Capitolo n. 303 – zen
Malik tirò su dal
naso ed imprecò piano, dando un lieve strattone alla porta del suo alloggio in
università.
“Cavoli, devo dire al
custode di riparare questa serratura …” – si lamentò, facendo accomodare Lux.
“Abbiamo lasciato le
luci accese …” – notò il francese, un po’ rigido nei movimenti.
“A quanto pare sì …
Dammi un minuto, scusa”
“Figurati”
“Devo preparare il
dossier per Dawson, uno dei prof insomma, quello che rompe di più” – sorrise finalmente.
Era metodico, anche
se a tratti poteva sembrare stralunato o meglio perso nei meandri di quella
materia così ricca di fascino.
Zayn aveva molte
sfumature e Vincent le stava scoprendo poco a poco.
“Tesoro se vuoi
rimandare quel discorso, visto che hai fretta …” – abbozzò l’uomo, tossendo.
“No Vincent … No,
eccomi da te … Dunque” – e si misero seduti l’uno di fronte all’altro, su di un
paio di poltrone consunte.
“Ti ascolto …”
“Sì, so di avere la
tua massima attenzione, sei una persona davvero adorabile e comprensiva” –
iniziò.
Lux aggrottò la
fronte, su quella fiducia spassionata, che adesso Malik gli stava dimostrando.
“Abbiamo già parlato
di Ivo Steadman, marginalmente intendo …”
“Sì Zayn e temo sia
stato un brutto periodo per te”
“Assolutamente sì …
Lui mi piaceva, aveva un indiscusso carisma, sapeva tenerti sulla corda, con
quei modi scostanti, però poi di colpo diventava amorevole, attento … Insomma
il classico tipo da fare girare la testa”
“Aveva il suo charme,
so di che parli …”
“Ok, penso che anche
Louis ti abbia raccontato le stesse cose o quanto meno non sono una novità, se
avete poi incastrato quel maniaco o ci avete provato”
“L’FBI non l’ha
inchiodato, non c’erano prove concrete, ma, comunque, Ivo ha fatto giustizia da
solo, per i suoi crimini”
“E’ stata una
liberazione sapere della sua fine, Vincent, lo ammetto, anche se non si
dovrebbe mai esultare per la morte di un essere umano, però in lui c’era ben
poco di quanto si possa definire tale … La nostra relazione divenne per me una
dipendenza, sia per come mi trattava, sia per il sesso” – ed arrossì
leggermente.
Lux gli prese dell’acqua.
“Ti ringrazio …” – Zayn
ne bevve un sorso, poi continuò.
“Lui mi tradiva,
andava a letto con altri, c’era anche Louis di mezzo, lo venni a sapere andando
a Londra per un seminario di aggiornamento … Mi incazzai davvero tanto, Ivo se
l’era portato da Los Angeles per una settimana romantica nella dolce Inghilterra …” – il suo era un sarcasmo ferito.
“Ma tu tornasti a
Parigi?”
“No … Gli andai
dietro, fino a qui, come un cagnolino, un segugio da quattro soldi e piombai a
casa sua, dopo essermi infilato in incognito alle sue lezioni, proprio nel
mezzo di questa sua tresca con Tomlinson, vedendo che adulava anche altre prede
… Insomma la sera stessa lo affrontai”
“Una pessima idea
temo …”
“Infatti … Sulle
prime cercò di sfottermi, poi mutò approccio, tornando a farmi complimenti e
promesse ed io ci cascai come un coglione” – ammise mesto.
“Come un ragazzo
innamorato” – Lux sorrise, dandogli una carezza.
“Sì … Può darsi, ma a
quel punto non sapevo più cosa aspettarmi da un rapporto a distanza, come il
nostro, per giunta compromesso da troppi tradimenti … Era umiliante, però non
avevo capito quanto potesse essere anche pericoloso … Finimmo a scopare, perché
era così che lui risolveva sempre tutto tra noi … Era morboso e malsano, ciò
che io sentivo, forse riusciva a fare emergere il mio lato più selvaggio o
semplicemente il più sporco …”
“Non devi vergognarti
per ciò che ti piace Zayn, non è giusto e tu non sei sbagliato, se ti piace il
sesso, anzi … Tra due partner, la confidenza fisica ed erotica, secondo me
rappresenta un collante straordinario” – replicò schietto.
