sabato 26 novembre 2011

GOLD - CAPITOLO N. 304

Capitolo n. 304 - gold


Miss Wong preparò con cura la tavola, attribuendo ad ogni invitato un segnaposto colorato da Rebecca e Violet, che la seguivano attente, per imparare quell’arte, dettata da anni di esperienza e buon gusto.
“Incantevole …” – disse Jared entrando in sala da pranzo.
“Grazie, su bambine, ora andate a cambiarvi.” – replicò la donna, controllando il carrello dei dolci.
“E quelli … uhm quasi quasi assaggerei …” – “Jared così si rovinerebbe l’appetito, no, no, no!” – e rise, spostando quelle tentazioni da sotto il suo naso.
Brontolando, ma con un sorriso, Jared salì a vedere se Colin era pronto.
Lo ritrovò con gli occhi lucidi, davanti al pc spento.
“Tesoro, che succede?”
“Ciao Jay … ora arrivo.”
“Sì, ma hai pianto?” – chiese inginocchiandosi davanti alle sue gambe.
“No … vedi ho … ho appena saputo una cosa via e-mail … e poi dovrei dirtene un’altra, accaduta sul set.”
“Ti ascolto …”
“Il messaggio è di Sonia … ha fatto l’ecografia stamani e … ed aspetta due gemelli.”
“Ommioddio … ma … ma è stupendo!” – e lo abbracciò felice, senza sapere neppure di cosa, visto che la ragazza li aveva esclusi da quell’evento.
“Due maschietti Cole?”
“Pare di sì … cioè mi sono emozionato, le ho rinnovato i nostri auguri e … e nient’altro, considerato come la pensa …” – sottolineò con amarezza.
“Cole sapevi come sarebbero andate le cose, non devi, anzi, non dobbiamo rammaricarci oltre. Sonia sarà una splendida mamma e magari presto avrà di nuovo una compagna comprensiva, che si innamorerà di quelle pesti in arrivo … due pesti irlandesi! Ahahahh”
Anche Farrell rise piano, condividendo la serenità di Jared, che colse un’ulteriore preoccupazione nel compagno.
“E del lavoro? Problemi?”
“No, è solo il contesto in cui sono venuto a sapere una cosa o quanto meno l’ho dedotta. Credo che Brian abbia alzato le mani su Justin …”
“Cosa …?!”
“Gli ho visto un segno … qui … e mi ha spiegato che aveva sbattuto contro lo stipite, sai quelle scuse banali …”
“Capisco … Insomma ha negato.”
“Justin è nel pieno della carriera, è bravo, tu lo sai, mentre Brian è in stallo, non ha voluto proseguire la carriera di attore, nonostante il debutto con Derado, non ha un’attività a cui dedicarsi, come il pub, che voleva aprirsi in città.”
“E perché non realizza questo progetto?”
“Forse teme il fallimento, del resto quanti locali vediamo aprire e chiudere dopo pochi mesi.”
“Sì, la crisi dilaga anche a Los Angeles e poi se fai tendenza duri, se no ci rimetti molto denaro … Aiutiamo Brian ad uscirne, magari ci parlo io, cosa ne pensi?”
“Davvero Jay? Lo faresti? Sei un tesoro, specialmente in questo frangente particolare …”
“Lo sai che Justin ti ha salvato la vita, io non lo dimenticherò mai.” – e lo baciò, cullandolo premuroso, fino a ridargli il pieno sorriso di sempre.


La cena fu ravvivata dal racconto di Robert e Jude su Camilla, mentre Kevin e Lula spiegavano l’avventura di Haiti a Jared.
Glam parlava di lavoro con Colin e Phil, Pamela e le ragazze giocavano ad allenarsi con Isotta ed Amelie per il cambio pannolini.
Xavier disegnava a carboncino il ritratto di famiglia a Kurt, Brandon e Martin, che friggeva per unirsi a Josh, impegnato nel gioco degli scacchi con nonno Antonio.

Il caffè fu servito nel parco, preparato con fiaccole e bracieri un po’ ovunque, per riscaldarsi e continuare quel convivio piacevole.

