Capitolo n. 289 - gold
Lula saltò sul letto di Geffen, che lo accolse in un tenero abbraccio.
“Buonanotte papà!” – disse solare.
“Notte soldino di cacio … dov’è papake?”
“Si sta lavando i denti, non lo vedi?”
“Certo … ero distratto …” – si giustificò ridendo, ma in effetti la sua testa continuava a macinare ipotesi, su quel bastardo che gli aveva portato via, anche se per poche ore, il suo amore più grande.
Glam sentiva un sentimento così profondo per Lula, da restarne annientato.
Provava a volte dei sensi di colpa, verso gli altri figli, ma non riusciva a negare una simile evidenza.
“Posso andare nella camera dei bimbi? No sai, a me piace dormire con voi, ma così posso dare il bacino a Violet!” – disse con un ulteriore saltello di gioia.
Kevin li raggiunse, lanciandogli un’occhiata inequivocabile.
“Su daddy, fai uno sforzo …” – e sorrise, prima di prendere un blando sonnifero e baciare entrambi, prima di rannicchiarsi al fianco di Geffen, che acconsentì, portando Lula dai suoi amici.
La notte era calda, densa di incubi.
Glam si svegliò in preda al panico: aveva visto l’autobus precipitare in un burrone, mentre alla guida c’era quel pazzo.
Corse subito a controllare Lula, vedendo che riposava sereno.
Tornò nel corridoio, sbuffando, inciampando in Jared, che dopo una doccia, girovagava in accappatoio, con un bicchiere di latte vuoto a metà.
“Ehi … anche tu vittima di brutti sogni?” – gli chiese con un sorriso.
“Ciao Jay … lascia perdere, mi verrà davvero un collasso, se non mi calmo.”
“Posso aiutarti Glam …?” – e nel dirlo, gli accarezzò il viso ispido ed abbronzato.
“Solo fermare lo stronzo che ci ha ridotti così, potrebbe risolvere le mie crisi di ansia … E tu come stai?” – domandò timidamente.
Jared lo prese per mano, portandolo in una rientranza, dove c’erano un tavolino da fumo e due poltroncine, oltre ad una lampada, che accese, diffondendo una luce soffusa.
Tirò un tendaggio, sia nel varco di accesso, sia davanti alla finestra, creando una sorta di antro riservato ai loro discorsi.
Posò la bevanda e si passò le dita nervose, tra i capelli spettinati.
“Frastornato … e … deluso da alcune cose …”
“Jared …”
Il cantante lo scosse con lo sguardo carico di dubbi – “Quando veniamo messi alle strette oppure alla corda, tiriamo fuori il peggio … Colin mi ha detto quelle frasi … Ha dato libero sfogo a ciò che pensa veramente di noi, di te e di me intendo …”
Geffen sospirò, appoggiandosi al muro – “Tu l’hai fatto a casa mia, quando hai scoperto il suo tradimento con Justin, sei stato feroce … e sincero penso … L’altra sera è stato il turno di Colin, a quanto pare, ma cosa cambia? L’importante è che i nostri cuccioli siano salvi.”
“A me cambia invece … a me … fa male vedere quanto siamo distanti da una vera serenità, da come probabilmente non l’abbiamo mai conquistata, Colin ed io, quella dimensione di fiducia e di appartenenza reale e non inficiata dal sesso o dai doveri verso i nostri figli!” – replicò sommessamente, ma con vigore.
“Forse ti stai prendendo in giro da solo, sai …? Tu lo ami in una forma, che probabilmente non hai mai saputo decifrare: hai fatto scelte avventate, hai provato sulla tua pelle cosa volesse dire desiderare un altro, hai persino tentato di viverlo, questo povero disgraziato …” – e sorrise, senza rancore – “Riciclo un concetto, che è l’unico a portare allo stato di rassegnazione, del quale mi sono convinto, per non impazzire nel perderti: abbiamo avuto la nostra occasione Jared e l’abbiamo sprecata, questo concedimelo … Potevamo essere felici, con Isotta e Lula, è esistito quell’attimo, in cui era fattibile, quel passaggio verso un’esistenza equilibrata, dove tutto si sarebbe prima o poi sistemato e collocato, ma non ci abbiamo creduto abbastanza, cinquanta e cinquanta, non litighiamoci lo scettro di chi ha provocato il disastro, noi abbiamo fallito insieme.”
