Capitolo n. 174 - sunrise
Geffen aveva le chiavi di quell’alloggio.
Malibu era stranamente silenziosa, dopo il temporale: poche auto girovagavano, come la sua, del resto.
Continuava a ripetersi che non poteva invadere la privacy di Jared e tanto meno di quel ragazzo: per dimostrare cosa, poi?
Ciò che più temeva?
Era un incubo, che voleva rifuggire: aveva pensato di chiedere a Lula qualche spiegazione su quel suo modo di percepire Jared ultimamente, però non voleva sconvolgere il figlio.
Le luci erano accese sulla terrazza, ma il resto delle stanze sembrava al buio o forse le tapparelle erano state semplicemente chiuse.
Era come il miglio verde: quei pochi metri, che dalla blindata portavano alla camera dove Jared dormiva.
Glam pensò che quella degli ospiti fosse stata destinata a Jimmy, ma era vuota, nonostante ci fossero le sue cose.
Un bel respiro.
Ancora due passi e Glam pensò di andarsene: nell’aria c’era un buon profumo, di pulito, di shampoo a dire il vero.
Era quello che Jared usava anche alla villa.
Lo avevano acquistato insieme in un grande magazzino su Rodeo Drive.
Li vide.
Al centro del letto, tra lenzuola candide, addormentati profondamente: addosso dei pantaloni bianchi di tela, simili a quelli indossati da Glame e Jared durante la loro cerimonia privata di nozze sulla spiaggia.
Unicamente quell’indumento, faceva caldo e le finestre erano sigillate, il condizionatore al minimo.
In posizione fetale e speculare, non abbracciati, tanto meno avvinghiati, semplicemente accucciolati, le dita di Jared scosse da un tremore già noto a Geffen, si muovevano a tratti fra i capelli corvini di Jimmy, che stringeva il cuscino, come se fosse una barriera tra lui e Jared, e sull’avambraccio sinistro del giovane, sfiorandolo appena.
Quel contatto non interferiva con il loro sonno un po’ agitato.
Jimmy farfugliò qualcosa, poi pianse, senza destarsi.
Forse ricordava un evento brutto, probabilmente di quell’inferno, come gli disse Kiro.
Glam perse un battito.
Avrebbe voluto urlare, facendoli spaventare a morte, poi si sentì stupido, inutile, sorpassato dalla loro giovinezza, perché se Jimmy era davvero un ragazzino, Jared, nonostante la sua età, gli appariva ancora più acerbo, nella sua magrezza eccessiva, nei capelli scompigliati e la barba incolta.
L’uomo non riuscì nemmeno a piangere, non subito.
Un sudario di ghiaccio era sceso sul suo istinto d’amore, su quella simbiosi, che lo spingeva costantemente a cercare Jared, a volere Jared, a proteggere Jared …
Jared, che adesso, non esisteva più.
Ivo versò dell’altro caffè.
Il cuore di quella notte faceva sentire i propri battiti così intensamente, quasi a sembrare un grido di aiuto, al quale soltanto un vero amico poteva accorrere.
Il professore di Paleontologia poteva sembrare più un lupo cattivo, al quale si era aperta la porta dell’ovile, per una fortuna sfacciata.
Eppure il suo sguardo era così colmo di rammarico davanti alla sofferenza di Tim, che quest’ultimo gli era grato per essere lì, nonostante l’ora.
“Non dovrei dirlo, perché suonerà opportunistico, ma hai fatto la cosa giusta tesoro” – disse dolce, mescolando anche il contenuto della tazza del ragazzo.
“Forse non ho avuto abbastanza pazienza o perseveranza, forse non lo amavo davvero” – disse mesto, asciugandosi il viso stravolto.
“Sbagli, i tuoi sentimenti sono profondi, anche un cieco li vedrebbe” – e sorrise amaro, pensando che per lui, Tim, non aveva mai provato nulla di simile.
“Sapevo che sarebbe stato un casino Ivo, ma la mia testa di cavolo …”
“Il tuo cuore bellissimo …” – disse tremando nella voce, prendendogli circospetto la mano, per baciarne il palmo.
Tim gli diede una carezza.
“Perché non riesco a fare funzionare mai le cose? … Nemmeno tra noi …”
“Noi … E’ bello sentirtelo dire Tim, ma sono l’unico responsabile, anche a causa di questo carattere schifoso che mi ritrovo.”
“Possessivo e geloso?” – sorrise nel dirlo piano.
“Finalmente … Sorridi ancora Tim, fallo per me”
Jared si guardò intorno.
Avvertiva una strana sensazione.
Controllò il telefono: c’era un messaggio di Colin, dove si scusava per non averlo chiamato, per colpa della conferenza stampa e gli dava la buona notte.
