lunedì 13 agosto 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 172

Capitolo n. 172 - sunrise


Isy tese le manine, sorridendo felice.
“Papà Glam …!”
“Tesoro mio” – disse lui, alzandosi dal tappeto, sopra al quale stava giocando a scacchi con Lula.
Abbracciò la piccola, raccogliendo anche il volto triste di Jared.
Gli sussurrò – “Non andare più via da me in quel modo”
Lui lo baciò, incurante di cosa potesse pensare la figlia, cosa che turbò invece Geffen.
“Non davanti a lei Jay …”
Leto si strinse ancora di più a quell’uomo, che non poteva fare a meno del loro amore.

“La mia sorellina, ciao!!”
“Lula pensi tu ad Isotta?” – chiese Jared, passandogliela con cura, nonostante lei sgambettasse per correre in salotto, come d’abitudine.
“Sì zio Jared, non preoccuparti”
“Ci sono comunque Vassily e Peter in veranda” – lo rassicurò l’avvocato.
“Sì li abbiamo salutati … Possiamo andare di là?” – chiese flebile.
“Certo.”


“Ecco qui papà, i giornali, la tua rivista di gossip preferita e le carte”
“Grazie Christopher …”
“Steven passa dopo pranzo, ti farà lui l’ecografia, poi ti dimetteranno”
“Già stasera?”
“Pare di sì.”
Il sorriso di Chris era raggiante ed infondeva gioia al cuore di Robert, che ora gli stava tenendo le mani, con tenerezza, la stessa con cui lo guardava.
“Clarissa come sta?”
“Cresce … E’ davvero strano per me essere genitore, sai? Steven sembra un padre compassato, sempre padrone degli eventi, mentre io mi agito … Ma solo un pochino!” – precisò in maniera buffa.
“Ne sono certo, che sei all’altezza Chris, lo dimostri ogni giorno”
Il giovane lo scrutò, spostandogli una ciocca di capelli ribelle dalla fronte.
“Papà come vanno le cose con Jude?”
“Ho avuto così tanta paura di perderlo, quando è stato aggredito, che ringrazio Dio per ogni singolo momento vissuto con lui da quell’alba in cui lo ritrovai ferito e sconvolto …”
“Il tempo allevierà questo dolore”


Jared gli aveva fatto alcune richieste, appena varcata la soglia della camera e Geffen lo aveva accontentato.
Al buio, restando nudi, abbracciati su di un fianco, sostenuti da cuscini e da un senso di pace, soltanto le pulsazioni di entrambi a fendere quel silenzio, carico di parole e di ferite, che mai si sarebbero rimarginate.
Jared tossì lieve e Glam si sporse verso il comodino per prendergli una bottiglietta di Evian: il suo busto sovrastò il volto del cantante, che ne sentì il profumo più intensamente, intravedendo i muscoli tesi dell’altro, essendosi abituato all’oscurità, dopo pochi minuti.
I palmi di Jared si schiusero sul petto di Glam, la sua bocca ne baciò lo sterno, poi i capezzoli, facendolo ansimare e distrarre dal suo intento di dargli un po’ d’acqua.
“Amore …” – disse sommesso l’uomo.
Tra le sue gambe, ormai, Geffen era come scivolato, assaporando il collo di Jared, che gemeva e cercava di aprirsi a lui, accarezzandone il sesso e lubrificandosi con le prime gocce di piacere, che come un lento stillicidio traboccavano dall’amante.
“Mio Dio Jay …”
Il sole stava spuntando a quella latitudine dell’edificio e dalle persiane chiuse, filtrò un riverbero gradevole.
Il viso di Jared si rivelò, tremante e madido, così il suo sguardo, saturo di aspettative.
Geffen lo penetrò appena, godendo immediatamente.
“Mi … mi dispiace” – balbettò, ma l’espressione di Jared divenne ancora più felice.
Con un colpo di reni, si lasciò trafiggere sino in fondo, dilatato e bollente, senza che Glam facesse alcuna fatica.
Capovolsero le posizioni, facendo sì che Jared finisse a cavalcioni sulle gambe dell’altro, per cavalcarlo e venire a propria volta, senza neppure toccarsi.
Era un’azione sinuosa, terribilmente erotica ed assoluta nella sua naturalezza.
Le loro dita si avvinghiarono, cercandosi, febbrili, finché Jared precipitò, portando le mani di Geffen oltre la sua testa, percependo il suo tremore, per il secondo orgasmo, dilagare sino al suo stomaco.
La droga innescò una scarica di adrenalina eccessiva, tanto che il suo cuore gli sembrò scoppiare: ebbe un mancamento, ma Glam non se ne rese subito conto.
Erano ebbri di piacere e quando Jared si riprese, le pareti gli sembrarono sciogliersi intorno.
“Glam …” – disse impaurito, appendendosi a lui, in cerca di protezione da quell’incubo così reale.
“Sono qui piccolo”
Per lui Jared sarebbe rimasto quel cucciolo d’uomo, che lo aspettava al molo con la bici o sotto il suo vecchio appartamento in centro.
“Ti amo tanto Jay” – non avrebbe mai smesso di ripeterglielo.


