giovedì 19 settembre 2013

ZEN - CAPITOLO N. 187

 Capitolo n. 187 – zen


La foto era segnata dal tempo.
Come la loro storia.
Geffen la stava fissando da qualche minuto, poi, al primo rumore, la nascose sotto il cuscino.

“Ehi daddy sei già sveglio? Buongiorno”
Kevin andò a sedersi sul bordo, accolto dall’ex in un caldo abbraccio.
Si sfiorarono le labbra con un bacio leggero e casto – “Buon anno Glam”
“Anche a te … Dove sono gli altri tesoro?”
“Tim e Lula stanno preparando gli snow board, per una mega sfida” – rise, andando a ravvivare il camino – “Jared, io e Dean, contro Denny, Sam e Shannon, mentre Preston cronometrerà le nostre discese”
“Accidenti che sfida … Bene, io con Rob, Jude e Colin, andremo in slittino, Tomo arbitro e le bimbe in giuria … Si vede chi è in forma” – rise, alzandosi.
Un lieve capogiro lo fermò.
“Daddy tutto bene?”
“Certo” – sorrise forzato, bevendo poi dell’acqua, che lo fece sentire subito meglio.

“La colazione è pronta”
Tim sopraggiunse, andando a stringersi a Kevin, che gli diede un lungo bacio.
Erano incantevoli.
Geffen sorrise.




Le sue dita piuttosto affusolate tamburellavano sul volante.
All’anulare destro spiccava un anello d’oro giallo massiccio, con un minuscolo rubino, sull’angolo in alto a destra, mentre al centro l’uomo aveva fatto incidere le proprie iniziali.

Scattò il verde e la sua Aston Martin ripartì sgommando, in direzione dell’ospedale.

Nonostante il navigatore, sbagliò strada un paio di volte, perché non si decideva ad abbassare il volume dello stereo.

Finalmente ne vide l’ingresso e lo infilò senza esitare, facendo inchiodare un suv, senza dargli la precedenza: se ne infischiò, come faceva con tante, troppo cose nella vita.
Eppure gli andava bene così.

Hugh era affacciato alla finestra del proprio studio.
Aveva del lavoro arretrato e Jim doveva presenziare ad un delicato intervento chirurgico.
Seguì la manovra decisa del guidatore, che occupò il suo posto personale.
Sbuffò, lasciando Nasir alla segretaria.
“Torno subito!” – ed uscì in corridoio, dirigendosi agli ascensori, con aria torva.

Incurante delle regole e con il ritmo nel corpo, il tizio cantava e si dimenava, senza badare al ragazzo che gli si stava avvicinando, imprecando.

Christopher aveva accompagnato Steve: il chirurgo era infatti in sala operatoria, in quell’istante, proprio con Mason.

Quello aprì la portiera e scese, continuando a ballare con un sorrisetto assurdo, ma mai quanto i suoi baffi.

L’analista lo aveva ormai raggiunto nel piazzale.

Gli si avvicinò, mentre il leader dei Red Close stava fissando entrambi.
Hugh tossì forte, dando poi una bacchettata con l’inseparabile bastone da passeggio, al sedere dello sconosciuto, che appena si rese conto di lui scoppiò a ridere.

Si accorse quindi anche di Chris, rimanendo cristallizzato dalla visione di lui, che avvampò.

Il motivo andava sfumando, ma la sua occhiata proprio per niente.

“La miseria …” – mormorò – “Come fate a non muovere i vostri preziosi fondoschiena, quando Cross suona così?? Roba da matti!” – e rise di gusto, facendo anche una piroetta.

“Ehi!!” – esclamò perentorio Hugh – “Primo: tu hai visto troppi video dei Village People! Secondo: gli anni settanta li abbiamo superati da un pezzo! Terzo …”

“Terzo? … Fratellone!!” – e lo abbracciò vigoroso, continuando a masticare la sua gomma.

Brendan Laurie, si voltò poi di scatto, stringendo la mano ad un Chris senza parole.

“Ciao, mi chiamo Brendan, perdonami per quell’entrata in scena un po’ dinamica”
“Dinamica? Per poco non facevamo un frontale!” – sbottò lui, ma a vedere quel look, stava per ridergli in faccia.
Si trattenne con educazione.

