venerdì 3 agosto 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 165

Capitolo n. 165 - sunrise


Robert infilò velocemente un foglietto sotto al cuscino, asciugandosi una lacrima, mentre restava seduto sul bordo del letto ancora disfatto.
A Jude non sfuggì quella sequenza di gesti, lo stava come spiando.
“Tesoro che succede?”
“Jude … niente, torno subito in terrazza” – disse abbozzando un sorriso, schernendosi.
“Rob … cos’hai nascosto …?” – chiese con la paura di avere una spiegazione.
Il silenzio che ne seguì fu agghiacciante quanto la scoperta, che Jude fece un istante dopo, leggendo quel pezzo di carta.
Era un referto.
“Ecodoppler … alla gola? Rilevata massa di cinque millimetri …” – alzò lo sguardo lucido su quello di Downey, che stava tremando.
“Sai quel noioso mal di gola, piccolo …? Mi tormentava, quindi ho deciso di fare un esame, quando tu eri a Los Angeles con Sienna e vostro figlio …”
Law scoppiò a piangere, disperatamente, perdendo il controllo in maniera totale.
Strinse forte al petto Robert, che si sentì soffocare.
“Amore … amore …”
Jude glielo ripeteva, nel collo, nelle orecchie, negli occhi, fusi insieme da quella reciproca afflizione improvvisa.
“Ho interpellato Scott … Lui dice che è un nodulo, devono aspirarlo, fare una biopsia e”
Jude lo baciò, intenso e deciso, come ad impedirgli di fornire ulteriori dettagli.
Spesso avevano ascoltato discorsi del genere da amici o familiari, ma finché questo tipo di uragano non ti arriva addosso, nessuno può rendersi conto di quanto sia devastante.


La ruota panoramica arrivò al culmine, per Dean e Sam, quindi si fermò, per consentire loro, unici passeggeri, di ammirare il panorama sopra Los Angeles.
“Deve esserti costato una fortura Sammy …”
“Farcirò bignè a vita cucciolo …” – mormorò sorridendo, nel baciargli i capelli, custodendolo sotto la sua ala accogliente.
Sam era il più giovane tra i due, ma spesso si era ritrovato a gestire le situazioni come un adulto consumato dall’esperienza, che non aveva, sostenendo e salvando Dean dai suoi incubi peggiori, come in quel frangente.
Il broker bevve l’ultimo sorso di frappé al lampone, scrollando il mega bicchiere sotto al naso di Sammy, che rise solare.
Era bellissimo.
Si baciarono.
La giostra ripartì lenta, ma loro non si separarono che all’arrivo, quando una campanella li riportò a quella serata speciale, dopo un giorno pieno di insidie per il loro rapporto.

Le restanti attrazioni erano ormai chiuse, ma c’era ancora un palco in legno aperto ed illuminato da una serie di lampadine blu, disposte a ghirlanda.
Sam prese per mano il compagno, portandolo nel mezzo di quel gazebo particolare: si inginocchiò, stringendo i polsi di Dean, che perse un battito.
Quelli che seguirono sembrarono esplodere nel suo petto scultoreo: Sammy aveva estratto dalla tasca della giacca sportiva una scatola in pelle rossa.
La aprì, rivelandone il contenuto agli occhi stellati di Dean.
“Vuoi sposarmi?”
Era una domanda di rito, ma la luce che circondava la figura massiccia di Sam, aveva un qualcosa di indescrivibile, così le sue parole, che riempirono l’aria di colori sconosciuti e perfetti.
Due lacrime rigarono le gote arrossate di Dean, ravvivate dall’emozione, ma anche in procinto di sbiancare, per un probabile mancamento.
Eppure sarebbe stato delittuoso perdersi i minuti successivi, quindi per miracolo le gambe di Dean ressero e la voce uscì limpida, come il suo cuore, già unito a quello del suo ragazzo innamorato.
“Sammy io voglio sposarti … Sì … Sì, lo voglio accidenti!” – e rise, facendo sollevare Sam, per ricoprirlo di una profusione di baci e carezze.
“Aspetta …” – ribatté ansimando il suo gigante, poi gli infilò l’anello.
Si scambiarono un altro bacio, durante il quale le rispettive anime si incontrarono, per l’ennesima volta: la più importante.