Jimmy aspettava paziente che il bicchiere si riempisse di quel cappuccino al cacao senza zucchero.
“Anche mio marito lo beve così”
La voce di Jude, alle sue spalle, era gentile.
Il ragazzo ebbe come uno scatto, essendo sovrappensiero.
“Perdonami, non volevo spaventarti …” – aggiunse con un sorriso l’attore.
“Signor Law …”
“Ci conosciamo?”
“No, ma … lei è famoso …”
Jude rise amaro – “Sì, ogni tanto me lo dimentico …”
“Mi chiamo Jimmy, sono l’assistente del signor Leto e … e questo è per il signor Downey … L’ho conosciuto ieri”
“Jimmy? … Sì, Robert mi ha parlato di te … Quindi l’hai già salutato?”
“Cinque minuti fa, lei non c’era …” – disse impacciato.
“Sei davvero gentile, andiamoci insieme … Oggi lo dimettono”
“Notizia stupenda” – e sorrise, accorgendosi poi dell’arrivo di Chris.
I due si salutarono, mentre Jude fece solo un accenno senza eccessivo entusiasmo, cosa che Jimmy notò al volo.
“Papà deve fare un esame con Steven, poi sarà pronto a tornare a casa.” – disse sereno – “Faccio una telefonata e vi raggiungo.”
Chris si spostò in una saletta e Jimmy si grattò la nuca, incuriosito.
“Lo so a cosa pensi …” – gli bisbigliò Jude – “Non è suo padre, ma a lui piace chiamarlo così e viverlo come se lo fosse: Robert gli ha dato corda ed io non ho mai digerito questo legame, penso sia evidente.”
“Abbastanza …” – farfugliò Jimmy.


“Tu mi nascondi qualcosa Jared”
Si stavano rivestendo dopo una doccia.
“In che senso …?” – domandò spaurito.
“Non stai bene?”
“Hai sempre a cuore la mia salute Glam …” – replicò sorridendo a metà.
“E’ ovvio. Allora di che si tratta? Hai fatto i controlli annuali?”
“No, mi imbarazza la presenza di Scott”
“Ci sono altri medici, non cercare scusanti Jared, cazzo!”
“Perché ti alteri …? Li farò …”
“Dimentichi persino di mangiare, figuriamoci il resto”
“Glam tu sei incazzato perché abbiamo fatto l’amore mentre i nostri figli sono in salotto a giocare??”
Gli venne talmente spontaneo definirli così, che fu stucchevole il modo in cui i reciproci sguardi collisero, di rammarico e compiacimento, nel volere ostinatamente credere a qualcosa di loro, di concreto.
“Ti chiedo scusa Glam …” – concluse svuotato, sedendosi sul bordo del letto disfatto.
Geffen si precipitò a consolarlo, senza riuscire a rimandare la propria commozione ed autocommiserazione.


Sam scrisse l’ultimo invito.
Dean lo imbustò radioso – “Finito … Pensi arriveranno in tempo?”
“Certo, abbiamo ancora due settimane e la penultima domenica di maggio sarà perfetta”
“Già …” – sospirò il broker.
“Il signor Meliti è stato gentile ad offrirci la sua villa per la cerimonia ed il cattering Sammy …”
“Anche il suo jet e le due settimane alle Hawaii … è un uomo generoso”
“Dice che gli siamo simpatici … che siamo due bravi picciotti ahahahah”
“Oddio Dean, questo dettaglio mi sa un po’ di Padrino …”
“Io mi sento rinato … e tu?”
“Anch’io, rospetto con le lentiggini …”
“Ehi e questa da dove esce??” – protestò ridendo, tornando tra le lenzuola con lui.
“Da qui …” – e prendendogli delicatamente il dorso della mano, Sammy la accompagnò sino al proprio cuore.


Kiro scrollò la testa incredulo.
“Geffen … cosa ci fai tu qui?”
“Salve … come ti gira? Vedo che il locale funziona”
“Abbastanza … Adesso sono pulito, sappilo.”
“Possiamo parlare Kiro?”
“Certo, seguimi.”
Entrarono nell’ufficio al piano superiore, passando tra ballerine ammiccanti ed avventori di ogni età, ma di estrazione sociale elevata.
Alcuni salutarono Glam, riconoscendolo.

“Guarda questo video e dimmi se riconosci il giovane insieme a Jared”
Era un filmato della video sorveglianza, installata nel living di Palm Springs.
“Potresti zoomare …?”
“Ecco, lo vedi?”
“Sì Glam … Non mi è nuovo … Aspetta mi sembra che”
“Si chiama Jimmy”
“Appunto, ma non è il suo vero nome”
“Ah, questo non lo sapevo Kiro.”
“Lavorava per un certo Gordon Tucker, una mezza calzetta, piuttosto effeminato e vistoso, gestisce il Panama”
“Ma è un bordello”
“Di lusso e Jimmy pare fosse il suo elemento di punta … Aspetta faccio una telefonata … Ma cosa ci fa con Jared?”
“Fai la tua chiamata, poi te lo spiego.”

Kiro parlò in Giapponese, ridacchiando di tanto in tanto.
Riattaccò, scrollando le spalle.
“Tucker è sul piede di guerra: Jimmy gli è sparito da sotto il naso, portato via da una … famosa rock star”
“Accidenti … In quale guaio si è andato a cacciare!”
“Senti, il mio ex socio, mi ha appena spiegato che Jimmy è … una brava persona”
“Sì, lo immagino” – ribatté sarcastico Geffen.
“Guarda che deve avere passato l’inferno in quel posto di merda”
“Non lo metto in dubbio Kiro, ma porca puttana lo capisci o no che prostituzione e droga vanno a braccetto come il destino e la morte?!” – inveii furente.
“Tu credi che … che Jared abbia una dipendenza e che Jimmy sia il suo pusher?!”
“E’ il suo nuovo assistente, per la cronaca!”
Kiro scoppiò a ridere – “Voi ricconi siete davvero una manica di stronzi!”
“Puoi dirlo forte. Grazie per le informazioni, salutami il detective Costa, quando lo vedi”
Kiro arrossì, appoggiandosi alla scrivania – “Lui è … è sposato … un vero casino Glam”
“Mi dispiace … A quanto pare non si vive tranquilli su nessuna sponda del fiume.”





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