sabato 22 novembre 2014

LIFE - CAPITOLO N. 61

Capitolo n. 61 – life



Matt si era risvegliato, avvolto dal corpo nudo di Dimitri, a cucchiaio.

La sensazione era piacevole e pericolosa, un po’ meno il respiro di tabacco e birra, del sovietico, che Miller avvertiva nel proprio collo.

Lentamente, il giovane si girò in suo favore, le mani a sfiorare gli zigomi asciutti del suo compagno di sventure.

“Ehi buongiorno Dim”

“Ciao … Che ore sono?” – domandò stiracchiandosi, senza scomporsi più di tanto, per quelle strana intimità, creatasi all’improvviso tra loro, ma non trascesa assolutamente.

“Non ne ho idea … Però ho fame e tu?” – Matt gli sorrise.

“Parecchia, sì … Ci facciamo portare qualcosa? Meglio non andare troppo in giro”

“Credo sia possibile, almeno così c’è scritto su quel menù” – e gli indicò un foglio appeso alla parete antistante a loro.

“Mmmm sì … Colazione, pranzo e cena … Che cavolo ti porteranno?” – e rise, mettendosi seduto, mentre Miller gli guardava la schiena ampia ed i numerosi tatuaggi.

“Dio, ma quanti ne hai, Dim?”

“Eh, cosa? Ah questi … Parecchi, la storia di un russo è scritta sulla pelle, non lo sapevi? Soprattutto se è stato in galera, come me” – inspirò, alzandosi – “Stamattina la prima doccia tocca a me!”

“Ok … La biancheria ormai è asciutta …”

“Oggi facciamo un po’ di shopping, ma giusto un bagaglio a mano, per salire in aereo senza troppi fastidi, ok Matt?”

“E le armi?” – domandò, affacciandosi sulla soglia del bagno.

“Dovremo sbarazzarcene prima, è ovvio, ma giusto al limite, in un bidone qualunque, così saremo al sicuro: so difendermi, sai?”

“Certo …” – ed abbassò gli occhi, arrossendo.

“Ehi che c’è? Mai visto uno senza niente addosso?” – lo canzonò, ma affabile, poi gli tese la mano sinistra – “Dai, vieni qui, così ci sbrighiamo prima, c’è posto anche per te”

Miller lo raggiunse, provando un senso di accettazione.

Si lavarono senza farsi dispetti, i palmi di Dimitri, energici, tra le sue scapole e poi cambio, ora toccava a Matt, più delicato, vagamente affettuoso.

Osò persino posare un bacio leggero, sulla nuca del suo nuovo amico – “Grazie Dimitri, mi hai salvato”

Il mercenario chiuse i getti – “No, non credere che io sia un agnellino: se mi trovassi in difficoltà e tu fossi un peso, ti mollerei alla prima occasione” – gli disse brusco, afferrando un telo e passandogliene un secondo, senza alcun garbo.

Matt chiuse le palpebre, poi si tamponò l’addome asciutto.

Lo stomaco gli brontolava da un pezzo.
Così il cuore, in un suono più diverso, ma a cui ormai si era tristemente abituato.



Appena Geffen se lo ritrovò davanti, rimase freddo, ma educato.

“Buonasera Chris, se sei qui per fare una scenata”

“No, no, ciao Glam, ho ricevuto un sms da Tom” – disse in affanno.

“E’ di sopra, con Scott: gli ha fatto una flebo”

Hemsworth deglutì a vuoto – “Sta male?”

“No, sono solo vitamine ed un antibiotico, Tom ha preso la pioggia ed il suo sistema immunitario non ha bisogno di buscarsi un’influenza, ora” – spiegò serio.

“Sono passato a prendere Luna, era dai nonni” – aggiunse, le lacrime agli occhi.

“E dov’è?”

“In auto, nel viale … Sta dormendo” – e tirò su dal naso.

“Vieni avanti sino a qui sotto al portico, che aspetti?” – lo invitò solerte l’avvocato, che appena vide il sorriso della bimba, si illuminò.

Lei lo stava salutando ed appena Chris la prese, con delicatezza, Luna volle andare in braccio a Glam, che la accolse con smisurata tenerezza.

“Oh cavoli, come è cresciuta, ciao patatina”

“Tio Glam …!”

Il tenente li guardò, chiudendo il portone in radica e vetri molati.

