Capitolo n. 77 - zen
Jared lo stava
fissando da cinque minuti, accarezzandogli il volto segnato da quella macchia
violacea, semi nascosta dalla barba, che incorniciava il profilo di Jimmy.
“Dimmi cosa ti ha
fatto … Per favore”
“Sì, vorrei saperlo
anch’io Jimmy, ti prego” – chiese Geffen alle spalle del cantante, dopo essere
arrivato all’improvviso.
“Mi … mi ha dato uno
schiaffo, però ho sbattuto contro uno spigolo e sembra più grave di quello che
è veramente” – si giustificò timido.
Sopraggiunse anche
Colin, dopo avere sistemato i gemelli e Florelay nella tenda di Pam.
Farrell si accomodò
accanto al giovane, cingendolo e massaggiandogli la schiena rigida e fredda.
“Bevi questa” – e gli
porse gentile una tonica.
Jared sorrise – “Grazie
Cole … Ora Jimmy si trasferisce da noi, rimarrà con i ragazzi, quando saremo
alle Maldive, ok?”
L’irlandese annuì, ma
il compagno di Scott si alzò in piedi bruscamente.
“Vi ringrazio, ma non
voglio essere di peso a nessuno, torno …”
In realtà non sapeva
dove tornare.
Aveva molto denaro,
questo non poteva dimenticarlo, quindi si sarebbe comprato una casa,
finalmente.
Ci aveva pensato su
così tante volte, senza mai decidersi.
Preferiva abitare in
una stanza semi arredata in quel club dove si prostituiva.
Kurt li aveva
ascoltati, mentre Rossi, oltre l’ingresso della suite affittata da Geffen,
tamponava il suo naso sanguinante.
“Vado da lui …
scusami Dave …” – disse triste.
“Non ci sono problemi
… Jimmy era uno di quelli che”
“Sì David, te lo
avrei detto”
“Tu non mi devi
nulla, tesoro” – e lo strinse, caldo e piacevole.
Kurt sembrò
aggrapparsi a quell’abbraccio, come a supplicarlo di non lasciarlo andare via,
anche se la differenza di età era tanta, anche se Reid, poco prima, lo aveva
guardato con astio.
Rossi gli apparteneva
in qualche maniera e Kurt non aveva il coraggio di chiedergli come.
Varcata la soglia, i
carboni dei due si incrociarono vividi.
“Jimmy può usare il
mio loft sull’oceano …”
“Kurt non mi sembra
il caso” – si intromise Geffen, ancora alterato con Scott, rimasto ai bordi
della piscina dell’hotel, con Phil e Derek.
“Fatti i cazzi tuoi
Glam” – sibilò acre.
“Anche se stai
soffrendo non avevi il diritto di rovinare una coppia, ok?”
“Da che pulpito
Geffen! Perché non torni a scoparti Matt, giusto uno psicopatico può darti
retta!!” – ruggì.
Jared scattò verso di
lui, dandogli uno spintone per poi inveire – “Come ti permetti di insultare
Glam??!! Sei uno stronzo, UN PATETICO STRONZO KURT!!”
Colin lo afferrò da
dietro, prima che lo colpisse ulteriormente, mentre Geffen rimase ammutolito.
La cosa peggiore fu
l’ingresso di Lula, che guardò risentito Kurt, prendendo poi per mano suo
padre.
“Papà andiamo via!” –
si impose, più con lo sguardo lucido che con la voce tremolante.
“Amore mio … stai
tranquillo … Kurt è arrabbiato, non devi dare retta a ciò che dice, ok?” – gli
disse dolce, prendendolo sul petto.
Kurt avvampò per la
vergogna, avrebbe voluto sparire.
Entrarono anche Kevin
e Tim, che andò a consolare il suo migliore amico.
“Posso usare il tuo
appartamento?” – chiese debole.
Tim annuì, cercando
anche l’approvazione di Kevin, che non lo deluse.
“Che giornata di
merda”
“Jay … Ora calmati”
“Ma l’hai sentito?!”
Per fortuna stavano
rincasando senza i figli, che sarebbero rimasti dal nonno, durante il loro
breve viaggio.
“Sì, ha detto una
cosa grave, comunque … Se è vera”
“Su Glam e Matt?
Ovvio che no, è impossibile!” – affermò perentorio, ma qualcosa dentro lo stava
uccidendo, se non avesse chiarito quel dubbio con Geffen prima di decollare
verso quella meta da sogno.
Geffen si guardò
intorno.
C’era ancora molto di
lui e Jared in quel cottage, dove non andavano da mesi.
Il leader dei Mars
gli aveva dato un appuntamento, dai toni perentori.
“Ehi … scusa il
ritardo Glam”
“Hai ancora le chiavi
… Come me del resto, ma credevo le avessi buttate”
Lo accolse seduto al
tavolo della cucina, dopo avere preparato un caffè con la moka.
“Ne vuoi?”
“No, grazie, c’è
qualcosa di fresco?”
