Capitolo n. 297 - gold
L’intervista durò meno del previsto.
Jude era piuttosto nervoso e liquidò il cronista con un sorriso tirato, tipico di quella sua indolenza british, quando veniva costretto in una situazione sgradevole.
Colin, di rimando, abbozzò monosillabi e concetti scontati, alleviando l’imbarazzo generale con splendidi sorrisi di circostanza.
Si salutarono tutti in fretta, come a volere fuggire da quello studio televisivo, dove un programma di successo avrebbe trasmesso quella chiacchierata nel pomeriggio, in differita.
“Jude aspetta …”
“Scusa Cole, devo andare in ospedale, Camilla sta facendo le vaccinazioni.” – replicò trafelato, premendo insistentemente il pulsante dell’ascensore.
Farrell scrutava le sue espressioni rigide, deglutendo a vuoto.
“Jude … c’è anche Jared, con Kevin ed i bimbi … Glam fa la chemio, credo …”
“Bene, non ci si separa mai, sembriamo una mandria di pecore.”
“Semmai di mucche …” – disse sorridendo appena.
“Quello che ti pare. Accidenti non arriva, faccio le scale.”
“Vengo con te.”
“Devi proprio Colin?”
I suoi occhi lo fulminarono ed il pugno chiuso, relegato nella tasca dei pantaloni aderenti di Jude, era significativo.
L’irlandese fece un passo indietro, ammutolito – “Come vuoi … scusami.” – e fece per andarsene.
“Colin cazzo!!” – e quel pugno finì sul muro, rabbioso e vivido, come le iridi di Jude, che afferrò Farrell per un braccio, trascinandolo verso i gradini, oltre una porta di sicurezza.
“Kevin senti, Glam ha un colorito tra il pomodoro ed il barracuda in amore, cosa faccio?”
Il bassista rise a quella richiesta di Jared, che si era offerto di rimanere con Geffen durante la terapia, mentre i bambini erano affidati a lui, con l’ausilio di Richard e Peter.
Downey aveva già terminato con Camilla ed aspettavano Jude nella saletta del pediatra, ascoltando quello scambio di battute.
“Sinceramente non ho mai visto un barracuda in amore, ma dovresti semplicemente fargli aria con i soliti depliant sul profilo alimentare dei diabetici, che trovi nell’ingresso, ora dove sei?”
“Proprio qui, li vedo, ok! Grazie …”
“Ma daddy non poteva dirtelo?” – domandò ridendo.
“Dormicchia … ah c’è l’infermiera …”
“Sì Dolly, la sua preferita aahahh”
“Vedo … che combina?? Lo tocca!”
“Mioddio Jared, lo cambierà come sempre.”
“Ehm sì … a me sembra di essere un guardone … mi fiondo da lui, prima che nostra signora del catetere armeggi con qualcosa d’altro!” – e ringhiò uno strano verso.
“Non posso crederci, ok, a dopo.” – e chiuse la telefonata, scuotendo la testa.
“Eccomi, salve, lei è Dolly?”
“Buongiorno, sì, piacere di conoscerla …” – “Jared! Sono un amico di Glam.”
“Vedo … lo lasci riposare, qui c’è un’altra casacca, gliela sostituisca appena riprende conoscenza, ok?” – disse dolcemente.
“Lo farò … grazie …”
“Usi queste per il sudore, se ne servono altre, mi chiami.” – e gli porse un contenitore con delle salviette apposite.
Colin stava guidando in silenzio, aspettando che l’amico inglese lo investisse con qualche insulto.
Jude non ci riuscì, voleva soltanto piangere e picchiarlo, glielo disse.
Farrell accostò, prendendo fiato – “Ok, fallo e basta, se ti farà sentire meglio, Jude.”
“Io e Robert siamo più uniti di prima, non credere che quel bacio abbia incrinato il nostro rapporto!”
“Ma non ho mai pensato il contrario! Ho fatto solo una sciocchezza, ero brillo, alterato per avere dimenticato i miei farmaci e poi reduce da un delirio, con quel Coleman, te l’ho raccontato cazzo!!”
“Quindi questo insieme di ingredienti ti dà il diritto di baciare gli uomini dei tuoi amici, anzi, l’uomo del tuo migliore amico!!”
“Sono contento che ti consideri ancora così …” – mormorò tormentandosi le mani.
“Sei uno … scemo!!” – e lo colpì scherzosamente sulla spalla, per poi stringerlo sul petto.
“Ma cosa ti è successo Colin …? Cosa?”
Farrell scese – “Vieni, facciamo due passi, ti va?”
Jude annuì, seguendolo, dopo avere avvisato Robert, sincerandosi di come fosse andata la visita di Camilla.
“Buongiorno, ben svegliato.”
Il sorriso di Hopper era la prima cosa che Jamie vide, dopo essersi stiracchiato, tra le lenzuola tiepide, nella camera degli ospiti della Joy’s house.
“Ciao Marc … ho dormito così tanto?” – e fissò la sveglia digitale sul comodino.
