giovedì 29 maggio 2014

ZEN - CAPITOLO N. 303

Capitolo n. 303 – zen



Malik tirò su dal naso ed imprecò piano, dando un lieve strattone alla porta del suo alloggio in università.

“Cavoli, devo dire al custode di riparare questa serratura …” – si lamentò, facendo accomodare Lux.

“Abbiamo lasciato le luci accese …” – notò il francese, un po’ rigido nei movimenti.

“A quanto pare sì … Dammi un minuto, scusa”

“Figurati”

“Devo preparare il dossier per Dawson, uno dei prof insomma, quello che rompe di più” – sorrise finalmente.

Era metodico, anche se a tratti poteva sembrare stralunato o meglio perso nei meandri di quella materia così ricca di fascino.

Zayn aveva molte sfumature e Vincent le stava scoprendo poco a poco.

“Tesoro se vuoi rimandare quel discorso, visto che hai fretta …” – abbozzò l’uomo, tossendo.

“No Vincent … No, eccomi da te … Dunque” – e si misero seduti l’uno di fronte all’altro, su di un paio di poltrone consunte.

“Ti ascolto …”

“Sì, so di avere la tua massima attenzione, sei una persona davvero adorabile e comprensiva” – iniziò.

Lux aggrottò la fronte, su quella fiducia spassionata, che adesso Malik gli stava dimostrando.

“Abbiamo già parlato di Ivo Steadman, marginalmente intendo …”

“Sì Zayn e temo sia stato un brutto periodo per te”

“Assolutamente sì … Lui mi piaceva, aveva un indiscusso carisma, sapeva tenerti sulla corda, con quei modi scostanti, però poi di colpo diventava amorevole, attento … Insomma il classico tipo da fare girare la testa”

“Aveva il suo charme, so di che parli …”

“Ok, penso che anche Louis ti abbia raccontato le stesse cose o quanto meno non sono una novità, se avete poi incastrato quel maniaco o ci avete provato”

“L’FBI non l’ha inchiodato, non c’erano prove concrete, ma, comunque, Ivo ha fatto giustizia da solo, per i suoi crimini”

“E’ stata una liberazione sapere della sua fine, Vincent, lo ammetto, anche se non si dovrebbe mai esultare per la morte di un essere umano, però in lui c’era ben poco di quanto si possa definire tale … La nostra relazione divenne per me una dipendenza, sia per come mi trattava, sia per il sesso” – ed arrossì leggermente.

Lux gli prese dell’acqua.

“Ti ringrazio …” – Zayn ne bevve un sorso, poi continuò.

“Lui mi tradiva, andava a letto con altri, c’era anche Louis di mezzo, lo venni a sapere andando a Londra per un seminario di aggiornamento … Mi incazzai davvero tanto, Ivo se l’era portato da Los Angeles per una settimana romantica nella dolce Inghilterra …” – il suo era un sarcasmo ferito.

“Ma tu tornasti a Parigi?”

“No … Gli andai dietro, fino a qui, come un cagnolino, un segugio da quattro soldi e piombai a casa sua, dopo essermi infilato in incognito alle sue lezioni, proprio nel mezzo di questa sua tresca con Tomlinson, vedendo che adulava anche altre prede … Insomma la sera stessa lo affrontai”

“Una pessima idea temo …”

“Infatti … Sulle prime cercò di sfottermi, poi mutò approccio, tornando a farmi complimenti e promesse ed io ci cascai come un coglione” – ammise mesto.

“Come un ragazzo innamorato” – Lux sorrise, dandogli una carezza.

“Sì … Può darsi, ma a quel punto non sapevo più cosa aspettarmi da un rapporto a distanza, come il nostro, per giunta compromesso da troppi tradimenti … Era umiliante, però non avevo capito quanto potesse essere anche pericoloso … Finimmo a scopare, perché era così che lui risolveva sempre tutto tra noi … Era morboso e malsano, ciò che io sentivo, forse riusciva a fare emergere il mio lato più selvaggio o semplicemente il più sporco …”

“Non devi vergognarti per ciò che ti piace Zayn, non è giusto e tu non sei sbagliato, se ti piace il sesso, anzi … Tra due partner, la confidenza fisica ed erotica, secondo me rappresenta un collante straordinario” – replicò schietto.

