sabato 2 marzo 2013

ZEN - CAPITOLO N. 63



Capitolo n. 63  -  zen


Robert mise a dormire Camilla, non senza finire di raccontarle la fiaba della principessa Lapislazzuli.
Spesso lei si identificava in questa narrazione, dove un sortilegio aveva trasformato la splendida figlia del re, in un’altrettanto rara farfalla notturna.
Fragile ed esposta a mille pericoli, per sua natura, proprio come la cucciola adottata dai due artisti.

“E’ crollata … Oggi è stato un giorno pesante per tutti, Jude” – disse sedendosi sul bordo del materasso, mentre si slacciava la camicia.
Il compagno lo aiutò in quell’operazione, restando alle sue spalle.
“Potevamo rimanere ancora, se volevi Rob” – gli soffiò delicato nel collo, posandovi una moltitudine di baci leggeri e caldi.
“No … E’ stato già abbastanza penoso” – si alzò – “Scusami Jude, vado a farmi una doccia”
“Solo?” – chiese tranquillo.
Downey scosse la testa, poi gli tese la mano.


“Lasciatemi in pace, cazzo!”
Jared lo biascicò, dopo avere vomitato anche l’anima in quel prezioso cesso in maiolica bianca.
Shannon lo raccolse dal pavimento, mentre Colin lo sosteneva dal lato opposto.
Leto ricominciò a singhiozzare, incapace di accettare la perdita di Brandon.
Kurt aveva salutato il suo Martin, dicendogli che voleva rimanere da solo per un paio di giorni: avrebbe fatto un giro in moto, dono del consorte, per ritrovare un minimo di pace.
Il figlio, con maturità, accettò quella sua scelta, anche dietro la promessa che, una volta rientrato, loro due sarebbero decollati per la Spagna, un luogo amato da Cody, dove spesso si recavano in vacanza.
Martin avrebbe soggiornato a villa Meliti, circondato da affetto ed amici, con i quali distrarsi negli istanti più tristi del giorno, che trascorreva puntuale in compagnia di Brandon, come la sera e la mattina, prima di recarsi a scuola.

“Scusatemi … Colin scusami …” – singhiozzò.
Gli sbalzi emotivi di Jared ormai stavano degenerando e l’arrivo provvidenziale di Scott, con un blando sedativo, apparve a chiunque fosse presente accanto al cantante, come la soluzione migliore.
Farrell lo convinse a ritirarsi nella camera dove alloggiavano d’abitudine presso Antonio, ma Jared chiese insistentemente di Glam, che, finalmente, arrivò da lui, visibilmente turbato.

Kevin e Colin li lasciarono da soli per qualche minuto, affinché parlassero di qualsiasi argomento, pur di sedare l’ansia di Leto.

“Tu sei la mia disperazione, Jay” – gli sorrise, non era un rimprovero.
“Hai fatto tardi … Incontrando fantasmi …”
Geffen aggrottò la fronte, pensando che il calmante stesse facendo effetto, ma Jared sembrava alquanto lucido.
“Ce ne sono parecchi nei miei giorni”
“Me compreso” – Jared rise.
“Abbastanza … Adesso dormi” – disse dolce.
“Ti … Ti avevo detto di non permettere a nessuno di …” – sembrò entrare in agitazione.
Glam lo aiutò a sollevarsi, abbracciandolo paterno – “Ho fatto quello che era meglio, sono tornato con Kevin, me lo avete consigliato anche voi” – disse piano, dilaniato da quel frangente, seppure provasse un amore sincero per il bassista.
“Noi …?” – Jared tornò a fissarlo, poi fece un segno di diniego leggero, con la testa, scivolando tra i cuscini, per rannicchiarsi e chiudere gli occhi.
Forse fece solo finta di addormentarsi.
Geffen se ne andò, senza appurarlo.

Le voci dal salone sottostante gli fecero intendere che si stava brindando alla memoria di Brandon.
Preferì non scendere, tornando sui propri passi, sino al punto in cui aveva incrociato poche ore prima Robert.
Strizzò le palpebre e poi cedette ad una tentazione, che sembrò soffocarlo.
Cercò in rubrica il numero di Downey, lo selezionò e gli squilli sembrarono rimbombare nelle sue orecchie, finché l’attore non gli rispose.
Jude era già a letto e lui gli aveva detto che sarebbe rimasto in veranda, con i propri pensieri, solo un attimo, prima di raggiungerlo.
Fu una coincidenza, forse pianificata da un destino beffardo o forse giusto.

