martedì 27 maggio 2014

ZEN - CAPITOLO N. 302

Capitolo n. 302 – zen


Lo avevo vegliato quasi tutta la notte, senza neppure avere violato le sue difese con un bacio.

Lux sorrise, spostando il ciuffo di capelli scuri, dalla fronte spaziosa di Zayn, che sorrise appena, mugugnando un lamento adorabile.
La sua maglietta, con l’effige di Einstein e la sua mitica linguaccia, copriva il suo corpo asciutto ben oltre i fianchi stretti e fasciati da boxer di marca.

Il giovane si rannicchiò dando la schiena a Vincent, cercando poi le sue braccia, affinché lo avvolgessero completamente.

“Non sono una verginella capricciosa …” – esordì buffo.

Lux rise.

“In che senso?”

“Faccio il difficile …” – ed aprì le palpebre, sbattendo un paio di volte, nervoso, le ciglia folte.

Era bello ad ogni ora, pensò il francese.
Quando si imbronciava, poi, faceva tenerezza, ma su quei libri spessi e dai contenuti complicati, quasi intimoriva, per dialettica e preparazione.

I suoi insegnanti lo stimavano per questo e di sicuro avrebbe fatto una carriera folgorante, non senza sacrificare il proprio privato.
Del resto sarebbe stato meglio avere un compagno paleontologo come lui.
Come Louis.

Malik sorrise a quel pensiero, dopo avere riflettuto su quella circostanza, che lo avrebbe portato via da Vincent ben presto, a meno che l’uomo non trovasse la voglia ed il tempo di seguirlo in Cile od in Peru, possibili destinazioni in ottobre, per un progetto, dal quale Tomlinson sarebbe stato comunque escluso.

Un altro respiro liberatorio gonfiò il suo petto, ancora intrappolato in quella maglietta consumata, ma che Zayn amava, era un portafortuna.

“Preparo la colazione?” – chiese Vincent.

“No, rimani qui …” – e si girò, in favore della sua bocca, che sapeva di menta, per delle pasticche, che Lux consumava a decine per mitigare il sapore di fumo, al suo alito sempre perfetto.
Assaporarla fu un’emozione coinvolgente e devastante per entrambi.

Lux provava un desiderio ingestibile di amarlo, di possederlo, di farlo sentire in cima ad ogni sua priorità.

Zayn temeva di non essere abbastanza per lui, che aveva avuto Louis, un esempio di bellezza straordinaria, con un corpo sensuale ed un carattere carismatico.

Un corpo acerbo, quanto quello di Malik, eccitato e pulsante, ad ogni tocco di Vincent, seppure timido ed incerto su ogni proprio gesto.

“Ti fidi di me, tesoro …?” – gli domandò nel collo l’affarista, strofinando lieve le sue labbra su quella pelle liscia e morbida, massaggiandola e succhiandola a tratti, con estrema delicatezza.

“Sì …” – quasi gli gemette nella gola, tornando a baciarlo.

Lux sorrise, brandendo la sua erezione turgida e pronta a ricevere le sue carezze ed i suoi baci focosi, esperti.
Unicamente questo e nient’altro: l’uomo se lo impose, mentre scendeva sino all’ombelico, dopo avere sfiorato e bagnato i capezzoli di Zayn, che perdeva ogni battito, in quel principio di amplesso straordinario.

Avvolta in un umido e bollente abisso, la sua virtuosità venne custodita ed amata, come mai prima.

Zayn provò uno smarrimento estremo.
Quasi soffocante.

Accarezzava le chiome brizzolate di Vincent, che non osava pretendere nulla, come per un tacito impegno, che si era preso verso Zayn, sino a che questi non avesse fissato nuove condizioni o ammorbidito certi limiti.

Certo non era equo in un legame, per di più agli albori, come quello che si stavano sforzando di fare funzionare.
In realtà solo Lux sembrava impegnarsi a fondo, ma forse Zayn non si fidava abbastanza.

