Capitolo n. 63 - zen
Robert mise a dormire
Camilla, non senza finire di raccontarle la fiaba della principessa
Lapislazzuli.
Spesso lei si
identificava in questa narrazione, dove un sortilegio aveva trasformato la
splendida figlia del re, in un’altrettanto rara farfalla notturna.
Fragile ed esposta a
mille pericoli, per sua natura, proprio come la cucciola adottata dai due
artisti.
“E’ crollata … Oggi è
stato un giorno pesante per tutti, Jude” – disse sedendosi sul bordo del
materasso, mentre si slacciava la camicia.
Il compagno lo aiutò
in quell’operazione, restando alle sue spalle.
“Potevamo rimanere
ancora, se volevi Rob” – gli soffiò delicato nel collo, posandovi una
moltitudine di baci leggeri e caldi.
“No … E’ stato già
abbastanza penoso” – si alzò – “Scusami Jude, vado a farmi una doccia”
“Solo?” – chiese
tranquillo.
Downey scosse la
testa, poi gli tese la mano.
“Lasciatemi in pace,
cazzo!”
Jared lo biascicò,
dopo avere vomitato anche l’anima in quel prezioso cesso in maiolica bianca.
Shannon lo raccolse
dal pavimento, mentre Colin lo sosteneva dal lato opposto.
Leto ricominciò a
singhiozzare, incapace di accettare la perdita di Brandon.
Kurt aveva salutato
il suo Martin, dicendogli che voleva rimanere da solo per un paio di giorni:
avrebbe fatto un giro in moto, dono del consorte, per ritrovare un minimo di
pace.
Il figlio, con
maturità, accettò quella sua scelta, anche dietro la promessa che, una volta
rientrato, loro due sarebbero decollati per la Spagna, un luogo amato da Cody,
dove spesso si recavano in vacanza.
Martin avrebbe
soggiornato a villa Meliti, circondato da affetto ed amici, con i quali
distrarsi negli istanti più tristi del giorno, che trascorreva puntuale in
compagnia di Brandon, come la sera e la mattina, prima di recarsi a scuola.
“Scusatemi … Colin
scusami …” – singhiozzò.
Gli sbalzi emotivi di
Jared ormai stavano degenerando e l’arrivo provvidenziale di Scott, con un
blando sedativo, apparve a chiunque fosse presente accanto al cantante, come la
soluzione migliore.
Farrell lo convinse a
ritirarsi nella camera dove alloggiavano d’abitudine presso Antonio, ma Jared
chiese insistentemente di Glam, che, finalmente, arrivò da lui, visibilmente
turbato.
Kevin e Colin li
lasciarono da soli per qualche minuto, affinché parlassero di qualsiasi
argomento, pur di sedare l’ansia di Leto.
“Tu sei la mia
disperazione, Jay” – gli sorrise, non era un rimprovero.
“Hai fatto tardi …
Incontrando fantasmi …”
Geffen aggrottò la
fronte, pensando che il calmante stesse facendo effetto, ma Jared sembrava
alquanto lucido.
“Ce ne sono parecchi
nei miei giorni”
“Me compreso” – Jared
rise.
“Abbastanza … Adesso
dormi” – disse dolce.
“Ti … Ti avevo detto
di non permettere a nessuno di …” – sembrò entrare in agitazione.
Glam lo aiutò a
sollevarsi, abbracciandolo paterno – “Ho fatto quello che era meglio, sono
tornato con Kevin, me lo avete consigliato anche voi” – disse piano, dilaniato
da quel frangente, seppure provasse un amore sincero per il bassista.
“Noi …?” – Jared tornò
a fissarlo, poi fece un segno di diniego leggero, con la testa, scivolando tra
i cuscini, per rannicchiarsi e chiudere gli occhi.
Forse fece solo finta
di addormentarsi.
Geffen se ne andò,
senza appurarlo.
Le voci dal salone
sottostante gli fecero intendere che si stava brindando alla memoria di
Brandon.
Preferì non scendere,
tornando sui propri passi, sino al punto in cui aveva incrociato poche ore prima
Robert.
Strizzò le palpebre e
poi cedette ad una tentazione, che sembrò soffocarlo.
Cercò in rubrica il
numero di Downey, lo selezionò e gli squilli sembrarono rimbombare nelle sue
orecchie, finché l’attore non gli rispose.
