato – “Potresti
smetterla di …” – e puntò Geffen, che lo stava guardando così dolcemente, da
farlo desistere immediato da quel rimprovero, totalmente inutile.
“Che si dice a Londra,
Brendan?”
“Mmm piove, nevica,
un freddo … una noia …”
“Accomodiamoci … vuoi
un caffè?”
“E’ ora di pranzo,
semmai una birra e poi una bella bistecca!” – rise.
“Dottor Laurie,
dovrei andare in pausa, ecco Nasir …”
“Tesoro vieni da papà”
“Uh che bellino” –
esclamò il fratello.
“Già … Nasir, ti
presento tuo zio: abbi pazienza, questo passava il convento”
“Dammelo su, sei una
canaglia comunque … Guarda come ride” – e lo strinse sul petto.
“Ne sospetto la
ragione …”
“I miei moustache!
Piacciono a tutti … anche ai miei ragazzi, fanno il solletico nei punti giusti,
non so se mi spiego Hugh”
“E basta!! C’è un
minore!”
“Quanto la fai lunga!
Nasir, tu, sei bellissimo” – e gli diede un bacio sulle guance paffute.
Dalla porta aperta, i
due erano visibili a chi transitava in corridoio: dal fondo stavano per
arrivare Jim e Steve.
“Dio … c’è mio
cognato …” – mormorò l’oncologo, sbattendo piano la fronte contro il primo
stipite a tiro sul loro cammino.
“Tuo chi? Brendan??”
“Già … andiamo a
dargli il benvenuto …” – disse sconsolato.
“Cosa ci fa qui?” –
chiese Boydon non senza sorridere, conoscendolo bene.
“Un periodo di
aggiornamento … Sai è analista, come Hugh”
“Se i suoi pazienti
sono schizzati quanto lui, ci sarà da stare allegri in reparto. Su coraggio
Jim, non vedo l’ora di vederlo in azione”
Meliti sogghignò,
dopo avere ascoltato in video chiamata Lux.
“Diciamo che al
pentagono qualche amico c’è l’ho ancora effettivamente”
“Ed allora Antonio,
credi si possa fare?”
“Il rampollo di
Tomlinson lo facciamo promuovere, subordinando la cosa al trasferimento qui,
però la recluta e la donzella … Uhm … vediamo”
“Una motivazione
potrebbero essere le ragioni familiari, Matt è di Los Angeles e per Cindy …”
“Lei è una civile o
sbaglio? Può andare dove vuole ed un impiego glielo si trova anche qui, che
diamine!” – sottolineò il patriarca, lisciandosi il mento.
“C’est parfait mon
ami!”
“Questo Vincent è un
uomo … particolare”
Brent e Louis stavano
passeggiando nel giardino del resort.
Harry li seguiva
dalla terrazza, osservandoli con attenzione.
“Sì, è magnifico,
sotto tutti i punti di vista” – precisò il più giovane.
“E tu stavi con lui?”
“Per un periodo … Con
Haz avevo litigato, c’erano delle incomprensioni e Vincent era nel posto giusto
al momento giusto … Lo amo ancora, non so se riuscirò mai a dimenticarlo” –
ammise sincero.
Brent sorrise – “E
sei quasi Paleontologo?” – domandò entusiasta.
“Mancano ancora
diversi esami, la laurea, non sono una cima come Harry … Lui è un genio, ha già
uno stipendio, perché lavora per lo studio legale più noto della California …”
“Interessante … C’è
competizione tra voi?”
“No, rami diversi … E
poi Vincent ha risolto tutti i miei problemi di denaro, è stato generoso, non
avendo altri a cui donarlo, nel senso di … di un figlio, ecco …” – spiegò in imbarazzo.
“Con Matt abbiamo
accantonato una bella sommetta … Per il ristorante, intendo”
“Vi aiuterò, magari
divento socio, tutto regolare, che ne pensi?” – propose limpido.
Brent lo strinse a sé,
con delicatezza, quasi con timore.
“Come ci riesci
Louis?”
“Io …”
“Ad essere così
speciale? Non lo merito e tu questo lo sai” – disse con il cuore in gola.
Louis lo guardò, con
tenerezza.
“Sei la mia famiglia
o ciò che ne resta … Anche se ne voglio creare una con Harry, sposandolo,
adottando un bimbo, però tu sei ciò che sono, il riflesso di me, Brent … E lo
sarai per sempre. Ti voglio bene”
“Ti voglio bene anch’io
Louis … Tanto.” – e lo strinse nuovamente, più sicuro, anche se così fragile.
“Ho conosciuto quello
schianto del tuo ragazzino, Steve!” – esordì Brendan.
“Non dirmelo, non ci
credo … Abbiamo anche una bambina, Clarissa” – rise senza scomporsi.
“Ma dove l’hai
trovato?”
“Li vendono da Gelson’s”
– si intromise Jim, con aria stanca.
Hugh lo accarezzò tra
le scapole, posando poi un bacio sulla sua spalla da dietro – “Andiamo a casa,
vuoi?” – propose amorevole, mentre Mason cullava Nasir.
“Cavoli, mi cadranno
i denti per l’eccesso di zucchero nell’aria: conosci un buon dentista Boydon?” –
scherzò acre Brendan, rimettendosi la giacca – “Allora chi viene al ristorante
con me? Offro io!”
I tre si guardarono
poco convinti.
“Ok che mortorio, ci
vado da solo! A proposito Hugh, qui c’è il mio nuovo indirizzo, ho preso in
affitto un loft vista oceano”
Steve spiò il biglietto
da visita, inarcando poi un sopracciglio – “Saremo vicini di casa …” –
bofonchiò.
“Ma dai!! No!! Aahahha
Allora aggiungo che ci sarà anche un belvedere notevole! Ci si becca in giro
gente … E state su, mi raccomando!”
Girls and boys non ho resistito: dovevo fare entrare Emmett Scanlan nel cast: è lui Brendan Laurie ;) Da ascoltare rigorosamente il pezzo musicale, mentre piomba in scena ;) Grazie XD
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