“Jared volevi parlarmi?”
“Sì Glam, senti, si tratta di Justin e Brian.”
“Ti hanno dato buca?” – disse ridendo.
“No, neppure li ho cercati … E’ Justin che …” – “Non dirmi che Colin …”
“Hai frainteso, la questione è ben diversa ed anche seria: Colin centra, ma solo in qualità di … testimone … Insomma, pare che Brian abbia picchiato Justin.”
“Cosa?”
“Lui ovviamente ha negato, inventandosi una caduta o roba simile … Aveva lo zigomo nero, ecco …”
“E’ spiacevole, ma finchè non è Justin ad agire io non posso farci nulla.”
“Sì, immaginavo … Ho promesso a Colin di parlare con Brian.”
“Cosa pensi di risolvere Jared?” – chiese perplesso.
“Non lo so, magari nulla oppure … Pensavo di proporgli una società, per il suo disco bar, così si impegna e non si deprime a casa, come sta facendo, per poi sfogarsi con Justin.”
“Mossa simpatica … Senti Jared, innanzitutto non ci andrai da solo, ma con me, chiaro? Seconda cosa, se un uomo è violento, non lo ammansisci con queste tattiche … ce l’hanno nel sangue, è più forte di loro.” – e si rabbuiò.
Jared gli diede istintivamente una carezza sul volto accigliato e Colin, da distante, notò quel gesto.
“So che tuo padre …” – “Non ho voglia di parlarne Jay, scusami … Comunque o facciamo come dico io …” – “Va bene, va bene, agli ordini … sei tenero Glam …” – e sorrise, prendendolo a braccetto per tornare dal resto dei commensali.


“E’ stato un bell’incontro Cole, mi sono divertito.”
“Sì … ho notato …”
“Cosa?”
“Che ti sei … Mi dici di cosa parlavi con Geffen?” – domandò brusco.
“Ops … ecco perché sei stato intrattabile dal digestivo in poi …”
“Non è vero Jay!”
“Oh sì che è vero!” – e si scagliò su di lui, massacrandolo di solletico sopra al loro letto.
“Smettila ahhahahah!! Basta Jayyy ahahahah”
“Non la smetto finchè non ti arrendi!!”
“Ok ok … OK mi arrendo!”
Appena si furono calmati, Jared spiegò la conversazione avuta con il loro avvocato di fiducia e Colin comprese, seppure protestando per quell’intimità, che spiccava in numerosi frangenti tra il cantante e Glam.
“Si era rattristato nel ricordo di quel bastardo e …” – “Perdonami Jared … Io sono così geloso di te, vorrei chiuderti in un bozzolo e … Dio che stupido, dopo tanti anni ed alla mia età …”
“Guarda che non esiste un’età per … essere dei rompiballeee!!” – e ricominciò a torturarlo, finchè non finirono sul tappeto a fare l’amore sino all’alba.


“Rob … Dio Rob …”
Jude affondava nel suo collo, assaporando il sudore ed il pianto di entrambi, mentre gli veniva dentro da diversi minuti.
“Sono così felice … Jude … guardami …”
Quel perdersi, nella consapevolezza di un’appartenenza totale, mentre si specchiavano e di rimando godevano fino allo spasimo durante i loro amplessi, rendeva quel legame qualcosa di inaffondabile.
Jude non riusciva a fermare il tremore del proprio addome, mentre cercava l’erezione di Rob, pronta a riempirgli la mano di un seme caldo e generoso.
Fu capace ed assurdamente intenso, nel donare un ulteriore orgasmo a Downey, che gli morse la pelle in più punti, come a marcarlo del proprio sentimento assoluto.
Quell’estasi, però, fu interrotta dal baby control, che iniziò a trasmettere degli strani suoni.
“La cucciola …”
“Vado io Rob …” – esclamò indossando velocemente i pantaloni del pigiama.
Camilla era in lacrime, appesa alle sbarre del suo lettino e continuava a ripetere la sua prima parola.
Appena vide Jude, sembrò tranquillizzarsi.
“Amore mio … un brutto sogno?”
“Papi …”
“Andiamo nel lettone, sono i tuoni, vero? Non piacciono neppure a noi, vero papi Rob?” – e sorrise.
“Eccola … Camy è tutto a posto, ok? … Jude forse dovrei lavarmi o …” – sussurrò imbarazzato.
“Non ne vedo il motivo, non dobbiamo vergognarci davanti a nostra figlia … Distraila un attimo, che prendo la corolla.”
“Ok … guarda cosa ho qui principessa … il tuo sonaglio preferito!”
La corolla era una sorta di culla dalla forma anatomica, utilizzata per non schiacciare i neonati durante il sonno con gli adulti.
A Rob e Jude piaceva sistemarla in mezzo a loro, avvolgendola con le loro ali, di genitori attenti e protettivi.
“Il temporale è agli inizi … Ma tu non corri alcun pericolo, giusto Robert?”
“Giusto angelo mio …” – e lo baciò.
Camilla sorrise finalmente.
“Camy sa che ci amiamo e che viviamo per lei … Non dimenticarlo mai Rob.” – e dopo un ultimo bacio, spente le luci, si addormentarono sereni.


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