Jared si strinse nelle spalle, perdendo gli occhi cristallini, verso un punto indefinito – “Tu … tu non torneresti più indietro Glam … Giusto?”
“Siamo destinati a non fermarci, stiamo correndo dalla nascita e non è mai esistito un affanno peggiore dei precedenti, capace di trattenerci in un ripensamento così rischioso, sai? … Ho vinto, dove tutti potevano vincere, mentre ho perso, laddove pochi sanno uscirne a testa alta, affermando il loro amore, senza cedere a rimorsi e compromessi, ma soprattutto senza complicare gli eventi in modo da non potere più tornare indietro, neppure se fosse la mia ultima agognata ambizione. Aggiungi anche la vigliaccheria del sottoscritto, alle tue delusioni tesoro, non sono l’uomo speciale che credi da sempre … Forse io non sono più niente senza di te.”
Se ne andò, senza aggiungere nessuna ulteriore parola, se non un bacio, fugace, sulla fronte di Jared, che rimase da solo a compiangersi.
Si radunarono all’ultimo piano, in una sala, che sembrava studiata apposta per le riunioni riservate di Meliti.
Avevano contattato il detective Costa, vecchia conoscenza di Geffen, del Federal Bureau, per aggiornarlo su quanto accaduto.
“Una vendetta trasversale di qualcuno appartenente al clan del fratello di Antonio, ci stavo ragionando prima di salire …” – disse l’avvocato, prendendo appunti.
Colin sbirciava incuriosito, almeno quanto Jared, che provava un notevole disagio in quel contesto.
C’era un’atmosfera strana, che divenne ancora più inquietante, quando tre invitati a sorpresa, ebbero accesso a quell’assemblea particolare.
Antonio presentò il giapponese Kiro Usami, quindi un uomo di colore, Jack Taller ed infine un attempato Jean Deville, agli astanti.
Costa ebbe un sussulto – “Voi tre dovreste essere in galera, ma non riusciamo a formulare dei capi d’accusa in mancanza di prove, da almeno cinque anni … Per lei, Deville, diciamo pure una dozzina.”
“Ha ragione Costa, ma i signori potrebbero darci una mano, vero?” – bofonchiò Meliti alzandosi.
“Vecchio non solo hai interrotto la mia ginnastica preferita, ma farmi trovare anche gli sbirri …” – disse acido Usami.
Un secondo dopo rise fragorosamente, abbracciando Antonio, imitato anche da Taller e Deville.
“Accomodatevi ed aprite bene le orecchie, Glam deve dirci qualcosa e non solo lui, ho detto anche a Justin e Brian di venire qui, voglio avere un quadro completo su questo tizio … Il caro vecchio Dimitri.”
Usami prese il fascicolo, mostrandolo anche a Taller e Deville, che esclamò – “Dimitri?? Ma pensavo fosse morto.”
“No Jean, era ad Haiti, a fare i soliti casini, giusto Geffen?”
“Sì … Mi dispiace non avervene parlato, ma ora mi vedo costretto a farlo. E’ un incidente, di cui siamo stati vittime Jared ed io …”
“Quale incidente?” – mormorò Farrell, rivolgendosi ad un Jared impallidito.
“Colin è accaduto ad Haiti e Jared non te ne ha parlato per non preoccuparti, ti prego di credermi.”
L’irlandese annuì, avvolgendo il compagno, come a rassicurarlo.
“Eravamo in un capanno sulla spiaggia, ci andavamo spesso quando … Ok, non stavamo più insieme quando è successo, ma ci siamo fermati a dormire lì, per comodità, ma in sostanza è stata una pessima idea. Qualcuno ha dato la casa alle fiamme, essendo in legno potete immaginare come sia stato semplice, per di più bloccando gli ingressi … Ci siamo salvati per miracolo.”
“Glam ha preso la bombola del gas in cucina e ne ha fatto una bomba, aprendo un varco, grazie al quale siamo fuggiti … è stato coraggioso e mi ha salvato la vita … Non l’ho mai ringraziato abbastanza.” – disse assorto e provato nel ripercorrere i dettagli di quell’orribile esperienza.
“Ciò che a noi interessa comunque è la telefonata che feci a Dimitri, supplicandolo di aiutarci, ma lui … lui disse qualcosa, una sorta di mi dispiace … e capii che era il responsabile di quell’attentato. Provai a cercarlo in seguito, ma fu tutto inutile …”
Meliti rispose all’interfono – “Sì, falli salire. Ci sono Brian e Justin …”
Colin provò una stretta allo stomaco.