“Probabilmente era la giustificazione, che a mia volta davo ai reciproci comportamenti, senza vedere chi era davvero Ivo Steadman … Quella notte qualcosa era diverso, in lui, c’era una luce ambigua nei suoi occhi, cattiva … Mi legò al letto, pensai fosse uno scherzo, finché non cominciò a picchiarmi … Con la cinta dei pantaloni, poi a sberle … Si accese una sigaretta, fumava di continuo, andò a piazzarsi su di una sedia, a godersi lo spettacolo di me, terrorizzato, in lacrime, che lo pregavo di smetterla con quel gioco perverso, che non mi piaceva, che volevo andare via … Se ne accese una seconda, fece pochi tiri, persino anelli di fumo, giocando, ridacchiando, poi me la spense qui” – e gli mostrò l’avambraccio destro, dove le linee di un tatuaggio, si confondevano con il segno di bruciatura.

“Mio Dio Zayn …” – la voce di Lux tremò.

“C’era un foulard, su di un comodino … Lo afferrò ed iniziò a lisciarsi il petto, la nuca, sembrava un prestigiatore sadico … Per me era la fine, lo percepii nettamente ed iniziai a gridare più che potevo, invocando aiuto, ma quella villetta era isolata ed insonorizzata, lui me lo disse ridendo forte, insultandomi poi, farneticando degli improperi assurdi”

“Come hai fatto a salvarti?”

“E’ la parola giusta, salvarmi: fu lo squillo del suo cellulare o meglio chi lo stava chiamando. Tim, lo studente di cui era infatuato perso, hai presente?”

“Sì, è il marito di Kevin, l’ex di Geffen”

“Ivo mutò letteralmente, sembrava persino normale … Gli rispose trepidante, distraendosi da quanto io stavo facendo ovvero liberarmi e ci riuscii per miracolo”

“Sei scappato?”

“Sì come un razzo e per una fortuna sfacciata c’era un taxi in transito nella via, lo presi al volo, mi stavo ancora vestendo, l’autista chissà cosa pensò, ma avevo recuperato anche il mio zaino, con passaporto e soldi … Arrivai al Lax e mi imbarcai sul primo aereo per la Francia, segnato da quell’esperienza, che non augurerei al mio peggiore nemico …”

“Tesoro hai passato l’inferno, ma perché non lo denunciasti? O l’hai fatto?”

“Ero sconvolto, traumatizzato … Riordinai le idee in un paio di giorni, poi arrivò una telefonata dal mio ateneo, per la tesi ed una borsa di studio, assegnatami un po’ a sorpresa, tra quelle che vinsi in passato … Ivo mi inviò un orologio di marca ed una lettera di scuse … Il regalo lo rispedii al mittente, la sua missiva finì nel caminetto, ma in compenso  io avevo il dottorato in anticipo, servito su di un piatto d’argento, anche se meritavo quel risultato, però le chiacchiere partirono senza freni, così le critiche dei miei colleghi … Non che non fossero già invidiosi per i miei risultati, però sono consapevole di non averci fatto una bella figura … Volli dimenticare Steadman, volli credere che era stato un brutto scherzo del destino e che anche lui non stava facendo sul serio … Una parte di me non voleva accettarlo, ecco …” – ed abbassò lo sguardo, sentendosi in colpa.

Lux lo strinse forte.
Una telefonata, però, interruppe il loro abbraccio.

Era il broker di Vincent.

