Capitolo n. 72 - zen
Quanti calci aveva
dato alle porte, tenendosi sempre alle spalle Reid, il suo Spencer Reid.
Derek Morgan voleva
assicurare alla giustizia Gordon Sawa, responsabile della segregazione della
figliastra Corinna e dell’assassinio della madre di lei, senza che nessuno si
rendesse conto della tragedia consumatasi tra quelle mura, di un elegante
appartamento nel centro di Atlanta.
La ragazza, che gli
amici di infanzia credevano all’estero, in un collegio svizzero, aveva invece
vissuto per quasi tre anni, dei suoi diciotto, nel terrore ed in pieno
isolamento, brutalizzata e violentata da quell’uomo, che aveva detestato dal
principio.
Il cadavere della
moglie venne ritrovato per caso, durante gli scavi del nuovo palazzetto dello
sport: da qui le indagini, piuttosto travagliate, che collegavano l’S.I. ad una
serie di stupri, mai risolti.
Derek urlò il nome di
Sawa, rannicchiato in un angolo e tenuto sotto tiro dalla squadra speciale.
Rossi ed Hotchner
fecero irruzione contemporaneamente a Spencer, che si precipitò immediatamente
nella camera di Molly.
Era sciupata e
malnutrita, anche per una causa ben precisa.
L’allattamento del
piccolo Gregory, di soli quattro mesi.
Quando Derek si unì
all’amato collega, all’unisono ebbero un sussulto simultaneo e vibrante.
Sulla tutina colorata
del neonato, spiccava una scritta ricamata rossa: Twist.
Robert stava seduto
sul davanzale della loro camera da qualche minuto, in silenzio.
Jude era ancora a
letto, disfatto da un pomeriggio di ozio e sesso.
“Stai bene tesoro?” –
chiese dolce, ma Downey non distolse lo sguardo dal tramonto infuocato su
Barcellona.
“Sì … Pensavo a
quanto sono fortunato ad averti nella mia vita” – e lo guardò, commosso.
Jude corse da lui.
Lo strinse,
sentendolo tremare sul petto, dove Robert si incollò, mescolando i propri
battiti a quelli di Law.
“Vuoi parlarne Rob
…?”
“Di cosa, amore?”
Si fissarono,
intensi.
“Di ciò che ti
tormenta … So che non è semplice … Io non riuscirei a dimenticarti mai, per
quanto ti amo Robert”
“Io … io non voglio e
non posso dimenticare Glam, ma sai che ti sono fedele e che non ti deluderò, è
sempre stato il mio impegno Jude da quando siamo un’unica persona” – sorrise
emozionato.
“E proprio perché lo
siamo, che percepisco il tuo malessere”
“Glam ed io ci siamo
dati un’unica possibilità, sai? Essere amici, come prima, con stima ed affetto
… Solo che lui, per chiudere con il passato, mi ha reso partecipe di un gesto,
molto significativo …” – spiegò imbarazzato e non pienamente convinto di
rivelarsi con il marito.
“Quale, tesoro? Se ti
va di dirmelo …” – sorrise turbato.
“Ha immerso nel mare
le …” – prese un respiro – “Le fedi, che aveva acquistato per … per lui e per
me”
Pronunciare la parola
“noi”, sembrò fuori luogo a Downey, inutilmente doloroso.
Jude gli diede un
bacio sulle tempie, scivolando sul suo volto con sconfinata devozione.
“Va tutto bene Rob …
Ho capito il tuo stato d’animo adesso e ti ringrazio per avere condiviso anche
questo frammento del tuo percorso con me …” – e lo abbracciò amorevole.
Tom fece capolino,
con un sacchetto della pasticceria all’angolo.
Glam lo accolse, non
senza stupore.
“Ehi … cosa ci fai tu
qui?”
“Turno di notte, come
ti senti? Sally mi ha detto che ti fermi qui a dormire.”
“Sì … Non volevo
tornare a Palm Springs, non ci sono neppure Vassily e Peter, hanno accompagnato
Lula a Barcellona, con Kevin e Tim … e non solo” – sorrise mesto.
“I tuoi infermieri
sono latitanti, quindi?” – replicò, accomodandosi al capezzale di Geffen.
“Jared e Colin fanno
parte della comitiva … E Denny ha da fare con le piccole, poi non vedo perché
dovrebbe essere qui con me” – aggiunse sconsolato, rendendosi conto di non
potere contare su nessuno.
“E Robert? Come vanno
le cose con lui?” – domandò limpido il terapista.
“E’ in Spagna, con Jude
e Camilla …”
“Anche loro?
Accidenti, che squadra” – e rise complice, passando una pasta alle creme a
Glam, che la gustò goloso.
“Dio ho una fame …
Scott ha detto che posso mangiare quello che preferisco, ma prima non ne avevo
voglia per niente”
“Ora sì?”
“Mi fa piacere la tua
compagnia, però ho la cervicale indolenzita” – si lamentò con una smorfia.
“Aspetta, faccio
scendere lo schienale e provo a risolvere …”
“Sei un tesoro …”
Tom arrossì.
Glam arrise alla sua
innata e meravigliosa purezza.
“Spero che Chris la
apprezzi …”
“Cosa Glam?”
“La tua spontaneità
…”
“Direi di sì … ora
rilassati e lasciami lavorare” – mormorò gentile.
Geffen ubbidì, con
gratitudine.