Quando entrarono, era evidente la loro sorpresa, soprattutto nell’apprendere cosa fosse capitato ai bambini.
Justin era frastornato, ma anche lui avrebbe potuto avere delle notizie interessanti su Dimitri.
“Guardalo bene figliolo … potresti conoscerlo senza saperlo.”
“Ok Antonio … ci provo …” – e scrutò le diverse immagini del dossier sul mercenario.
Un lampo sembrò illuminarlo di colpo.
“Ma sì … il tecnico dell’impianto satellitare … Dunque, nel vecchio alloggio avevo un sistema a circuito chiuso, che non funzionava mai. Un giorno trovo un volantino nella buca delle lettere e chiamo il servizio di assistenza pubblicizzato, questo arriva e … e gli ho lasciato le chiavi perché andavo al lavoro …”
“Altro che palazzo di fronte, quello ha piazzato una videocamera direttamente nel tuo appartamento Justin ed ha ripreso … Sì, insomma, non ha fatto altro che ripetere lo scherzetto di Haiti, confezionando i dvd su di me con Jared e su Colin con Justin, che sarebbero serviti a qualcosa prima o dopo … Oppure in un piano bene orchestrato sin dall’inizio …”
“Mi pare evidente che Dimitri sia il tirapiedi di questo Charly, ormai non ci sono più dubbi, quindi trovato lui, arriviamo anche al mandante … I bersagli siete tu, Colin e Jared, anche questo ritengo sia chiaro.”
“Antonio perché ci hai voluti qui? Per Dimitri? O pensi che uno di noi centri con questo Charly?” – domandò Usami.
“Voi avete i mezzi per rintracciarlo, parlo di Dimitri, che avrà riunito la vecchia banda di squilibrati ex militari, i soli a potere aggredire con quelle tattiche le abitazioni dei miei ragazzi. La loro missione era portare via i bimbi senza fare danni, infatti hanno addormentato praticamente chiunque li intralciasse, persino i miei nipotini, che si sono svegliati in un posto simile ad una palestra, forse un palazzetto dello sport abbandonato. Francamente non so come abbiano potuto mantenere la calma, ma quel Charly ci sa fare e qui ne abbiamo una dimostrazione …” – ed estrasse un lettore digitale.
“Da dove esce quell’affare?” – domandò Shannon contrariato.
“Volevo risparmiarvelo, ma è stato rinvenuto nel portantino di July, ben nascosto … vi presento Charly.” – e lo attivò.
La sua identità era ben camuffata da un trucco pesante ed un abbigliamento da pagliaccio, che ricordava il travestimento del clown di Stephen King, nel film It, ma senza quegli orribili denti aguzzi, bensì un sorriso accattivante, unica cosa realmente visibile, dato che anche gli occhi erano nascosti dietro a degli occhiali giganteschi e buffi.
Gironzolava saltellando, ridendo, lanciando coriandoli e stelle filanti, ottenendo in effetti molto successo con Becki e Violet, ma anche Yari era divertito dai suoi giochi, alcuni di prestigio, mentre Lula e Josh applaudivano, riunendo palloncini ed altri giochi.
Erano sparpagliati su di un parquet usato effettivamente per le partite di basket, ma non si vedevano altri dettagli utili alle indagini, inoltre il video era carente di audio.
“Potrebbe essere chiunque … ho calpestato molti vermi durante la mia carriera e se è me che vuole, vorrei soltanto fargli sapere che sono pronto ad affrontarlo, ma se ce l’ha con Colin o Jared, allora dovranno concentrarsi su chi potrebbe odiarli così tanto.” – disse Geffen preoccupato.
Jared e Colin si guardarono – “Attori o cantanti in gara per una parte Glam … ma arrivare a questo, no … Io non ricordo di avere ferito nessuno tanto da scatenare una simile vendetta …” – ribattè Farrell angosciato.
Jared inspirò, alzandosi - “Per me è lo stesso, forse non ho assecondato le richieste di qualche maiale, agli inizi della carriera, sapete come funzionano queste cose nell’ambiente, ma fare incazzare così qualcuno … no, direi di no.” – disse sconfortato.
“Vecchio potrebbero avercela con te e la fanno pagare alle persone che ami.”
