Capitolo n. 71 - zen
“Non pensarci …”
Colin glielo
sussurrò, seduto alle sue spalle, tenendolo tra le sue gambe muscolose, dentro
quella vasca al centro del bagno turco, dove si era rifugiato insieme a Jared,
per una serata speciale a Barcellona.
Il cantante ebbe un
lieve sussulto, appena il mento ispido di Farrell si strofinò tra le sue
scapole ed il palmo destro dell’attore gli sfiorò il ventre, premendo piano i
suoi addominali appena accennati, in quel gesto così particolare, che Jared
adorava.
“Cole” – ansimò, reclinando
la testa sulla spalla sinistra del suo uomo e schiudendo la bocca in cerca di
ossigeno, anche per quell’unico contatto preliminare.
“A … a cosa non
dovrei” – disse con difficoltà, perso in mille sensazioni.
“A Kurt, al suo
malessere … Non invaderlo con la tua generosità, in certi momenti ognuno di noi
non riesce ad apprezzarla e la percepisce come un’ingerenza, anche se sei in
buona fede, soprattutto con lui” – spiegò mite, ma senza smettere di
accarezzarlo sensuale.
“Non voglio parlare
di lui quando noi … quando mi tocchi così”
Colin lo fece
roteare, verso il proprio sguardo e le proprie labbra avide.
Si baciarono,
intrecciandosi maggiormente.
Con le mani, l’irlandese
raggiunse i glutei di Jared, palpandoli per accompagnarli sino alla sua
erezione, che non ebbe alcuna difficoltà a risalire le membra pulsanti del
leader dei Mars.
I gemiti che si
scontrarono nelle loro bocche, risuonarono in quell’ambiente come un’eco dall’eternità
del loro amore inesauribile.
Così il desiderio, di
appartenersi e di non permettere a nessuno di portarsi via ciò che avevano
costruito con immensa fatica e sacrificio.
Il tutto si
concretizzava non in un semplice, seppure straordinario, amplesso; era vita
allo stato puro, era un’empatia totale, pronta di fondersi, morire, rinascere,
dopo ogni tempesta.
Anche la peggiore.
Robert posò il
palmare sul bancone del bar, accomodandosi a fianco di Jude, intento a gustare
un aperitivo insieme a Xavier e Phil, già piuttosto euforici.
“Ehi bel ragazzo
inglese …” – gli sussurrò all’orecchio e Law si piegò con il viso nel collo di
Downey, per poi baciarlo, sino al mento, sorridente ed innamorato.
“Ciao … Ne vuoi?” – e
bevendo un sorso di quel nettare, Jude glielo passò direttamente nella bocca.
Rob quasi tossì, ma
poi si perse in un bacio troppo appassionato per non innescare in Xavier una
battuta colorita.
Risero tutti, spostandosi
in un privè, già prenotato da Phil, per non essere disturbati.
Derado accolse sul
petto Xavier, che come al solito indossava poco e niente, su quel suo fisico
acerbo e nervoso, eccitante e provocatorio, come i suoi intenti.
“Voglio scopare …” –
gli sussurrò all’orecchio, Phil ridacchiò.
“Calma nino …”
“Dai, Jude e Rob sono
di famiglia … non si scandalizzeranno” – insistette, leccandogli il giugulo,
mentre già si strusciava a cavalcioni dell’eccitazione di Phil, ben visibile
sotto i pantaloni attillati.
“Dio, Xavy … ma ti
sembra il caso?” – protestò debole, provando a spostarlo.
“Uffi!” – e si levò,
incrociando le braccia sul petto nudo.
Jude rise, era un po’
brillo, poi fissò Robert, piuttosto basito dal comportamento del giovane, ma
incapace di staccargli gli occhi di dosso.
“Tu lo faresti …?” –
gli sussurrò il biondo.
“Cosa Jude?” –
finalmente lo guardò anche lui.
“Scopare … qui … con
Phil e Xavy che fanno altrettanto …”
“Ma sei”
“Impazzito?” – rise,
con aria canzonatoria.
Downey si alzò di
scatto, poi ci ripensò.
“Forse quando mi
facevo, anzi, garantisco che all’epoca ti avrei detto di sì all’istante” –
sbottò, vuotando dell’altra sangria per i presenti.
“Robert … stavo
scherzando …” – disse mortificato Jude, ma Downey avrebbe voluto fare un passo
indietro e stare al gioco, anche se scabroso.
La sua camicia fuori
dai jeans, nascondeva l’effetto di quella situazione, piuttosto consistente tra
le sue gambe asciutte.
Sì sentì
improvvisamente vecchio, inadatto, sconcio per avere immaginato un attimo prima
il corpo di Xavy grondare di umori e sudore, magari carponi, sodomizzato da un
Derado assai più sportivo e moderno di lui.
Phil non avrebbe
detto di no, Robert ne fu sicuro, appena incontrò le iridi liquide dello
spagnolo.
Il regista traeva
forza ed ispirazione dal suo giovane compagno, da quando stavano insieme e per
giunta, la loro si era rivelata l’unione più solida ed amorevole, con l’arrivo
di Drake.
Il modo, poi, in cui
giunse il figlio di Xavier e Pamela, nelle vite di quel terzetto, avrebbe fatto
scappare chiunque, ma non Derado.
