Capitolo n. 302 – zen
Lo avevo vegliato
quasi tutta la notte, senza neppure avere violato le sue difese con un bacio.
Lux sorrise,
spostando il ciuffo di capelli scuri, dalla fronte spaziosa di Zayn, che
sorrise appena, mugugnando un lamento adorabile.
La sua maglietta, con
l’effige di Einstein e la sua mitica linguaccia, copriva il suo corpo asciutto
ben oltre i fianchi stretti e fasciati da boxer di marca.
Il giovane si
rannicchiò dando la schiena a Vincent, cercando poi le sue braccia, affinché lo
avvolgessero completamente.
“Non sono una
verginella capricciosa …” – esordì buffo.
Lux rise.
“In che senso?”
“Faccio il difficile …”
– ed aprì le palpebre, sbattendo un paio di volte, nervoso, le ciglia folte.
Era bello ad ogni
ora, pensò il francese.
Quando si
imbronciava, poi, faceva tenerezza, ma su quei libri spessi e dai contenuti
complicati, quasi intimoriva, per dialettica e preparazione.
I suoi insegnanti lo
stimavano per questo e di sicuro avrebbe fatto una carriera folgorante, non senza
sacrificare il proprio privato.
Del resto sarebbe
stato meglio avere un compagno paleontologo come lui.
Come Louis.
Malik sorrise a quel
pensiero, dopo avere riflettuto su quella circostanza, che lo avrebbe portato
via da Vincent ben presto, a meno che l’uomo non trovasse la voglia ed il tempo
di seguirlo in Cile od in Peru, possibili destinazioni in ottobre, per un
progetto, dal quale Tomlinson sarebbe stato comunque escluso.
Un altro respiro
liberatorio gonfiò il suo petto, ancora intrappolato in quella maglietta
consumata, ma che Zayn amava, era un portafortuna.
“Preparo la
colazione?” – chiese Vincent.
“No, rimani qui …” –
e si girò, in favore della sua bocca, che sapeva di menta, per delle pasticche,
che Lux consumava a decine per mitigare il sapore di fumo, al suo alito sempre
perfetto.
Assaporarla fu un’emozione
coinvolgente e devastante per entrambi.
Lux provava un
desiderio ingestibile di amarlo, di possederlo, di farlo sentire in cima ad
ogni sua priorità.
Zayn temeva di non
essere abbastanza per lui, che aveva avuto Louis, un esempio di bellezza
straordinaria, con un corpo sensuale ed un carattere carismatico.
Un corpo acerbo,
quanto quello di Malik, eccitato e pulsante, ad ogni tocco di Vincent, seppure
timido ed incerto su ogni proprio gesto.
“Ti fidi di me,
tesoro …?” – gli domandò nel collo l’affarista, strofinando lieve le sue labbra
su quella pelle liscia e morbida, massaggiandola e succhiandola a tratti, con
estrema delicatezza.
“Sì …” – quasi gli
gemette nella gola, tornando a baciarlo.
Lux sorrise,
brandendo la sua erezione turgida e pronta a ricevere le sue carezze ed i suoi
baci focosi, esperti.
Unicamente questo e
nient’altro: l’uomo se lo impose, mentre scendeva sino all’ombelico, dopo avere
sfiorato e bagnato i capezzoli di Zayn, che perdeva ogni battito, in quel
principio di amplesso straordinario.
Avvolta in un umido e
bollente abisso, la sua virtuosità venne custodita ed amata, come mai prima.
Zayn provò uno
smarrimento estremo.
Quasi soffocante.
Accarezzava le chiome
brizzolate di Vincent, che non osava pretendere nulla, come per un tacito
impegno, che si era preso verso Zayn, sino a che questi non avesse fissato
nuove condizioni o ammorbidito certi limiti.
Certo non era equo in
un legame, per di più agli albori, come quello che si stavano sforzando di fare
funzionare.
In realtà solo Lux
sembrava impegnarsi a fondo, ma forse Zayn non si fidava abbastanza.
La paura di soffrire
era altissima.
