Capitolo n. 74 - zen
Matt arrivò in aula
scortato da tre energumeni e bloccato in una camicia di forza.
Geffen rimase
sbigottito.
“Ma siete impazziti?
Levategli subito questa roba!” – ringhiò.
“Stamattina il suo
protetto ha fatto il cattivo bambino” – disse il più anziano, con scherno.
Matt fissava il
vuoto, le iridi lucide e vitree, di sicuro sotto l’effetto di qualche
tranquillante.
“La giuria non può
vederlo così …” – si intromise Hopper, sollecitando gli infermieri a
provvedere: dopo qualche insistenza, gli diedero retta.
I poliziotti lo
ammanettarono, senza che Matt opponesse alcuna resistenza: una volta seduto,
cominciò a ciondolare, biascicando una cantilena, che nessuno comprese.
Era una filastrocca,
alla fine Marc la riconobbe: la cantava anche lui ai suoi figli.
“Miseria schifosa …”
– disse piano Geffen, strofinandosi la faccia tirata.
“Chiedo un rinvio?”
“No Marc, ormai siamo
in ballo … Cosa abbiamo oggi?”
“L’accusa ha
convocato i funzionari di Haiti. Cosa dobbiamo aspettarci?”
“Francamente non
hanno prove a meno che non ne abbiamo trovate all’ultimo minuto e quindi
nessuno ce le ha prodotte per conoscenza … Staremo a vedere. Poi c’è Chris,
giusto?”
“Sì, lui verrà
ascoltato per la confessione fatta da Matt, mentre aveva in ostaggio Lula … Se riusciremo
a dimostrarne la doppia personalità, potremo inficiarne il peso nella causa di
omicidio, considerato che non esistono altri reperti o testimoni”
“Sempre che non ne
spuntino a breve, Marc” – disse preoccupato.
“Glam sei a pezzi …
Non ne usciamo vivi, se non ti inventi qualcosa”
“Lascerò fare al
destino ed alla buona sorte …” – poi guardò sconsolato Matt .
“Esiste una condanna
peggiore, per lui? Essere intrappolato in un corpo senza alcun controllo, in
balia di qualcuno che non esiste, ma che c’è e ti tormenta?”
Jared aveva nascosto
qualcosa dietro alla schiena: appena Yari lo vide avvicinarsi, prese per mano
Misaki ed insieme gli corsero incontro.
“Ciao papà!”
“Ehi tesoro … ciao
Misaki, come stai?”
“Bene signor Leto …”
– disse timido.
“Dai del tu a Colin
ed a me, se no ci sentiremo due vecchietti!” – rise, vedendo approssimarsi
anche Farrell.
“Questo è il nostro
regalo Yari … per voi” – e gli porse una chiave, con un’etichetta, recante un
indirizzo di Malibu, che i ragazzi non conoscevano.
“Papà, ma …”
“So che volevate
andare a vivere insieme e spero sia una convivenza allegra e responsabile …” –
disse commosso, mentre Colin lo stringeva, vedendolo emozionato come non mai.
Yari e Misaki si
guardarono: poi si appesero ai due artisti, esultando di gioia.
Jude si palesò,
appena vide Robert varcare i cancelli della End House, non senza sorprenderlo
con la propria presenza.
“Amore … Ti credevo a
New York” – disse abbracciandolo, in pieno imbarazzo.
“Ti ho cercato a casa
… E poi ho chiamato Pamela, scoprendo che era qui con la nostra Camilla” –
replicò con freddezza, la stessa con cui si era lasciato avvolgere da Downey,
senza ricambiare il gesto.
“Sì … avevo una
commissione da sbrigare e”
“Quale?” – ribatté
gelido l’inglese, scrutandolo.
Robert arrossì – “Il
… il regalo per Yari” – e nel dirlo, prese un pacco dal bagagliaio dell’auto.
Quella spiegazione
logica, sembrò tranquillizzare Law, che di contro balbettò un “Scusami io non
volevo …”
“Cosa Jude …?” – e
baciandogli le guance, l’americano lo strinse nuovamente a sé, provando un
senso di colpa lacerante, con cui doveva abituarsi a convivere, ormai era
chiaro.
