mercoledì 27 marzo 2013

ZEN - CAPITOLO N,. 79


Capitolo n. 79  -  zen


“Un attimo, apro in un secondo”
Il tono di Jude era sollevato, mentre Robert, sorretto da Geffen, guardava entrambi con estrema gratitudine.
“Dov’è Camilla?”
“Con Pamela, Glam, è venuta a prenderla subito Phil, è stato gentilissimo … come tutti voi” – disse aiutando Downey a togliersi il pullover, prima di stendersi sul divano.
“Tesoro mi daresti qualcosa da bere?” – chiese l’americano, ancora affaticato per quella giornata vorticosa.
“Certo, anche tu ne vuoi Glam?”
“Sì, quello che vuoi, poi vado da Antonio. Se volete riaccompagno qui la vostra principessa domani mattina”
“Sarebbe perfetto, vero Jude? Cosa le hai detto, a proposito?”
“Le ho spiegato che dovevi fare una visita e che avrebbe dormito con i cuginetti dal nonno, ci sono anche i figli di Jared e Colin”
“Sì vero … E Lula?”
“E’ con Kevin e Tim, lo vedrò domani, dopo l’udienza di Matt”
“Che domenica … ho sonno …”
Law posò il vassoio sul tavolino, distribuendo bibite fresche e ristoratrici.
“Ora riposati Rob … E tu riprenditi, ok?” – disse gradevole Geffen, prima di congedarsi, non senza abbracciarli forte entrambi, assicurando la sua assistenza, in qualunque momento.


Pamela lo aspettò con la cena sul tavolo della camera dove di solito dormiva: Geffen sorrise, notando i suoi cibi preferiti.
“Ehi senorita … che vista magnifica”
“Mi or piatto?” – Pam rise di gusto, prendendogli la giacca e facendolo accomodare, accese anche due candele.
“Uh romantica”
“Maldido, sempre a combinare guai? Jude mi ha avvisato, ora ti stima e venera?”
“No … Non so, le cose cambiano in fretta Pam” – disse riflessivo.
“Come sta Robert?” – domandò sedendosi al suo lato sinistro, versandogli del vino rosso fuoco, come il suo abito scollato.
“Ti ringrazio … poco, perché oggi ho avuto un malore anch’io”
“Madre de Dios …”
“Tranquilla, sono ancora qui”
“Tu ci sei sempre Glam, chi ti ammazza?” – sorrise tirata.
Geffen le accarezzò i capelli – “Sei bellissima, anche quando ti preoccupi di questo vecchio catorcio”
“Tu sei il padre delle nostre gemelle!” – protestò amorevole.
Geffen annuì sereno – “Vi amerò per sempre …”


Jared gli stava massaggiando la schiena con un olio essenziale dall’aroma stimolante.
Colin arrise a quelle attenzioni generose, strofinandosi il naso nell’avambraccio destro – “Sono in paradiso Jay … Devi farti perdonare qualcosa?” – mormorò scherzoso.
Leto perse un battito – “Forse”
“Allora deve trattarsi di una cosa dannatamente seria, perché mi stai mandando in orbita tutti i sensi, anche quelli che non sapevo di avere …” – ribatté ridendo, girandosi piano, per sistemare Jared sulle proprie gambe.
Erano nudi, sistemati tra cuscini setosi, sopra ad un tappeto morbido, intrecciato di fili dorati e verde smeraldo, la stessa tonalità del mare, oltre le finestre aperte su di una terrazza panoramica, all’ultimo piano di quel resort esclusivo e blindato.

“Faresti una cosa per me, Jay …?” – disse con la sua voce roca, che mandava in estasi Leto, sempre nello stesso straordinario modo, come la loro prima volta.
“Tutto … io potrei fare di tutto per te, Cole” – replicò tremando.
“Toccati … e lascia che io ti guardi … Fallo sino alla fine e fa che sia nella mia bocca … Non voglio perdermi nulla di te”
Le loro erezioni erano già turgide da alcuni minuti, ma nell’ascoltarlo, Jared rischiò di venire subito, tanto si sentiva eccitato.

Cominciò a masturbarsi lentamente, poi ebbe un sussulto, accorgendosi che Colin lo stava filmando.
“Non smettere … sei una visione Jay …”
“Io … non riesco a …” – gemette poi più intenso, sporgendosi in avanti, per colmare le labbra di Colin, come ambito da Farrell, che ormai aveva appoggiato il palmare, usato per quelle scabrose riprese intime.

Jared si svuotò quasi completamente, aiutato anche da Colin, che succhiò avido ogni goccia della sua essenza bollente, finché l’altro non si ritrasse sensuale, piegandosi su di lui, per ricambiare.
Colin gli accarezzò la nuca, spingendogli dentro il suo membro, già bagnato di umori, tra la lingua succosa ed il palato, riempiendogli le guance, in un’immagine estremamente arrapante.
“Voglio … voglio scoparti Jay”
Leto non si staccò, non subito.
Pompò e leccò, abile e virtuoso.
“Come mi vuoi?” – disse ancora sconvolto dal precedente orgasmo, dopo essersi sollevato repentino e lascivo.
Farrell guardò verso l’esterno, immerso nel buio, interrotto qui e là da piccole fiaccole, sparse intorno alla piscina, a loro esclusiva disposizione.

