venerdì 10 ottobre 2014

LIFE - CAPITOLO N. 36

Capitolo n. 36 – life



Jude aiutò Robert ad indossare la maglietta, che Colin gli aveva appena consegnato, restando timidamente in disparte.

L’irlandese capì al volo che era successo qualcosa tra loro.
Qualcosa di importante.

I loro gesti erano incerti, ma amorevoli, anche se velati di sconcerto, così i reciproci sguardi.

Downey ringraziò svelto Farrell, senza dire nulla a Jude, poi si infilò in un ascensore poco distante, premendo il tasto del piano, dove Geffen era ricoverato.


“Jude, ma cosa avete combinato?” – chiese d’impulso irish buddy.

Law scosse la testa rasata, andandosi a rannicchiare sopra una panca metallica.

“Qualunque decisione prenderà Rob, io la rispetterò” – disse lieve.

“In merito a cosa?”

Colin si stava incazzando.

“A ciò che vorrà fare della propria vita …” – e lo guardò, intimorito e spaesato.

“Dopo che … Oh mio Dio, Jude, come avete potuto??!! Ma siete impazziti??!!” – sbottò in piena collera.

“Come se tu e Jared non aveste mai fatto lo stesso, quando lui stava con Glam ad Haiti!” – replicò più deciso.

“Ma Jared era mio marito e … Ed era Glam, semmai, l’amante!! E poi non tirarmi in mezzo per sentirti meno in colpa, accidenti!”

“Non è mia intenzione, Colin … A me importa unicamente di Robert … Lui aveva bisogno di me e, per quanto ti appaia abominevole il nostro modo di amarci, io non posso farci niente … Io per lui ci sarò sempre, è parte di me, è … E’ tutto ciò che amo” – si sfogò in lacrime, a pugni chiusi.

Farrell inspirò, un po’ frastornato – “Allora perché non siete rimasti insieme, perché non hai fatto funzionare le cose, eh Jude? Dov’era la tua dolcezza, la tua premura, quando lo facevi a pezzi, folle di gelosia ed egoismo?”

“Tu che mi fai la predica …” – rise amaro, tamponandosi le guance arrossate, con le maniche del pullover – “… Sai quanto me, che i sentimenti dei nostri rapporti, tu con Jay ed io con Rob, sono inesplicabili, a volte, persino assurdi, per intensità o vigore … Noi ci amiamo ad una profondità, che può solo sconvolgere o scandalizzare il prossimo … Però tu, almeno tu, cerca di capirmi, perché sei così simile a me, che ti stai arrabbiando solo con te stesso, credimi.”



I flash lo infastidirono, ma mai quanto ciò che stava per fare.

Scott abbozzò un sorriso, riordinando dei fogli, sopra la scrivania, davanti alla quale decine di reporter erano in attesa della lettura, di un primo bollettino medico su Geffen.

“Ci siamo presi un grosso spavento, ma ci sono buone notizie: la ferita, procurata da Matt Miller a Glam Geffen era superficiale e nessun organo vitale è stato leso. Pertanto l’intervento chirurgico, a cui è stato sottoposto il paziente, si è rivelato semplice ed è perfettamente riuscito. Si è resa, però, necessaria una trasfusione di sangue, ma il quadro clinico è ottimale.”

“Quando lo dimetterete??”

“Molto presto, per un periodo di convalescenza breve …”

“Lei sa spiegarci anche la guarigione miracolosa di Geffen dal suo cancro?? Ha sette vite come i gatti?”

Tutti risero.

Scott inarcò un sopracciglio.

“Glam Geffen, con le buone o con le cattive, ci seppellirà tutti” – e si alzò – “Occhio a fare battute, quindi” – e si allontanò, seccato.



Kevin, seduto al suo capezzale, rise, guardando la diretta dal tablet di Jared, accoccolatosi a fianco di Glam, che teneva sul petto anche Pepe, profondamente addormentato, mentre Tim gli condiva un’insalata e Pamela sistemava fiori e leggeva telegrammi.