Quell’ambiente trasudava lusso ed opulenza in ogni angolo, ma i modi di Geffen erano quelli di un nonno premuroso, al più uno zio, semplicemente adorato da ogni cucciolo di quella famiglia, che Chris stentava ad accettare.

“Posso salire da Tom? Per favore …”

“Ma certo, se vuoi c’è l’ascensore, primo piano comunque” – e gli indicò un angolo della sala, dove le porte scorrevoli della cabina, si erano appena aperte: ne discese Jimmy.

“Ehi salve, ciao piccola” – era con Pepe, che corse subito dalla sua cuginetta.

“Luna! Vieni a giocare con noi sul tappeto musicale?” – chiese la birba di Geffen, in maniera irresistibile.

Quello era il clima: di solidarietà, di pacatezza.

Volerlo vedere in altre maniere, stava diventando un gesto egoistico ed anche stupido, pensò il poliziotto, ormai arrivato nel corridoio superiore.

La camera di Tom era subito lì ed il terapista ebbe un sussulto di gioia, appena si accorse del compagno.

“Chris …!”

Il suo sorriso, era una meraviglia, così il suo candore.

Di esso tutti si erano innamorati, da sempre.

Tom era unico ed era insostituibile.

Hemsworth volò letteralmente da lui, stringendolo forte a sé, singhiozzando come un adolescente.

“Amore … amore perdonami … Io non volevo, non sapevo …”

“E come avresti potuto …?”

Scott si eclissò, con il volto soddisfatto, per avere assistito a quella scena, così dolce ed intensa.


Il medico uscì, per dirigersi verso la stanza di Robert: appena, però, si avvide che l’attore era al telefono, preferì andarsene, ma ebbe un’esitazione.

Origliare fu scorretto, ma lo sguardo di Downey, profondamente triste, lo incuriosì.


Law ci mise un po’ a rispondere, ma il vocio di sottofondo di Cam e Dadi, motivò quella risposta, che si fece attendere per numerosi squilli.

“Robert, ciao, tutto bene?”

Il suo tono era radioso, al solo accorgersi che all’altro capo c’era l’ex.

“Jude ciao … Ti disturbo?” – chiese avvampando.

“No, no, eravamo qui con le nostre cucciole, abbiamo preparato la cioccolata calda”

“C’è … C’è qualcuno, con voi?” – proseguì più flebile, pensando a Taylor.

“No Rob, il plurale era riferito solo a noi tre” – chiarì calmo l’inglese, trafficando con tazze e cucchiai – “… Miseria siamo rimasti senza panna, devo fare la spesa un po’ meglio” – sussurrò il biondo.

A quelle cose pensava da sempre Downey: erano dettagli, così importanti comunque.

“Non importa Jude, meno zuccheri, va bene così”

“Eh ma poi sai che si lamentano queste pesti” – rise – “Sono felice di sentirti, anch’io sto migliorando, la terapia funziona e poi qui al loft sono più a mio agio … A Palm Springs mi sentivo … strano”

“Noi siamo a Malibu … C’è anche Tom, non sta bene, è successo un pasticcio”

“In che senso?”

“Gli hanno diagnosticato una leggera forma di leucemia”

“Non è possibile … Mi dispiace, posso fare qualcosa, Robert?”

“Andrà tutto bene, tu pensa a ristabilirti a pieno, con il tuo nuovo rene” – ed abbozzò un sorriso, con un spasmodico desiderio di abbracciarlo, di confortarlo.

“Glam come si sente?”

“E’ sempre in prima linea, Tommy è piombato qui, dopo avere litigato con Chris, che è incazzato con Glam, perché hanno trovato il cadavere di quel Nico, no, ma a raccontarla così   , sembra una telenovela” – e rise nervoso.

“Hai mangiato?” – Jude cambiò discorso, iniziava a sentirsi in imbarazzo.

“Mi sono coricato, a dire il vero, giù c’è un banchetto, ma sono inappetente, per i farmaci suppongo …” – ed inspirò.

“Sì, sarà così … Ora devo lasciarti Rob, il rancio è pronto” – e tossì, un nodo in gola.

“Vedete un cartone?”

Era quella la loro abitudine.