Geffen si appoggiò alla parete, anzi, sembrò addossarsi ad essa, come una statua senza più piedistallo.

“Vorrei che tu fossi felice, Rob …” – esordì, in lacrime, al solo percepire il respiro dell’altro.
“Glam …?!” – mormorò, stupito.
“Ogni mio gesto … ogni parola … Ora è cattiva, lo so ed è così distante da ciò che ti ho sempre promesso e” – prese fiato – “E non posso fare diversamente Robert … Vorrei riaverti nella mia vita, come in passato, quando … quando …”
“Noi potremo anche andarcene, ignorarci, ma le nostre anime si conoscono, i nostri cuori si appartengono, da quando ci siamo innamorati ed io non riesco a ricordare come fosse prima, in quel passato dove tu vorresti tornassimo, ma è … E’ impossibile, almeno quanto il nostro amore Glam” – i concetti sembrarono precipitare dalla sua bocca, come una verità assoluta.
“Aiutami a …”
“Non ti abbandonerò mai Glam.”
Ripetere il suo nome, gli dava una gioia devastante, ma l’urgenza di non illuderlo e di non mescolare più sensazioni ed impulsi, sembrò imperare nella mente di Downey.
“E’ stato come uno spiraglio di luce, nel buio del mio percorso con Jude, l’averti amato così tanto … Non che io creda sarà semplice, da adesso in poi insieme a mio marito, per svariate ragioni Glam, ma io ho ritrovato l’amore per lui e credo sia avvenuto grazie a te ed al fatto di non essermi lasciato andare ai vizi di un tempo, per dimenticarlo, per rassegnarmi al fatto di essere io quello sbagliato. Tu mi hai messo in cima al mondo ed io non ero più un fallito, un drogato, un alcolista, un incapace ed irresponsabile … Io ero tuo ed ero vivo, respiravo il nostro amore, senza annullare quello per il padre di nostra figlia … Adesso Camilla non è più l’alibi per rinnovare la mia fedeltà a chi ho sposato e che amo”
“Io ci sto provando … con Kevin … Senza avere, però, la forza che tu ora dimostri Rob” – replicò angosciato.
“Avrei voluto parlarne non al telefono Glam” – disse sereno – “Per me Kevin è la tua scelta migliore, da sempre …”
“La è per chiunque, ma io fatico a sentirla tale, forse perché sono carente del tuo supporto …”
“Sarebbe uno scambio legittimo, anche se dovremmo darci del tempo Glam, però potremmo stravolgere gli schemi e riprenderci la nostra amicizia, l’empatia … Se solo lo volessimo davvero … Tu ed io potremmo farcela, ne sono certo.” – sorrise, anche se il suo cuore andava sgretolandosi in una porzione insanabile, anche per qualsivoglia assennato raziocinio.
“Io vorrei Robert, vorrei farcela, come ora mi stai chiedendo … Senza più desiderarti, senza più essere divorato dalla gelosia … Dall’amicizia all’amore … E’ stato straordinario trasformare le nostre emozioni, ma tornare indietro … Tu stai auspicando l’impossibile … Forse”
“Lavoriamo su questo forse. Non esistono alternative Glam.” – disse fermo, anche se con un tono pacato, colmo di tenerezza.
“Ti voglio bene Robert”
Downey chiuse gli occhi, sentendoli umidi, perché quel ti voglio bene era l’ennesimo ti amo.
Una delle ultime cose, che Brandon gli aveva scritto, in una e-mail preoccupata per le sue sorti insieme a Jude, fu “Non fare come Jared: tu non devi più avere il bisogno di essere rassicurato da Geffen sul fatto che possa amarti, anche se le vostre strade si sono separate. Spezza questa catena Robert: fallo o sarai perduto ed instabile quanto Jay.”
“Non rinuncerò a te Glam, ma la condizione da rispettare dovrà essere unicamente l’amicizia, profonda, complice, divertente, ma solo … Amicizia.”
L’avvocato si ossigenò, tamponandosi la faccia con la manica della camicia.
“Mi auguro di non deluderti Rob …”
“So che non lo farai. A presto Glam”
“A presto.”




KURT

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