“E’ affascinante … tuo marito”
“Sì, Colin è splendido.”
Jimmy stava scrutando una delle tante foto, appena esposte da Jared nel suo loft di Malibu, dove si erano rifugiati.
“Tu sei più vecchio di lui, giusto?”
Leto sorrise, per il tono, con cui quel ragazzino glielo chiese, innocente.
“Di cinque anni, sì.”
“E questo chi sarebbe?” – domandò sorridente, prendendo una cornice, che custodiva uno scatto di Glam.
Jared inspirò – “E’ la mia seconda vita.” – disse sincero.
Con Jimmy gli riusciva a pieno.

“Banner ha scopato anche te, Jared?”
“No … No, quel porco avrebbe voluto, venticinque anni fa almeno, aprendomi le porte del successo …”
“Lo avrebbe fatto?” – replicò serio, fissandolo.
“Con altri è andata così, Jimmy … Volevi fare l’attore anche tu?”
“No, assolutamente … Io volevo un lavoro come assistente, per pagarmi gli studi”
“In cosa?”
“Scienza delle comunicazioni e giornalismo …” – rivelò assorto.
“Hai lasciato perdere?”
“No” – ribatté secco, con sottile orgoglio.
Il leader dei Mars sorrise.
“Ottima scelta Jimmy”

Gli passò asciugamani e biancheria pulita.
“Abbiamo la stessa taglia …”
“Tu mangi poco, Jared?”
“Sì”
“Per moda?” – rise.
“No, sono un coglione … me ne dimentico”
“Io non ho … alternative … e spesso soffro di nausea, anche per la droga, temo.”
“Cosa ti andrebbe di mangiare?” – esordì con trepidazione Jared, mentre sistemava dei cd in una scatola rossa.
“Pizza … scontato?” – e fece un’espressione buffa.
“No … è un cibo fantastico … con verdure?”
“Sì Jared, grazie … anche wurstel piccanti … sai io sono tedesco di origini”
“Eh?”
“Mi chiamo Lothar Haug … Ma non dirlo a nessuno!” – implorò con un saltello.
“Ok Jimmy … Vai a lavarti …”


Thomas e Ryan volevano camminare a tutti i costi, ma era ancora presto.
Il primo si appoggiò alla schiena di Jared, piegato sul trasportino del secondo, che lo stava tempestando di carezze e sorrisi.
Erano sul tappeto della nursery, per il cambio ed una poppata di camomilla e biscotti.
Colin era stato svegliato dal gracchiare del baby control, quindi si era precipitato nella cameretta dei gemelli, bloccandosi a contemplare quel quadro di amore unico.
“Fermo Ryan … Thomas vieni qui …” – e brandendolo per il pancino, Jared lo fece roteare sopra alla sua testa, per poi baciarne i piedini.
“Anche i tuoi sono ciccioni sai …? Come quelli di Julian … e tu Ryan non ridere, siete identici …” – poi prese fiato, affiancandoli nella culla, in preda ad una commozione carica di armonia – “E siete l’immagine del vostro papà, sapete …? Siete speciali e meravigliosi quanto Colin …”
“Jay …”
Leto trasalì, poi arrise alla presenza di Farrell.
“Cole …”
L’irlandese li raggiunse, riunendoli sul petto, per distribuire baci ed un leggero pianto di gioia, che si mescolò a quello di Jared, con sconfinata tenerezza.


§ Ciao Lothar, sono tornato da mio marito e dai nostri figli … Hai ragione, spesso fingo di essere felice, quando ho troppa paura di esserlo veramente, come in realtà lo sono … E’ il casino che mi porto dentro … Dalla nascita. Buona cena, un bacio / Jared §
Jimmy lesse il post it appiccato ad un’enorme scatola della pizzeria all’angolo.
Provò sollievo ed un notevole appetito, come da tempo non avveniva: gli sembrò quasi un miracolo, come il trovarsi al sicuro, lontano da Gordon e dal suo inferno personale, dal quale voleva uscire, ad ogni costo.




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