“Sì … Raperonzolo per la centesima volta …”

“Una più, una meno” – Downey sorrise – “Abbi cura di te, Jude”

“Lo farò ed … ed anche tu”

“Per Camilla e Diamond, quando ci potremo vedere? O le mando a prendere se tu non”

“Sì che voglio” – lo interruppe un po’ infantile ed amorevole – “Abbiamo l’affido condiviso, non è cambiato nulla, vero Robert?”

“No … No, nulla, Jude … Ti … Ti voglio bene, a presto, ciao” – e riattaccò in fretta, con il timore di ascoltare la sua replica.

Qualsiasi essa fosse.



“Tu di pazienza ne hai da vendere …”

La voce di Scott, insieme ad una carezza, gli arrivò nel centro del dorso, mentre Glam dava disposizioni per la cena.

“Che c’è?” – replicò bonario, scegliendo dell’ottimo vino, da una cantinetta climatizzata, nascosta in un mobile del settecento.

“No, facevo per dire”

“Sputa il rospo, Scotty” – e gli sorrise.

“Di recente la tua vita è stata piuttosto movimentata: la donazione a Jude, il soggiorno a Palm Springs con lui e Taylor, l’esilio di Robert in questo mausoleo”

“Oh ecco, a lui volevi arrivare, giusto? Assaggia questo, è del 2000” – e gli porse un calice di rosso.

“Troppo legnoso” – il diagnosta arricciò il naso perfetto.

“Ottimo con la selvaggina”

“Che si mangia?”

“Oca con le olive” – Geffen rise di gusto.

“Ma dai, credevo brasato di caprone”

“Rob ha parlato con Jude? Hanno due meravigliose”

“So che sono genitori”

“Divorziati, Scott” – bissò più fermo, fissandolo.

“Ed ancora innamorati, la cosa non preclude l’altra”

“Un amore come il loro non si esaurisce come un fiammifero” – obiettò lucido.

“Come il tuo per Jared, vecchia solfa, Glam, però tu ce la stai mettendo tutta per salvare il tuo matrimonio, pertanto potresti rimanere deluso più del solito e questo a me non piace, lo sai” – puntualizzò l’amico.

“Ho deciso di andare avanti e di crederci, perché amo sinceramente Robert”

“Non è che ti stai confondendo con l’orgoglio, che travisi le tue buone intenzioni, semmai?” – lo provocò.

Inutilmente.

“Sono sopravvissuto a tempeste peggiori … Ora scusami, hanno suonato.”


Era Jared.
Accompagnato da Colin.


“Ciao ragazzi, non vi aspettavo”

“Perdonaci Glam, dovevamo avvisarti” – lo salutò Leto, precisando poi – “Avevo contattato Tommy per il nostro appuntamento settimanale e l’ho sentito sconvolto, stava venendo a casa da voi e così”

“Ti ha informato sul suo stato di salute?” – e li fece accomodare.

“Infatti … E’ terribile” – disse commosso.

“Jay è sconvolto … Lo siamo tutti, Glam, vogliamo così bene a Tom”

“Chris è con lui, adesso, Luna è in salotto con Jimmy e Pepe”

“E Robert?” – lo interruppe Farrell.

“E’ andato a stendersi, però adesso vorrei che mangiasse almeno un boccone e, se volete, c’è posto e cibo per un esercito: abbiamo assunto una governante molto efficiente” – e sorrise, stringendo a sé Jared, piuttosto agitato – “E tu non stare in pena, Tommy si può curare, gli garantiremo un’assistenza completa, ok?”

Il cantante annuì, guardandosi in giro.

“Scott lo ha visitato, lo puoi trovare in cima alle scale, se vuoi”

“Sì, ti ringrazio Glam, vado subito da lui … Colin tu vieni?”

“Tra un attimo, tesoro, vai pure … Io bevo una tonica, sto morendo di sete”

“Da questa parte Colin, faccio strada per la sezione aperitivi” – Geffen provò a scherzare, ma era ancora turbato dallo scambio di battute avuto con Scott, che si era unito a Jimmy ed ai bimbi, facendo finta di distrarsi insieme a loro.

“Non preferiresti andare da Rob …?” – domandò timido l’irlandese.

“Sì … Hai ragione Colin … A più tardi” – ed andò ad infilarsi in quella cabina a specchi, già pensata per il futuro.

Lui, in quella dimora, ci voleva invecchiare, con Robert.

Conoscere anche le sue intenzioni, ora, era ciò che più premeva a Geffen.

Inesorabilmente.



 JIMMY


COLIN



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