giovedì 20 novembre 2014

LIFE - CAPITOLO N. 59

Capitolo n. 59 – life



Zayn accese il caminetto, quindi tornò sopra al divano, dove Liam lo stava aspettando.

Era il loro primo giorno a casa.

“Hai notizie di Monica?” – chiese Malik, versando del tè per entrambi.

“Sì, domani vedo Eric, spero che tu ci sia”

“Certo” – Zee sorrise – “Non vedo l’ora di conoscere il tuo ometto”

“Me la sto facendo sotto, ad essere sinceri, è un pezzo che non ci vediamo, probabilmente considererà quel Bruce come un padre”

“Eric non può averti dimenticato, amore …”

“Lo spero” – e sorrise imbarazzato, tastandosi l’addome – “… Quel cortisone, guarda come sono gonfio” – e si passò il palmo destro anche sotto al mento.

“A me piaci anche così” – e, nel dirlo, Malik si accoccolò sulla sua pancia, paragonando mentalmente Payne ad un bell’orsacchiotto di peluche, caldo e rassicurante.

Il suo incontro ravvicinato con Louis non lo turbava affatto: per Zayn era naturale quel loro intendersi alla perfezione e, senza farsi alcuna promessa, il paleontologo era certo che, presto o tardi, con Tomlinson si sarebbero rivisti e non solo.



Laurie incrociò Jim, uscendo dalla camera di Vas.

“E tu mi dicevi di dargli un supporto psicologico??!” – sbraitò, gesticolando in direzione del consorte, piuttosto allibito – “Quell’armadio a due ante sta smontando i mobili, perché vuole essere dimesso ed io dovrei stare lì a prendermi in testa uno sgabello oppure una piantana per flebo secondo te??! Ora vado da Robert, al limite LUI mi prenderà a borsettate!!” – e, sventolando il bastone, si allontanò velocemente, lasciando stranito Mason.

“Ma Hugh … amore …” – lo tallonò, con un sorriso sotto ai baffi piuttosto evidente.

“Ah roba da matti e lo sono, sai? Questi qui, non hanno tutte le rotelle al loro posto!”

“Scusa, ma non c’era Peter con Vas?”

“Certo, ma lo lasciava sfogare, perché il suo omone, che viene dal freddo, è allergico agli ospedali” – gli sibilò, con uno sguardo truce, mentre erano in ascensore.

“Ah ecco …” – sospirò l’oncologo, incrociando le braccia sul busto smagrito.

Laurie lo stava notando – “Ti sei messo a dieta?”

“No, ma i turni stanno diventando massacranti e la mensa è uno schifo” – sbuffò, mentre accedevano al reparto dove Downey stava per essere dimesso, quanto Vas.

“Andiamo in vacanza, tu, Nasir ed io, per un mese!”

“Magari” – Jim scosse la testa, poi lo baciò affettuoso sulla nuca.

Lo psicologo lo strinse teneramente, baciandolo per davvero, incurante di chi passasse.

“Diventi ancora rosso …” – gli sussurrò poi all’orecchio, mandando in tilt il suo sposo, che lo ricambiò con un dolcissimo – “Ti amo tanto Hugh.”



Geffen gli passò gli occhiali da sole, dopo averlo aiutato ad indossare una felpa.

“Ti stanno bene Robert”

“In effetti nascondono il livido” – replicò mesto, guardando in basso.

“Ora ti riprenderai, quando saremo tornati” – e gli accarezzò i capelli un po’ spettinati ed in disordine.

Come il suo cuore.

“Lo spero, voglio seguire Pepe, per i vaccini, la scuola … No, i vaccini li ha già fatti”

“Appunto, ma poi ci sono le feste, andremo in montagna” – Glam era un po’ smarrito, si sentiva quasi a disagio.

“Non vedo l’ora, voglio cambiare aria Glam” – disse l’attore, più convinto.

“Certo non saremo soli, a meno che non vorrai andare in Svizzera, al nostro chalet”

“Ci seguirebbero anche lì” – sorrise, strofinandosi gli zigomi, senza sfilarsi i Ray-Ban.

