mercoledì 28 novembre 2012

ZEN - CAPITOLO N. 18



Capitolo n. 18  -  zen


“Ecco fatto …”
Kevin sorrise, allacciando l’ultimo bottone della camicia di Geffen, che gli strinse i polsi, con cura e ne baciò i palmi delle mani fresche.
Un istante dopo lo avvolse, rimanendo in silenzio, dopo che si erano guardati per un attimo interminabile, alla fine di quell’esame odioso.
“Daddy …”
“Dobbiamo comprare i regali …” – disse staccandosi frettoloso ed emozionato.
“Sì, magari un nuovo bradipo per il nostro Lula …”
“No, per carità, il suo è sacro Kevin” – sorrise, infilandosi la giacca e sedendosi su di una panca.
“Glam tutto bene?”
Geffen annuì, riaccendendo il cellulare e notando parecchie chiamate.
Kevin fece lo stesso.
“Ma … Jared mi ha telefonato cinque volte daddy”
“Anche a me, c’è anche un messaggio” – ed inserì il viva voce.
§ Glam sono io, ascolta stiamo venendo in ospedale, Robert ha avuto un malore mentre era qui da Antonio, richiamami appena puoi, grazie e … e scusami §
La sua voce era concitata.
Glam impallidì, restando immobile, mentre Kevin componeva il numero di Jared, per sapere dove fossero esattamente.


“Si tratta di una minuscola ulcera, vedete, qui …”
Scott indicò un punto all’altezza della gola di Robert, sulla lastra appoggiata ad un visore apposito: Jude lo stava ascoltando, lo sguardo vitreo, l’aria di chi non capiva ciò che il medico gli stava spiegando.
Sentiva le braccia di Colin sorreggerlo, il suo tono pacato, nell’interagire mestamente con Scott, che proseguì nella sua diagnosi.
“Abbiamo rilevato un aumento di pressione, quindi questa piaga si è come aperta, da qui l’emorragia, già rimarginata e senza conseguenze” – sorrise, poi ridivenne serio.
“In compenso le analisi hanno evidenziato l’uso di un farmaco a base di morfina: che tu sappia Jude, aveva forse dei dolori Robert di recente?”
“Co-cosa …?” – replicò flebile ed assente.
“Sì, magari un lieve trauma … Lui non mi ha dato spiegazioni in merito” – spiegò perplesso.
“E’ sveglio quindi?”
“Sì, certo, da circa trenta minuti, ma sta riposando è leggermente sedato. Lo vedrai più tardi.”
“Non so niente di queste medicine e poi …” – prese fiato – “Poi non vorrei che avesse una recidiva, tu lo escludi, vero Scott?”
“La sua malattia è stata ben curata all’epoca e gli esami sono negativi. Siamo stati scrupolosi, per cui occupiamoci del suo stato psico-fisico: ha subito degli stress di recente, a parte l’incidente?”
Jude si appoggiò al muro, Colin si grattò la nuca, notando a distanza l’arrivo di Glam e Kevin, seguiti da Jared, che stava illustrando loro la situazione.
“Come se tu non lo sapessi Scott … sei culo e camicia con Geffen” – sbottò con afflizione l’inglese, poi vide a propria volta l’avvocato incedere lento ed assorto, verso di loro.
“Prego …? No, senti” – ma il dottore non ebbe il tempo di concludere la sua frase, che Glam educatamente lo interruppe.
“Con il permesso di Jude, vorrei vedere Robert” – chiese risoluto.
Law lo fissò stranito, mentre gli astanti erano in attesa di una sua reazione smodata.
Due lacrime gli solcarono il viso sconvolto, facendogli fare una similitudine mentale a quelle che scesero dagli occhi di Glam pochi giorni prima.
“Sì … vai pure” – e chiudendosi a riccio, si rannicchiò su di una sedia, confortato da Colin e Kevin, mentre Jared era come in bilico tra il seguire Glam od aspettarne il ritorno.
Scott fu chiamato all’interfono per un’urgenza e sparì in un ascensore, senza aggiungere altro.