“E noi che siamo morti di paura daddy … Però hai perso molto sangue”

“Sì … Era inevitabile …”

“Forse la lama ha reciso dei capillari, quelli grondano a fiotti” – suppose Leto, sbirciando il vassoio del pasto, che Geffen aveva ordinato al ristorante aperto sino all’alba, dal lato opposto all’ospedale.

“Devo comunque spiegarvi … Sto solo aspettando Rob” – aggiunse un po’ teso l’avvocato.

Jared si alzò, andando a controllare il corridoio.

“Eccolo!” – e gli sorrise, facendo un cenno a Downey.

“Jay tu non dovresti andare a dormire? Sono le quattro del mattino” – gli disse Geffen, preoccupato.

“L’adrenalina mi ha dato una spinta, temo … E poi ho la terapia alle sette, tanto vale rimanga qui”

“Mettiti in poltrona almeno” – intervenne gentile Kevin ed il cantante lo assecondò.

Robert varcò la soglia, lento, poi si precipitò da Glam, che lo accolse calorosamente, facendo attenzione a non disturbare il sonno di Peter.

“Amore mio …” – Geffen lo strinse forte, baciandolo ovunque.

“Glam … Stai … tu stai bene …?!”

“Credevi di trovarmi esanime? Hai ragione, però non potevo fare chiarezza, senza la tua presenza. Pam potresti chiudere?”

“Sì maldido, tu ne sai una più del diablo!” – bisbigliò allegra.




Seduti uno accanto all’altro, Jude e Colin fissarono il vuoto per un po’.

“Mi dispiace di averti trascurato … Con Jay e la malattia … Sono assorbito da lui e non voglio lasciarlo da solo … mai”

“Non devi scusarti Cole” – sorrise – “E’ stato un periodo davvero pesante”

“E poi questa storia di Miller, come è possibile sia fuggito dalla clinica? Qualcosa non mi convince”

“In che senso?” – e lo fissò.

“Sapeva di Niall con Mark, il suo ex, sapeva del matrimonio di Glam e Robert: da come mi avevano raccontato, Matt doveva essere sotto sedativi, psicofarmaci, insomma innocuo”

“Chi ti ha raccontato queste cose?”

“Un po’ Jared, forse anche Kevin … Da quando si è saputo che era tornato in città, parlo di Miller, loro si sono agitati parecchio” – spiegò.

“Una mina vagante”

“Una bomba ad orologeria, direi, scoppiata in faccia a Geffen”

“Lui voleva difendere Niall, giusto?”

“Infatti: Matt lo aveva preso in ostaggio, pronto ad ucciderlo e lo avrebbe fatto, per vendicarsi di lui e fare soffrire a morte Mark”

“Non li conosco bene, non so chi siano” – e scrollò le spalle.

“Due brave persone, te lo assicuro Jude.”




Geffen guardò intensamente Robert, prima di rivelare i motivi del suo apparente benessere, nonostante quanto avesse subito, a causa di Matt.

“Tu stai bene, amore? Hai subito uno shock ed ero in pena per te” – disse limpido, guardandolo commosso.

“Glam … Io … dovrei … devo parlarti di una cosa e”

“Lo faremo quando saremo da soli, ok?” – gli sorrise, brandendo le sue mani gelide.

Quindi si alzò, senza difficoltà.

“Credo che il merito sia di Lula” – esordì, alzando la blusa del pigiama e mostrando l’assenza di ferite, dopo essersi tolto temporaneamente il bendaggio posticcio.

Kevin per poco non ebbe un mancamento, poi gli si avvicinò.

“Lula …?!” – mormorò esterrefatto, fissando l’ex.

“Questo è ciò che pensa Scott … Kevin tu non sbagliavi, quando mi hai raccontato di quelle sensazioni, accanto a Peter, ricordi?”