“Lo temo anch’io” – anche Geffen rise, un po’ tirato, mentre chiudeva il borsone da viaggio, con le poche cose del marito.

Hugh e Jim li stavano spiando.

“C’è una strana atmosfera” – sussurrò l’analista.

“Direi che ci sono tensione ed imbarazzo, ma come mai? Si sono appena rinnovati le promesse”

“Di farsi le corna?” – ironizzò Laurie, lanciando un’occhiata dispettosa a Mason.

“Ti lascio a loro, buona fortuna, io torno in corsia” – e si dileguò.


“Ehilà gente, siamo di partenza?” – l’irruzione di Hugh ruppe quello scambio di battute, un po’ di circostanza, quasi innaturali.

“Ciao doc, qual buon vento?”

“Vento di tempesta Glam” – scherzò – “Come andiamo Robert?”

“Felice di vederti, Hugh”

“Davvero? Bene, bene …” – e si accomodò accanto a lui.

“Devi curiosare nel mio cervello, per sapere se sono pronto ad uscire là fuori?”

“Se vuoi … Hai qualcosa da dirmi?”

“Io vado a prendere l’auto” – si intromise Glam, con timore.

Downey gli tese la mano – “Per favore, resta … Devo dirti una cosa.”



Farrell si sfilò la cravatta, con movenze furtive, mentre cercava di guadagnare la cabina armadio, senza essere intercettato da Jared.

“Beccato!”

La voce del cantante, lo bloccò sulla soglia della loro camera.

“Oh mamma” – Colin rise, andando subito a stringerlo a sé.

“Come è andato il colloquio? Hai firmato?”

“Ho … Ho fatto una sciocchezza Jay”

“In che senso?” – sorrise – “Hai accettato un ruolo nuovo e ti sei già pentito?”

“Ma no tesoro … Ti ho raccontato una bugia a fin di bene” – confessò.

“Il mio?”

“Certo”

“Non capisco, Cole …”

“Questo abito, me lo ha mandato Glam, perché gli facessi da testimone al rinnovo delle promesse con Robert … Così a Taylor”

“Che razza di scelta!” – avvampò.

“Geffen non ti voleva escludere, però dopo quello che Robert ha fatto, sia nel bene che nel male”

“No, no, fermati Colin, ma che stai dicendo? Glam ha la coda di paglia, perché avrebbe dovuto mandare al diavolo Robert, mentre adesso, dopo avere salvato Pepe ed essersi preso un sacco di botte, è di nuovo in cima alle sue priorità? Che poi è più che giusto, ovvio”

“Ho parlato un po’ insieme a lui … E’ molto in ansia per Robert, lo vede incerto, confuso … Tu gli hai detto di perdonarlo e Glam l’ha fatto, sai che non ti ferirebbe mai”

“Confuso per Jude?”

“Anche … E tu sei ancora una minaccia, a quanto pare” – disse calmo.

“Ma questo chi lo pensa? Rob?”

“Sì, infatti”

“E tu, cosa ne pensi, Colin?”

Farrell sorrise – “E’ stato un anno difficile Jared e, dopo quanto ti ho fatto, non mi stupirei se”

Leto lo stoppò con un bacio mozzafiato.

L’irlandese se lo assaporò a pieno, quindi ne divorò ogni ansito, avvolgendolo saldo al proprio corpo.

“So che ci amiamo anche più di prima Jay …”

“Però?”

“Nessun però: io voglio che tutto funzioni, tra noi e non mi sembra vero che siamo ancora qui, dopo questa ennesima esperienza”

“Anch’io Cole, tu devi credermi”

“Non ho mai smesso, mai” – e lo baciò di nuovo, portandolo in camera, dopo averlo sollevato, come se Leto fosse una piuma.



Downey gli prese le mani, guardandolo intenso.

Geffen rimase in piedi, davanti a lui.

