venerdì 23 maggio 2014

ZEN - CAPITOLO N. 300

Capitolo n. 300 – zen


Dying, lying …




Autostrade fatte di nuvole in corsa.
Allineate e vivide, parallele e fluide, stagliate su di un cielo azzurro, che andava a fondersi con i turchesi di Glam.

Sembrava sveglio, ma non lo era.

“E’ stato solo un brutto sogno …”

“Mamma … Sei tu …? Dov’è papà?”

Forse Geffen lo chiese, solo per sincerarsi che anche lui non fosse lì con loro.

Lei non smetteva di dirgli quella frase rassicurante.

“E’ stato solo un brutto sogno Glam …”

A lei non piaceva il nome di quel figlio così distante da sé stessa, ma anche dal consorte: Glam non somigliava a loro, né fisicamente, né caratterialmente.

Da piccolo era docile, remissivo, poi mutò, diventando spietato, cattivo.

 Il prestigioso consorte, idolatrava lei e pestava Glam.
Ubriaco o sobrio, non c’era differenza.

Lei sapeva tutto e non aveva mai fatto niente.

Se ne andò satura di rimorsi e cose non dette.

“Vieni qui Glam … Sai, io avrei voluto chiamarti Michael” – sorrise, tendendo le mani.

Erano in un posto paragonabile al nulla ed il vuoto, che Geffen sentiva dentro, era identico a quel luogo.

Solo le nuvole.
Ed il profumo del mare, improvviso.

Lula seduto sulla sabbia, a gambe incrociate, con i suoi giochi e le costruzioni ondeggianti nell’aria intorno, come una giostra e poi su, nel cielo, di colpo, ad esplodere tra quelle nuvole, in mille colori e quindi il buio.

Geffen si destò di soprassalto: la stanza era in penombra e soldino rannicchiato accanto a lui.

Glam lo strinse forte, ma Lula non si destò affatto, però sorrise.

“Ho … ho sognato mia madre cucciolo … Dicono che quando succede si è vicini alla fine” – mormorò con apprensione, come alienato.

Il bimbo aprì gli occhi, dando poi una carezza sulla guancia sinistra del padre – “Non tutto è come ti sembra, sai?” – disse dolce.

“Angelo mio”

“Devi avere pazienza … devi sapere aspettare e credere in me papà” – aggiunse più serio, per riassopirsi un attimo dopo.



La telefonata di Colin arrivò puntuale.

“Ciao Jay, come va oggi?”

“Cole … Insomma, Glam è stato meglio dopo la trasfusione, però durerà poco”

“Sì, questo lo so, però volevo sapere come stai tu … Ti sento giù” – e sospirò.

“Non è semplice … E poi volevo dirti”

“Lascia stare amore” – sorrise – “… Non … Non importa, davvero …”

Leto prese fiato, guardando l’oceano scurirsi.

“Inizia a piovere … devo rientrare Cole … Mi manchi da morire”

“Torno domani … Ma se vuoi”

“No, non devi, so che il lavoro è importante e ti distrae, poi sono felice, è un ruolo che ti porterà fortuna” – si sforzò di non piangere.

“La mia fortuna sei tu Jay … Ti amo da morire”



§ Così la morte avvolse le anime di coloro andarono perduti per strade sconosciute ed irte di ostacoli.
Essi fecero sanguinare più di un cuore.
E fu per sempre, irreversibile. §

“Miseria che cose orrende stai leggendo Zayn”

Il tono di Vincent era impacciato, alle sue spalle.

“Posa quel libro e vattene, non voglio discutere o rimanere invischiato in un gioco più grande di me o semplicemente squallido” – disse fermo, senza voltarsi, mentre sistemava le proprie cose nell’armadio dell’alloggio in università.

“Accidenti se corri …”

“Io corro?!” – e fu uno scatto livido, infervorato nel girarsi, finalmente.

“Zayn ascolta …”

“No, ascoltami tu: lo ami, è assodato, lo vuoi e non te lo prendi, così Louis! In compenso tu sei libero, lui è impegnato ed ha messo su famiglia con uno sprovveduto a quanto pare!”

“Harry ne è innamorato …”

“Quanto lo sei tu, ok, beato Louis Tomlinson, il sogno proibito di tutto il reame!”

“Perché fai così …?” – e si avvicinò.

“Perché mi aspettavo di più da te Vincent! Alla tua età, che infili in mezzo ad ogni discorso, dovresti essere quello che decide, che si prende la responsabilità di darci un taglio, visto che c’è persino una bimba di mezzo!” – sbottò ferito.

Nel suo sguardo, Lux, vi leggeva questo, sopra ogni altra cosa.

“Ci conosciamo appena Zayn e mi giudichi, nonché condanni senza appello! Non mi sta bene!”

“Oh alleluia, pensavo sbraitassi un bel me ne frego, nel tuo stile parigino del cazzo!”

“Faccio passi avanti allora?” – e rise, spontaneo, forse un po’ divertito, nel vederlo agitarsi, seppure con ragione, in quel modo così adorabile e sincero.

Zayn aveva una sua purezza, ma, di certo, qualche segreto.

Lux voleva scoprirlo, ad ogni costo.



Ci fu una pausa di silenzio, poi Jude si avvicinò alla porta, stringendo il cellulare tra la spalla destra e l’orecchio, controllando con l’altro se qualcuno stesse arrivando.