“Solo minerale, dal
frigo del mio hummer, è lì, sulla mensola”
Leto sorrise – “Anticipi
le mie esigenze, sempre” – disse compiaciuto, come se avesse dimenticato di
colpo il motivo per cui erano lì.
“Avevo sete anch’io,
tutto qui”
“Sì, ovvio, fa un
caldo, il condizionatore è di nuovo rotto?”
“Non lo so Jared, non
metto piede in questa casa da secoli. Perché siamo qui?” – chiese a corto di
pazienza e cortesia.
Voleva andare da
Matt, per sincerarsi delle sue condizioni, prima della nuova udienza.
“E’ per quello che ha
detto Kurt …”
“Ah, ecco.” – replicò,
alzandosi.
“E’ … Era una
stronzata, vero? Una maniera cattiva ed inutile di provocarti” – chiese impaziente
di sapere la verità.
“No Jared” – bissò
secco.
“Cosa vuol dire, no
Jared?! Ci vai a letto?!”
“Quello che faccio
con Matt non è affare né tuo e tanto meno di Kurt”
Leto deglutì a vuoto –
“Dovrò portarmi appresso anche questo fardello, dunque …” – disse desolato.
“Quale fardello?”
“L’averti … l’averti
spinto a cercare il conforto di uno come Matt, dopo la storia con Robert, per
il quale ti sei come fissato, in una bolla di sapone, definendola il grande
amore della tua vita!” – sbottò.
Geffen lo scrutò
confuso – “Ma cosa stai farneticando Jay?! Io non sarò equilibrato nel
frequentare Matt, però su Rob ti sbagli di grosso!”
“Dovevi dimenticarmi …
a tutti i costi e Robert è stato l’alibi: in fondo lo hai usato, come hai fatto
con Kevin” – disse serio.
“Non ti è mai andata
giù, TU non concepisci che io possa essermi innamorato di un altro, ma cosa
dico, che MI SIA DIMENTICATO DI TE!!”
“Io … io ti capisco
Glam … Quello che è successo dopo di noi, intendo …”
“No, sbagli, perché tu
non mi hai messo da parte, mentre io, con Robert, ero pronto a sposarlo, ad
avere dei figli con lui e”
“COSA CAZZO DICI?!?” - inveii stringendo i pugni, gli occhi
lucidi, in un’esplosione di rabbia e dolore incontenibili.
Geffen prese fiato,
tremando nell’animo – “Io … io lo volevo un bambino, con Robert … Avrebbe
coronato il nostro rapporto, già di per sé perfetto ed io non ho motivo di
mentirti, perché sono consapevole del tuo rammarico, Jared, è straziante per me
vederti in questo stato, nonostante la tua armonia ritrovata insieme a Colin”
Il cantante si
appoggiò alla parete, le braccia abbandonate lungo il corpo esile.
“Tu … Tu lo ricordi,
invece, il rapporto che univa noi due, Glam …?” – chiese svuotato.
“Ogni momento … E
rammento le promesse, io le cose non le dico tanto per dire, poi non vado sino
in fondo, è solo colpa mia e le colpe si scontano, si pagano, quindi sono rimasto solo, quale peggiore
condanna, per me? Le vostre famiglie rinsaldate e Glam, big Geffen, rimasto all’angolo
ogni volta, OGNI STRAMALEDETTISSIMA FOTTUTA VOLTA JARED!!”
Il suo respiro
divenne affannoso.
“Glam …! Dio, bevi un
po’ d’acqua! Stenditi, vieni ti aiuto …”
Jimmy stava
raccogliendo le proprie cose, mentre Scott lo osservava, inerme, seduto sul
bordo del letto.
“Vai alla End House …?”
“No”
“Vorrei soltanto
sapere dove …” – inghiottì un singulto.
“Non serve Scott, non
più”
“Io … io ti avrei
protetto anche dall’aria …”
“Ma non da te” – lo fissò.
“E’ … è stato un
incidente Jimmy … Non ho scusanti, ma … Non volevo farti così male …” – due lacrime
pesanti rigarono le sue gote arrossate e frementi.
“Parecchi …” – il giovane
inspirò, strizzando le palpebre – “Parecchi uomini mi hanno messo le mani
addosso … e quando tu, mi hai fatto sentire speciale, Scott, credevo di non
meritarti, era troppo bello per essere vero …” – iniziò a piangere con dignità –
“E poi il paradosso, di … di sentirsi soffocare da un amore smisurato quanto il
tuo, così da trovarmi un’ottima scusa per indurti a … a lasciarmi”
Scott si sollevò,
avvicinandosi a Jimmy, che non si mosse.
“Tu meriti tutto l’amore
del mondo, piccolo … anche se vendevi il tuo corpo e chiunque ti giudicherebbe,
ma io non l’ho mai fatto … Ti ho soltanto amato Jimmy … E sono stato sempre
fiero di noi”
“Scott …”
Si abbracciarono,
intrecciandosi e saldandosi attraverso le loro bocche.
Fu come assaporare l’infinito
in un attimo.
Entrambi non volevano
finisse.
Per nessuna ragione.
Nessuna.
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