“Glam io … Io desidero ritrovare, con tutto me stesso, l’armonia, la complicità che c’era un tempo tra di noi … Ho bisogno di quel tempo, per avere un po’ di pace, per superare questa inquietudine, dentro di me, amore” – e si ossigenò, chiudendo le palpebre, l’immagine di Jude impressa e sovrapposta a quella di Geffen silenzioso ed attento.

“Robert tu potrai sempre contare su di me”

“Ti chiedo ancora un po’ di pazienza …”

“Tutta quella che vuoi, tesoro” – e deglutì un paio di volte, mentre Laurie scomponeva ogni sua espressione.

L’assistente di Scott li interruppe.

“Scusate, ma il signor Downey dovrebbe fare l’ultimo elettrocardiogramma, dopo di che lo liberiamo” – e sorrise.

“Va bene, eccomi … Glam mi aspetti qui?”

“Assolutamente sì” – mormorò, mentre lo aiutava a sistemarsi sulla sedia a rotelle, portata dal medico.

Hugh rimase seduto, i fanali azzurri puntati sul pavimento.

Geffen seguì con i propri la figura di Robert, che spariva oltre le vetrate, dando le spalle a Laurie.

“Tu cosa faresti?” – domandò secco ed improvviso il legale, senza voltarsi.

“Manterrei la promessa, che gli hai appena fatto, Glam … Per coerenza, per integrità”

“Per rinfacciarglielo, un giorno?” – e si girò.

“No. Tu sei così autentico, così vero, nei pregi e nei difetti, nelle debolezze e nelle scelte granitiche, che non lo faresti mai”

“Vorrei solo la sua felicità e dovrei convincermi che non è con me che lui riesce a trovarla: è la forma, che a Robert piace, che lo fa stare bene, ma vorrebbe che ci fosse Jude al posto mio”

“Ma poi Jude torna o viceversa, Rob lo sceglie e tutto va storto: tu rimani un porto sicuro e Mr. Iron Man torna da te, che cedi, cadi, ricadi e cadi ancora … Tu lo ami, Robert ti ama, però ama anche Jude, che ama Robert, che non sa più chi amare e crolla, si spezza, poi arriva Big Geffen e sistema, ricompone, ma resta solo, anche se Rob c’è, se Rob rimane, Rob si accontenta e Pepe è un catalizzatore, adesso e Rob non se ne andrà”

“Lui si accontenta, stando insieme a me, secondo il tuo parere?” – si infiammò, facendo un passo avanti.

“Non è con me che devi incazzarti Glam”

“E con chi, con lui, che quasi muore per salvare il nostro bambino?!”

“Assolutamente no: l’unico responsabile sei tu, lo sei da sempre, un burattinaio che gioca con il fuoco, ma poi i fili si dissolvono al suo contatto e tutti scappano, fanno un po’ come vogliono, decidono, al posto tuo … E’ deprimente, è assurdo, perché dipendono da te, che li affascini, li seduci, li tieni in pugno, ma se apri la mano non ci ritrovi niente!” – e batté un colpo sul pavimento.

“Sono io quello che si accontenta, Hugh, questa è la mia … condanna” – e rise amaro.

“Tu dovresti innamorarti di un ragazzo libero o di un tuo coetaneo, senza vincoli”

“Si vede che a me piace rompere le uova nel paniere a coppie già consolidate” – e crollò mesto su di una seggiola.

“In effetti ti ispirano, probabilmente, ma è assodato che questi legami erano logori, spezzati, problematici”

“Ed a me piace risolvere, giusto? Piace vedere tutti contenti, con o senza di me”

“Anche!” – Laurie rise – “Sei un caso clinico piuttosto divertente se non fosse che”

“Che cosa, doc?”

“Che meriteresti qualcosa di più: qualcosa più di questo”

“Io ho tutto con Robert …”

“Però mi chiedi se dovresti lasciarlo andare”

Geffen si massaggiò le tempie – “Sono esausto … E sotto tiro”

“Parla con lui: Robert è fragile, però consapevole, non esiterà ad essere sincero, se tu lo sarai con lui. Credimi.”









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