“Vi Vincent mioddio” –
gridò piano, inarcandosi e venendo, avvinghiando le dita al cuscino, dove
affondò il volto luminoso e madido.
Nutrirsi di lui,
della sua essenza, cercando di infondergli sicurezza ed affetto, quello di cui
entrambi avevano bisogno, fu per Lux un momento indimenticabile.
Zayn lo cercò subito
dopo, stringendosi forte a lui, perso in una commozione lacerante.
“Devo dirti una cosa
Vincent …” – il fiato mozzato, le iridi tremolanti, ma decise su di lui, che
non voleva sollecitare alcuna confessione.
“Quando ti sentirai
pronto, non prima, non ora, se non te la senti davvero Zayn” – e gli sorrise.
Malik annuì, provando
a rilassarsi, ma le pulsazioni danzavano nella sua nuca, tormentando quella
parvenza di serenità, che Vincent era stato in grado di trasmettergli.
Finalmente.
“Dov’è finito Jared?”
Downey lo chiese,
girandosi su di un fianco, per guardare meglio Geffen, supino accanto a lui, ad
ammirare il passaggio delle nuvole, oltre il lucernaio della cupola in
cristallo, nella loro camera a Palm
Springs.
“E’ andato a prendere
Colin in aeroporto, stasera si uniranno a noi … E Jude?”
“Mi ha detto che
doveva sbrigare delle commissioni in città, dopo di che passava da Antonio per
le bimbe, per poi arrivare qui a cena” – bissò assorto.
“E tu non gli credi?
Per le commissioni intendo” –
sorrise, senza spostare lo sguardo sul moro, attraente con il suo pizzetto ben
disegnato, i capelli tagliati alla Tony Stark, un look sempre vincente nel suo
caso.
“Vogliamo fare la
battuta Glam, adesso si chiamano così?” –
e rise con velata amarezza.
Geffen lo accolse
sotto l’ala – “Non pensarci …”
“A cosa, a chi? A mio
marito che si porta a letto un ragazzino o che scopano in auto?”
“Il ragazzino è il prodigio del mio studio,
Robert, ha buon senso e sale in zucca, nonché uno sposo fresco, da urlo direi …”
“Sì, da urlo, magari
qualcuno sta urlando sotto un
viadotto della high way …” – aggiunse sconsolato, abbarbicandosi a lui.
“Perché non l’hai
seguito, allora?” – e lo fissò, alzandogli il viso, con due dita sotto al mento.
“Volevo stare con te
Glam … Mi mancavi e questo potrebbe più che giustificare Jude, nel suo sentirsi
trascurato”
“E’ questo che
accade, tra di voi? Non voglio creare problemi, però a me Jude è sembrato
realizzato e felice del nuovo film”
“Te l’ha detto Harry?”
“Infatti … In ogni
caso non fissarti su questa cosa, ci stai male e poi non serve a niente”
“In passato non ho
mai potuto impedire i suoi tradimenti, su questo hai ragione”
Lux lo riportò in
università.
“A che ora hai l’incontro
con quel professore?”
“Alle sei … Devo
passare in stanza a prendere i miei appunti ed un file su chiavetta”
“Ok, eccoci qui” – e parcheggiò.
“Vieni con me, Vincent?”
“Volentieri, ma non
vorrei essere di troppo” – disse sorridente, ma compiaciuto per l’invito.
“No, anzi … Comunque
io volevo parlarti”
“D’accordo, andiamo …”
Jude salì alla
nursery, percependo le risate di Diamond e Camilla, già dal piano di sotto.
Pamela era a fare
shopping e c’erano solo le tate, assunte da Carmela.
Vi trovò, invece, un
baby sitter speciale, intento a cambiare la sua Petra.
“Harry ciao …” – lo salutò
con un sorriso raggiante.
“Ehi … Non sapevo
passassi, come è andato il volo?” – e si sollevò, portandosi appresso la bimba,
che arrise all’arrivo di quello zio così celebre.
“Tutto ok, Rob è già
da Glam … Non ha perso tempo” – ed ammiccò simpatico.
