Capitolo n. 66 – life
Jude portò il vassoio
con le tisane, in terrazza, aspettando paziente Robert, alle prese con il
passato di verdure ed il pollo al vapore, di Diamond e Camilla.
Law ci pensava ormai
quotidianamente, a tagliare loro nel piatto le pietanze, ridendo di smorfie e
battute, durante le cene, senza Downey accanto.
A pranzo, tranne il
sabato e la domenica, le bimbe mangiavano ovviamente alla mensa scolastica,
così che nei week end, i genitori potevano condividere anche quel momento,
insieme a loro.
L’accordo era di
incontrarsi appunto a fine settimana alternati, tutti e quattro, mentre per i
restanti, a turno, Jude e Robert avrebbero tenuto le piccole con sé ed
eventuali nuovi compagni.
O consorti, come
Geffen.
“Ce l’hai fatta?” – il
sorriso di Jude lo accolse, così come la tazza fumante, che l’inglese gli porse
gentile, mentre l’ex gli si affiancava sopra al divano in rattan.
“In parte sì … Ai
budini, è andato tutto liscio, come sempre” – e lo guardò.
Affettuoso.
“Ti trovo bene, Jude e”
“Sì, Robert?” –
sorrise, tranquillo, fissandolo.
“E credevo di trovarci
anche Taylor, qui con te insomma” – completò la frase, più incerto, sul finale.
“Come vedi faccio
l’eremita” – rise lieve, senza scomporsi – “… E non ho alcuna intenzione di condividere
il mio futuro con nessuno, molto semplice”
Molto complicato.
“Capisco … Se lo fai
per le bimbe”
“No, lo faccio per me e
per il ricordo che ho di te, di noi, penserai mica che te lo nasconda, dietro a
scuse patetiche o grossolane?” – specificò, senza perdere neppure una goccia,
di quel suo particolare umore.
Sembrava uscito da una
lezione di yoga full immersion.
O forse, si era
semplicemente rassegnato alla sua nuova vita.
“Non voglio vederti
sacrificato, sei così giovane”
“Ho ormai cinquant’anni,
Robert” – divenne più serio, ma non severo – “Ho avuto mille occasioni per
essere felice, con te al mio fianco, sia chiaro, non mi riferisco ad alcuna
altra esperienza: spero di lavorare ancora dignitosamente, di assicurare
un’eredità anche affettiva, alla mia prole … anzi, alla nostra, perché tutti i
figli che abbiamo avuto”
“Sono comunque nostri”
– lo interruppe teso – “Lo rammento, il nostro motto” – quindi sorrise,
abbassando lo sguardo.
“E’ una parola
bellissima …” – inspirò, alzandosi, a guardare il mare, in lontananza.
“Quale?”
“Se me lo chiedi, non
la senti più tale” – lo guardò – “… forse”
“Nostri? Certo che la sento nel tuo stesso modo, Jude, non”
“Era solo una
provocazione, sai che rientra nel mio stile” – rise, le mani in tasca, poi nascoste
sotto le ascelle, dopo avere incrociato le braccia toniche.
“Con Glam ho ritrovato
un po’ di pace”
“Sì, lo vedo Robert, ne
sono felice, almeno uno di noi due lo è, obiettivamente”
Era una semplice
constatazione, incontrovertibile, anche se faceva male.
“C’è qualche
complicazione per Pepe, la Gramble ha dei dubbi”
“Cosa?” – Law tornò da
lui, preoccupato.
“L’attentato ai
genitori naturali, l’agguato a me, Vas e Peter, insomma non giocano a nostro
favore: probabile che ci consideri pericolosi, per il piccolo”
“Ma dà i numeri
quell’arpia?” – e lo abbracciò – “Vedrai che Glam risolverà tutto”
Geffen lo faceva
sempre.
O almeno, ci provava.
Leto finì i suoi
spaghetti, come uno scolaro diligente.
“Oh miracolo, Jay, hai
mangiato” – Glam rise bonario, prendendo delle verdure in scatola, che aveva
intiepidito al vapore e poi condite con salsa di soia, aceto balsamico ed olio
rigorosamente italiano.
“Io sarei sazio …” –
accennò il cantante.
“Su, ancora un minimo
sforzo, per un ottimo risultato” – e lo scrutò, con quei turchesi vivaci.
Glam sembrava
ringiovanire, con il trascorrere del tempo, un tempo, che non dedicava più
abbastanza a Jared.
Senza pentirsene, a
dire il vero.
“Ti diverti a fare il
padre, con me, oggi?” – domandò, tamponandosi la bocca, ancora sporca di sugo.
“Sì, è piacevole, non
fai neppure i capricci, come succede con Pepe”
“Ma se lui ti venera …”
“E tu Jared?”