Lo richiamò subito.
“Sei già sveglio cucciolo …”
“Buongiorno Cole … Sì, sono” – inghiottì amaro –“Sono arrivato a Malibu, ora salgo per lavorare un minimo …”
“Ci sono anche Shan e Chris?”
“Non ancora … Io …”
“Sì Jay … sono qui” – sorrise emozionato.
“Io ti amo Colin …”
“Anch’io, più di me stesso … Ora chiudo il trolley e torno a casa, domani c’è il matrimonio di Sam e Dean, vero?”
“Sì … a che ora arrivi?”
“Ho un’intervista verso mezzogiorno, il pranzo con quel produttore asiatico e poi dritti a Los Angeles …”
“Conterò i minuti … ciao amore”
Lula mostrò a Camilla un nuovo gioco interattivo, al quale partecipò anche un divertito Jude.
Sveva si era unita a loro, portando un dolce alle creme.
Era gradevole dialogare con lei e Law raccontò alcuni aneddoti del soggiorno francese, che la fecero ridere di gusto.
Downey e Geffen si allontanarono, camminando scalzi sulla sabbia, in silenzio per poco.
“Non offenderti Glam, ma hai un aspetto orribile … Sicuro sia per un’indigestione? E poi non hai toccato quasi cibo …”
“Ovviamente no” – disse fissando l’orizzonte, per poi mettersi a sedere su di un tronco, dove anche l’attore si sistemò.
“Si tratta di Jared?”
Glam rimase zitto.
“Devo …” – Rob sorrise – “Devo strapparti le parole una ad una …? Ok, posso anche farlo per te” – e gli cinse le spalle, percependo quanto fossero ricurve.
“Hai conosciuto Jimmy? E’ stato davvero gentile con me in ospedale”
“Jimmy … Sì, è … è una brava persona Robert” – disse calmo.
“Si tratta di lui? Ne sei geloso …? Non ci credo” – rise lieve – “E poi Jared ti ama troppo” – concluse serio.
“Troppo …? Forse un tempo … Con Jimmy ho avuto un diverbio, l’ho offeso, anzi, peggio, l’ho giudicato”
“Per cosa?”
“Il suo passato … le sue frequentazioni, che per me minacciano Jared”
“In che senso Glam?”
Il fiato di Geffen si fece greve, come la sua espressione: stava soffrendo come mai Robert o chiunque l’avesse visto.
“Ho … ho tanta paura per Jared … L’ho visto mutare negli atteggiamenti ed anche … anche il suo corpo mi dice che c’è qualcosa che non va … Temo si stia drogando Robert.” – e sembrò liberarsi da un peso insopportabile nel rivelarlo a Downey, che impallidì.
“Gliene hai parlato apertamente?”
“No, gli ho fatto delle domande, non così esplicite, ma lui ha dirottato il discorso e poi … Poi io mi sento così stanco Rob … Il peso di questo fallimento perpetuo con lui …”
Inghiottì un paio di singulti, poi si coprì il volto con le mani, come se non volesse rivelarsi così fragile, così sconfitto.
“Glam ascolta … Jared ti ama”
“Mi ha sempre usato … Ho provato a dargli ciò di cui aveva bisogno, non che avesse preteso mai una sola delle mie attenzioni con arroganza, però esistono delle trame sottili … dei giochi ben orchestrati, anche se in buona fede, per manipolare le persone, per renderle utili, ma non indispensabili … Ed io non servo a nessuno … Se non avessi il mio Lula …” – e finì sulla sabbia, come se tutto gli risultasse faticoso, anche stare seduto su quel pezzo di legno privo di corteccia.
Robert lo seguì, afferrandolo per le braccia e sgranando i suoi pozzi di pece, rari e penetranti, come un coltello nel burro.
“Lula? Tutti i tuoi figli ti adorano Glam!”
“Non è così … E poi li ho delusi, come dare loro torto?”
“Richard ti venera … e … e le gemelle, sì le gemelle! Stravedono per il loro papà”
Glam gli diede una carezza sullo zigomo sinistro.
“Tu sei l’uomo più buono ed onesto che io conosca Robert … Il compagno che ogni persona vorrebbe accanto … Meriteresti ogni sacrificio, ogni privazione. Sei stato male, dovrei essere io a prendermi cura di te, mentre invece stai qui a sorbirti questa crisi di mezza età da questo imbecille …”
Downey lo strinse – “Allora fallo per me, supera questa brutta giornata Glam”
“Li ho trovati a letto insieme … dormivano …”
“Chi scusa?” – tornarono a scrutarsi, senza allontanarsi.
“Jared e Jimmy … Sono certo che avessero fatto sesso”
“Non ne hai la certezza, però”
“Ti sembro così ingenuo Rob …?” – domandò sconsolato, chinando il capo.