Jimmy impallidì
appena scorse la sagoma di Kurt, che portava Martin alla festa.
Il loro iniziale
programma di andare al circo era evidentemente saltato, così come il suo cuore
in gola, nell’incontrare il sorriso, da canaglia disperata, di un Kurt,
invece, a proprio agio.
“Che c’è piccolo?”
La voce di Scott era
calda, come la sua bocca, nel collo del giovane, mentre se ne stavano distesi
sopra ad un plaid, nel parco della residenza, dove il party ormai era entrato
nel vivo, con musica e danze scatenate.
“Niente … sono un po’
stanco”
“Vuoi andare a casa,
Jimmy?” – chiese preoccupato, tastandogli il polso.
“Dio Scott, non sono
moribondo” – rise nervoso.
“Hai un pessimo
colorito, forse hai mangiato qualcosa di guasto”
“Sì … E’ un vecchio
problema”
“Al fegato?” – il
medico pensò agli abusi di droghe da parte del suo baby fidanzato, come spesso
lo indicavano anche le sue colleghe.
“Forse … Devo andare
in bagno” – disse brusco.
“Vengo con te
cucciolo”
“No … No, guarda c’è
Glam, vai a salutarlo, io torno immediatamente, promesso.”
“Udienza sospesa: Chris
è stato chiamato per un sequestro in una banca, un pazzo a quanto pare … Poi i
commissari di Port au Prince non avevano alcun riscontro certo, quindi siamo
allo stallo”
“Capisco …”
“Tutto a posto,
Scotty?”
“Sì … Sì, insomma,
questa settimana ho avuto da fare in reparto, turni straordinari, ho trascurato
Jimmy, che oggi non si sente neppure in forma … Potevamo trascorrere una notte
speciale, invece …”
“Gli farai da
infermiera” – Geffen rise.
“Appunto … Dovrei
pensare anche a te, come va la pressione?”
“Un po’ alta … Sono
in pena per Matt, lui sta peggio di me”
“Glam non sei molto
obiettivo, dopo quello che ti ha fatto” – bissò polemico.
“Preferisco essere
comprensivo e, anche se non sopporto la parola, compassionevole”
“Se non hai di meglio
da fare” – e lo sguardo azzurro di Scott andò verso Robert, poco distante, con
Jude e Camilla.
“No, io non ho più
molto da fare.”
“Sono cresciuti Cole
… E Yari ci ha dato così tante soddisfazioni, meritava la nostra fiducia, non
credi …?”
Jared stava guardando
l’orizzonte, sul cui sfondo i loro figli si divertivano spensierati.
Farrell gli cinse le
spalle, sistemandosi meglio su di una panchina ricoperta di coriandoli dorati,
dopo il passaggio di Violet e Lula.
“Sì tesoro … Anche se
mi mancheranno”
“Li avremo ai pasti,
per la lavanderia, lo stiro” – sorrise sereno – “I dolci di miss Wong, poi, non
si dimenticano facilmente”
“Sì, insomma, fanno
finta di trasferirsi, lui e Misaki”
“Appunto …” –
mormorò, concentrandosi poi su Glam.
L’avvocato stava
sistemando il pullover di soldino, che gli dispensava baci e coccole,
sollevandolo dai suoi cupi pensieri.
“Ricordi? Lui ci ha
aiutati, anche per Yari …”
“Sì Jay, come potrei
scordarlo? Glam ci ha sempre assistiti nei momenti cruciali delle nostre
esistenze” – replicò emozionato.
Al cantante si spezzò
il respiro – “E tu non mi hai mai abbandonato … Vi ho fatto soffrire così tanto
… come ho potuto?” - e lo guardò,
intenso.
“Jay … Mi hai donato
te stesso, come nessuno al mondo e poi, se c’è qualcuno che deve fare un mea
culpa, per numerosi sbagli, quello sono io, amore”
Leto scosse la testa,
ma Colin lo baciò, con un sorriso, chiudendo al di fuori di ciò, che era
unicamente loro, qualunque realtà tangibile.