“Ce certo … Il suo angelo custode” – e si illuminò.

Geffen spostò lo sguardo su Pepe, ancora nel mondo dei sogni.

“Vorrei tanto che Lula si rivelasse … Tu o qualcuno di voi, riesce a vederlo?” – domandò il legale, sommessamente.

Downey si prese la testa tra le dita febbrili, come incapace di reggere quell’ennesima emozione.

“Tesoro, cos’hai?” – domandò Glam solerte, sorreggendolo, mentre Jared, come Pam e Tim, erano rimasti oltre modo sorpresi dalle confidenze di Geffen stesso.


“E’ debolezza … E gioia, per saperti in salvo … E’ una notizia stupenda” – replicò confuso l’artista, trangugiando poi dell’acqua, che Tim gli aveva passato, affettuoso.

“Sì, ma non farti venire un collasso, ora” – scherzò il consorte, provando a distrarlo.

Downey lo abbracciò forte – “Ti voglio bene Glam”

“Anch’io, anima mia” – sorrise, cullandolo.

“Ora vi lasciamo in pace” – disse Jared, andando a dare un bacio sulla guancia a Geffen, che ricambiò il suo gesto, con tenerezza.

“Ti raggiungo da Mason, dopo la colazione, ok Jay?”

“Ok, ma … adesso parla con tuo marito … Ciao Robert”

“Ciao tesoro” – e si scambiarono un sorriso, congedandosi anche con gli altri, che sparirono in pochi secondi dalla camera.

Downey andò a coricarsi, dando una carezza a Peter.

“Penso non ci sia nulla di urgente da dirsi, vero Rob?”

“Non lo so … Non so più niente, dopo oggi … E’ … è stato orribile” – singhiozzò, senza fare troppo rumore.

“Forse ti sembrerò egoista e di certo un po’ pazzo, ma grazie a Matt ho scoperto questa cosa … E so che Lula è con noi” – e gli si allungò accanto, con in mezzo il loro bimbo.

“Te lo avevo detto Glam … Tu non morirai mai” – disse con lo sguardo perso nel vuoto.

“Forse ho esagerato Robert, tu hai subito uno stress enorme ed io sto qui a vaneggiare di fantasmi e”

“No. No Glam, tu sei stato sincero, ancora una volta … con me … con tutti”

“Come avrei potuto nascondervi una cosa del genere? Non ci sarei mai riuscito e poi a che scopo?” – ribatté pacato.

“Pensavo di averti perduto … Spero tu voglia credermi” – affermò, sfigurato dal pianto.

Geffen lo accolse senza indugi, tra le sue ali grandi e muscolose.

“Io ti ho sempre creduto, amore … Adesso dormi” – gli sussurrò dolce, spegnendo la luce centrale e mescolando i loro respiri, nella speranza che Robert potesse tranquillizzarsi, finalmente.




Chris posò il bicchiere di caffè, sotto al naso di Matt.

“La ringrazio …”

“Ok, hai avuto il tuo nero bollente, ora cerca di rispondere alla mia domanda: come hai fatto ad uscire dalla Mayer?”

“Dalla porta di servizio, ovvio” – Miller ridacchiò, sorseggiando la bevanda, molto zuccherata.

“Non dire stronzate: il direttore, quel certo Hauser, ha detto che è impossibile, senza un complice, che ti abbia, ad esempio, portato fuori per il servizio lavanderia oppure la fornitura di pasti, ma anche la spazzatura, quindi noi troveremo il responsabile della tua evasione, ma TU potresti facilitarci il lavoro e risparmiarci un sacco di rogne, mandati di perquisizione, interrogatori, ottenendo così uno sconto della pena, che ne pensi Matt?”

“Anche volendo, non potrei tradirlo così” – sospirò, aggiustandosi i capelli.

“Perché?”

Miller sorrise di squincio, sbuffando.

“Perché mi ucciderebbe.”






 MATT BOMER is MATT MILLER

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