Capitolo n. 76 - zen
Soldi.
Compravano tutto e
Glam Geffen lo sapeva da quando stava al mondo.
Così suo padre
misurava il valore dei suoi interlocutori od avversari in aula.
Più sapevi fare soldi
e più eri in gamba.
Se poi pestavi tuo
figlio, anche ad otto anni, non aveva un peso rilevante.
Glam ebbe un brivido,
ripensandoci, mentre passava una mazzetta di denaro al sorvegliante, che portò
loro persino la colazione, evitando il passaggio di qualche inserviente
ficcanaso.
Matt stava ancora
dormendo.
“Avvocato senta, tra
mezz’ora arriva l’infermiere per la flebo di calmanti. Io l’ho avvisata.”
“Grazie Barny.”
Geffen sorrise, come
mai si chiamano tutti Barny, i secondini?
Forse pagando, quel
tizio si sarebbe cambiato persino il nome.
Kevin svegliò Tim con
un bacio al caffè.
“Ehi …”
“Ciao splendore,
pronto a fare surf con il tuo vecchio?”
Tim rise,
avvinghiandosi a lui, ancora bagnato di Kevin e pronto a ricominciare.
Si baciarono
nuovamente, ma più a lungo, guardandosi.
Era meravigliosa la
loro confidenza.
Per la prima volta, a
Tim, sembrò che potesse veramente funzionare.
“Buongiorno”
Il tono di Kurt era
riconoscente e limpido.
Posò tra le lenzuola
il vassoio, colmo di delizie, perché a David non mancasse nulla.
“Il bambino sta
facendo il bagno, torno subito”
“Va bene … Grazie per
… per questo, Kurt” – gli arrise sereno l’uomo, che provava mille sensazioni,
non una sgradevole.
Sembrava tutto
perfetto ed assurdo, ma valeva la pena viverselo sino in fondo, quel fantastico
mattino di primavera inoltrata.
“Eccoci qui …”
Derek era raggiante,
dopo avere cambiato il pannolino a Gregory, senza l’ausilio di Spencer, sempre
troppo agitato e prodigo di suggerimenti non richiesti, perché eccessivamente
nevrotici, anche se buffi.
Twist rideva appena
Reid lo stringeva sul petto, come in quell’istante, dopo averlo reclamato tutto
per sé.
Lo guardava come se
fosse un miracolo, per poi sbirciare Morgan, intento a fare altrettanto, ma con
entrambi.
“Siete i miei doni Spencer
…” – mormorò, baciandolo tra i capelli.
“Mi auguro per sempre
…” – replicò malinconico.
“Cosa sono questi
musi? Ti manca David?” – chiese dolce.
Reid avvampò.
Con lui non poteva
fingere, ma neppure riusciva a spiegargli quanto Rossi fosse importante.
“No, no, anzi, ha la
sua vita, ci mancherebbe” – abbozzò.
“Sì, anche se ti
capisco”
“Cosa intendi …?” –
bissò incuriosito.
“Kurt, intendo, non
saprei come collocarlo: cioè io so cosa voglia dire metabolizzare un lutto,
elaborarlo, cercare conforto”
“Per cui proietta su
Dave la figura di Brandon? Del resto erano coetanei più o meno”
“Spencer io temo sia
un insieme di circostanze, non ultima il ritrovarsi da solo a crescere un
figlio ancora piccolo”
“Tu credi che ci sia
finito a letto?” – domandò improvviso.
“Ma non dire
cavolate!”
“Non è Glam, quello
…?”
Jude era alla guida ed
incrociò l’avvocato mentre usciva dal parcheggio della Foster.
Robert controllò la
targa dell’hummer – “Sì ...”
“Una vera
persecuzione” – sibilò Law.
“E’ la strada verso
l’oceano, penso vada anche lui alla festa del nonno” – dedusse serafico, anche
se il pensiero di Geffen in visita a Matt, persino di domenica, lo inquietò nel
profondo.
“Certo, ovvio, Los
Angeles è immensa, però finché faremo parte di questa famiglia, non potremo che
ritrovarcelo tra i piedi, ma prima o poi mi ci abituerò anch’io, capita a
tutti”
“Cos’è che capita a
tutti?” – ribatté a quel punto aspro l’americano, fissandolo, incurante del
visino corrucciato di Camilla.
Jude se ne accorse
dallo specchietto retrovisore e sembrò fare marcia indietro repentinamente, per
non turbarla.
“Era solo una battuta
stupida Rob, scusami”
“Ne stai facendo una
iosa, ultimamente.” – si lamentò, aprendo una rivista dimenticata nel vano
oggetti.
Lì vide le caramelle
alla menta, che Glam gli regalava sempre quando …
§ Sì … è una vera
persecuzione § - pensò afflitto Downey, richiudendo secco lo sportello in
radica, per poi restare in silenzio fino a destinazione.
Denny gli andò
incontro per primo.
“Ciao, da dove arrivi
così elegante?”
Le gemelle gli volarono
al collo – “Ciao papi Glam!”
“Ciao cucciole … Lo
so Denny, non è la tenuta adatta per questa occasione. Mi presti qualcosa?”
“Sì, certo, andiamo
nella nostra tenda: ti piace la location?” – chiese ridendo.