Lui era oltre, lui
amava il suo cucciolo d’uomo ed aveva capito le sue esigenze, le debolezze, le
inquietudini di Xavy, come nessuno.
Quei pensieri
sembrarono crepitare nel cervello dell’americano, ma Jude era lì, che lo
scrutava, incuriosito dalle sue espressioni e dal suo rossore.
“Io ti amo Robert …” –
disse impulsivo, accarezzandogli gli zigomi, spingendolo poi sul divano, dove
si allungò tra le sue gambe, cominciando a spogliarlo.
Xavy spalancò le
palpebre, poi sigillò la porta a soffietto, già celata da un tendaggio pesante.
Spense i faretti
laterali, lasciando le numerose candele ad illuminare suadenti quell’ambiente
saturo di ormoni impazziti e lascivi.
Si precipitò poi tra
le cosce di Phil, liberandole da quegli indumenti inutili, mentre lui era già
spoglio di quel che restava del suo vestiario esiguo e modaiolo.
Inghiottì il membro
di Derado, che si inarcò, senza badare a ciò che stavano facendo Jude e Robert.
Semplicemente
scopando, come aveva reclamato Xavy dal principio.
Scott regolò la
flebo, notando una certa stanchezza sul viso di Glam, volutamente distratto
dagli appunti sul processo di Matt, che avrebbe affrontato il giorno dopo.
“Grazie per essere
qui di domenica, ma al resto può pensare l’infermiera Scotty” . disse togliendosi gli occhialini e
strofinandosi la faccia tirata.
“Porto Jimmy fuori a
pranzo, non abbiamo fretta … ah eccolo”
“Buongiorno” – li salutò
solare, andando a dare un bacio fugace al medico.
“Ciao Jimmy” – “Ciao Glam, come stai?”
“Insomma … Voi avete
programmi migliori … Su andate” – disse sereno, ma debole.
“Adesso riposati …” –
si intromise Scott, dandogli una carezza sulla fronte imperlata, in un cenno
affettuoso, che non diede alcun fastidio a Jimmy, che si affrettò a porgere
dell’acqua a Geffen.
“Dio che occhiaie …”
Robert le nascose
subito sotto i Ray-Ban a goccia verde smeraldo, mentre Jude ordinava svogliatamente
il pranzo, ignorando le gomitate tra Jared e Colin.
Xavier ciondolava in
piscina, con un perizoma scandaloso, Phil coccolava Camilla e Martin, mentre
Kurt si gustava la scena, spalmato su di un lettino prendisole.
Di Kevin e Tim
nessuna notizia, tanto che Lula giocava in acqua con Vassily e Peter, noncuranti
dell’ora tarda e del brontolio dei rispettivi stomaci.
Soldino li sollecitò
a cambiarsi, perché doveva telefonare al suo super papà e così fece, andando a
sedersi tra Colin e Jared, divertiti dalle sue mossettine.
“Amore …”
La voce di Geffen
arrivò come una stilettata ai cuori di Leto e Downey, seduti specularmente a
quel tavolo ormai imbandito ed al completo.
Kurt notò i loro
zigomi scattare al tono di Glam.
“Ciao papi!! Missione
compiuta per papake e Tim!” – esordì il cucciolo.
“Oh meno male …” –
replicò sommesso.
“Noi stiamo per
mangiare e tu?”
“Più tardi … Sto …
lavorando” – e tossì.
Gli astanti lo
salutarono e lui fece altrettanto, interrotto, però da una voce femminile, ben
nota a Lula.
“Glam non avevamo
detto niente chiamate! Ti sequestro il cellulare” – e rise.
“Sally è mio figlio …
un minuto … E poi mi hai incastrato” – sorrise.
“Papi sei in ospedale
…?”
“Sì, ma faccio solo una
terapia, niente di grave” – e sbuffò per l’imprevisto.
Jared ebbe un
fremito, Farrell lo cinse, come a rassicurarlo.
“Glam non dobbiamo
preoccuparci, vero?”
“Ciao Colin … Ma no,
una al mese, lo sapete … credo”
Kevin era arrivato
alle loro spalle, cogliendo le ultime battute dell’ex; Tim era al buffet delle
insalate e non si rese conto di niente.
“Daddy ciao, che
succede?” – domandò immediato.
“Ciao Kevin, è un
richiamo, te lo avevo detto …” – ribatté perplesso.
“Sì … Più tardi
possiamo sentirci?” – proseguì più calmo.
“Certo … Ora devo
davvero chiudere, ciao Lula, fai il bravo e divertitevi ok? Domani sono in
aula, se avete bisogno Flora è reperibile ad ogni ora”
“Ciao Glam …” – disse
in un sussurro Robert.
“Ciao Rob, abbi cura
di te, ciao Jay”
“Non stancarti, ciao …”
– concluse Leto, con un lieve sconforto.
Lula li osservò, in
maniera buffa - “Il mio papà non è solo”
– sottolineò, alzandosi sulla panca, perché Kevin lo prendesse in braccio.
“Noi per lui ci
saremo sempre …” – ribatté Kevin, sentendosi in colpa.
“Questo lo so papake …
e lo sa pure papi Glam” – sorrise, allungando le braccia verso Tim, che rimase
educatamente in silenzio, con una comprensione degna della sua intelligenza.
Kevin lo apprezzò
ulteriormente, accomodandosi e tenendolo a sé, come un bene prezioso, che non
avrebbe più lasciato andare via.
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