martedì 1 aprile 2014

ZEN - CAPITOLO N. 270

Capitolo n. 270 – zen



Hiroki gli mostrò le foto di un’esibizione di dieci anni prima, a Tokyo.

Jared sorrise: lui, Shan e Tomo, con in mezzo quel ragazzino dagli occhi grandi ed il sorriso raggiante, per quello scatto insieme alla sua band preferita.

“Il mio primo concerto … Mi ci portò il secondo marito di mia madre” – lo spiegò, diventando un po’ triste.

“Era un regalo?”

“Sì, per la scuola, i voti insomma …” – arricciò il naso – “Mi pagò anche i tatuaggi, lui intendo … Gli volevo bene davvero”

“Sì, ne sono certo” – osservò dolce Jared, notando altre immagini incorniciate, di quell’uomo e di Hiroki, alcune su di una spiaggia, altre in montagna, durante presumibili vacanze.

Leto capì.

“Ti manca?”

“Sì, è morto anni fa …  Non voleva più vivere e l’ha fatta finita, lontano da me, non potevo né salvarlo e né confortarlo … Tu, invece, con Glam puoi ancora tutto, sai?” – ed abbozzò un sorriso innocente.

“Cosa è successo di là, posso saperlo?” – domandò gentile.

“Quello che capita a chi sceglie di venire qui Jared: si è fatto una dose di eroina, poi io … Ho cercato di farlo stare bene, forse ci sono riuscito in parte, perché chiamava il tuo nome di continuo … Era in estasi, per la droga, non certo per me” – replicò calmo.

Il cantante annuì, mordendosi le labbra – “Ti ringrazio, per averlo fare stare bene, adesso vado da lui”

“Ne sarà felice”



Boo rincorreva Petra con una palla multicolore, a spicchi, nel giardino della scuola, dove anche gli altri cuccioli frequentavano il campo estivo.

C’erano Drake, i gemelli di Colin, Julie, Casper e Florelay, ma anche Isotta, con le sorelline più piccole.

Sveva aveva accompagnato JJ e con Pam, con al seguito Carmela, stavano chiacchierando al tavolo di Sylvie, con il suo Alain, iscritto all’ultimo minuto, quanto Petra.

Louis veniva sostenuto ed assistito da questo gineceo esperto, nei suoi primi passi come genitore, dove sembrò a proprio agio da subito.


Lux, a distanza, dietro la cancellata, sorrise, osservando la scena.
Boo si accorse della sua presenza e ricambiò il sorriso, facendogli cenno di avvicinarsi, ma Vincent si allontanò, verso l’auto, parcheggiata poco distante.

Lou lo rincorse.

“Ehi, tutto bene?” – gli chiese con il fiatone, ma sorridente.

“Ciao tesoro, abbi pazienza, ma ho un appuntamento …”

“Sì, però potresti bere qualcosa con noi, ci vuole un attimo …” – si lamentò, arrossendo.

“Magari un’altra volta … Petra si diverte?”

“Sì, stiamo programmando le vacanze con Harry, finalmente sarà in ferie la settimana prossima, lo studio chiude per un mese” – rivelò entusiasta.

“Ed i tuoi esami mon petit?”

“Se ne riparla a settembre e poi per Natale vorrei laurearmi … Ho uno scritto domani, poi basta, voglio dedicarmi a Petra …”

“Ed a tuo marito, mi sembra più che giusto” – bissò pacato, salendo in auto.

Era una decappottabile anni settanta, della Mercedes, un cimelio della sua collezione privata.

“Ti vedi con qualcuno Vincent?” – domandò con un filo di speranza nella voce, ma di altrettanto affanno nel cuore.

“Si tratta di affari” – mentì di netto.

“Ah ok … E per luglio, hai dei progetti?”

“Forse la Costa Azzurra, anche per controllare la villa, magari venderla …” – improvvisò.

“No, sarebbe un peccato” – reagì spontaneo il giovane.