“A quanto pare sì, ti porto la colazione o vuoi fare subito una doccia? Abbiamo la reggia tutta per noi.” – e chiuse il portatile, andando a sedersi sul bordo, dove Jamie lo raggiunse subito, aggrappandosi al suo collo, per poi baciarlo.
Quando si distaccò, respirò il profumo del dopo barba di Hopper, che non aveva mai smesso di massaggiargli la schiena, premendo sulle scapole del ballerino, per attirarlo nuovamente a sé.
“Dove sono gli altri?”
“Tornati, ma avevano un check up per i cuccioli ed una terapia per Glam, non hanno neppure disfatto la valigia.”
“A proposito di terapia, Marc … alle due mi aspetta Foster.”
“Ok … io sono pronto e tu?” – e gli cinse la nuca, massaggiandola con delicatezza.
“Con te vicino … credo di sì.” – ed ebbe un tremolio.
Hopper si tolse la casacca in filo pesante, facendogliela indossare – “Coraggio. So che non ti manca Jamie. La salute è la cosa più personale che ci appartenga, quindi decidi autonomamente, sapendo però che io ci sono.”
“Grazie Marc … grazie.” – e si lasciò cullare, chiudendo le palpebre, come un sipario, su quel nuovo spettacolo, al quale non avrebbe mai voluto partecipare.
“Ogni tanto vorrei un suo gesto … certo mi è corso dietro, voleva ricucire il nostro rapporto Jude, ma in quel suo cuore c’è sempre uno spazio dove io non posso entrare … Facciamo l’amore e forse non pensa neppure a lui, forse non ci riesce, sarebbe meglio il contrario, almeno fingerebbe, invece subisce, è profondamente diverso, sai?”
Il discorso di Colin era mesto, rassegnato quasi, ma in quello splendido uomo di quarantuno anni, esisteva sempre la voglia di rivalsa, specialmente nel suo legame più importante.
Law osservava le sue rughe lievi, segno più dei problemi di salute o degli eccessi, che dell’età anagrafica: Colin avrebbe potuto avere ai suoi piedi chiunque, facendo precipitare il mondo, altro che Jared.
Eppure nessuno sarebbe stato come il cantante, di cui si era perdutamente innamorato, in un tempo di sogni, che non accettava fossero finiti.
“Forse non tutto è perduto Cole … Io Glam lo vedo felice con la sua famiglia. Kevin è la stabilità, almeno quanto Lula la sua gioia più radicata.”
“Arrivati a questo punto non lo vivo come un pericolo, credimi. Ci siamo odiati, riappacificati, abbiamo condiviso Jared, ce lo siamo litigato come un osso e poi … poi siamo puntualmente finiti a fare ciò che lui voleva, anche a costo di rimetterci l’anima … Visto che il cuore, se l’era già preso da un pezzo …”
Jude tossì, per poi sorridere – “C’è stato un periodo in cui detestavo Jared, per come ti trattava … C’è un filo sottile d’amore, che mi lega a te, così come c’è tra te e Glam, vero? Da qui una serie di crisi ed attacchi di gelosia molesta ahahhah”
Farrell si bloccò, fissandolo – “Quindi eri tu quello che avrei dovuto baciare?” – domandò provocatorio.
“No … No Colin, perché se al posto mio ci fosse stato Robert, avrebbe sofferto di un male che non merita, come è accaduto quando mi ha visto con Sienna oppure ha sentito quella frase infelice … sul fatto che ti amavo …”
“Sarebbe utile capire se diciamo la verità quando siamo privi di freni inibitori, grazie all’alcol …”
“Forse io non voglio né capirlo e tanto meno saperlo, quindi guardiamo avanti, perché abbiamo un futuro felice, sta a noi volerlo vivere o rovinarlo da perfetti idioti, non credi Colin?”
“Jared … sei ancora qui?”
“Ehi … sembri un orso quando dormi, poi c’è Dolly che ti molesta, io che vado nel panico nel vederti stile pomodoro maturo e …”
“Hai bevuto Jay?”
“No … ahahhha bentornato Glam.”
“Che viaggio … I pargoli?”
“Già a casa, Kevin arriva tra poco …”
“E tuo marito?”
“A spasso con Jude … avevano un appuntamento di lavoro, poi si sono persi … ah no, aspetta, sms …”
Jared lo lesse sorridente – “Colin è qui sotto, chiede se deve salire …”
“Vai subito da lui, fila …” – e ricambiò il sorriso.
“Ok Glam … fai il bravo …” – e gli diede un bacio sulla fronte.
“Anche tu, mi raccomando, grazie per avermi tenuto compagnia ed avere impedito a Dolly di palpeggiarmi …”
“Figurati … a presto …” – replicò, esitando nell’uscire, per poi muoversi, vedendo Kevin percorrere il corridoio con Lula, che lo stava già salutando con la manina.
Li accolse allegro, per poi lasciarli al loro daddy, guardandoli ancora per un attimo, oltre i vetri, prima di scomparire.
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