Leto prese un respiro,
guardando altrove – “Io ti voglio bene e tu sembri divertirti anche giocando al
gatto con il topo”
“Non lo farei mai e non
con te, Jared”
“Ti conosco mascherina”
– sorrise, portandosi dietro le orecchie i capelli di nuovo lunghi, cresciuti
ad una velocità inconsueta.
“Ho sessantadue anni,
Jay, ho sposato Robert e voglio avere un percorso pulito, senza incertezze,
senza adulteri: ricordi quando venivamo qui, con regolarità e
clandestinamente?”
Leto avvampò.
“Sì, certo, ma”
“Tu pensi che all’epoca
io non mi illudessi su di noi? Che non sperassi di avere una chance e quindi
non mi sottraevo ad un fallimento già in agguato? Tu ami Colin, l’hai
dimostrato senza incertezze anche dopo il contagio, un fatto gravissimo, che
avrebbe demolito qualsiasi coppia, ma non la vostra”
“Obiezione, vostro
onore” – lo interruppe, alzando l’indice destro.
Geffen inarcò un
sopracciglio – “Cosa avresti da contestare, sentiamo”
“Ho sempre protetto
Colin, anche da sé stesso e non sopporto vederlo soffrire, tanto meno assistere
alla sua messa al bando o sotto la lente di ingrandimento, da chi lo giudica
senza conoscerlo: dopo avere appreso del virus, in me, il primo pensiero è
andato a lui, anche se ero arrabbiato, ma non volevo vederlo in difficoltà,
avrei rimediato a qualunque guaio”
“Mi vuoi fare credere
che sei tu il padre, nel vostro caso? Vorresti sminuire il vostro amore?”
“Ti sto solo dicendo
cosa provo ed ora lo farò anche per quanto ti riguarda, Glam: ti spaventa la
mia sincerità?” – chiese brusco.
“No … A me spaventi tu,
alle volte, per come rigiri le cose, Jared, forse perché non sai più neppure come
uscirne o come difenderti …” – replicò assorto.
“Io non rinnego ciò che
sento”
“Come starei facendo
io, con te? Ma cosa vuoi sentirti dire, Jared?!” – si animò – “Che ti amo? Sì,
ti amo e allora?? Se fosse bastato dirtelo, saremmo già su qualche isola
deserta da anni con tanti bambini intorno, in una bella favola sotto il cielo,
ma non è così! Avrei dovuto dimostrartelo?? Dio mi è testimone, per quante
volte l’ho fatto e per come l’ho fatto, ma niente, NIENTE JAY, tu volevi Colin
ed ora è tuo, legato a doppio nodo scorsoio a te, perché se non c’è più amore,
tra voi, ED E’ UNA BALLA STRATOSFERICA, avete così tanti sensi di colpa da
mettere a tacere, che rimarrete insieme anche dopo la morte, come minimo!”
Jared abbassò lo
sguardo, nel piatto vuoto.
Si alzò piano,
riprendendo il giubbino di jeans, logoro e stinto, lo allacciò, stringendosi
poi nelle spalle, ormai sulla soglia, alla quale si soffermò, ma solo per un
secondo, senza girarsi indietro.
“Anch’io ti amo Glam.
Ti amo e basta, standoci male … Ogni volta … Ogni fottutissima volta, senza
riuscire a dimenticarti, a … a cancellarti.”
La sua affermazione fu
dignitosa, lucida, quanto inutile.
Forse Jared non
pretendeva chissà che, tanto meno che Geffen lo rincorresse o lo riprendesse a
sé, come lo aveva abituato, del resto.
Eppure era come se alle
sue spalle si fosse aperto un varco, dal quale emerse un vento gelido, di
abbandono totale, da parte dell’uomo, che aveva voltato pagina, evidentemente.
Lasciandolo andare via
così.
Downey rispose al cellulare,
ripescandolo da sotto una montagna di peluche.
“Ciao tesoro, dove
sei?”
“Glam, ciao, tutto
bene?”
“Sì, avevo … avevo solo
bisogno di sentire la tua voce”
“Ok … Sono con le
bimbe, al loft, con Jude, che … che ti saluta”
“Ricambia … Vi porto fuori
a cena, che ne dite? Andiamo al luna park e poi magari da Barny … Se non rovino
i vostri piani, mi dispiace, non vorrei sembrarti invadente” – disse più
trafelato.
“No … No, ma che dici,
amore?” – il suo sorriso era così esaustivo per Law, che aveva percepito quella
proposta.
“Per me va bene Rob” –
si intromise, sforzandosi, lui, in un sorriso.
“Perfetto, se hai
l’hummer, ci vediamo qui, ti aspettiamo”
“Bene, arrivo tra dieci
minuti, sono per strada.”
Payne resettò lo
smartphone, dopo avere mostrato un video a Styles, nel suo studio.
