sabato 16 marzo 2013

ZEN - CAPITOLO N. 72



Capitolo n. 72  -  zen


Quanti calci aveva dato alle porte, tenendosi sempre alle spalle Reid, il suo Spencer Reid.
Derek Morgan voleva assicurare alla giustizia Gordon Sawa, responsabile della segregazione della figliastra Corinna e dell’assassinio della madre di lei, senza che nessuno si rendesse conto della tragedia consumatasi tra quelle mura, di un elegante appartamento nel centro di Atlanta.

La ragazza, che gli amici di infanzia credevano all’estero, in un collegio svizzero, aveva invece vissuto per quasi tre anni, dei suoi diciotto, nel terrore ed in pieno isolamento, brutalizzata e violentata da quell’uomo, che aveva detestato dal principio.
Il cadavere della moglie venne ritrovato per caso, durante gli scavi del nuovo palazzetto dello sport: da qui le indagini, piuttosto travagliate, che collegavano l’S.I. ad una serie di stupri, mai risolti.

Derek urlò il nome di Sawa, rannicchiato in un angolo e tenuto sotto tiro dalla squadra speciale.
Rossi ed Hotchner fecero irruzione contemporaneamente a Spencer, che si precipitò immediatamente nella camera di Molly.
Era sciupata e malnutrita, anche per una causa ben precisa.
L’allattamento del piccolo Gregory, di soli quattro mesi.
Quando Derek si unì all’amato collega, all’unisono ebbero un sussulto simultaneo e vibrante.
Sulla tutina colorata del neonato, spiccava una scritta ricamata rossa: Twist.


Robert stava seduto sul davanzale della loro camera da qualche minuto, in silenzio.
Jude era ancora a letto, disfatto da un pomeriggio di ozio e sesso.
“Stai bene tesoro?” – chiese dolce, ma Downey non distolse lo sguardo dal tramonto infuocato su Barcellona.
“Sì … Pensavo a quanto sono fortunato ad averti nella mia vita” – e lo guardò, commosso.
Jude corse da lui.
Lo strinse, sentendolo tremare sul petto, dove Robert si incollò, mescolando i propri battiti a quelli di Law.
“Vuoi parlarne Rob …?”
“Di cosa, amore?”
Si fissarono, intensi.
“Di ciò che ti tormenta … So che non è semplice … Io non riuscirei a dimenticarti mai, per quanto ti amo Robert”
“Io … io non voglio e non posso dimenticare Glam, ma sai che ti sono fedele e che non ti deluderò, è sempre stato il mio impegno Jude da quando siamo un’unica persona” – sorrise emozionato.
“E proprio perché lo siamo, che percepisco il tuo malessere”
“Glam ed io ci siamo dati un’unica possibilità, sai? Essere amici, come prima, con stima ed affetto … Solo che lui, per chiudere con il passato, mi ha reso partecipe di un gesto, molto significativo …” – spiegò imbarazzato e non pienamente convinto di rivelarsi con il marito.
“Quale, tesoro? Se ti va di dirmelo …” – sorrise turbato.
“Ha immerso nel mare le …” – prese un respiro – “Le fedi, che aveva acquistato per … per lui e per me”

Pronunciare la parola “noi”, sembrò fuori luogo a Downey, inutilmente doloroso.

Jude gli diede un bacio sulle tempie, scivolando sul suo volto con sconfinata devozione.
“Va tutto bene Rob … Ho capito il tuo stato d’animo adesso e ti ringrazio per avere condiviso anche questo frammento del tuo percorso con me …” – e lo abbracciò amorevole.


Tom fece capolino, con un sacchetto della pasticceria all’angolo.
Glam lo accolse, non senza stupore.
“Ehi … cosa ci fai tu qui?”
“Turno di notte, come ti senti? Sally mi ha detto che ti fermi qui a dormire.”
“Sì … Non volevo tornare a Palm Springs, non ci sono neppure Vassily e Peter, hanno accompagnato Lula a Barcellona, con Kevin e Tim … e non solo” – sorrise mesto.
“I tuoi infermieri sono latitanti, quindi?” – replicò, accomodandosi al capezzale di Geffen.
“Jared e Colin fanno parte della comitiva … E Denny ha da fare con le piccole, poi non vedo perché dovrebbe essere qui con me” – aggiunse sconsolato, rendendosi conto di non potere contare su nessuno.
“E Robert? Come vanno le cose con lui?” – domandò limpido il terapista.
“E’ in Spagna, con Jude e Camilla …”
“Anche loro? Accidenti, che squadra” – e rise complice, passando una pasta alle creme a Glam, che la gustò goloso.
“Dio ho una fame … Scott ha detto che posso mangiare quello che preferisco, ma prima non ne avevo voglia per niente”
“Ora sì?”
“Mi fa piacere la tua compagnia, però ho la cervicale indolenzita” – si lamentò con una smorfia.
“Aspetta, faccio scendere lo schienale e provo a risolvere …”
“Sei un tesoro …”
Tom arrossì.
Glam arrise alla sua innata e meravigliosa purezza.
“Spero che Chris la apprezzi …”
“Cosa Glam?”
“La tua spontaneità …”
“Direi di sì … ora rilassati e lasciami lavorare” – mormorò gentile.
Geffen ubbidì, con gratitudine.