Jude era già a letto
e lui gli aveva detto che sarebbe rimasto in veranda, con i propri pensieri,
solo un attimo, prima di raggiungerlo.
Fu una coincidenza,
forse pianificata da un destino beffardo o forse giusto.
Geffen si appoggiò
alla parete, anzi, sembrò addossarsi ad essa, come una statua senza più
piedistallo.
“Vorrei che tu fossi
felice, Rob …” – esordì, in lacrime, al solo percepire il respiro dell’altro.
“Glam …?!” – mormorò,
stupito.
“Ogni mio gesto …
ogni parola … Ora è cattiva, lo so ed è così distante da ciò che ti ho sempre
promesso e” – prese fiato – “E non posso fare diversamente Robert … Vorrei
riaverti nella mia vita, come in passato, quando … quando …”
“Noi potremo anche
andarcene, ignorarci, ma le nostre anime si conoscono, i nostri cuori si
appartengono, da quando ci siamo innamorati ed io non riesco a ricordare come
fosse prima, in quel passato dove tu vorresti tornassimo, ma è … E’
impossibile, almeno quanto il nostro amore Glam” – i concetti sembrarono
precipitare dalla sua bocca, come una verità assoluta.
“Aiutami a …”
“Non ti abbandonerò
mai Glam.”
Ripetere il suo nome,
gli dava una gioia devastante, ma l’urgenza di non illuderlo e di non mescolare
più sensazioni ed impulsi, sembrò imperare nella mente di Downey.
“E’ stato come uno
spiraglio di luce, nel buio del mio percorso con Jude, l’averti amato così
tanto … Non che io creda sarà semplice, da adesso in poi insieme a mio marito,
per svariate ragioni Glam, ma io ho ritrovato l’amore per lui e credo sia
avvenuto grazie a te ed al fatto di non essermi lasciato andare ai vizi di un
tempo, per dimenticarlo, per rassegnarmi al fatto di essere io quello sbagliato.
Tu mi hai messo in cima al mondo ed io non ero più un fallito, un drogato, un
alcolista, un incapace ed irresponsabile … Io ero tuo ed ero vivo, respiravo il
nostro amore, senza annullare quello per il padre di nostra figlia … Adesso
Camilla non è più l’alibi per rinnovare la mia fedeltà a chi ho sposato e che
amo”
“Io ci sto provando …
con Kevin … Senza avere, però, la forza che tu ora dimostri Rob” – replicò angosciato.
“Avrei voluto
parlarne non al telefono Glam” – disse sereno – “Per me Kevin è la tua scelta
migliore, da sempre …”
“La è per chiunque,
ma io fatico a sentirla tale, forse perché sono carente del tuo supporto …”
“Sarebbe uno scambio
legittimo, anche se dovremmo darci del tempo Glam, però potremmo stravolgere
gli schemi e riprenderci la nostra amicizia, l’empatia … Se solo lo volessimo
davvero … Tu ed io potremmo farcela, ne sono certo.” – sorrise, anche se il suo
cuore andava sgretolandosi in una porzione insanabile, anche per qualsivoglia
assennato raziocinio.
“Io vorrei Robert,
vorrei farcela, come ora mi stai chiedendo … Senza più desiderarti, senza più
essere divorato dalla gelosia … Dall’amicizia all’amore … E’ stato straordinario
trasformare le nostre emozioni, ma tornare indietro … Tu stai auspicando l’impossibile
… Forse”
“Lavoriamo su questo forse. Non esistono alternative Glam.” –
disse fermo, anche se con un tono pacato, colmo di tenerezza.
“Ti voglio bene
Robert”
Downey chiuse gli
occhi, sentendoli umidi, perché quel ti
voglio bene era l’ennesimo ti amo.
Una delle ultime
cose, che Brandon gli aveva scritto, in una e-mail preoccupata per le sue sorti
insieme a Jude, fu “Non fare come Jared:
tu non devi più avere il bisogno di essere rassicurato da Geffen sul fatto che
possa amarti, anche se le vostre strade si sono separate. Spezza questa catena
Robert: fallo o sarai perduto ed instabile quanto Jay.”
“Non rinuncerò a te
Glam, ma la condizione da rispettare dovrà essere unicamente l’amicizia,
profonda, complice, divertente, ma solo … Amicizia.”
L’avvocato si
ossigenò, tamponandosi la faccia con la manica della camicia.
“Mi auguro di non
deluderti Rob …”
“So che non lo farai.
A presto Glam”
“A presto.”
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