“Spero sia solo una
battuta scherzosa …”
“Assolutamente sì,
non mi permetterei mai di fare ironie sulle condizioni di Geffen” – replicò con
un minimo di risentimento.
Styles sorrise – “Siamo
tutti un po’ tesi, scusami”
“Figurati” – e recuperò
immediato il buon umore – “Venite da Glam anche voi, mangiamo insieme?”
“No, non credo, Boo
ha un colloquio per la tesi e poi vorremmo stare un po’ con Petra … Magari ci
prendiamo un aperitivo?” – propose imbarazzato.
Meliti transitò con i
suoi pargoli e chiamò gli altri nipotini per un gelato, lasciando così da soli
Harry e Jude, che rimasero zitti per pochi, interminabili, minuti.
“Hai conosciuto Zayn
o come si chiama, il nuovo amico di Lux?”
“Sì, bel tipo,
atletico, esotico … E’ un misto di razze, credo”
“Una new entry
scomoda?”
“Per Louis sì a
quanto pare: viola il suo diritto di prelazione su Vincent” – disse freddo,
andando a prendersi da bere.
“Ne vuoi Jude?”
“Del tè al rabarbaro,
se ne è rimasto …”
“Sì, eccolo … Ieri
sera l’ho portato fuori, ho comprato delle rose, volevo essere galante, fargli
capire che gli appartengo e che non servono le sue scenate di gelosia contro di
te, per giunta”
§
Per giunta §
Quelle due semplici
parole, pungolarono l’orgoglio dell’inglese, che si irrigidì.
“Già, sono una
vecchia carampana”
“NO, dai, ma che dici
Jude?” – e rise fragoroso, passandogli la bevanda fumante.
“La verità: potresti
essere mio figlio”
“Un piccolo Law? Sì,
insomma, piccolo”
“Sei quasi più alto
di me, come la tua media scolastica, d’altronde … Mi batti su molti fronti” – e
si accomodò sopra ad un divano in damasco verde.
“Non ho il tuo
talento: ho visto una marea di tuoi lavori e sei sempre stato sottovalutato da
certa critica”
“Lo pensi davvero
Harry?”
“Sì, un po’ nell’ombra
di Robert: certo, lui era il divo assoluto, con un passato discutibile, che gli
hanno sempre perdonato, mentre con te, ricordo certa stampa, si accaniva su
errori ormai sepolti: devi avere sofferto”
“Rob non ha alcuna
colpa … Tu non sai cosa ha passato: il carcere è un’esperienza terrificante,
distruttiva … Io al limite vomitavo su di un marciapiede od ero talmente
ubriaco da dimenticarmi il preservativo e fare l’ennesimo casino” – sembrò obiettare
quelle, che all’apparenza, erano affermazioni a suo favore, da parte di un
Harry, che ora avrebbe voluto mordersi la lingua.
“Non volevo offendere
nessuno …” – arrossì.
Law sorrise dolce,
dandogli poi una carezza sulla spalla destra – “Devo andare, magari parliamo un’altra
volta”
“Ok … Saluta gli
amici sull’oceano …”
“Lo farò” – ed uscì,
senza più voltarsi indietro, il cuore in gola, una rabbia sottile nello
stomaco.
Farrell lo accompagnò
in un movimento fluido, inclinando i fianchi di Jared, invasi e vibranti, sul
lato sinistro e poi di nuovo al centro, di quella posizione, erotica e
magnifica.
“Colin … io … ti
voglio di più …” – ansimò il cantante, mentre il suo re d’Irlanda non cessava
di colpire ed inondare quella landa di muscoli, ricettivi ed al culmine del
piacere, che viveva in lui, rinascendo ogni qualvolta scopavano in quella
maniera.
O facevano
semplicemente l’amore.
Baciandosi, non si
separarono, non subito.
Era sublime
guardarsi, dopo.
Pervasi da emozioni
rinnovate ed irrinunciabili.
“Voglio rimanere alla
End House, con te … ed i nostri bambini” – disse a sorpresa il leader dei Mars.
L’appuntamento con
Geffen era solo rimandato.
Nessun commento:
Posta un commento