Capitolo n. 36 – life
Jude aiutò Robert ad
indossare la maglietta, che Colin gli aveva appena consegnato, restando
timidamente in disparte.
L’irlandese capì al
volo che era successo qualcosa tra loro.
Qualcosa di
importante.
I loro gesti erano
incerti, ma amorevoli, anche se velati di sconcerto, così i reciproci sguardi.
Downey ringraziò
svelto Farrell, senza dire nulla a Jude, poi si infilò in un ascensore poco
distante, premendo il tasto del piano, dove Geffen era ricoverato.
“Jude, ma cosa avete
combinato?” – chiese d’impulso irish buddy.
Law scosse la testa
rasata, andandosi a rannicchiare sopra una panca metallica.
“Qualunque decisione
prenderà Rob, io la rispetterò” – disse lieve.
“In merito a cosa?”
Colin si stava
incazzando.
“A ciò che vorrà fare
della propria vita …” – e lo guardò, intimorito e spaesato.
“Dopo che … Oh mio
Dio, Jude, come avete potuto??!! Ma siete impazziti??!!” – sbottò in piena
collera.
“Come se tu e Jared
non aveste mai fatto lo stesso, quando lui stava con Glam ad Haiti!” – replicò più
deciso.
“Ma Jared era mio
marito e … Ed era Glam, semmai, l’amante!! E poi non tirarmi in mezzo per
sentirti meno in colpa, accidenti!”
“Non è mia
intenzione, Colin … A me importa unicamente di Robert … Lui aveva bisogno di me
e, per quanto ti appaia abominevole il nostro modo di amarci, io non posso
farci niente … Io per lui ci sarò sempre, è parte di me, è … E’ tutto ciò che
amo” – si sfogò in lacrime, a pugni chiusi.
Farrell inspirò, un
po’ frastornato – “Allora perché non siete rimasti insieme, perché non hai
fatto funzionare le cose, eh Jude? Dov’era la tua dolcezza, la tua premura,
quando lo facevi a pezzi, folle di gelosia ed egoismo?”
“Tu che mi fai la
predica …” – rise amaro, tamponandosi le guance arrossate, con le maniche del
pullover – “… Sai quanto me, che i sentimenti dei nostri rapporti, tu con Jay
ed io con Rob, sono inesplicabili, a volte, persino assurdi, per intensità o
vigore … Noi ci amiamo ad una profondità, che può solo sconvolgere o
scandalizzare il prossimo … Però tu, almeno tu, cerca di capirmi, perché sei
così simile a me, che ti stai arrabbiando solo con te stesso, credimi.”
I flash lo
infastidirono, ma mai quanto ciò che stava per fare.
Scott abbozzò un
sorriso, riordinando dei fogli, sopra la scrivania, davanti alla quale decine
di reporter erano in attesa della lettura, di un primo bollettino medico su
Geffen.
“Ci siamo presi un
grosso spavento, ma ci sono buone notizie: la ferita, procurata da Matt Miller
a Glam Geffen era superficiale e nessun organo vitale è stato leso. Pertanto l’intervento
chirurgico, a cui è stato sottoposto il paziente, si è rivelato semplice ed è
perfettamente riuscito. Si è resa, però, necessaria una trasfusione di sangue,
ma il quadro clinico è ottimale.”
“Quando
lo dimetterete??”
“Molto presto, per un
periodo di convalescenza breve …”
“Lei
sa spiegarci anche la guarigione miracolosa di Geffen dal suo cancro?? Ha sette
vite come i gatti?”
Tutti risero.
Scott inarcò un
sopracciglio.
“Glam Geffen, con le
buone o con le cattive, ci seppellirà tutti” – e si alzò – “Occhio a fare
battute, quindi” – e si allontanò, seccato.
Kevin, seduto al suo
capezzale, rise, guardando la diretta dal tablet di Jared, accoccolatosi a
fianco di Glam, che teneva sul petto anche Pepe, profondamente addormentato,
mentre Tim gli condiva un’insalata e Pamela sistemava fiori e leggeva
telegrammi.
