mercoledì 13 marzo 2013

ZEN - CAPITOLO N. 71



Capitolo n. 71  -   zen


“Non pensarci …”
Colin glielo sussurrò, seduto alle sue spalle, tenendolo tra le sue gambe muscolose, dentro quella vasca al centro del bagno turco, dove si era rifugiato insieme a Jared, per una serata speciale a Barcellona.
Il cantante ebbe un lieve sussulto, appena il mento ispido di Farrell si strofinò tra le sue scapole ed il palmo destro dell’attore gli sfiorò il ventre, premendo piano i suoi addominali appena accennati, in quel gesto così particolare, che Jared adorava.
“Cole” – ansimò, reclinando la testa sulla spalla sinistra del suo uomo e schiudendo la bocca in cerca di ossigeno, anche per quell’unico contatto preliminare.
“A … a cosa non dovrei” – disse con difficoltà, perso in mille sensazioni.
“A Kurt, al suo malessere … Non invaderlo con la tua generosità, in certi momenti ognuno di noi non riesce ad apprezzarla e la percepisce come un’ingerenza, anche se sei in buona fede, soprattutto con lui” – spiegò mite, ma senza smettere di accarezzarlo sensuale.
“Non voglio parlare di lui quando noi … quando mi tocchi così”
Colin lo fece roteare, verso il proprio sguardo e le proprie labbra avide.
Si baciarono, intrecciandosi maggiormente.
Con le mani, l’irlandese raggiunse i glutei di Jared, palpandoli per accompagnarli sino alla sua erezione, che non ebbe alcuna difficoltà a risalire le membra pulsanti del leader dei Mars.
I gemiti che si scontrarono nelle loro bocche, risuonarono in quell’ambiente come un’eco dall’eternità del loro amore inesauribile.
Così il desiderio, di appartenersi e di non permettere a nessuno di portarsi via ciò che avevano costruito con immensa fatica e sacrificio.
Il tutto si concretizzava non in un semplice, seppure straordinario, amplesso; era vita allo stato puro, era un’empatia totale, pronta di fondersi, morire, rinascere, dopo ogni tempesta.
Anche la peggiore.


Robert posò il palmare sul bancone del bar, accomodandosi a fianco di Jude, intento a gustare un aperitivo insieme a Xavier e Phil, già piuttosto euforici.
“Ehi bel ragazzo inglese …” – gli sussurrò all’orecchio e Law si piegò con il viso nel collo di Downey, per poi baciarlo, sino al mento, sorridente ed innamorato.
“Ciao … Ne vuoi?” – e bevendo un sorso di quel nettare, Jude glielo passò direttamente nella bocca.
Rob quasi tossì, ma poi si perse in un bacio troppo appassionato per non innescare in Xavier una battuta colorita.
Risero tutti, spostandosi in un privè, già prenotato da Phil, per non essere disturbati.

Derado accolse sul petto Xavier, che come al solito indossava poco e niente, su quel suo fisico acerbo e nervoso, eccitante e provocatorio, come i suoi intenti.
“Voglio scopare …” – gli sussurrò all’orecchio, Phil ridacchiò.
“Calma nino …”
“Dai, Jude e Rob sono di famiglia … non si scandalizzeranno” – insistette, leccandogli il giugulo, mentre già si strusciava a cavalcioni dell’eccitazione di Phil, ben visibile sotto i pantaloni attillati.
“Dio, Xavy … ma ti sembra il caso?” – protestò debole, provando a spostarlo.
“Uffi!” – e si levò, incrociando le braccia sul petto nudo.
Jude rise, era un po’ brillo, poi fissò Robert, piuttosto basito dal comportamento del giovane, ma incapace di staccargli gli occhi di dosso.
“Tu lo faresti …?” – gli sussurrò il biondo.
“Cosa Jude?” – finalmente lo guardò anche lui.
“Scopare … qui … con Phil e Xavy che fanno altrettanto …”
“Ma sei”
“Impazzito?” – rise, con aria canzonatoria.
Downey si alzò di scatto, poi ci ripensò.
“Forse quando mi facevo, anzi, garantisco che all’epoca ti avrei detto di sì all’istante” – sbottò, vuotando dell’altra sangria per i presenti.
“Robert … stavo scherzando …” – disse mortificato Jude, ma Downey avrebbe voluto fare un passo indietro e stare al gioco, anche se scabroso.
La sua camicia fuori dai jeans, nascondeva l’effetto di quella situazione, piuttosto consistente tra le sue gambe asciutte.
Sì sentì improvvisamente vecchio, inadatto, sconcio per avere immaginato un attimo prima il corpo di Xavy grondare di umori e sudore, magari carponi, sodomizzato da un Derado assai più sportivo e moderno di lui.
Phil non avrebbe detto di no, Robert ne fu sicuro, appena incontrò le iridi liquide dello spagnolo.
Il regista traeva forza ed ispirazione dal suo giovane compagno, da quando stavano insieme e per giunta, la loro si era rivelata l’unione più solida ed amorevole, con l’arrivo di Drake.
Il modo, poi, in cui giunse il figlio di Xavier e Pamela, nelle vite di quel terzetto, avrebbe fatto scappare chiunque, ma non Derado.
Lui era oltre, lui amava il suo cucciolo d’uomo ed aveva capito le sue esigenze, le debolezze, le inquietudini di Xavy, come nessuno.
Quei pensieri sembrarono crepitare nel cervello dell’americano, ma Jude era lì, che lo scrutava, incuriosito dalle sue espressioni e dal suo rossore.
“Io ti amo Robert …” – disse impulsivo, accarezzandogli gli zigomi, spingendolo poi sul divano, dove si allungò tra le sue gambe, cominciando a spogliarlo.
Xavy spalancò le palpebre, poi sigillò la porta a soffietto, già celata da un tendaggio pesante.
Spense i faretti laterali, lasciando le numerose candele ad illuminare suadenti quell’ambiente saturo di ormoni impazziti e lascivi.
Si precipitò poi tra le cosce di Phil, liberandole da quegli indumenti inutili, mentre lui era già spoglio di quel che restava del suo vestiario esiguo e modaiolo.
Inghiottì il membro di Derado, che si inarcò, senza badare a ciò che stavano facendo Jude e Robert.
Semplicemente scopando, come aveva reclamato Xavy dal principio.