L’irlandese si avviò
verso l’abitazione, mentre Jared andò da Geffen.
“Ehi buongiorno”
“Ciao Glam”
“Cosa sono questi
fanali arrossati?” – domandò paterno, notando che aveva pianto.
Jared non disse
nulla, era come incantato su di lui, così le su dita, a delineare il profilo di
Glam, piuttosto perplesso, anche se compiaciuto da quel gesto amorevole.
“Jay che ti prende …?”
– e gli sorrise.
“Volevo … dirti
grazie”
“Per cosa tesoro?”
“Tutto”
Jude li osservava,
mentre Robert si stava inventando di tutto per evitarlo.
Camilla fu presa in
ostaggio da Carmela e Drake, per un nuovo gioco al centro del parco, quindi non
rimaneva che rivolgersi a Law, per sapere cosa calamitasse i suoi opali vividi
ed incuriositi.
“Sto cercando di
capire Jared … Ed ogni volta penso sia perfettamente inutile.” – spiegò asciutto.
“Devo fare quella
telefonata … al nostro agente …”
“Ok Rob, io vado a
rinfrescarmi, a dopo” – e lo baciò frettoloso sulla guancia.
Appena scesero dall’auto,
Jared si precipitò per conoscere il pargolo di Morgan e Reid.
Gregory sgambettava
nel trasportino ed anche Lula sopraggiunse immediato, per vederlo.
“Ciao Twist!” –
esordì allegro.
Derek lo prese in
braccio, facendolo roteare – “Avevi visto giusto peste!” – esclamò altrettanto
radioso.
Spencer venne
abbracciato dal leader dei Mars, che si congratulò con la coppia ed accolse
affettuosamente anche Rossi.
Il veterano dell’FBI
notò Glam rilassato sotto ad un gazebo ed andò a salutarlo cordiale.
“Come devo chiamarti,
nonnino?”
“Non è una cattiva
idea, magari solo David, che ne pensi?”
Risero complici.
“Irish buddy, tutto
ok?”
Jude si appoggiò allo
stipite della camera armadio, vedendo Colin preparare dei bagagli.
“Sì, porto Jared alle
Maldive, partiamo domani sera, dopo il raduno in spiaggia del nonno”
“Le abitudini sono
dure a morire …” – sottolineò il biondo.
“Già” – sorrise tranquillo.
“Jared mi è sembrato …
scosso”
“Un po’, sarà per
Yari, va a vivere da solo con Misaki: abbiamo donato loro un alloggio a Malibu”
“Accidenti … Siete
generosi”
“Mai abbastanza con i
nostri figli … Hanno sempre compreso i nostri limiti e ci hanno perdonati senza
indugi” – disse assorto.
“E’ …” – deglutì a
vuoto – “E’ il loro amore per voi”
“Il migliore Jude,
credimi.”
“Salve …”
La voce di Kurt era
timida.
Rossi lo guardò,
ricambiando il suo benvenuto gentile – “Ciao, come stai? Martin?”
“Sta costruendo un
puzzle gigante con Lula e Rebecca …” – e fece segno in direzione dei laghetti.
“Questo è un paradiso”
“Posso?”
“Prego, accomodati” –
e gli fece posto su di un dondolo a tre posti.
“Sta reagendo bene …”
– tirò su dal naso, senza guardare David, come se ne fosse intimorito, pur
sentendo il bisogno di rimanere lì, ad ascoltare la sua voce rassicurante.
“E tu, Kurt?”
“Mi barcameno …” –
verso la piscina transitavano Jimmy e Tim, erano lontani, Kurt li guardò – “Vado
a letto con il primo che capita” – rivelò, come se stesse parlando di un
estraneo.
“Può essere una medicina
pericolosa” – replicò senza scomporsi.
Kurt si voltò e
sembrò accarezzarlo con i suoi inchiostri liquidi, affascinanti – “E’ come se
non avessi scelta …Come se fosse una droga indispensabile,
ma inefficace, purtroppo.”
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