“E noi che siamo
morti di paura daddy … Però hai perso molto sangue”
“Sì … Era inevitabile
…”
“Forse la lama ha
reciso dei capillari, quelli grondano a fiotti” – suppose Leto, sbirciando il
vassoio del pasto, che Geffen aveva ordinato al ristorante aperto sino all’alba,
dal lato opposto all’ospedale.
“Devo comunque
spiegarvi … Sto solo aspettando Rob” – aggiunse un po’ teso l’avvocato.
Jared si alzò,
andando a controllare il corridoio.
“Eccolo!” – e gli
sorrise, facendo un cenno a Downey.
“Jay tu non dovresti
andare a dormire? Sono le quattro del mattino” – gli disse Geffen, preoccupato.
“L’adrenalina mi ha
dato una spinta, temo … E poi ho la terapia alle sette, tanto vale rimanga qui”
“Mettiti in poltrona
almeno” – intervenne gentile Kevin ed il cantante lo assecondò.
Robert varcò la soglia,
lento, poi si precipitò da Glam, che lo accolse calorosamente, facendo
attenzione a non disturbare il sonno di Peter.
“Amore mio …” –
Geffen lo strinse forte, baciandolo ovunque.
“Glam … Stai … tu
stai bene …?!”
“Credevi di trovarmi
esanime? Hai ragione, però non potevo fare chiarezza, senza la tua presenza.
Pam potresti chiudere?”
“Sì maldido, tu ne
sai una più del diablo!” – bisbigliò allegra.
Seduti uno accanto
all’altro, Jude e Colin fissarono il vuoto per un po’.
“Mi dispiace di
averti trascurato … Con Jay e la malattia … Sono assorbito da lui e non voglio
lasciarlo da solo … mai”
“Non devi scusarti
Cole” – sorrise – “E’ stato un periodo davvero pesante”
“E poi questa storia
di Miller, come è possibile sia fuggito dalla clinica? Qualcosa non mi convince”
“In che senso?” – e lo
fissò.
“Sapeva di Niall con
Mark, il suo ex, sapeva del matrimonio di Glam e Robert: da come mi avevano
raccontato, Matt doveva essere sotto sedativi, psicofarmaci, insomma innocuo”
“Chi ti ha raccontato
queste cose?”
“Un po’ Jared, forse
anche Kevin … Da quando si è saputo che era tornato in città, parlo di Miller,
loro si sono agitati parecchio” – spiegò.
“Una mina vagante”
“Una bomba ad
orologeria, direi, scoppiata in faccia a Geffen”
“Lui voleva difendere
Niall, giusto?”
“Infatti: Matt lo
aveva preso in ostaggio, pronto ad ucciderlo e lo avrebbe fatto, per vendicarsi
di lui e fare soffrire a morte Mark”
“Non li conosco bene,
non so chi siano” – e scrollò le spalle.
“Due brave persone,
te lo assicuro Jude.”
Geffen guardò
intensamente Robert, prima di rivelare i motivi del suo apparente benessere, nonostante
quanto avesse subito, a causa di Matt.
“Tu stai bene, amore?
Hai subito uno shock ed ero in pena per te” – disse limpido, guardandolo
commosso.
“Glam … Io … dovrei …
devo parlarti di una cosa e”
“Lo faremo quando
saremo da soli, ok?” – gli sorrise, brandendo le sue mani gelide.
Quindi si alzò, senza
difficoltà.
“Credo che il merito
sia di Lula” – esordì, alzando la blusa del pigiama e mostrando l’assenza di
ferite, dopo essersi tolto temporaneamente il bendaggio posticcio.
Kevin per poco non
ebbe un mancamento, poi gli si avvicinò.
“Lula …?!” – mormorò esterrefatto,
fissando l’ex.
“Questo è ciò che
pensa Scott … Kevin tu non sbagliavi, quando mi hai raccontato di quelle
sensazioni, accanto a Peter, ricordi?”
“Ce certo … Il suo
angelo custode” – e si illuminò.