La paura di soffrire era altissima.

“Vi Vincent mioddio” – gridò piano, inarcandosi e venendo, avvinghiando le dita al cuscino, dove affondò il volto luminoso e madido.

Nutrirsi di lui, della sua essenza, cercando di infondergli sicurezza ed affetto, quello di cui entrambi avevano bisogno, fu per Lux un momento indimenticabile.

Zayn lo cercò subito dopo, stringendosi forte a lui, perso in una commozione lacerante.

“Devo dirti una cosa Vincent …” – il fiato mozzato, le iridi tremolanti, ma decise su di lui, che non voleva sollecitare alcuna confessione.

“Quando ti sentirai pronto, non prima, non ora, se non te la senti davvero Zayn” – e gli sorrise.

Malik annuì, provando a rilassarsi, ma le pulsazioni danzavano nella sua nuca, tormentando quella parvenza di serenità, che Vincent era stato in grado di trasmettergli.

Finalmente.



“Dov’è finito Jared?”
Downey lo chiese, girandosi su di un fianco, per guardare meglio Geffen, supino accanto a lui, ad ammirare il passaggio delle nuvole, oltre il lucernaio della cupola in cristallo, nella loro camera a Palm Springs.

“E’ andato a prendere Colin in aeroporto, stasera si uniranno a noi … E Jude?”

“Mi ha detto che doveva sbrigare delle commissioni in città, dopo di che passava da Antonio per le bimbe, per poi arrivare qui a cena” – bissò assorto.

“E tu non gli credi? Per le commissioni intendo” – sorrise, senza spostare lo sguardo sul moro, attraente con il suo pizzetto ben disegnato, i capelli tagliati alla Tony Stark, un look sempre vincente nel suo caso.

“Vogliamo fare la battuta Glam, adesso si chiamano così?” – e rise con velata amarezza.

Geffen lo accolse sotto l’ala – “Non pensarci …”

“A cosa, a chi? A mio marito che si porta a letto un ragazzino o che scopano in auto?”

“Il ragazzino è il prodigio del mio studio, Robert, ha buon senso e sale in zucca, nonché uno sposo fresco, da urlo direi …”

“Sì, da urlo, magari qualcuno sta urlando sotto un viadotto della high way …” – aggiunse sconsolato, abbarbicandosi a lui.

“Perché non l’hai seguito, allora?” – e lo fissò, alzandogli il viso, con due dita sotto al mento.

“Volevo stare con te Glam … Mi mancavi e questo potrebbe più che giustificare Jude, nel suo sentirsi trascurato”

“E’ questo che accade, tra di voi? Non voglio creare problemi, però a me Jude è sembrato realizzato e felice del nuovo film”

“Te l’ha detto Harry?”

“Infatti … In ogni caso non fissarti su questa cosa, ci stai male e poi non serve a niente”

“In passato non ho mai potuto impedire i suoi tradimenti, su questo hai ragione”



Lux lo riportò in università.

“A che ora hai l’incontro con quel professore?”

“Alle sei … Devo passare in stanza a prendere i miei appunti ed un file su chiavetta”

“Ok, eccoci qui” – e parcheggiò.

“Vieni con me, Vincent?”

“Volentieri, ma non vorrei essere di troppo” – disse sorridente, ma compiaciuto per l’invito.

“No, anzi … Comunque io volevo parlarti”

“D’accordo, andiamo …”



Jude salì alla nursery, percependo le risate di Diamond e Camilla, già dal piano di sotto.

Pamela era a fare shopping e c’erano solo le tate, assunte da Carmela.

Vi trovò, invece, un baby sitter speciale, intento a cambiare la sua Petra.

“Harry ciao …” – lo salutò con un sorriso raggiante.

“Ehi … Non sapevo passassi, come è andato il volo?” – e si sollevò, portandosi appresso la bimba, che arrise all’arrivo di quello zio così celebre.

“Tutto ok, Rob è già da Glam … Non ha perso tempo” – ed ammiccò simpatico.