“Devi andare al lavoro Tom?”
“No, ho preso un giorno di ferie … e tu?” – gli sorrise, sistemandosi meglio sotto la sua ala, restando intrecciati e nudi sotto al piumino.
“Oggi pomeriggio, sino alle dieci, dovrai cenare da solo e … e mi dispiace”
“Ci sono abituato, non preoccuparti” – gli soffiò nel collo, poi gli baciò il capezzolo destro.
“Tommy io pensavo …”
“Sì?”
Le sue iridi erano grandi, fatte di un cielo in cui Chris amava sentirsi libero, galleggiando e planando, al sicuro da qualsiasi avversità; l’amore di Tom gli trasmetteva una forza assurda, ma, sino a quell’istante, incapace di fargli compiere un passo decisivo.
“Verso le otto e trenta io ed i colleghi ci riuniamo al Tao Bar … Per una pausa, insomma”
“Mi sembra giusto” – rise, stendendosi sopra di lui.
“Volevo che tu fossi lì, stasera, con noi, così ti presento”
Tom ebbe un tremolio, fatto di stupore ed immediata gratitudine – “Ne … ne sei sicuro Chris?”
“Al cento per cento. Ci sarai allora?”


Robert lo sentì arrivare, ancora prima che spuntasse dalla porta scorrevole: non si spiegava come, ma erano come collegati telepaticamente.
L’attore era disteso sul fianco sinistro, le braccia mollemente aggrappate al cuscino, le iridi liquide.
Glam prese una sedia, avvicinandosi il più possibile, facendo attenzione ai cavi posizionati su Robert e collegati a dei monitor digitali.
Downey lo fissò, accennando un sorriso – “Scusami …”
Geffen fece aderire le loro fronti, spostando con le dita ciocche di capelli e qualche lacrima, dal volto di Robert, che ormai si era incastrato in quello dell’altro.
“Non lasciarmi Glam …” – disse quasi impercettibile.
“Non accadrà più Robert”


“Ok io ti ci ho portato a casa Jude, ma adesso calmati e ragioniamo!”
L’ansia di Colin sembrava rimbalzare sulla schiena di Law, mentre questi provvedeva a riunire in una sacca pochi indumenti, il passaporto ed un album di foto di famiglia, quella creata con Robert e Camilla.
Si bloccò di colpo, quando un’istantanea scivolò sul tappeto da quella raccolta ormai datata.
Ritraeva la coppia il giorno dell’adozione, poco prima di ripartire da Haiti.
Negli occhi di entrambi albergavano gioia e paura per quella nuova esperienza, per quella sfida, che li avrebbe uniti definitivamente o almeno così credevano.
Jude la raccolse, commuovendosi, ma senza piangere.
La sua compostezza e determinazione impressionarono Colin, che si sentì impotente al cospetto di una simile disperata scelta.
“Ti scriverò Colin e …” – si girò per fissarlo – “… e ti porterò sempre nel cuore, come una delle persone migliori io abbia mai conosciuto”
“Jude …” – la sua voce tremò, come tutto dentro di lui.
“Porto mia figlia a Londra, dai suoi fratelli e sorelle, trascorreremo le feste con loro e le mie due ex, poi abiteremo nell’alloggio comprato insieme a Rob … Non tornerò più qui … Non ci riuscirò, per molto tempo Colin”
“Ti ringrazio per avermelo detto …”
“Cosa pensavi? Che sparissi in qualche isola sperduta? Se solo potessi lo farei, ma ho delle responsabilità, anche se ho commesso degli errori madornali!”
“Jude forse le cose possono ancora essere recuperate e”
“NON DIRMI CAZZATE COLIN!!” – e quasi si schiantò con le scapole contro la parete – “Con Robert è finita … niente di lui mi vuole più … Proprio niente”






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