Capitolo n. 293 – zen
https://www.youtube.com/watch?v=q9ayN39xmsI
Isotta correva per
casa, avvolta in un telo bianco, i capelli lunghi e bagnati, le sue risa ad
invadere il living, di allegria e purezza.
Jared camminava senza
fretta verso di lei, sapendo che si sarebbe fermata presto, in veranda, dove
Glam stava leggendo un giornale e Lula, su di un tappetino da palestra, restava
a pancia in giù, intento a disegnare, con i polpacci ciondolanti nell’aria
fresca di quel primo pomeriggio.
Geffen accolse la
bimba con un sorriso, dopo avere posato il quotidiano, per prenderla tra le
braccia ed ascoltare le sue storie fantasiose.
Leto, fermo nel
living, li osservava, in una luce, che, evanescente, delineava i contorni di
quella scena, quasi come se fosse un quadro.
Un quadro familiare,
convincente certo, con quel padre speciale,
che avrebbe pensato a loro, che sarebbe rimasto a sentire i loro sogni, anche
se stanco, dopo il lavoro.
Speciale
quanto
Colin, che aveva salutato ogni loro figlio, spendendo una parola dolce, prima
di recarsi sul nuovo set, lasciando che la limousine lo aspettasse nel viale,
insieme a Claudine, che già sbraitava, facendo ridere Jared, abbracciato al
marito, sospeso nel loro baciarsi, prima di un arrivederci, fatto di molte
sfumature.
Il cantante perse un
battito.
Glam venne raggiunto
anche dalle gemelle e da Pam, che subito tamponò le chiome di Isy, dicendole
che era un monella.
Quanto il padre.
Jared rise piano, con
un nodo in gola: avrebbe dovuto fare il possibile, per non complicare la vita
sia a Colin che a Glam, che lo avevano amato così tanto.
Un bilancio pressoché
inutile, perché la vita va come deve
andare, Geffen glielo diceva da quando si conoscevano.
E si amavano.
Geffen che ora lo
stava fissando, sereno, complice: le loro iridi si fusero a distanza ed il
cenno di assenso, che l’avvocato fece improvviso, per Jared fu più che
esaustivo.
Ogni briciola del
loro tempo, diventava infinito.
Claudine fece un
saltello, mentre Colin stava controllando l’orologio per l’ennesima volta,
seduto sul cofano della jeep, presa a prestito dalla produzione.
L’aereo di Meliti
stava atterrando nell’area riservata ai jet privati: pochi minuti Jared si
palesò in cima alla scaletta.
Il sole al tramonto
infuocò la sagoma dell’aereo e del suo passeggero speciale.
Farrell sembrò
esultare nel suo sbracciarsi, per dargli il benvenuto.
Jared stava facendo
la stessa cosa, per poi corrergli incontro.
I loro sorrisi si
mescolarono a dei baci intensi.
Di nuovo insieme.
Così, fino alla fine,
ne erano certi.
Era un cielo pieno di
stelle, quello sopra le loro teste a naso in su.
Le mani tra le mani.
Il fuoristrada non
aveva la cappotta, solo le barre in acciaio, dalle quali penzolavano la t-shirt
di Colin ed i jeans di Jared.
Il resto era un po’
ovunque, in quella radura in mezzo al deserto.
Una notte già vista e
vissuta, che andava a ripetersi, come un appuntamento con il destino.
Il loro.
Da anni, dal primo
sguardo, dalla prima volta che fecero l’amore.
Jared non era
cambiato poi molto: il suo corpo magro, ondeggiante ed impalato, a cavalcioni
sopra il bacino di Colin, che lo guardava estasiato muoversi e divenire insieme
a lui.
Come ogni volta.
Ogni fottutissima
volta, dopo un giorno bellissimo od un litigio grave.
Nulla era mai stato
veramente irrimediabile, tra i due artisti.
Un connubio
rinsaldato da numerose adozioni, dal creare una famiglia vasta e colorata dagli
occhi dei loro bimbi, più o meno cresciuti.
Jared e Colin erano
fondamentalmente amici.
Erano fratelli.
Erano tutte le cose
del mondo.
Peccato lasciarlo
andare, nelle ore in cui erano distanti, ma non accadeva mai davvero.
La
vita va come deve andare …
Ora ridevano, seduti
intorno al fuoco.
Colin arrostiva delle
patate dolci, le preferite da Jared.
Lui, concentrato sulle
scintille e su quell’amorevole attenzione, nel passare al mercato per comprare
tuberi e birra analcolica, da parte del suo sposo.
Del suo Re d’Irlanda.
Gli voleva così bene,
che il cuore gli si sarebbe potuto spaccare dalla gioia in quell’istante.
Jared lo avrebbe
trattenuto, in ogni frammento, con le proprie mani calde.
Pulsante e vivido,
quell’amore non avrebbe mai avuto un’eclissi, una notte senza alba.
Si baciarono, al
sapore di una lacrima, che sancì la commozione reciproca.
“Grazie di esistere
Cole …”
“Grazie a te, Jay, di
essere qui con me … E per ogni cosa. Ogni cosa, giuro” – e lo baciò di nuovo,
stringendolo forte.
Appena Louis gli
aprì, il sorriso di Lux incontrò il suo stupore.
“Ciao mon petit”
“Vincent … Ciao”
“Posso entrare?”
“Sì, sì certo …” – e
si fece da parte, non senza agitazione.