“Brendy potresti togliere le tue zampe dal compagno di Boydon e seguirmi?” – ringhiò Hugh.
“Il …?? Di Steve?! Ma dai …” – chiuse le labbra a cuore, poi squadrò nuovamente Chris, paonazzo sino a dietro le orecchie.

“Ehm … Mi sembrava che Steve non fosse della confraternita … Come mi dispiace!” – e gli fece un occhiolino malizioso.

“E andiamo, cazzo!!”


“Ti voglio ancora Rob …”
Il miagolio suadente di Jude gli arrivò attraverso la nuca, direttamente al cervello e poi giù, in mezzo alle gambe, dove il consorte stava frugando già da qualche minuto.
“Dio Judsie … sarebbe la terza volta …”
“No la quarta … quasi …” – rise amorevole, voltandolo a sé, per baciarlo.

Il baby control rimandò i vagiti di Diamond e la risata di Camilla, nella stanza adiacente.
“Biberon time Jude … sorry” – ed alzandosi atletico, Downey si infilò le braghe del pigiama e scese verso la cucina, mentre Law andava dalle figlie, per tranquillizzarle, nell’attesa del rancio.

“Ehi bell’uomo prenderai freddo”
Il saluto luminoso di Geffen, quanto le sue iridi appena lo scorse, accolsero l’attore nel migliore dei modi.
L’avvocato gli passò un maglione, che Rob indossò felice, quanto il bacio, che gli stampò sulla tempia – “Buongiorno Glam, già in piedi?”
“Sì, c’è minaccia di sfida sulle nevi … Su quelle tavole strambe, sai”
Risero.

Jared piombò davanti a loro, con la sua attrezzatura – “E vinceremo noi, poco ma sicuro, vero Kevin?”
Il bassista era ancora nello spogliatoio – “Non ci giurerei, ma le scommesse sono aperte!”
Leto aggrottò la fronte, bisbigliando – “Troppa ginnastica con Tim … Eh quando si è giovani …” – e passò oltre la coppia di amici, che lo seguirono con lo sguardo sino alla blindata, accanto alla quale erano ammassati zaini e scarponi.

“Ma quanto è stronzetto il nostro Jay Jay …?” – sussurrò Robert a Glam, che in risposta gli diede un bacio nel collo – “Mai quanto noi”
Jared vide la scena nello specchio dell’ingresso, diventando viola.
Downey era più o meno della stessa tonalità, tendente al porpora.
Kevin sghignazzava di nascosto, chiudendosi poi nella cabina armadio, per non fare incavolare ulteriormente il suo compagno di squadra.

“Vi aspetto fuori!” – tuonò il leader dei Mars, sbattendo poi il prezioso e massiccio portone.

Downey prese fiato – “Potresti smetterla di …” – e puntò Geffen, che lo stava guardando così dolcemente, da farlo desistere immediato da quel rimprovero, totalmente inutile.


“Che si dice a Londra, Brendan?”
“Mmm piove, nevica, un freddo … una noia …”
“Accomodiamoci … vuoi un caffè?”
“E’ ora di pranzo, semmai una birra e poi una bella bistecca!” – rise.

“Dottor Laurie, dovrei andare in pausa, ecco Nasir …”
“Tesoro vieni da papà”
“Uh che bellino” – esclamò il fratello.
“Già … Nasir, ti presento tuo zio: abbi pazienza, questo passava il convento”
“Dammelo su, sei una canaglia comunque … Guarda come ride” – e lo strinse sul petto.
“Ne sospetto la ragione …”
“I miei moustache! Piacciono a tutti … anche ai miei ragazzi, fanno il solletico nei punti giusti, non so se mi spiego Hugh”
“E basta!! C’è un minore!”
“Quanto la fai lunga! Nasir, tu, sei bellissimo” – e gli diede un bacio sulle guance paffute.

Dalla porta aperta, i due erano visibili a chi transitava in corridoio: dal fondo stavano per arrivare Jim e Steve.

“Dio … c’è mio cognato …” – mormorò l’oncologo, sbattendo piano la fronte contro il primo stipite a tiro sul loro cammino.
“Tuo chi? Brendan??”
“Già … andiamo a dargli il benvenuto …” – disse sconsolato.
“Cosa ci fa qui?” – chiese Boydon non senza sorridere, conoscendolo bene.
“Un periodo di aggiornamento … Sai è analista, come Hugh”
“Se i suoi pazienti sono schizzati quanto lui, ci sarà da stare allegri in reparto. Su coraggio Jim, non vedo l’ora di vederlo in azione”


Meliti sogghignò, dopo avere ascoltato in video chiamata Lux.