Jared interruppe subito la composizione del numero sul suo bberry, notando arrivare Kurt nella hall, scortato da Vassily e Peter, con Martin e Lula, che seguirono i body guard alle rispettive suite, per cambiarsi in vista della cena.

“Dove hai lasciato il tuo orso irlandese?” – chiese allegro il moro, prendendo delle noccioline avanzate da Jared in una ciotola in ceramica bianca.
“Sta badando a Camilla, con Xavy e Phil, su nel solarium … Il tuo umore è migliorato, ne sono felice Kurt” – disse sincero.
“Mi sforzo di non essere più stronzo del necessario”
“Non è questo Kurt …”
“So perfettamente di cosa si tratta Jared … Comunque scusa per non esserti abbastanza riconoscente, sono un coglione quando sfogo sugli altri la mia disgrazia: era destino” – gli brillarono gli occhi.
“Brandon è al tuo fianco, anche se non c’è fisicamente …”
“Spero lo sia per Martin … Glielo ha detto Lula, sai? Ed io voglio crederci”
“E’ così, in un modo o nell’altro, ne sono certo.”


David passò a Spencer il secondo bicchiere di latte.
Erano nell’alloggio di Rossi, in attesa di ricevere notizie da Morgan.
“Dovevo andare con lui” – disse assorto Reid.
“Facciamo come previsto. Miss Grant era un’amica della zia materna di Derek, il fatto che sia responsabile dei servizi sociali di Atlanta è stato un caso fortuito non da poco” – spiegò con la consueta pacatezza affettuosa.
“Sì, ma io potevo rimanere lì e farmi conoscere: tu pensi che …” – i suoi occhi da cerbiatto si spalancarono sul maturo detective, facendolo arridere di tenerezza.
“Non pensarlo nemmeno Spencer: il tuo Derek è fiero di te, ok?”
“Diciamo che sonda il terreno … Gregory è completamente solo, Molly l’ha rifiutato e poi Sawa non può certo definirsi un nonno con i consueti crismi e poi non aveva neppure adottato la ragazza e”
“E poi calmati” – rise – “Lula non può essersi sbagliato”
“Oh cavoli … E’ la prima cosa a cui abbiamo pensato … Non trovi sia incredibile?”


Geffen si alzò a fatica, trovando sul cellulare e sul tablet diversi messaggi, anche vocali.
Kevin gli dava la buonanotte, in compagnia di Tim, con in braccio Lula: un breve video, molto spassoso, inoltrato a mezzo e-mail.
Jared voleva sapere cosa stesse accadendo realmente alla sua salute, forse non credendo a quanto riferito da Glam, durante la telefonata con soldino di cacio.
C’era persino un sms di Colin, che gli augurava un’ottima riuscita per il processo di Matt, raccomandandogli comunque prudenza.

Geffen lo chiamò, senza rispondere subito agli altri.

“Ehi sei già in pista?”
Farrell sorrise, sistemando il costume a Camilla, aiutato da Jude.
“Buongiorno … Sto lasciando il reparto ora, Marc è venuto a prendermi.”
“Pronto a combattere?”
“Sto da schifo, ammettiamolo, è già tanto se non crollerò sullo scranno del giudice”
“Perché non chiedi un rinvio?”
“Oggi abbiamo solo alcune testimonianze dei periti, se la caverà Marc, però Matt sarà in aula e non ho idea di come vivrà il contesto, gli sguardi della giuria, temo lo considerino un fenomeno da baraccone”
“Per via della doppia personalità?”
“Sì Colin … Vedi, quando Alexander emerge, sembra come una possessione demoniaca, non so, è inquietante, per usare un eufemismo” – sbuffò inquieto.
“Senti sta arrivando Jay, vuoi salutarlo?”
“Sì … Ok, tu manda un abbraccio a tutti …” – pensò a Robert e Law capì al volo le sue sensazioni, nonostante li dividesse un oceano.


Mentre Jared scambiava qualche battuta con Glam, l’attore inglese scrutava il suo irish buddy.
“Che c’è Jude?” – chiese tranquillo.
“Non saprei … Tu parli con lui come se niente fosse” – osservò a tono basso, ma senza alterazioni particolari.
“Infatti non ho niente per cui allarmarmi: con Jay va a meraviglia”
“Sì, riconosco che avete raggiunto un livello di accettazione … O forse non so esprimermi”
“Temi di non riuscirci, con Robert in mezzo a te ed a Geffen: hai usato la parola giusta, devi accettare ciò che è successo e fare progressi con chi ami ed a me pare ci stiate riuscendo”
“Sì Colin, non lo nego … anzi, ribadisco che la bufera Geffen ci ha fatto bene, a noi ed al nostro rapporto” – sorrise a metà.
“Allora datti pace” – rise allegro, andando a stringere a sé Jared, che gli rese il bberry e lo baciò con intensità.


“Ehi pretty boy, sali su di un aereo e torna qui”
La comunicazione era un po’ disturbata, ma le parole di Derek arrivarono al cuore di Spencer come un’onda carica di felicità ed aspettative.

Reid cercò i carboni accesi su di lui di Rossi e lo abbracciò con vigore e speranza.
“David … Mi accompagni?”
“Certo tesoro … Non chiedo di meglio. Andiamo.”



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