sabato 23 marzo 2013

ZEN - CAPITOLO N. 76


Capitolo n. 76  -  zen


Soldi.
Compravano tutto e Glam Geffen lo sapeva da quando stava al mondo.
Così suo padre misurava il valore dei suoi interlocutori od avversari in aula.
Più sapevi fare soldi e più eri in gamba.
Se poi pestavi tuo figlio, anche ad otto anni, non aveva un peso rilevante.

Glam ebbe un brivido, ripensandoci, mentre passava una mazzetta di denaro al sorvegliante, che portò loro persino la colazione, evitando il passaggio di qualche inserviente ficcanaso.
Matt stava ancora dormendo.

“Avvocato senta, tra mezz’ora arriva l’infermiere per la flebo di calmanti. Io l’ho avvisata.”
“Grazie Barny.”
Geffen sorrise, come mai si chiamano tutti Barny, i secondini?
Forse pagando, quel tizio si sarebbe cambiato persino il nome.


Kevin svegliò Tim con un bacio al caffè.
“Ehi …”
“Ciao splendore, pronto a fare surf con il tuo vecchio?”
Tim rise, avvinghiandosi a lui, ancora bagnato di Kevin e pronto a ricominciare.
Si baciarono nuovamente, ma più a lungo, guardandosi.
Era meravigliosa la loro confidenza.
Per la prima volta, a Tim, sembrò che potesse veramente funzionare.


“Buongiorno”
Il tono di Kurt era riconoscente e limpido.
Posò tra le lenzuola il vassoio, colmo di delizie, perché a David non mancasse nulla.
“Il bambino sta facendo il bagno, torno subito”
“Va bene … Grazie per … per questo, Kurt” – gli arrise sereno l’uomo, che provava mille sensazioni, non una sgradevole.
Sembrava tutto perfetto ed assurdo, ma valeva la pena viverselo sino in fondo, quel fantastico mattino di primavera inoltrata.


“Eccoci qui …”
Derek era raggiante, dopo avere cambiato il pannolino a Gregory, senza l’ausilio di Spencer, sempre troppo agitato e prodigo di suggerimenti non richiesti, perché eccessivamente nevrotici, anche se buffi.
Twist rideva appena Reid lo stringeva sul petto, come in quell’istante, dopo averlo reclamato tutto per sé.
Lo guardava come se fosse un miracolo, per poi sbirciare Morgan, intento a fare altrettanto, ma con entrambi.
“Siete i miei doni Spencer …” – mormorò, baciandolo tra i capelli.
“Mi auguro per sempre …” – replicò malinconico.
“Cosa sono questi musi? Ti manca David?” – chiese dolce.
Reid avvampò.

Con lui non poteva fingere, ma neppure riusciva a spiegargli quanto  Rossi fosse importante.

“No, no, anzi, ha la sua vita, ci mancherebbe” – abbozzò.
“Sì, anche se ti capisco”
“Cosa intendi …?” – bissò incuriosito.
“Kurt, intendo, non saprei come collocarlo: cioè io so cosa voglia dire metabolizzare un lutto, elaborarlo, cercare conforto”
“Per cui proietta su Dave la figura di Brandon? Del resto erano coetanei più o meno”
“Spencer io temo sia un insieme di circostanze, non ultima il ritrovarsi da solo a crescere un figlio ancora piccolo”
“Tu credi che ci sia finito a letto?” – domandò improvviso.
“Ma non dire cavolate!”


“Non è Glam, quello …?”
Jude era alla guida ed incrociò l’avvocato mentre usciva dal parcheggio della Foster.
Robert controllò la targa dell’hummer – “Sì ...”
“Una vera persecuzione” – sibilò Law.
“E’ la strada verso l’oceano, penso vada anche lui alla festa del nonno” – dedusse serafico, anche se il pensiero di Geffen in visita a Matt, persino di domenica, lo inquietò nel profondo.

“Certo, ovvio, Los Angeles è immensa, però finché faremo parte di questa famiglia, non potremo che ritrovarcelo tra i piedi, ma prima o poi mi ci abituerò anch’io, capita a tutti”
“Cos’è che capita a tutti?” – ribatté a quel punto aspro l’americano, fissandolo, incurante del visino corrucciato di Camilla.
Jude se ne accorse dallo specchietto retrovisore e sembrò fare marcia indietro repentinamente, per non turbarla.
“Era solo una battuta stupida Rob, scusami”
“Ne stai facendo una iosa, ultimamente.” – si lamentò, aprendo una rivista dimenticata nel vano oggetti.
Lì vide le caramelle alla menta, che Glam gli regalava sempre quando …
§ Sì … è una vera persecuzione § - pensò afflitto Downey, richiudendo secco lo sportello in radica, per poi restare in silenzio fino a destinazione.


Denny gli andò incontro per primo.

“Ciao, da dove arrivi così elegante?”
Le gemelle gli volarono al collo – “Ciao papi Glam!”
“Ciao cucciole … Lo so Denny, non è la tenuta adatta per questa occasione. Mi presti qualcosa?”
“Sì, certo, andiamo nella nostra tenda: ti piace la location?” – chiese ridendo.
“Sembra un campo di sceicchi arabi …”
“E’ il tema preferito da Antonio ed il pazzo del Palace lo ha accontentato”
“Dovrei prendermi una camera, così mi sistemo a dovere … Compro due cose alla boutique dell’hotel”
“Come vuoi …”
“Vieni con me, Denny? Volevo fare un regalo anche alle bimbe”
Loro esultarono ed anche il giovane accolse volentieri quell’invito inatteso.


