Capitolo n. 293 - gold
Jamie lo sentiva ancora caldo dentro di sé.
Era il segno di Marc, che dormiva al suo fianco profondamente.
Il ragazzo voleva fissarla nella propria mente, quella sensazione, cristallizzarla nel luogo più intimo di lui, visto che non avrebbe più permesso al compagno di fare una cosa del genere.
Era un rischio troppo grande, continuava a ripetersi, una follia, era … era il suo amore, ecco cos’era, quel suo legarsi a Jamie tanto nobile ed assurdamente bello: nel cuore del giovane la gioia era come un puledro recalcitrante, pronto a galoppare da solo e libero, ma aveva davvero paura di lasciarlo andare, di farlo respirare, quel nuovo giorno inaspettato, che credeva di non meritare affatto.
Le porte del secondo ascensore si aprirono.
Kevin e Lula accorsero, appena videro Glam a terra, insanguinato, ma cosciente.
Sorrise loro, sforzandosi di non lasciare trapelare quanto fosse malconcio.
Le braccia di Lula lo avvolsero, contemporaneamente a quelle di Kevin, in lacrime.
“Ehi … lo sapete che non sono più abituato alle zuffe, sono troppo vecchio per certi giochi, meglio i cuscini, vero Lula? Amore mio …” – e baciò il suo sposo, coccolandoli entrambi, rimasti senza parole per l’emozione vivida nel ritrovarlo così.
Colin nel frattempo aveva preso in braccio Jared, chiedendo ai dottori di aiutarlo.
Lui aveva appoggiato il viso sul cuore del suo re d’Irlanda, sussurrando un semplice “ti amo …”.
Colin non smetteva di ripetergli invece un doloroso “Mi dispiace Jay … mi dispiace …”
Quando furono da soli nella stanza, Farrell si infilò sotto alle lenzuola con Jared, aderendo a lui, senza volere più distaccarsi dal suo corpo, dalla sua anima, dal loro amore.
Era lancinante la sensazione che aveva provato nel rincorrerlo: era la cosa peggiore avesse mai sentito strappargli via la vita, l’essenza di ogni giorno vissuto con Jared, che andava a frantumarsi contro l’orgoglio e la stupidità, che gli aveva buttato in faccia con asprezza ed egoismo.
Sapeva che entrambi avevano delle colpe, ma lui aveva esagerato, toccando quelle corde così sensibili in Jared: un cacciatore esperto sa dove colpire la preda, per farla morire senza un’ignobile ed inutile sofferenza.
Lui l’aveva come lasciato dissanguare, lacerandolo nelle poche sicurezze acquisite, in tutto quel tempo, che sembrava non appartenere più alla loro storia.
Doveva assolutamente rimediare.
Subito.
“Cosa sono quelle Marc?”
Jamie notò che l’avvocato stava ingerendo un paio di capsule sconosciute.
“Vitamine … no, scherzo, era di questo che volevo parlarti Jamie.”
“Di cosa?”
“Sono come una barriera, me le ha prescritte Foster, una sua invenzione insomma, per evitare il … il contagio ecco …”
Jamie riprese fiato, fissandolo, irrigidendosi.
“Sì … comprendo … per casa gira un appestato e bisogna pur difendersi.” – disse sommesso, lasciando cadere un gelo inevitabile.
Hopper gli si avvicinò, provando a stringerlo, ma Jamie si ritrasse.
“Ok … ok piccolo, dove ho sbagliato questa volta?” – domandò serio.
Lui ridacchiò sarcastico – “Ma tu non sbagli mai! Sei l’uomo delle illusioni, insomma fai un gioco di prestigio, anzi, ti impasticchi, come quelli che prendono certi eccitanti, ma anziché migliorare la prestazione, metti al sicuro il tuo bel culo bostoniano!”
Marc deglutì, allacciandosi la camicia.
“Essere incazzato a vita, pensi possa risolvere il problema Jamie?” – chiese calmo.
“Il mio problema non si risolverebbe comunque, ma almeno scarico la tensione!”