“Spero sia solo una battuta scherzosa …”

“Assolutamente sì, non mi permetterei mai di fare ironie sulle condizioni di Geffen” – replicò con un minimo di risentimento.

Styles sorrise – “Siamo tutti un po’ tesi, scusami”

“Figurati” – e recuperò immediato il buon umore – “Venite da Glam anche voi, mangiamo insieme?”

“No, non credo, Boo ha un colloquio per la tesi e poi vorremmo stare un po’ con Petra … Magari ci prendiamo un aperitivo?” – propose imbarazzato.

Meliti transitò con i suoi pargoli e chiamò gli altri nipotini per un gelato, lasciando così da soli Harry e Jude, che rimasero zitti per pochi, interminabili, minuti.

“Hai conosciuto Zayn o come si chiama, il nuovo amico di Lux?”

“Sì, bel tipo, atletico, esotico … E’ un misto di razze, credo”

“Una new entry scomoda?”

“Per Louis sì a quanto pare: viola il suo diritto di prelazione su Vincent” – disse freddo, andando a prendersi da bere.

“Ne vuoi Jude?”

“Del tè al rabarbaro, se ne è rimasto …”

“Sì, eccolo … Ieri sera l’ho portato fuori, ho comprato delle rose, volevo essere galante, fargli capire che gli appartengo e che non servono le sue scenate di gelosia contro di te, per giunta”

§ Per giunta §

Quelle due semplici parole, pungolarono l’orgoglio dell’inglese, che si irrigidì.

“Già, sono una vecchia carampana”

“NO, dai, ma che dici Jude?” – e rise fragoroso, passandogli la bevanda fumante.

“La verità: potresti essere mio figlio”

“Un piccolo Law? Sì, insomma, piccolo”

“Sei quasi più alto di me, come la tua media scolastica, d’altronde … Mi batti su molti fronti” – e si accomodò sopra ad un divano in damasco verde.

“Non ho il tuo talento: ho visto una marea di tuoi lavori e sei sempre stato sottovalutato da certa critica”

“Lo pensi davvero Harry?”

“Sì, un po’ nell’ombra di Robert: certo, lui era il divo assoluto, con un passato discutibile, che gli hanno sempre perdonato, mentre con te, ricordo certa stampa, si accaniva su errori ormai sepolti: devi avere sofferto”

“Rob non ha alcuna colpa … Tu non sai cosa ha passato: il carcere è un’esperienza terrificante, distruttiva … Io al limite vomitavo su di un marciapiede od ero talmente ubriaco da dimenticarmi il preservativo e fare l’ennesimo casino” – sembrò obiettare quelle, che all’apparenza, erano affermazioni a suo favore, da parte di un Harry, che ora avrebbe voluto mordersi la lingua.

“Non volevo offendere nessuno …” – arrossì.

Law sorrise dolce, dandogli poi una carezza sulla spalla destra – “Devo andare, magari parliamo un’altra volta”

“Ok … Saluta gli amici sull’oceano …”

“Lo farò” – ed uscì, senza più voltarsi indietro, il cuore in gola, una rabbia sottile nello stomaco.



Farrell lo accompagnò in un movimento fluido, inclinando i fianchi di Jared, invasi e vibranti, sul lato sinistro e poi di nuovo al centro, di quella posizione, erotica e magnifica.

“Colin … io … ti voglio di più …” – ansimò il cantante, mentre il suo re d’Irlanda non cessava di colpire ed inondare quella landa di muscoli, ricettivi ed al culmine del piacere, che viveva in lui, rinascendo ogni qualvolta scopavano in quella maniera.
O facevano semplicemente l’amore.

Baciandosi, non si separarono, non subito.
Era sublime guardarsi, dopo.

Pervasi da emozioni rinnovate ed irrinunciabili.

“Voglio rimanere alla End House, con te … ed i nostri bambini” – disse a sorpresa il leader dei Mars.


L’appuntamento con Geffen era solo rimandato.






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