Geffen spostò lo
sguardo su Pepe, ancora nel mondo dei sogni.
“Vorrei tanto che
Lula si rivelasse … Tu o qualcuno di voi, riesce a vederlo?” – domandò il
legale, sommessamente.
Downey si prese la
testa tra le dita febbrili, come incapace di reggere quell’ennesima emozione.
“Tesoro, cos’hai?” –
domandò Glam solerte, sorreggendolo, mentre Jared, come Pam e Tim, erano
rimasti oltre modo sorpresi dalle confidenze di Geffen stesso.
“E’ debolezza … E
gioia, per saperti in salvo … E’ una notizia stupenda” – replicò confuso l’artista,
trangugiando poi dell’acqua, che Tim gli aveva passato, affettuoso.
“Sì, ma non farti
venire un collasso, ora” – scherzò il consorte, provando a distrarlo.
Downey lo abbracciò
forte – “Ti voglio bene Glam”
“Anch’io, anima mia” –
sorrise, cullandolo.
“Ora vi lasciamo in
pace” – disse Jared, andando a dare un bacio sulla guancia a Geffen, che
ricambiò il suo gesto, con tenerezza.
“Ti raggiungo da Mason,
dopo la colazione, ok Jay?”
“Ok, ma … adesso
parla con tuo marito … Ciao Robert”
“Ciao tesoro” – e si
scambiarono un sorriso, congedandosi anche con gli altri, che sparirono in
pochi secondi dalla camera.
Downey andò a coricarsi,
dando una carezza a Peter.
“Penso non ci sia
nulla di urgente da dirsi, vero Rob?”
“Non lo so … Non so
più niente, dopo oggi … E’ … è stato orribile” – singhiozzò, senza fare troppo
rumore.
“Forse ti sembrerò
egoista e di certo un po’ pazzo, ma grazie a Matt ho scoperto questa cosa … E
so che Lula è con noi” – e gli si allungò accanto, con in mezzo il loro bimbo.
“Te lo avevo detto
Glam … Tu non morirai mai” – disse con lo sguardo perso nel vuoto.
“Forse ho esagerato
Robert, tu hai subito uno stress enorme ed io sto qui a vaneggiare di fantasmi
e”
“No. No Glam, tu sei
stato sincero, ancora una volta … con me … con tutti”
“Come avrei potuto
nascondervi una cosa del genere? Non ci sarei mai riuscito e poi a che scopo?” –
ribatté pacato.
“Pensavo di averti
perduto … Spero tu voglia credermi” – affermò, sfigurato dal pianto.
Geffen lo accolse
senza indugi, tra le sue ali grandi e muscolose.
“Io ti ho sempre
creduto, amore … Adesso dormi” – gli sussurrò dolce, spegnendo la luce centrale
e mescolando i loro respiri, nella speranza che Robert potesse
tranquillizzarsi, finalmente.
Chris posò il
bicchiere di caffè, sotto al naso di Matt.
“La ringrazio …”
“Ok, hai avuto il tuo
nero bollente, ora cerca di rispondere alla mia domanda: come hai fatto ad
uscire dalla Mayer?”
“Dalla porta di
servizio, ovvio” – Miller ridacchiò, sorseggiando la bevanda, molto zuccherata.
“Non dire stronzate:
il direttore, quel certo Hauser, ha detto che è impossibile, senza un complice,
che ti abbia, ad esempio, portato fuori per il servizio lavanderia oppure la
fornitura di pasti, ma anche la spazzatura, quindi noi troveremo il responsabile
della tua evasione, ma TU potresti facilitarci il lavoro e risparmiarci un
sacco di rogne, mandati di perquisizione, interrogatori, ottenendo così uno
sconto della pena, che ne pensi Matt?”
“Anche volendo, non
potrei tradirlo così” – sospirò, aggiustandosi i capelli.
“Perché?”
Miller sorrise di
squincio, sbuffando.
“Perché mi
ucciderebbe.”
MATT BOMER is MATT MILLER
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