“So che dovrei rimanere, confortarti, ma inizio a credere che è meglio lasciarti a rimuginare sui tuoi atteggiamenti come un eremita, forse funzionerà, forse no, ma a volte tu non mi lasci alternative.” – e si diresse verso la porta.
Jamie chiuse i pugni – “E credi sia una novità?? Sai con quante schiene ho parlato da quando sono sieropositivo?? EH LO SAI MARC??!!” – e gli si scagliò addosso in pochi, feroci passi.
Iniziò a colpirlo sulle scapole, poi sul petto, dopo che Hopper si voltò, bloccandolo poi per i polsi, cadendo in ginocchio con lui, che stava singhiozzando disperato.
Marc lo strinse così forte da togliergli il respiro.
“Prenditela con me fin che vuoi amore … io non smetterò … e non me ne andrò.”
Gli afferrò il viso e lo baciò, spingendolo sotto di sé, invadendolo e spogliandolo, aprendogli le gambe ed intrecciando le dita a quelle di Jamie, alzando le sue ali oltre quella testa confusa e stanca, prendendolo senza alcuna cura – “Se vogliamo farci del male … se non possiamo farne a meno …” – gemette, trafiggendo il suo cervello e le sue viscere, fino a svuotarsi, con un’appassionata contemplazione del suo ragazzo ribelle, che amava più di prima.
Era come una crisalide, per Jared, l’abbraccio di Colin, sotto a quelle coltri sottili e sterili.
L’odore di disinfettante impregnava l’aria, così come le lamentele del primario, che non l’ebbe vinta su Farrell.
Lui doveva rimanere con Jared, tanto vicino a lui da rivelarsi un’unica persona.
“Finalmente se ne è andato quel rompicoglioni … Come stai tesoro?” – quella sua richiesta, era accompagnata da baci continui e lievi, sulle tempie del cantante, sul naso all’insù, sulle labbra turgide.
“Spaventato Cole … ho sparato ad un uomo …”
“L’hai soltanto ferito … Usami o come diavolo si chiama, l’ha finito come meritava … non capisco come sia sopravvissuto quando …” – e si interruppe.
Quei ricordi erano un vero strazio per Jared, ma egli stesso, inarcando le sopracciglia perplesso, si stava ponendo il medesimo interrogativo.
“Prima o poi lo sapremo Cole …”
“Jay ascolta … io … io non le ho mai pensate quelle cose che ti ho detto …”
Leto socchiuse le palpebre, per poi riaprirle, su quelle preziose gemme colore del mare – “Io invece le pensavo. Devi credermi ed era tempo che te le dicessi Cole.”
Farrell annuì con un tremolio diffuso, inghiottendo il senso di vergogna – “Ho … io ho capito … ho capito davvero questa volta Jay … perdonami, ti supplico fallo … permettimi di dimostrarti che sono cambiato …”
“Che sei un uomo migliore …? Già lo sapevo, prima di te …” - e sorrise timido, avvampando per l’emozione – “Sapessi quanto ti amo Colin James Farrell …” – sospirò in affanno.
Si travolsero con un bacio, che arrivò nel punto più alto del loro percepire quell’amore, che non aveva confini.
Glam entrò nella stanza senza fare rumore, con Lula appeso al collo.
Sorrisero, nel vedere come si erano accucciolati Colin e Jared.
Andò a sedersi sul bordo, lasciando che il bimbo li baciasse entrambi sulle guance, ridendo con loro.
Kevin spinse un carrello con delle bibite.
“Ma che ore sono …?”
“Le dieci Jared, come vi sentite?” – “Ciao Kevin … confuso io … il mio orso non saprei …” – “L’orso è a pezzi … miseria, ma ho lo zigomo dello stesso colore di Glam??”
“Sì, sei brutto come me stamattina ahahahah”
Si sollevarono, raccolti da quell’uomo, che adoravano.
“Glam toglimi una curiosità, ma mi hai seguito?” – domandò Jared.
“E’ stato Kevin a spingermi a rincorrerti, mentre lui con la nostra peste è volata qui con il jet di Owen … Volevo solo riportarvi a casa, tutti e due, disgraziati …”
“Grazie Glam …” – mormorò Colin.