“Harry come sta?”
“Meglio è di là … con
Brent e Brendan”
“Ok, vado a
salutarli, poi tolgo il disturbo, ho un aereo da prendere” – spiegò senza
guardarlo, raggiungendo i tre nel living, che lo accolsero in modo simpatico e
cordiale.
“Vuoi da bere
Vincent?” – chiese Laurie, porgendogli una coppa di champagne.
“Sì, grazie,
volentieri … Ma non ubriacatevi eh, vi dovete sposare domani: alla salute” – ed
elevò il calice.
“Ma non ci sarai
quindi …?” – mormorò Boo alle sue spalle, osservato da Styles, che aveva appena
abbracciato Lux.
“No mon petit, torno
in Francia, devo investire i soldi del contratto di Adam”
“Capisco … Ci andrai
con lui, quindi” – dedusse ad alta voce il giovane, con un’espressione tirata.
“No, assolutamente
Lou: le nostre strade si sono già divise professionalmente, non ho idea di come
si gestisca un artista, non sono un manager, solo un mediatore” - e scrutò sia
lui che Harry.
In un certo senso,
Lux lo era stato anche per loro.
“Dov’è la vostra
Petra?” – domandò il francese, posando il bicchiere sul tavolino, tra lui ed il
divano, dove Brent e Brendan se ne stavano abbracciati.
“Dal nonno … Andiamo
da lei per cena … Vieni anche tu” – replicò Styles.
Vincent rise – “Il
mio è un volo di linea, devo proprio andare … Vi faccio i miei migliori auguri
e se passate dalla Provenza, sarete miei graditi ospiti, ok? Qui c’è un
pensiero per voi” – e passò a Brent una busta, con due vaucher per la Spa più
lussuosa di Los Angeles.
“Cavoli, non dovevi
Vincent … Hai visto Brendan?”
“Sì tesoro … Ci
dispiace per non averti con noi durante la cerimonia … Non puoi davvero
rimandare?” – e nel porgli il quesito, Laurie sbirciò gli occhi di Louis, che
mai si erano staccati dalla figura di Lux, elegante, abbronzato, in piena
forma.
Probabilmente stava
solo scappando, pensò l’analista, ma in grande stile.
“No, impossibile” –
sorrise ancora, anche se le sue dita ebbero un fremito.
Si congedò
affettuosamente da un Harry imbarazzato ed oltre modo scosso da quel comportamento
dell’affarista, che si ritrovò nell’ingresso, un attimo dopo, da solo con
Louis.
“Bon, comportati bene
all’altare, sei il testimone” – abbozzò una battuta, dopo avere inforcato gli
occhiali scuri e modaioli, come il resto del suo look.
Boo glieli tolse, con
attenzione.
“Non c’è abbastanza
luce qui … non ti servono, se non per nasconderti …” – disse piano, ma calmo.
“Lasciami almeno
questo”
“Mentre tu stai
lasciando me …?”
“E’ solo un viaggio e”
“No, è ben altro e tu
questo lo sai, Vincent: tu neppure ci hai provato a consolidare il nostro
rapporto improntato sull’amicizia” – ribatté fermo.
“Au revoir mon petit …”
– sospirò provando ad avvicinarsi a Louis, per abbracciarlo, ma il ragazzo fece
un passo indietro.
“Addio Vincent.”
Jared chiuse il
trolley di Colin – “Ti ho preso un completo da Austin …”
“Per il matrimonio,
tesoro?”
“Sì, spero ti piaccia
…” – e tornò sotto le coltri tiepide, tra le ali dell’irlandese, che lo baciò
immediato sul petto e nel collo.
“Di sicuro sarà
perfetto … Anche se hanno organizzato un party informale … Con Hugh e le sue
battute, Jim che vorrà strozzarlo” – Farrell rise.
“Già li immagino …
Sono così innamorati, comunque …”
“Quasi quanto noi Jay”
– e si rannicchiò nel suo abbraccio.
“Vuoi le coccole,
come i gemelli …?” – gli chiese dolce.
“E perché no? Tutti
ne abbiamo bisogno …”
Brent Tomlinson
senior lo stava cullando da dieci minuti.
Appena arrivato dalla
Florida, aveva colto immediatamente lo sconforto negli spicchi di cielo di
Louis.
“Non ha funzionato
papà … io ci ho provato, io ci credevo … Harry è l’uomo che ho scelto, che
adoro più della mia stessa vita, però anche Vincent avrebbe avuto il suo
spazio, nei limiti che entrambi avevamo deciso e pianificato …” – singhiozzò
asciugandosi il pianto con i palmi gelidi, dopo essersi distaccato un poco dal
genitore, che gli passò un fazzoletto.
“Cucciolo sei
sconvolto perché Vincent è ancora molto importante per te, in quegli angoli del
tuo cuore, che ora hai chiuso a chiave … Con buon senso ovvio” – sorrise amorevole,
mentre Styles si univa a loro, portando delle cioccolate bollenti.
“Boo devi mangiare
qualcosa …”
“Perdonami Harry”
“Per cosa? Per essere
meraviglioso?”
Il tappeto di luci
gli apparve meno luminoso, quasi appannato.
Lux chiuse le
palpebre, liberando il suo dolore, mentre ogni particella di sé sarebbe rimasta
intrappolata in quell’amore impossibile.
Per sempre.
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