“Ok, lo so David, è tutto un po’ strano … o strambo” – Kurt rise agitato, mentre curiosava nella cabina armadio – “Tu e Brandon avete lo stesso numero di scarpe e queste da vela sono nuove, mai indossate … Anche il completo …”
Rossi gli diede una carezza bonaria – “Pura coincidenza … Ed una fortuna per me, che non ho nulla di consono all’evento” – rise.
Quindi abbracciò Kurt, come a volere stemperare la sua angoscia.
Si diedero un bacio carico di tenerezza.
Kurt poi pianse, silenzioso, nel collo di Dave, che ascoltò il suo respiro, cullandolo lieve.


“Adesso sono presentabile”
Geffen  sorrise, specchiandosi, mentre Denny sistemava i capelli a Cory e Lory.
“Quanti fermagli vi siete fatte comprare?”
“Sono solo sciocchezze Denny, ma a loro sono piaciuti”
“Sì, vedo, guarda che vanitose”
“Possiamo vedere i cartoni papi?” – esclamarono in coro, adulandolo.
“Uno e solo uno, poi si torna dal nonno, ok?”

Poco distanti, i due scelsero una bibita fresca, per fare passare il tempo di quell’episodio di una serie giapponese in voga.
“Ho dovuto mettere il timer alla tv, se no rimarrebbero incantate davanti allo schermo per ore …” – disse assorto.
“So che vuoi fare bella impressione sugli assistenti, però non esagerare Denny”
“Ok … Se lo dici tu … Come ti va?”
“Il caso di Matt mi assorbe molto …”
Denny sospirò – “Anche lui … vedo” – e con l’indice sinistro gli sfiorò una porzione di pelle, sotto il colletto della camicia bianco latte.
Geffen sorrise – “Crederai che io sia impazzito …” – disse mesto.
“Il fatto è che io non ti capisco, sai …?” – disse piano, con un nodo molesto alla gola.
“Denny …”
“Allora sono io quello sbagliato?”
“Tesoro ci sono le bambine” – replicò imbarazzato.
“Non chiamarmi” – e prese fiato, asciugandosi la faccia dalle lacrime odiose e rivelatrici.
Geffen lo avvolse, ma Denny lo respinse – “Lasciami …” – disse sommesso.
“Ok … Io non ho mai voluto farti del male … Mi dispiace se adesso”
“Io sto bene” – lo interruppe brusco – “Ho le mie bambine, non mi serve altro, di stronzi ne ho già avuti abbastanza accanto” – e ricomponendosi, dietro ad un paio di occhiali da sole, se ne andò con le sue principesse, non senza qualche protesta da parte loro, davanti ad un Glam senza più parole.


Quando Spencer li vide, ebbe un tuffo al cuore.
Kurt e David tenevano per mano Martin, sollevandolo ogni tre passi, facendolo ridere indicandogli gabbiani in volo ed acrobazie sui tappeti elastici, eseguiti da Yari e Lula, scatenati in quella particolare disciplina.
Meliti diede loro il benvenuto calorosamente, dirottandoli verso dei comodi giacigli, piuttosto distanti dalla postazione di Morgan e Reid, con il loro Gregory.

Un minuto dopo arrivarono anche Scott e Jimmy.
Quest’ultimo con un vistoso ematoma sullo zigomo sinistro, che gli astanti notarono, non senza qualche dubbio su come se lo fosse procurato.
Il medico appariva sempre molto protettivo con Jimmy, anche se mal celava un’acuta gelosia ed un possesso piuttosto pressanti.

Martin era abbastanza lontano da non ascoltare l’invettiva poco ortodossa di Kurt.
“Che cazzo gli ha fatto?!” – sbottò, scattando in piedi.
“Kurt che succede …?”
“E’ Jimmy, ha un livido …” – e si precipitò da lui, per chiarire quella spiacevole sensazione.

C’era parecchio caos, ma la gelida indifferenza tra Scott e Jimmy era palese.
Appena Kurt gli fu abbastanza vicino, la reazione di Scott non si fece attendere, purtroppo.
Con un pugno, atterrò il suo antagonista: Jimmy gli aveva detto tutto, all’alba, durante un approccio al quale il ragazzo reagì con un’anomala insofferenza.

Scoppiò un parapiglia, nel mezzo del quale Morgan intervenne per separarli, sotto gli occhi atterriti di Jimmy, portato via un secondo dopo da un Jared sconvolto.
Glam sopraggiunse, chiedendo a Xavier cosa stesse accadendo.
“Temo che Jimmy e Kurt abbiano fatto un casino e Scott l’ha saputo …”

Era semplice, non ci voleva un genio a capire la dinamica di quella situazione incresciosa, che solo il monito di Antonio riuscì a sedare, ammansendo gli sguardi ormai feroci tra il dottore ed il vedovo di Brandon.

Da quando se n’era andato, sembrava che ogni cosa andasse a rotoli.
Vorticosamente.







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