“Probabilmente era la
giustificazione, che a mia volta davo ai reciproci comportamenti, senza vedere
chi era davvero Ivo Steadman … Quella notte qualcosa era diverso, in lui, c’era
una luce ambigua nei suoi occhi, cattiva … Mi legò al letto, pensai fosse uno
scherzo, finché non cominciò a picchiarmi … Con la cinta dei pantaloni, poi a
sberle … Si accese una sigaretta, fumava di continuo, andò a piazzarsi su di
una sedia, a godersi lo spettacolo di me, terrorizzato, in lacrime, che lo
pregavo di smetterla con quel gioco perverso, che non mi piaceva, che volevo
andare via … Se ne accese una seconda, fece pochi tiri, persino anelli di fumo,
giocando, ridacchiando, poi me la spense qui” – e gli mostrò l’avambraccio
destro, dove le linee di un tatuaggio, si confondevano con il segno di
bruciatura.
“Mio Dio Zayn …” – la
voce di Lux tremò.
“C’era un foulard, su
di un comodino … Lo afferrò ed iniziò a lisciarsi il petto, la nuca, sembrava
un prestigiatore sadico … Per me era la fine, lo percepii nettamente ed iniziai
a gridare più che potevo, invocando aiuto, ma quella villetta era isolata ed
insonorizzata, lui me lo disse ridendo forte, insultandomi poi, farneticando
degli improperi assurdi”
“Come hai fatto a
salvarti?”
“E’ la parola giusta,
salvarmi: fu lo squillo del suo
cellulare o meglio chi lo stava chiamando. Tim, lo studente di cui era
infatuato perso, hai presente?”
“Sì, è il marito di
Kevin, l’ex di Geffen”
“Ivo mutò
letteralmente, sembrava persino normale … Gli rispose trepidante, distraendosi da
quanto io stavo facendo ovvero liberarmi e ci riuscii per miracolo”
“Sei scappato?”
“Sì come un razzo e
per una fortuna sfacciata c’era un taxi in transito nella via, lo presi al
volo, mi stavo ancora vestendo, l’autista chissà cosa pensò, ma avevo
recuperato anche il mio zaino, con passaporto e soldi … Arrivai al Lax e mi
imbarcai sul primo aereo per la Francia, segnato da quell’esperienza, che non
augurerei al mio peggiore nemico …”
“Tesoro hai passato l’inferno,
ma perché non lo denunciasti? O l’hai fatto?”
“Ero sconvolto,
traumatizzato … Riordinai le idee in un paio di giorni, poi arrivò una
telefonata dal mio ateneo, per la tesi ed una borsa di studio, assegnatami un
po’ a sorpresa, tra quelle che vinsi in passato … Ivo mi inviò un orologio di
marca ed una lettera di scuse … Il regalo lo rispedii al mittente, la sua
missiva finì nel caminetto, ma in compenso io avevo il dottorato in anticipo, servito su
di un piatto d’argento, anche se meritavo quel risultato, però le chiacchiere
partirono senza freni, così le critiche dei miei colleghi … Non che non fossero
già invidiosi per i miei risultati, però sono consapevole di non averci fatto
una bella figura … Volli dimenticare Steadman, volli credere che era stato un
brutto scherzo del destino e che anche lui non stava facendo sul serio … Una
parte di me non voleva accettarlo, ecco …” – ed abbassò lo sguardo, sentendosi
in colpa.
Lux lo strinse forte.
Una telefonata, però,
interruppe il loro abbraccio.
Era il broker di
Vincent.