“Potresti avere ragione Kiro, ma nessuno ha questo stile, non lo avreste neppure voi.” – e ridacchiò amaro.
Deville aggrottò le sopracciglia, spalancando le iridi di un azzurro intenso ed affascinante – “Mio caro amico italiano, tu sai che ci siamo scambiati parecchi favori in passato, ma come posso risolvere il tuo problema, adesso?”
“Jean tu controlli i bordelli di mezza città, il nostro Dimitri ama certi ambienti, non vuole faticare per trovarsi una donna, lo sappiamo, per cui potrebbe venire a spendere la ricompensa proprio in uno dei tuoi locali. In quanto a voi, potreste soddisfare altri suoi bisogni, Usami con la droga, mentre tu Taller con le favolose armi automatiche, che non mancano mai nell’assortimento offerto alla migliore clientela.”
Usami e Teller si scambiarono una smorfia infastidita – “Faremo finta di non avere sentito.”
“Ma come possiamo mescolarci a gente simile!” – esplose Kevin – “Nonno abbiamo abbastanza risorse per trovare da soli Charly o sbaglio??!”
Kiro lo polverizzò con un’occhiata minacciosa – “Chi è questo moccioso?”
Geffen gli afferrò il polso, senza eccedere nella presa – “Ehi guardami, il moccioso è mio marito, nonché padre di nostro figlio, il meraviglioso bambino che hai visto nel video con la maglietta rossa! Hai capito?!”
“Ehi mister la legge sono io, calmati! Ho avuto anch’io un fidanzatino in galera, come tutti voi … ahahhah” – “Anche tu Taller, vero??” – “Fottiti muso giallo!”
“FINITELA!!” – tuonò Antonio.
“Volevo soltanto essere solidale vecchio, in quanto ai blasonati ed immacolati vip dello spettacolo, vorrei farvi capire quanto tempo sprechereste prima di stanare quella carogna moscovita confronto a noi.”
“Tu trova carogna moscovita e poi chiama noi, io sono Vassily e lui è il mio uomo, Peter, hai compreso bene ciò che ho detto?”
Usami li squadrò per un istante – “No dico Antonio, ma questi da dove escono?? Se state cercando un lavoro, sareste perfetti nel recupero crediti.” – e sogghignò.
“Sei davvero spiritoso Kiro Usami, loro sono i miei body guard e se i soci di Dimitri sono riusciti a sopraffarli, fanne tesoro, perché temo tu stia sottovalutando la faccenda.”
“Chi mi conosce sa che non amo i suicidi annunciati, userò una tattica dal … basso profilo, intesi?”
Meliti congedò Costa e poi si raccomandò calorosamente ai suoi tre loschi conoscenti, che considerava indispensabili alla buona riuscita di quella caccia.
Quando rientrò, si rese conto della disapprovazione generale.
“So a cosa state pensando, ma io uso i miei metodi ed ottengo risultati. Tappatevi il naso, se la puzza diverrà insostenibile per i vostri palati raffinati, che al limite devono lottare con qualche agente schizzato o regista nevrotico, esclusi i presenti.” – e rise puntando Derado, che era rimasto molto affascinato da quello che ribattezzò “il trittico oscuro”.
“Ok Phil, penserai alla sceneggiatura un’altra volta, adesso vado a farmi massaggiare i piedi da Carmela e voi rilassatevi con i vostri pargoli, stasera stessa vi voglio fuori dalla città, ok?”
“Io pensavo di andare in Svizzera, vengono anche Shan, Owen, Tomo e Chris … Jared, Colin, vi unite a noi?”
“Tutti nel tuo chalet Glam …?” – “Sì Colin. Cosa ne pensate?”
Jared sembrava smarrito – “Te lo diciamo tra un paio d’ore … ok? … Ad-adesso voglio telefonare a Robert e Jude, nessuno ci ha ancora pensato?”
“Volevo farlo io, ma prima ne avrei discusso con voi. Digli la verità e che restino in Grecia, mi raccomando, senza rivelarti l’indirizzo del loro rifugio segreto, così eviteranno incontri spiacevoli, almeno spero …” – “Farò come dici Antonio … Colin vieni con me? Proviamo via web cam …?”
“Certo amore, andiamo pure.”
Special guest >Alain Delon is Jean Deville
Special guest >Takeshi Kaneshiro is Kiro Usami
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