Capitolo n. 290 - gold
“Finalmente a casa Jamie … ho portato qualcosa, mentre eri in clinica, pochi scatoloni, come vedi.”
Hopper sorrise, indicando un angolo dove aveva accatastato qualche capo di abbigliamento ed un mini archivio, della causa che stava seguendo a Los Angeles.
Jamie posò la cartella medica, rilasciatagli dopo le dimissioni, andandosi poi a sedere sul divano.
Si protese verso Marc, che lo raggiunse immediatamente, per continuare la sua personale terapia di coccole.
“Non lasciarmi più solo per tre minuti consecutivi, se no ti faccio causa signor Hopper …” – disse prima di baciarlo.
Il ballerino si rannicchiò sul petto spazioso del suo uomo, sospirando – “Sembriamo rientrati da una luna di miele, invece …”
“Invece cosa tesoro? Adesso non ricominciare con il pessimismo, hai sentito Foster, ci sono molte speranze addirittura per la guarigione …”
Jamie si irrigidì – “Sono protocolli sperimentali, piuttosto rischiosi … Non che non abbia voglia di provarli, ma per ora mi accontento di questa nuova terapia. Mi fa stare bene, rispetto alla precedente, ma quello che mi tormenta è l’impossibilità di accedervi se non si è benestanti, come te … In qualità di avvocato dovresti fare qualcosa Marc.” – affermò fissandolo severo.
Hopper inarcò le sopracciglia – “E’ un mostro a tre teste, quello messo a guardia dei colossi farmaceutici Jamie … A loro conviene imbottire i malati, con le giacenze ammucchiate nei magazzini, me l’ha spiegato Foster, è deprimente lo so, ma io non sono tanto autorevole da mettermi contro questi mulini a vento …”
“E con Geffen?”
“Sì, lui ha le spalle più larghe ed uno studio affermato in città, anche se allo stato attuale Glam ha altro per la testa … devo raccontarti gli ultimi eventi Jamie e non ti piaceranno.”
Il profilo di Jude si stagliava nel riverbero di un cielo stellato, che si rifletteva insieme alla luna piena, nel mare greco quella notte.
Era sulla terrazza, nudo e bellissimo, sotto l’occhio ammirato di Robert, che si dimenticava spesso di respirare, in quegli attimi di loro, così unici.
Avevano acceso qualche candela sotto a quel patio, dove tende bianche si muovevano sinuosamente, mosse dalla brezza di agosto, che sembrava confondersi con i respiri dei due amanti.
“Vieni da me …” – mormorò Downey, posando la terza coppa di champagne, che era scivolata nella sua gola, come adesso stava facendo il sesso del suo biondo compagno inglese.
Lo aveva preteso, artigliandogli i glutei lisci e proporzionati.
Law aveva molta cura di sé ultimamente, faceva parecchia ginnastica, specialmente con il marito americano, lo apostrofava così, in giro per mercatini a scegliere cianfrusaglie, con in braccio Camilla, che era entusiasta per quella vacanza.
“Ba-basta Rob … Dio smettila, mi farai venire …” – e lo spinse sul lettino prendisole, afferrandolo per le cosce e sollevandogli le gambe sopra alle proprie spalle.
Jude cominciò a tormentare la fessura di Downey, bagnandola con la saliva di entrambi, mentre lo baciava ingordo di lui e dei suoi ansiti lussuriosi.
Accennò qualche spinta, penetrandolo a più riprese e facendolo urlare e mordere, in un moto di ribellione crescente a quel sentirsi invadere, nonostante non desiderasse altro da lui.
“Sentimi!” – disse secco Jude, affondando deciso e facendo scattare il fermo dello schienale, atterrandolo insieme a Robert, che sussultò sopra al materassino foderato in spesso cotone tinta avorio e protetto da un telo di spugna colore smeraldo scuro.
Downey si sentì pervadere da un calore spaventosamente bello, che quel susseguirsi di colpi provocava, mandandolo in estasi completa.
Iniziò a masturbarsi, addentrandosi tra i loro corpi, che sembravano scalpitare in quel loro congiungersi febbrile.
Jude si sollevò quel tanto che gli bastava a contemplare Robert, che socchiudeva la bocca, umettandosi di tanto in tanto le labbra ancora gonfie per averglielo succhiato con devozione appassionata: Law, in balia di una prepotente lascivia, vi ci infilò due dita, sentendo la lingua dell’altro morbida e calda, avvolgergli le falangi, che ben presto usò per stimolarlo e dilatarlo, in quella sua apertura già forzata e sconvolta da spasimi crescenti.
“Sei una pura visione … Rob … Dio mio Rob ti adoro … ti adoro …!” – e stringendo i denti, insistette sul pezzetto di carne, che più gli dava piacere, vedendolo ansimare e supplicare di finirlo.
Dilagarono in successione rapida, svuotandosi profusamente e saziandosi di ulteriori baci, fino a rilassarsi, con rinnovata serenità.
Avevano consumato la colazione, imboccandosi e facendo altrettanto con Camilla, che agitava la sua nuova bambolina di pezza.
“C’è una video chiamata in arrivo Judsie … leggi qui.” – e gli mostrò il messaggio di Jared.
“Che succede …?” – chiese Law preoccupato, come se presagisse quanto stava per apprendere.
La cronaca dei loro amici fu precisa e netta.
“Abbiamo sistemato l’attico alla meglio ragazzi e chiamato un fabbro per riparare la blindata con una nuova serratura … scusateci se non vi abbiamo subito avvisato, ma la situazione è drammatica …”
Robert si asciugò due lacrime dispettose – “Avete passato un inferno e noi non eravamo lì … e la nostra cucciola poteva finire allo stesso modo … non posso crederci … non posso …” – ed iniziò a singhiozzare, cullando sul petto la figlia, mentre Jude gli accarezzava la schiena, confortandolo in quel frangente carico di inquietudine.
“Cosa dobbiamo fare Colin?”
“Sta per arrivare il jet di Meliti, Jude, quindi preparatevi … stiamo andando tutti in Svizzera, allo chalet di Glam … poi si vedrà. Qui Antonio si sta attivando con l’ausilio dell’FBI, per rintracciare Dimitri e questo Charly …”
“D’accordo. Ci vediamo sulle Alpi … a presto e grazie …”
Law sembrava di ghiaccio, ma un secondo dopo esplose in un pianto liberatorio, andando a coricarsi con la sua famiglia, che si chiuse a riccio intorno al loro tesoro più prezioso, che sgambettava sorridente ed inconsapevole dello scampato pericolo.
“Rapiti? … Marc ma è assurdo, non hanno neppure chiesto un riscatto?”
Jamie era incredulo di fronte al racconto di Hopper, che scrollando le spalle, posò il bicchiere di gin appena bevuto in un unico sorso.
“E’ solo una vendetta. Il tizio cercava unicamente la loro sofferenza più acuta. In compenso è un criminale bene organizzato.”
“Ok … cosa pensi di fare? Vuoi andare da Glam?”
“No tesoro … non subito almeno. Stanno lasciando la California, si spostano in Europa, qui resta Meliti, con pessime intenzioni … La caccia è aperta.”
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