“Prego … e poi dovevo fuggire anche da Rob e Jude, a momenti mi prendevano a borsettate sincronizzate *** ahahahah erano isterici!”
“Maddaiii ti sentissero ahahahah” - esplose Jared, coinvolgendo con la sua solarità anche gli altri.
“Ok gente … tra poco arrivano Costa e Kiro, dipaneranno la matassa dei dubbi, per i quali mi sto arrovellando da ore …”
“Lee Coleman … io pensavo fosse già sepolto, invece …” – “Sì Jared, lo pensavamo anche noi, ma sbagliavamo.”
Il detective dell’FBI aprì un dossier, aggrottando la fronte.
“Ci sono molti dettagli, che neppure noi del bureau sapevamo. Lee Sugar Coleman era venuto in contatto con dei terroristi, mentre lavorava nello studio legale di un avvocato, con cui aveva intrecciato anche una relazione. C’era di mezzo un traffico d’armi, che seguendo un caso di truffa, lui aveva scoperto, praticamente per caso. Con astuzia riuscì a sottrarre i piani per alcuni attentati, registrati su di un paio di microchip e dopo una lunga trattativa, aveva ottenuto un accordo con la CIA, che prevedeva un’ingente somma di denaro a suo favore, in cambio dei dati raccolti, nonché una nuova identità. Lo scambio sarebbe avvenuto il giorno in cui Coleman vi ha sorpresi nel suo alloggio. Forse l’aveva previsto, forse no, in sostanza trappola o meno, si sarebbe vendicato di Glam prima di sparire, di questo siamo sicuri. Sotto al palazzo c’erano gli agenti, che avevano il rendez vous con Coleman, salito a prendere la merce, quindi non vedendolo tornare, salirono praticamente insieme alla task force, chiamata da Flora, la segretaria di Geffen. A noi interessava lui per Meliti, a loro Coleman, per i file … diciamo che ognuno si prese il proprio uomo e lo salvò. In seguito la CIA mantenne la parola data e Lee sparì nel nulla, ma il desiderio di vendetta era soffocante per lui, quindi ha trovato un appoggio in quel Dimitri. Qui lascio la parola a Kiro Usami …”
“Grazie collega!”
“Ma per favore …” – sibilò.
“Non lo ammetterebbe mai, ma mi ama! Ahahahah Dunque il vecchio aveva ragione. Quello stronzo di Dimitri non resisteva senza una donna facile, quindi è spuntato in un club di Deville. Ci ha subito allertati e lo abbiamo … prelevato, con le buone ovvio … Ehm, ci ha detto che Lee era partito per la Svizzera, dopo di che vi ha braccato sino a qui, mettendosi alle calcagna di Farrell. Vi conosce bene, sapeva che Jared gli sarebbe corso appresso, quindi Glam … Siamo partiti subito ed il resto lo sapete.” – concluse con un sorriso soddisfatto.
“L’hai ammazzato come un cane, ma è stato un vero sollievo.” – disse Glam.
“Uno più uno meno, ma ringrazia la rock star, è lui che ti ha salvato la vita.”
“Glam l’ha fatto più volte Kiro, quindi sono ancora in debito.” – affermò Jared sereno.
“E adesso cosa succede?” – “Adesso tu sparisci, mister Usami, prendi un volo per Los Angeles ed io farò finta di non averti visto.” – digrignò Costa, salutando gli altri e dando loro appuntamento in California, per le deposizioni ufficiali.
Uscì sbrigativo, lasciando Usami interdetto.
“Cavoli che modi! Sapete, mi piace un sacco, cosa ne dite, potremmo essere una bella coppia?” – domandò a Jared e Kevin, che si guardarono sbigottiti, pronunciando un flebile – “Oh signore …”
“Potrei anche seguire la retta via per lui … mmmm … naaaaaaaaaa ahahahhah Salutatemi il vecchio, ci si vede in giro guys!” – e sparì, come un folletto nipponico, simpatico ed incredibile, come tutta quella situazione.
*** La battuta su RdJude e relative borsette è per gentile concessione di Hbfs XD
Agente Costa (Gary Dourdan)
Kiro Usami
Nessun commento:
Posta un commento