“Là fuori … contro la balaustra, sotto la luna … Ti prenderò da dietro”
“Ok fallo e basta, senza dire niente, non amarmi, fottimi e basta Cole”
“Contaci”

Lo scopò forte, durando il più a lungo possibile: l’irlandese confermò una virilità sconvolgente, replicando l’amplesso anche una volta immersi in quello specchio cristallino e tiepido, che sembrò amplificare i reciproci ardori.

Quando gli esplose dentro, Colin lo baciò, saldando ulteriormente il proprio corpo a quello di Jared, che vedeva ciò che li circondava vorticare come in una spirale di piacere e confusione totali.
“Ti amo Jay … ora posso farlo? Amarti, piccolo mio?” – chiese dolce e profondo.
“Non lasciarmi … Cole non lasciarmi” – disse debole.
“Jay ...? Tesoro ti senti bene?”


Riempirsi le mani dei suoi seni prosperosi, la bocca delle sue labbra morbide, sembrò come tuffarsi nel passato prossimo, con gioia e passione, com’era, da sempre, il carattere di Pamela.
Glam aveva fatto l’amore con lei così tante volte, senza mai stancarsi, ritrovando in qualsiasi occasione la sua prorompente vivacità, capace di entusiasmarlo anche nei periodi peggiori.
Geffen non rammentava alcun dettaglio delle ex mogli o delle decine di amanti o squillo di lusso, ma di Pam poteva raccontare ogni centimetro della sua pelle, dorata e liscia, che si faceva beffe del tempo, come lui, del resto.
Si erano innamorato di lei e di Syria: così diverse, ma così simili nella propria dignità ed attaccamento alla vita.
Ed a lui, big Geffen.


Law spostò le ciocche di capelli dal volto di Robert, concentrato su di lui.
“Devo … devo chiederti una cosa Jude”
“Ti ascolto angelo mio …”
“Non trattarmi come un malato, anche quando sarò ridotto male, ok?”
“Te lo giuro sulla nostra Camilla, Rob: non accadrà mai” – e sorrise emozionato, gli occhi pieni di lacrime.
“Potresti … anche adesso …” – mormorò, vibrante, sfiorandogli le labbra.
Jude iniziò a spogliarlo con calma, con metodo, preparandolo attraverso dei baci caldissimi sulle tempie, gli zigomi, la bocca.
Gliela schiuse lento e progressivo, rapendo il suo respiro in un bacio carico d’amore puro.
Ne avevano terribilmente bisogno, anche se stavano probabilmente entrando in un tunnel faticoso, ma non senza speranza, senza quasi accorgersi che stavano uscendo da un altro, che quasi aveva ucciso la loro meravigliosa storia d’amore.

Allungandosi tra le sue gambe, Jude fu attento e premuroso.
Un gel dal profumo delizioso, rese tutto più semplice.
Scivolò in Robert, che si aggrappò al suo collo, ricevendolo a pieno, ad una profondità inaudita, in un assoluto abbandono, appagante ed estremo.
Cadenzando un ritmo colmo di tenerezza ed appartenenza, bagnato dai loro baci, Jude lo portò ad un’estasi incredibile.

Affacciati al baratro della fine, loro avevano ricominciato, senza più paure.


La porta cigolò, per poi spalancarsi.
Le ragazze erano abituate a dare la buona notte alla madre ed ormai era passata la mezzanotte, quindi si erano già preparate mille scuse plausibili.
Appena li videro, allacciati ed assopiti, tra lenzuola candide, ma estremamente stropicciate, emisero all’unisono un urletto, che fece sobbalzare di botto sia Glam che Pam.
“Mamma, papà!! Nudi, nel letto!! Oddioo!!” – e fuggirono nel salotto adiacente, come folletti impazziti.
I due adulti si guardarono, scoppiando poi a ridere.

“Ehi guapite, non fatevi strane idee, ok?”
Pamela apparve in vestaglia, esordendo con quella battuta, che all’apparenza deluse le aspettative delle gemelle.
“Sai, credevamo che … insomma, un ritorno di fiamma” – ammisero spiritose.
Lei sorrise, un po’ malinconica – “Vostro padre è fatto così … e poi non ci ha mai lasciate da sole o no?”
“Sì … Non gli si può rimproverare nulla … Papà!” – lo accolsero, andandogli incontro, appena spuntò in accappatoio, dopo una doccia veloce.
Geffen le avvolse – “Vi chiedo scusa, non volevo illudervi …” – disse sincero.
“Tu sei il nostro papi … e magari arriverà un fratellino!”
Glam scrutò Pamela, che fece una smorfia esilarante – “Estás loco?”
“Cucciole non saprei …”
“E’ tecnicamente possibile!” – esclamarono, facendo scuotere la testa ai genitori, che le scortarono alle loro camere, per rimboccare coperte e sedare strane elucubrazioni adolescenziali.
Seppure plausibili.


 Pamela

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