“Sì Peter ho capito … Me lo sono dimenticato, abbi pazienza, non possiamo rimandare? … No, ok … ok, arrivo, tra venti minuti, non prima, ciao”

L’affarista si ossigenò – “Zayn dovrei andare, dovevo firmare delle carte, ma se vuoi io rimango e”

“No Vincent, anch’io ho la riunione, anzi sono in ritardo” – e gli si appese al collo, per poi baciarlo intenso.

Lux si sentì scoppiare il cuore.

Lo riavvolse con energia – “Tesoro ti voglio un mondo di bene … Ti aspetto a casa? O passo a riprenderti?”

“Ci sentiamo per sms, appena ho finito, ok?” – gli disse emozionato, poi lo salutò.


Zayn doveva sbrigarsi, odiava non essere puntuale.

All’improvviso, dei passi alle sue spalle, provenienti dal bagno, lo fecero trasalire.

“E tu cosa ci fai qui?!”

Louis lo stava fissando, nell’impaccio più totale.

“Ciao Malik … Ti avevo cercato per Dawson, è lui che mi ha mandato, era aperto e”

“E così hai pensato bene di entrare senza permesso Tomlinson?!” – si alterò.

“Non volevo invadere la tua privacy ho solo bussato e quell’uscio del cazzo si è mosso, così pensavo di aspettarti!” – si difese, avvicinandosi a lui.

“Ok, mi hai trovato, cosa volevi, oltre ad origliare??!”

“Dawson è andato in ospedale, per degli accertamenti, non è riuscito ad avvisare tutti per tempo …”

“L’incontro è rimandato quindi?” – e si quietò un minimo.

“Sì Zayn …”

“Ad averlo saputo, me ne andavo subito” – sbuffò.

“Sì, con Vincent, ti capisco, sarebbe stato meglio, non era mia intenzione ascoltare le tue confidenze, non sai quanto mi hanno fatto male …” – disse sincero.

“Nessun problema, così hai capito le ragioni del mio successo e poi SI’, scopavo con Steadman ed ho avuto una promozione in anticipo, per i suoi vizi da maiale, almeno così credevo, mentre invece era un serial killer … E magari mi sono fatto andare bene la cosa così com’era, ok?” – bissò agitato, le iridi lucide.

“Non devi giustificarti … Non con me …” – mormorò Boo, prendendogli il polso con delicatezza – “… Ti ha fatto questo … quel bastardo …” – e due lacrime zampillarono dai suoi occhi azzurri, come la maglietta che indossava.

“Louis …”

Si guardarono.
Così vicini.
Si baciarono.
Dapprima esitando innocenti, poi intrecciandosi, con vigore, quasi con la disperazione di due sopravvissuti.

Si toccarono, ad una profondità non visibile, così simili, in un modo, che non avrebbero ammesso mai.

Scivolarono, su quel giaciglio cigolante, ma accogliente, per la loro pelle nuda in pochi secondi, dopo essersi strappati quasi i vestiti da dosso, con l’irruenza degli anni, che si portavano in ogni pulsazione.

Louis, più dominante all’inizio, per quel minimo di anzianità, che lo separava da Zayn, ma quasi immediatamente ingordo della tenerezza di quest’ultimo, della sua glabra spontaneità nel possederlo, dopo che Boo gli era venuto dentro, saziandosene per primo.

A posizioni capovolte, cavalcandosi a vicenda, ebbri di un piacere orgasmico dissennato e liberatorio, fecero durare il loro amplesso il più possibile.

Tornarono a baciarsi unicamente quando quel vento riuscì a calmarsi, madidi, bellissimi, perfetti in una simbiosi inattesa, ma come in agguato, dal primo contatto.

“Mi spiavi, quando ero con Ivo …?” – domandò Louis, appena ebbe abbastanza fiato per farlo.

“Sì, sapevo dov’era … Non con chi era …”

“Aveva un’ampia scelta, una riserva di caccia non indifferente in facoltà” – ammise, storcendo la bocca, assorto.

“Guardami Louis” – e sorrise.

“Sì?”

“Siamo impazziti, forse …?”







Nessun commento:

Posta un commento