“Sì Peter ho capito …
Me lo sono dimenticato, abbi pazienza, non possiamo rimandare? … No, ok … ok,
arrivo, tra venti minuti, non prima, ciao”
L’affarista si
ossigenò – “Zayn dovrei andare, dovevo firmare delle carte, ma se vuoi io
rimango e”
“No Vincent, anch’io
ho la riunione, anzi sono in ritardo” – e gli si appese al collo, per poi
baciarlo intenso.
Lux si sentì
scoppiare il cuore.
Lo riavvolse con
energia – “Tesoro ti voglio un mondo di bene … Ti aspetto a casa? O passo a
riprenderti?”
“Ci sentiamo per sms,
appena ho finito, ok?” – gli disse emozionato, poi lo salutò.
Zayn doveva
sbrigarsi, odiava non essere puntuale.
All’improvviso, dei passi
alle sue spalle, provenienti dal bagno, lo fecero trasalire.
“E tu cosa ci fai
qui?!”
Louis lo stava
fissando, nell’impaccio più totale.
“Ciao Malik … Ti
avevo cercato per Dawson, è lui che mi ha mandato, era aperto e”
“E così hai pensato
bene di entrare senza permesso Tomlinson?!” – si alterò.
“Non volevo invadere
la tua privacy ho solo bussato e quell’uscio del cazzo si è mosso, così pensavo
di aspettarti!” – si difese, avvicinandosi a lui.
“Ok, mi hai trovato,
cosa volevi, oltre ad origliare??!”
“Dawson è andato in
ospedale, per degli accertamenti, non è riuscito ad avvisare tutti per tempo …”
“L’incontro è
rimandato quindi?” – e si quietò un minimo.
“Sì Zayn …”
“Ad averlo saputo, me
ne andavo subito” – sbuffò.
“Sì, con Vincent, ti
capisco, sarebbe stato meglio, non era mia intenzione ascoltare le tue
confidenze, non sai quanto mi hanno fatto male …” – disse sincero.
“Nessun problema,
così hai capito le ragioni del mio successo e poi SI’, scopavo con Steadman ed
ho avuto una promozione in anticipo, per
i suoi vizi da maiale, almeno così credevo, mentre invece era un serial killer …
E magari mi sono fatto andare bene la cosa così com’era, ok?” – bissò agitato,
le iridi lucide.
“Non devi
giustificarti … Non con me …” – mormorò Boo, prendendogli il polso con
delicatezza – “… Ti ha fatto questo … quel bastardo …” – e due lacrime
zampillarono dai suoi occhi azzurri, come la maglietta che indossava.
“Louis …”
Si guardarono.
Così vicini.
Si baciarono.
Dapprima esitando
innocenti, poi intrecciandosi, con vigore, quasi con la disperazione di due
sopravvissuti.
Si toccarono, ad una
profondità non visibile, così simili, in un modo, che non avrebbero ammesso mai.
Scivolarono, su quel
giaciglio cigolante, ma accogliente, per la loro pelle nuda in pochi secondi,
dopo essersi strappati quasi i vestiti da dosso, con l’irruenza degli anni, che
si portavano in ogni pulsazione.
Louis, più dominante
all’inizio, per quel minimo di anzianità,
che lo separava da Zayn, ma quasi immediatamente ingordo della tenerezza di
quest’ultimo, della sua glabra spontaneità nel possederlo, dopo che Boo gli era
venuto dentro, saziandosene per primo.
A posizioni
capovolte, cavalcandosi a vicenda, ebbri di un piacere orgasmico dissennato e
liberatorio, fecero durare il loro amplesso il più possibile.
Tornarono a baciarsi
unicamente quando quel vento riuscì a calmarsi, madidi, bellissimi, perfetti in
una simbiosi inattesa, ma come in agguato, dal primo contatto.
“Mi spiavi, quando
ero con Ivo …?” – domandò Louis, appena ebbe abbastanza fiato per farlo.
“Sì, sapevo dov’era …
Non con chi era …”
“Aveva un’ampia
scelta, una riserva di caccia non indifferente in facoltà” – ammise, storcendo
la bocca, assorto.
“Guardami Louis” – e sorrise.
“Sì?”
“Siamo impazziti,
forse …?”
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