Jared interruppe
subito la composizione del numero sul suo bberry, notando arrivare Kurt nella hall,
scortato da Vassily e Peter, con Martin e Lula, che seguirono i body guard alle
rispettive suite, per cambiarsi in vista della cena.
“Dove hai lasciato il
tuo orso irlandese?” – chiese allegro il moro, prendendo delle noccioline
avanzate da Jared in una ciotola in ceramica bianca.
“Sta badando a
Camilla, con Xavy e Phil, su nel solarium … Il tuo umore è migliorato, ne sono
felice Kurt” – disse sincero.
“Mi sforzo di non
essere più stronzo del necessario”
“Non è questo Kurt …”
“So perfettamente di
cosa si tratta Jared … Comunque scusa per non esserti abbastanza riconoscente,
sono un coglione quando sfogo sugli altri la mia disgrazia: era destino” – gli brillarono
gli occhi.
“Brandon è al tuo
fianco, anche se non c’è fisicamente …”
“Spero lo sia per
Martin … Glielo ha detto Lula, sai? Ed io voglio crederci”
“E’ così, in un modo
o nell’altro, ne sono certo.”
David passò a Spencer
il secondo bicchiere di latte.
Erano nell’alloggio
di Rossi, in attesa di ricevere notizie da Morgan.
“Dovevo andare con
lui” – disse assorto Reid.
“Facciamo come
previsto. Miss Grant era un’amica della zia materna di Derek, il fatto che sia
responsabile dei servizi sociali di Atlanta è stato un caso fortuito non da
poco” – spiegò con la consueta pacatezza affettuosa.
“Sì, ma io potevo
rimanere lì e farmi conoscere: tu pensi che …” – i suoi occhi da cerbiatto si
spalancarono sul maturo detective, facendolo arridere di tenerezza.
“Non pensarlo nemmeno
Spencer: il tuo Derek è fiero di te, ok?”
“Diciamo che sonda il
terreno … Gregory è completamente solo, Molly l’ha rifiutato e poi Sawa non può
certo definirsi un nonno con i consueti crismi e poi non aveva neppure adottato
la ragazza e”
“E poi calmati” –
rise – “Lula non può essersi sbagliato”
“Oh cavoli … E’ la
prima cosa a cui abbiamo pensato … Non trovi sia incredibile?”
Geffen si alzò a
fatica, trovando sul cellulare e sul tablet diversi messaggi, anche vocali.
Kevin gli dava la
buonanotte, in compagnia di Tim, con in braccio Lula: un breve video, molto
spassoso, inoltrato a mezzo e-mail.
Jared voleva sapere
cosa stesse accadendo realmente alla sua salute, forse non credendo a quanto
riferito da Glam, durante la telefonata con soldino di cacio.
C’era persino un sms
di Colin, che gli augurava un’ottima riuscita per il processo di Matt,
raccomandandogli comunque prudenza.
Geffen lo chiamò,
senza rispondere subito agli altri.
“Ehi sei già in
pista?”
Farrell sorrise,
sistemando il costume a Camilla, aiutato da Jude.
“Buongiorno … Sto
lasciando il reparto ora, Marc è venuto a prendermi.”
“Pronto a combattere?”
“Sto da schifo,
ammettiamolo, è già tanto se non crollerò sullo scranno del giudice”
“Perché non chiedi un
rinvio?”
“Oggi abbiamo solo
alcune testimonianze dei periti, se la caverà Marc, però Matt sarà in aula e
non ho idea di come vivrà il contesto, gli sguardi della giuria, temo lo
considerino un fenomeno da baraccone”
“Per via della doppia
personalità?”
“Sì Colin … Vedi,
quando Alexander emerge, sembra come una possessione demoniaca, non so, è
inquietante, per usare un eufemismo” – sbuffò inquieto.
“Senti sta arrivando
Jay, vuoi salutarlo?”
“Sì … Ok, tu manda un
abbraccio a tutti …” – pensò a Robert e Law capì al volo le sue sensazioni,
nonostante li dividesse un oceano.
Mentre Jared
scambiava qualche battuta con Glam, l’attore inglese scrutava il suo irish
buddy.
“Che c’è Jude?” –
chiese tranquillo.
“Non saprei … Tu
parli con lui come se niente fosse” – osservò a tono basso, ma senza
alterazioni particolari.
“Infatti non ho
niente per cui allarmarmi: con Jay va a meraviglia”
“Sì, riconosco che
avete raggiunto un livello di accettazione … O forse non so esprimermi”
“Temi di non
riuscirci, con Robert in mezzo a te ed a Geffen: hai usato la parola giusta,
devi accettare ciò che è successo e fare progressi con chi ami ed a me pare ci
stiate riuscendo”
“Sì Colin, non lo
nego … anzi, ribadisco che la bufera Geffen ci ha fatto bene, a noi ed al
nostro rapporto” – sorrise a metà.
“Allora datti pace” –
rise allegro, andando a stringere a sé Jared, che gli rese il bberry e lo baciò
con intensità.
“Ehi pretty boy, sali
su di un aereo e torna qui”
La comunicazione era
un po’ disturbata, ma le parole di Derek arrivarono al cuore di Spencer come un’onda
carica di felicità ed aspettative.
Reid cercò i carboni
accesi su di lui di Rossi e lo abbracciò con vigore e speranza.
“David … Mi accompagni?”
“Certo tesoro … Non
chiedo di meglio. Andiamo.”
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