“Ok, ora l’ho visto,
Liam: cosa pensi di fare?” – disse rigido, come cristallizzato sulla sua
poltrona, in finta pelle, comprata in un discount di arredi per ufficio.
Il vulcanologo si
accomodò: non c’era nessuno in sala d’aspetto, anche se Harry si ostinava a
rimanere aperto sino alle due, ogni sabato.
“So di avere deluso
Zayn, con la mia tossicodipendenza, con le bugie, l’avergli nascosto persino di
avere un bimbo …” – e guardò Eric, che stava giocando sul tappeto, poco
distante da loro, con i giochi dimenticati lì da Petra.
“E questo
giustificherebbe ciò che hai filmato di nascosto, ieri, al campus?” – bissò
irritato, stritolando i braccioli.
“Zee stava piangendo …”
“E quei baci?” – Styles
scattò in piedi, attirando l’attenzione di Eric.
“Per favore, non alzare
la voce, lui si spaventa e”
“Scusami …” – e fece un
sorriso al cucciolo, portandogli un trenino in legno.
“Volevo seguirli, ma
non ne ho avuto la forza e poi c’era Eric con me, eravamo usciti per comprare
qualcosa per cena …”
“Ieri sera come ti
sembrava Zayn? Ci hai fatto …”
“Ma cosa intendi? Con
mio figlio per casa non abbiamo certo fatto acrobazie!”
“Potrebbero essere
andati ovunque, ma forse io posso immaginare dove”
“Cioè? Un motel? Per
quanto ne sappiamo, potrebbero anche essere andati al parco oppure in un pub” –
contestò debole, prendendosi in giro da solo.
“Due che si baciano in
quel modo, non vanno per primule in qualche prato!” – sibilò il legale,
sporgendosi verso di lui.
“A chi ti riferivi,
quindi?!
“All’ultima persona,
che verrebbe in mente a chiunque, specialmente a me ed a te, Liam” – e prese
fiato – “… Devo controllare una cosa, ti telefono appena ho fatto, ok?”
Downey gli diede una
lunga carezza, a mano aperta.
“Lo faceva sempre Lula …”
– mormorò Glam, guardandolo con tenerezza.
Vas e Peter avevano
accompagnato anche Pepe alle giostre, sulle quali, con le sorellina, il bimbo
si stava divertendo parecchio, sotto l’occhio vigile dei bodyguard e di Law, un
po’ in disparte, ad alcuni metri dalle panchine, dove i coniugi Geffen si erano
sistemati a parlare.
“Cosa ti è successo,
Glam?” – domandò pacato l’attore.
“Sai che non voglio
nasconderti ciò che faccio, tesoro … Ho … Ho incontrato un tizio che mi ha dato
informazioni su chi ce l’ha con me, parlo di gentaglia di Haiti”
“Accidenti …”
“Il fatto è che Jared
mi ha pedinato, sino al luogo dell’appuntamento, io mi sono incazzato e …” –
strizzò le palpebre ossigenandosi.
“Non hai saputo ciò che
volevi? Jay ha rovinato i tuoi”
“No, no” – lo interruppe
sfibrato dalle emozioni contrastanti – “… L’ho mandato via, con la promessa di
rivederci appena rientrato in città ed è ciò che ho fatto, ho raggiunto Jared,
per chiarirmi, senza ulteriori indugi oppure equivoci”
“Baciarlo, Glam, temo
sia stata l’iniziativa peggiore tu potessi avere, per illuderlo”
“Sì, me ne rendo conto,
però stavolta l’ho trattato con durezza, penso di non avergli lasciato alcun
margine di speranza”
“Ed ora ci stai male,
vero?” – gli sorrise, dandogli poi un bacio sulla guancia destra.
“E’ la mia spina nel
cuore … So, che tu, puoi capirmi, Robert”
Downey corse al profilo
di Law, con i propri quarzi scurissimi.
“Ti ringrazio per la
sincerità, Glam, io non ne sono stato capace, nel periodo in cui mi sono
rivisto con Jude”
“In questo cammino,
devo lasciare indietro qualcuno, basta pasticci … Io ti amo da impazzire Robert”
“Anch’io ed amo la
nostra birba, lo sai?”
Si abbracciarono.
“Porta anche Pepe, d’ora
in poi, quando vai dalle tue principesse … Ne sarebbe entusiasta”
“Lo farò molto
volentieri … Anche Jude sarà d’accordo, lui adora Pepe”
“Come sta, a proposito?”
L’artista inspirò, poco
persuaso dai discorsi di Law – “Non vuole più nessuno vicino … E’ quasi un
delitto, non trovi?”
Geffen scrutò il suo
eterno avversario – “Gli auguro di trovare la persona giusta, come è stato per
me, con te, Robert … Glielo auguro di cuore.”
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