martedì 5 marzo 2013

ONE SHOT - NEL VENTO


Pov: Nasir


Ep. 5, serie n. 3




Immobile.

E’ il tuo sembiante fiero, che ho abbracciato in notti, ormai lontane da questo attimo e , quel che è peggio, da noi.


Tremano.

Le tue iridi colore del muschio e dell’alabastro, a seconda di come i raggi del sole riuscivano ad accarezzarle, nei giorni altrettanto distanti, del nostro connubio, Agron.

Esso non trova fine, né nelle tue parole, né nella tua rabbia e gelosia smodate, sappilo!

So che vorresti toccarmi, adesso, che siamo sull’orlo di un precipizio, da cui nessuno dei due potrà salvarsi.
Potresti anche picchiarmi, torturarmi ed io non ti implorerei di smettere, perché ne avresti il diritto, seppure non potrai mai più rendermi schiavo di niente e nessuno, nemmeno di te.

Potrei arrivare a tutto, pur di non perderti.
Piegare il mio ginocchio, sentire la tua carne ruvida e non lascivia e dolce, profonda e caldissima, invadermi.
Abuseresti di qualcuno che ti ha consegnato il proprio cuore, del piccolo uomo, grazie al quale hai trovato una ragione per vivere: io ti conosco, Agron, come nessuno.

Puoi anche andartene, senza vedermi piangere.

Lo farai tra poco, quando qualcuno verrà ad interromperci, in questa città dove la follia e la violenza, sembrano avere avuto ragione su qualsiasi buon senso.
Quando la mia schiena, dove hai posato baci ardenti mentre mi donavo a te, in piena fiducia, camminerà nel senso opposto alla tua, potrai contare i passi verso un’amara solitudine.
Ti ci condannerò, se non crederai alle mie parole, come io credo ad ogni cosa tu mi dica da quando ci siamo scelti.
Brandirò la spada e lacererò la reciproca appartenenza, incapace di vederla sfiorire, deturpata dalla tua insana diffidenza.
Nessun tormento, a quel punto, sarà peggiore di avermi perduto.
E’ il sentimento di cui mi hai fatto destinatario a rendermi così arrogante Agron e …

E disperato, senza di te.
Il solo pensiero mi uccide, dovresti saperlo.
Tu sai tutto di me.
Tutto, Agron.

Sarà una notte lunga e terribile, me lo sento, gli auspici non ci danno scampo.
Sono lugubri, sanguinari e forse non potremo nemmeno chiederci un perdono reciproco: tu per non avermi dato fiducia, io, per non averti supplicato abbastanza.
Siamo così stupidi.
Così simili.


“Questa volta io vado e tu resti …”

Il sapore di quel bacio, del tuo commiato, sono rimasti nel vento ed esso li ha portati al largo di questo mare, che schiuma oltre le mura.
Che i cattivi pensieri possano annegarci, che la diffidenza possa sciogliersi, che la tua bocca torni presto a ricongiungersi alla mia, Agron.
Il mio respiro resterà sospeso sino a quell’istante.

Non reclamo altro dal fato avverso.

Null’altro, se non il nostro amore.


The end


Nessun commento:

Posta un commento