Era nel camerino, pronto a girare l’ultima scena della giornata.

“Harry sei ancora lì?” – chiese in un tono pacato.

“Sì, scusa è che ho dei pensieri …”

“Per il contratto? Ancora …?” – sorrise.

“No, quello è risolto, mi pare …”

“Sì, infatti, il tuo collega mi ha rassicurato, poi sto lavorando e non posso tornare indietro”

“Già, tornare indietro …”

“Di che parli?”

“Nulla, sto vaneggiando” – scherzò rigido sulla poltrona del suo ufficio deserto.

“Non devi tornare a casa, in compenso, Harry?”

“Sì … Cioè no, dovremmo andare a Palm Springs, devo parlare con Glam di alcune pratiche, che aveva lasciato in sospeso e non so se ne avrà voglia” – sbuffò.

“Tu non ne hai di sicuro …”

“Appunto, vorrei solo fare un bagno caldo”

Law se lo immaginò.

“E giocare con Petra, con quelle stupide paperelle che vanno sempre a fondo”

“Quelle giapponesi?” – Jude rise.

“No, sì e chi può saperlo …?” – inspirò, versandosi da bere.

Solo una tonica.

“Noi torniamo lunedì”

“Così presto?” – sorrise anche lui.

“Sì, era un ruolo minore, però è stato divertente”

“Niente più teatro Jude?”

“Se accettassi un copione, Robert mi ucciderebbe: la stagione invernale passata qui, è un incubo per lui”

“Preferisce il sole di Malibu, è naturale” – e tirò su dal naso.

“Hai qualcosa che non va Harry, lo sento …”

“E’ per Louis” – non lo aveva nominato sino a quell’istante.

“Problemi con Lux?”

“Lasciamo stare, è appena tornato dalla Francia con un nuovo amico, che poi è un tizio laureato, già paleontologo, un mezzo fenomeno, che doveva fare una ricerca con Boo”

“Che razza di coincidenza …”

“Sì, un po’ assurda, però hanno fatto il volo insieme e Louis ne parla di un male, anche perché Zayn, si chiama così, ha avuto una relazione con Ivo Steadman e non ti dico le chiacchiere malevole su di lui, capisci no?”

“Certo, per cui ha fatto un bell’esordio già al suo arrivo a Los Angeles questo Zayn … Interessante” – chiuse vezzoso, facendo ridere Styles.

Ed era bello riuscirci.



Lux si avvicinò all’uscita, Zayn seduto sul letto ad una piazza e mezza, che cigolava ad ogni suo minimo movimento.

L’affarista sorrise – “Non portarci nessuno qui, se no sveglierai tutta l’università”

“E chi ci dovrei portare, sentiamo?” – ribatté stanco.

Vincent si appoggiò alla parete, dopo avere chiuso a chiave, non senza che Malik se ne rendesse conto.

“Era cominciata alla grande stamattina: colazione, un giro dal mio barbiere insieme, credevo di … Di farti stare bene Zayn”

“E’ andata così, sino ad un certo punto” – bissò serio, senza scomporsi.

“Ti eri immaginato il resto, in qualche modo?”

“Quale resto? Il resto di noi durante il corso delle ore?”

“Sì, certo …”

“No”

“Bugiardo …” – lo provocò l’affarista, sentendosi un coglione, da subito, davanti a quegli occhi grandi e puliti.

“Vuoi sedurmi? Vuoi scopare? Puoi riuscirci benissimo, perché mi piaci, ma non è togliendoci questo sfizio che poi ci sentiremo bene, Vincent” – reagì brusco, alzandosi.

Si tolse la maglietta, poi si sfilò il resto, rimanendo in boxer – “Su avanti, hai già sigillato le uscite, facciamo cigolare questa rete a molle logora, coraggio!”

Lux lo coprì con la propria giacca, tremando quanto Zayn.

“Scusami tesoro … scusami” – e lo avvolse.

“Vincent …”

“Cambiati, ti porto a cena …” – propose con timidezza.

“I vestiti li ho lasciati da te …” – disse arrossendo, facendo un passo indietro.

Il francese lo aiutò a rimettersi quelli appena gettati sul pavimento gelido – “Ti prenderai un malanno, dove sono le scarpe Zayn?” – domandò un po’ in ansia, più per l’imbarazzo della situazione che per altro.

Si abbassarono a cercarle, scontrandosi poi con i visi accaldati.

Fecero coincidere i loro profili, sorridendo e chiudendo piano le palpebre – “Grazie Vincent …”

“Per cosa …? Sono un idiota, un fallito …” – ed inspirò, negandosi la vista di Zayn, che lo stava guardando con affetto.

“Tu sei un uomo fantastico, forse è tempo che qualcuno te lo dimostri.”




 Il capitolo n. 300 è sempre un traguardo importante.
In un certo senso Zen sarebbe dovuto terminare qui, ovviamente con un finale ben preciso ed un eventuale epilogo di coda, ma, come vedete, c'è ancora qualcosa da raccontare in questi tre mesi prima del Natale 2021 ed il b-day di Jared, un arrivo ben preciso, dove tutto avrà una risposta ...
Forse :-)

Un grazie di cuore a tutti coloro proseguono insieme a me questo cammino: siete fantastici.

Maria Rosa





 ZAYN




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