“Sembra un campo di
sceicchi arabi …”
“E’ il tema preferito
da Antonio ed il pazzo del Palace lo ha accontentato”
“Dovrei prendermi una
camera, così mi sistemo a dovere … Compro due cose alla boutique dell’hotel”
“Come vuoi …”
“Vieni con me, Denny?
Volevo fare un regalo anche alle bimbe”
Loro esultarono ed
anche il giovane accolse volentieri quell’invito inatteso.
“Ok, lo so David, è
tutto un po’ strano … o strambo” – Kurt rise agitato, mentre curiosava nella
cabina armadio – “Tu e Brandon avete lo stesso numero di scarpe e queste da
vela sono nuove, mai indossate … Anche il completo …”
Rossi gli diede una
carezza bonaria – “Pura coincidenza … Ed una fortuna per me, che non ho nulla
di consono all’evento” – rise.
Quindi abbracciò
Kurt, come a volere stemperare la sua angoscia.
Si diedero un bacio
carico di tenerezza.
Kurt poi pianse,
silenzioso, nel collo di Dave, che ascoltò il suo respiro, cullandolo lieve.
“Adesso sono
presentabile”
Geffen sorrise, specchiandosi, mentre Denny sistemava
i capelli a Cory e Lory.
“Quanti fermagli vi
siete fatte comprare?”
“Sono solo
sciocchezze Denny, ma a loro sono piaciuti”
“Sì, vedo, guarda che
vanitose”
“Possiamo vedere i
cartoni papi?” – esclamarono in coro, adulandolo.
“Uno e solo uno, poi
si torna dal nonno, ok?”
Poco distanti, i due
scelsero una bibita fresca, per fare passare il tempo di quell’episodio di una
serie giapponese in voga.
“Ho dovuto mettere il
timer alla tv, se no rimarrebbero incantate davanti allo schermo per ore …” –
disse assorto.
“So che vuoi fare
bella impressione sugli assistenti, però non esagerare Denny”
“Ok … Se lo dici tu …
Come ti va?”
“Il caso di Matt mi
assorbe molto …”
Denny sospirò –
“Anche lui … vedo” – e con l’indice sinistro gli sfiorò una porzione di pelle,
sotto il colletto della camicia bianco latte.
Geffen sorrise –
“Crederai che io sia impazzito …” – disse mesto.
“Il fatto è che io
non ti capisco, sai …?” – disse piano, con un nodo molesto alla gola.
“Denny …”
“Allora sono io
quello sbagliato?”
“Tesoro ci sono le
bambine” – replicò imbarazzato.
“Non chiamarmi” – e
prese fiato, asciugandosi la faccia dalle lacrime odiose e rivelatrici.
Geffen lo avvolse, ma
Denny lo respinse – “Lasciami …” – disse sommesso.
“Ok … Io non ho mai
voluto farti del male … Mi dispiace se adesso”
“Io sto bene” – lo
interruppe brusco – “Ho le mie bambine, non mi serve altro, di stronzi ne ho
già avuti abbastanza accanto” – e ricomponendosi, dietro ad un paio di occhiali
da sole, se ne andò con le sue principesse, non senza qualche protesta da parte
loro, davanti ad un Glam senza più parole.
Quando Spencer li
vide, ebbe un tuffo al cuore.
Kurt e David tenevano
per mano Martin, sollevandolo ogni tre passi, facendolo ridere indicandogli
gabbiani in volo ed acrobazie sui tappeti elastici, eseguiti da Yari e Lula,
scatenati in quella particolare disciplina.
Meliti diede loro il
benvenuto calorosamente, dirottandoli verso dei comodi giacigli, piuttosto
distanti dalla postazione di Morgan e Reid, con il loro Gregory.
Un minuto dopo arrivarono
anche Scott e Jimmy.
Quest’ultimo con un
vistoso ematoma sullo zigomo sinistro, che gli astanti notarono, non senza
qualche dubbio su come se lo fosse procurato.
Il medico appariva
sempre molto protettivo con Jimmy, anche se mal celava un’acuta gelosia ed un
possesso piuttosto pressanti.
Martin era abbastanza
lontano da non ascoltare l’invettiva poco ortodossa di Kurt.
“Che cazzo gli ha
fatto?!” – sbottò, scattando in piedi.
“Kurt che succede …?”
“E’ Jimmy, ha un
livido …” – e si precipitò da lui, per chiarire quella spiacevole sensazione.
C’era parecchio caos,
ma la gelida indifferenza tra Scott e Jimmy era palese.
Appena Kurt gli fu
abbastanza vicino, la reazione di Scott non si fece attendere, purtroppo.
Con un pugno, atterrò
il suo antagonista: Jimmy gli aveva detto tutto, all’alba, durante un approccio al quale il ragazzo reagì con un’anomala insofferenza.
Scoppiò un
parapiglia, nel mezzo del quale Morgan intervenne per separarli, sotto gli
occhi atterriti di Jimmy, portato via un secondo dopo da un Jared sconvolto.
Glam sopraggiunse,
chiedendo a Xavier cosa stesse accadendo.
“Temo che Jimmy e
Kurt abbiano fatto un casino e Scott l’ha saputo …”
Era semplice, non ci
voleva un genio a capire la dinamica di quella situazione incresciosa, che solo
il monito di Antonio riuscì a sedare, ammansendo gli sguardi ormai feroci tra
il dottore ed il vedovo di Brandon.
Da quando se n’era
andato, sembrava che ogni cosa andasse a rotoli.
Vorticosamente.
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