“Guardami Glam: e se anche fosse? Tu puoi dire di essere stato fedele a Jared negli ultimi mesi?”
“No Rob … Ho fatto l’amore con Kevin in un’unica circostanza … E spesso, quando siamo vicini, lui, nonostante ami Tim, mi riserva un mare di attenzioni e rimproveri su Jared …”
“Apprezzo la tua sincerità; potresti averla anche con Jared appunto … E verificare cosa stia accadendo tra lui e Jimmy.”
“Non ci riesco … Non ci riesco più, Robert.”
“Jared ciao …”
“Ciao Jude, sto andando in aeroporto a prendere Colin e volevo sapere come stava Robert … e come stai tu, ovviamente” – sorrise imbarazzato, giocherellando con il portachiavi e guadandosi in giro nervosamente.
“Rob è verso l’oceano con Glam, io ho preferito leggere qualcosa e rilassarmi, mentre di sopra c’è Sveva con Camilla e Lula, guardano i cartoni … Stiamo tutti bene … cioè, quasi tutti” – e scrollò le spalle.
“Quasi …? Si tratta di Glam, vero?”
“Stamattina ci è sembrato … Provato … A disagio, non si è fatto neppure la barba e temo abbia dormito poco o niente”
“Li raggiungo …”
Jude si voltò verso la veranda – “No, aspetta, stanno tornando”
Jared arrise alla vista di entrambi, ma quando incrociò le iridi di Geffen ebbe un brivido, che gli aprì l’addome a metà.
Geffen salì con la scala esterna al solarium e l’annessa mansarda, così che Robert si ritrovò da solo dopo le vetrate scorrevoli di ingresso al living.
“Buongiorno Jared” – disse in difficoltà, ma Leto, dopo avere ricambiato il saluto, si precipitò da Glam.
“Posso entrare …?” – la sua voce scivolava timida sulla schiena di Geffen, intento per finta a cercarsi un ricambio nel cassettone.
Le risa di Sveva ed i bambini arrivavano nitide dal piano intermedio.
“Glam …” – e con accortezza gli posò i palmi sulle scapole.
“Vattene”
“Glam”
“Vattene e basta” – ripeté sommesso.
“Vorrei … vorrei spiegarti una cosa Glam …” – il suo tono si spezzò.
A quel punto l’uomo si scostò e, seppure girandosi, mantenne una certa distanza dal cantante.
“Un ragazzino mi ha fatto fare la figura del coglione, sai? Gli ho sputato in faccia la mia sicurezza su di te, su di noi ed invece aveva ragione lui”
“Co-cosa intendi …? Io non ti capisco Glam …” – due lacrime gli segnarono le gote, ma Geffen non provava alcun dispiacere in merito, aveva anestetizzato tutte quelle reazioni consuete, per consolare Jared.
“Già di routine …” – pensò ad alta voce – “Ti ho abituato ad avermi, a gestirmi, a BUTTARMI VIA JARED!!”
In quell’urlo albergava un oceano di livore.
“Io … io ti posso spiegare …”
“Ancora??? ANCORA??!! Come se fossimo una coppia stagionata ed annoiata!! NOI DUE NON SIAMO UN BEL CAZZO DI NIENTE JARED!!”
Colin gli corse incontro, abbracciandolo con vigore.
Lo baciò, senza darsi pena per i flash dei telefonini e gli urletti di qualche fan in transito al Lax.
“Bentornato Cole …”
“Ciao scricciolo … Stasera ti peso, tra un po’ indosserai i jeans di Yari” – rise, accarezzandogli con la barba il mento e la bocca, cercandola nuovamente quando furono saliti sulla limousine offerta dalla produzione.
“Mi devo essere intossicato con il cibo … Non mi va giù nulla”
“Andiamo da Vegan Mix, ti piacevano le loro insalate, magari ti sblocchi Jay …”
“No … torniamo alla End House Cole … Vorrei stare un po’ con te”
“Non chiedo di meglio, lo sai”
Jared sapeva ogni cosa di lui, mentre Colin ignorava il lato più torbido, che nel compagno si era come risvegliato, anche se durante la sua esistenza, mai era stato così grave e deleterio.
Fecero l’amore lentamente, guardandosi, alla luce di alcune candele, che Colin accese mentre Jared gli preparava un bagno caldo e speziato di aromi orientali.
Vennero insieme, baciandosi e gemendo, poi si rilassarono, senza smettere di toccarsi, esplorarsi, finché non sopraggiunse il desiderio di un secondo amplesso, che si consumò ormai nel tepore delle prime tenebre, cariche di profumi primaverili e di silenzi da non infrangere.
Era tardi per farlo.
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