Scott regolò la flebo, notando una certa stanchezza sul viso di Glam, volutamente distratto dagli appunti sul processo di Matt, che avrebbe affrontato il giorno dopo.
“Grazie per essere qui di domenica, ma al resto può pensare l’infermiera Scotty”  . disse togliendosi gli occhialini e strofinandosi la faccia tirata.
“Porto Jimmy fuori a pranzo, non abbiamo fretta … ah eccolo”
“Buongiorno” – li salutò solare, andando a dare un bacio fugace al medico.
“Ciao Jimmy” – “Ciao Glam, come stai?”
“Insomma … Voi avete programmi migliori … Su andate” – disse sereno, ma debole.
“Adesso riposati …” – si intromise Scott, dandogli una carezza sulla fronte imperlata, in un cenno affettuoso, che non diede alcun fastidio a Jimmy, che si affrettò a porgere dell’acqua a Geffen.


“Dio che occhiaie …”
Robert le nascose subito sotto i Ray-Ban a goccia verde smeraldo, mentre Jude ordinava svogliatamente il pranzo, ignorando le gomitate tra Jared e Colin.
Xavier ciondolava in piscina, con un perizoma scandaloso, Phil coccolava Camilla e Martin, mentre Kurt si gustava la scena, spalmato su di un lettino prendisole.
Di Kevin e Tim nessuna notizia, tanto che Lula giocava in acqua con Vassily e Peter, noncuranti dell’ora tarda e del brontolio dei rispettivi stomaci.
Soldino li sollecitò a cambiarsi, perché doveva telefonare al suo super papà e così fece, andando a sedersi tra Colin e Jared, divertiti dalle sue mossettine.

“Amore …”
La voce di Geffen arrivò come una stilettata ai cuori di Leto e Downey, seduti specularmente a quel tavolo ormai imbandito ed al completo.
Kurt notò i loro zigomi scattare al tono di Glam.
“Ciao papi!! Missione compiuta per papake e Tim!” – esordì il cucciolo.
“Oh meno male …” – replicò sommesso.
“Noi stiamo per mangiare e tu?”
“Più tardi … Sto … lavorando” – e tossì.
Gli astanti lo salutarono e lui fece altrettanto, interrotto, però da una voce femminile, ben nota a Lula.
“Glam non avevamo detto niente chiamate! Ti sequestro il cellulare” – e rise.
“Sally è mio figlio … un minuto … E poi mi hai incastrato” – sorrise.
“Papi sei in ospedale …?”
“Sì, ma faccio solo una terapia, niente di grave” – e sbuffò per l’imprevisto.
Jared ebbe un fremito, Farrell lo cinse, come a rassicurarlo.
“Glam non dobbiamo preoccuparci, vero?”
“Ciao Colin … Ma no, una al mese, lo sapete … credo”
Kevin era arrivato alle loro spalle, cogliendo le ultime battute dell’ex; Tim era al buffet delle insalate e non si rese conto di niente.

“Daddy ciao, che succede?” – domandò immediato.
“Ciao Kevin, è un richiamo, te lo avevo detto …” – ribatté perplesso.
“Sì … Più tardi possiamo sentirci?” – proseguì più calmo.
“Certo … Ora devo davvero chiudere, ciao Lula, fai il bravo e divertitevi ok? Domani sono in aula, se avete bisogno Flora è reperibile ad ogni ora”
“Ciao Glam …” – disse in un sussurro Robert.
“Ciao Rob, abbi cura di te, ciao Jay”
“Non stancarti, ciao …” – concluse Leto, con un lieve sconforto.

Lula li osservò, in maniera buffa  - “Il mio papà non è solo” – sottolineò, alzandosi sulla panca, perché Kevin lo prendesse in braccio.
“Noi per lui ci saremo sempre …” – ribatté Kevin, sentendosi in colpa.
“Questo lo so papake … e lo sa pure papi Glam” – sorrise, allungando le braccia verso Tim, che rimase educatamente in silenzio, con una comprensione degna della sua intelligenza.
Kevin lo apprezzò ulteriormente, accomodandosi e tenendolo a sé, come un bene prezioso, che non avrebbe più lasciato andare via.






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