“Diciamo che al pentagono qualche amico c’è l’ho ancora effettivamente”
“Ed allora Antonio, credi si possa fare?”
“Il rampollo di Tomlinson lo facciamo promuovere, subordinando la cosa al trasferimento qui, però la recluta e la donzella … Uhm … vediamo”
“Una motivazione potrebbero essere le ragioni familiari, Matt è di Los Angeles e per Cindy …”
“Lei è una civile o sbaglio? Può andare dove vuole ed un impiego glielo si trova anche qui, che diamine!” – sottolineò il patriarca, lisciandosi il mento.
“C’est parfait mon ami!”


“Questo Vincent è un uomo … particolare”
Brent e Louis stavano passeggiando nel giardino del resort.
Harry li seguiva dalla terrazza, osservandoli con attenzione.

“Sì, è magnifico, sotto tutti i punti di vista” – precisò il più giovane.
“E tu stavi con lui?”
“Per un periodo … Con Haz avevo litigato, c’erano delle incomprensioni e Vincent era nel posto giusto al momento giusto … Lo amo ancora, non so se riuscirò mai a dimenticarlo” – ammise sincero.
Brent sorrise – “E sei quasi Paleontologo?” – domandò entusiasta.
“Mancano ancora diversi esami, la laurea, non sono una cima come Harry … Lui è un genio, ha già uno stipendio, perché lavora per lo studio legale più noto della California …”
“Interessante … C’è competizione tra voi?”
“No, rami diversi … E poi Vincent ha risolto tutti i miei problemi di denaro, è stato generoso, non avendo altri a cui donarlo, nel senso di … di un figlio, ecco …” – spiegò in imbarazzo.

“Con Matt abbiamo accantonato una bella sommetta … Per il ristorante, intendo”
“Vi aiuterò, magari divento socio, tutto regolare, che ne pensi?” – propose limpido.

Brent lo strinse a sé, con delicatezza, quasi con timore.
“Come ci riesci Louis?”
“Io …”
“Ad essere così speciale? Non lo merito e tu questo lo sai” – disse con il cuore in gola.

Louis lo guardò, con tenerezza.
“Sei la mia famiglia o ciò che ne resta … Anche se ne voglio creare una con Harry, sposandolo, adottando un bimbo, però tu sei ciò che sono, il riflesso di me, Brent … E lo sarai per sempre. Ti voglio bene”
“Ti voglio bene anch’io Louis … Tanto.” – e lo strinse nuovamente, più sicuro, anche se così fragile.


“Ho conosciuto quello schianto del tuo ragazzino, Steve!” – esordì Brendan.
“Non dirmelo, non ci credo … Abbiamo anche una bambina, Clarissa” – rise senza scomporsi.
“Ma dove l’hai trovato?”
“Li vendono da Gelson’s” – si intromise Jim, con aria stanca.
Hugh lo accarezzò tra le scapole, posando poi un bacio sulla sua spalla da dietro – “Andiamo a casa, vuoi?” – propose amorevole, mentre Mason cullava Nasir.

“Cavoli, mi cadranno i denti per l’eccesso di zucchero nell’aria: conosci un buon dentista Boydon?” – scherzò acre Brendan, rimettendosi la giacca – “Allora chi viene al ristorante con me? Offro io!”
I tre si guardarono poco convinti.

“Ok che mortorio, ci vado da solo! A proposito Hugh, qui c’è il mio nuovo indirizzo, ho preso in affitto un loft vista oceano”

Steve spiò il biglietto da visita, inarcando poi un sopracciglio – “Saremo vicini di casa …” – bofonchiò.


“Ma dai!! No!! Aahahha Allora aggiungo che ci sarà anche un belvedere notevole! Ci si becca in giro gente … E state su, mi raccomando!”






 Girls and boys non ho resistito: dovevo fare entrare Emmett Scanlan nel cast: è lui Brendan Laurie ;) Da ascoltare rigorosamente il pezzo musicale, mentre piomba in scena ;) Grazie XD




Nessun commento:

Posta un commento