One
shot - Respiro
Colin passò
l’indice sotto l’elastico dei suoi boxer.
Jared ebbe
un sussulto.
“Ehi! E’
freddo …” – ma gli sorrise, perché gli sembrava incredibile, averlo lì, sul suo
camper personale, ai margini del set, in New Orleans.
“Credevo indossassi
reggiseno e mutandine sotto la vestaglia” – Farrell rise, accucciolandosi
meglio sul ventre dell’unico uomo, che aveva saputo amare.
“Se mi fai
una cosa …” – disse il leader dei Mars, con malizia, in un sussurro,
stiracchiandosi come un gatto, allungato sopra quel divano enorme di colore
rosso, preteso per il suo relax tra una ripresa e l’altra.
“Se ti
faccio una cosa Jay …?”
Leto lo
scrutò, inclinando la testa verso sinistra, per guardarlo meglio.
“Vieni qui
Cole …”
“Ok” – rise solare,
abbarbicandosi al suo corpo troppo magro: se n’era lamentato e quasi litigavano
al telefono, dopo avere visto certe foto on line.
Jared aveva
difeso la sua posizione ed il proprio ruolo nel film, che a Colin piaceva molto
comunque, quindi si era chiuso in un mutismo per dieci minuti, offeso dalla
severità dell’altro.
Farrell non
aveva chiuso la chiamata, dicendogli improvviso – “A me basta ascoltare anche
solo il tuo respiro Jared, sai? Nonostante la distanza, tu sei qui con me anche
ora”
Un fremito e
poi il più bel “Ti amo Colin” – di sempre.
“Quindi
quella cosa, Jared …?”
“L’hai appena
fatta …” – ed affondando nel suo collo, che sapeva di buono, il cantante
sorrise, dandogli un bacio sulla pelle liscia, per poi aggiungere emozionato – “Mi hai donato il tuo respiro, in ogni posto
del mondo, che fossimo insieme o meno Colin e … non hai mai smesso. Mai.”
The
End
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