“Non ha senso tenerla, nemmeno la mia residenza a Los Angeles, in fondo … Potrei trasferirmi a Londra, è da parecchio che ci penso”

“Sul serio?”

In effetti era una novità assoluta.
Per entrambi.

“Dovrò pure ricominciare da qualche parte, Louis” – ribatté serio ed assorto.
Era un massacro.

“Ma certo … Che discorsi, ne hai pieno diritto …” – farfugliò confuso Louis, facendo un passo indietro.

“Torna da Petra, adesso … Ci sentiamo, ok?”

“Ok Vincent, abbi cura di te … Buona fortuna per il tuo incontro …” – ed incrociò le braccia sull’addome, non sapendo dove metterle.

Lux prese fiato, poi mise in moto, mentre invece avrebbe voluto saltare giù da quella meraviglia su quattro ruote e stringere forte a sé Boo, smarrito e bellissimo, come al solito.

Ingranò la prima, poi scalò in terza, pasticciando con le marce, lo sguardo fisso nello specchietto retrovisore, dove la figura di Louis diventava sempre più minuta e sfocata, per le lacrime, tra le palpebre di Vincent e gli occhiali scuri.
Bruciavano e schizzavano via, come foglie strappate dal vento.



Jared si tolse la casacca e le scarpe, restando solo con i jeans sbiaditi e comodi.

Si allungò al fianco di Geffen, cinturandolo lieve: il busto dell’uomo era smagrito, ma nell’insieme il suo fascino restava notevole, nonostante la malattia.

“Jay …” – sospirò, girandosi di poco verso di lui, ma ancora ad occhi chiusi.

“Sono qui Glam …”

“Sei tu …? Non può essere … E’ la roba che ho in circolo” – lo guardò – “… è impossibile …”

“No amore, io sono qui” – e lo baciò.

Geffen lo avvolse, forte, con un vigore strano.

Si sentiva bene, frastornato, ma con un’energia ritrovata, come gli aveva anticipato Hiroki.
Quindi non mentiva, non lo aveva ingannato, pur di vendergli quel veleno.

L’avvocato fece posto a Jared sopra il cuscino, dividendolo con lui, cullandolo quasi.

“Robert è l’amore della mia vita … E tu sei la mia vita, Jared …” – sussurrò riperdendo quasi i sensi.

“Lo so Glam … Ora ti porto via da qui”



Harry passò a prendere Petra e Louis, portandoli, come promesso alla bimba, a mangiare un gelato da Barny.

Boo era pensieroso e distante.

“Amore ci sono problemi? Preoccupato per l’esame?”

“No Haz, figurati … Certo vorrei essere già partito per i Caraibi o l’Egitto … Dovremmo decidere” – sorrise a metà.

“Lo faremo, forse le Piramidi sono l’ideale per i tuoi studi, potresti”

“Non sono un archeologo” – Lou sorrise – “In ogni caso era un mio sogno d’infanzia visitarle …”

“Allora è deciso!” – Styles lo baciò, accarezzando sia lui che la figlia.

“Ok … Dovrei comunque parlarti di una cosa …”

“Questo lo avevo capito Boo …” – sospirò – “Hai visto Lux?”

“Sì, è passato al parco, per vedere anche Petra, suppongo …”

“Avete litigato?”

“No, però sono in ansia per lui, è provato ed è solo”

“Come posso aiutarti Louis?”

Boo arrise alla sua disponibilità sincera.

“Vorrei trovare le parole giuste, per Vincent, la soluzione al suo malessere … Vorrei che trovasse una persona speciale”

“Non ne saresti geloso?” – replicò dolce.

“Perché dovrei Haz? Io ho te … E non voglio più dividere il mio cuore a metà, anche se vorrò bene a Vincent per sempre”

“Amo la tua franchezza e dovrà essere la base del nostro legame Louis e le cose funzioneranno alla grande” – lo avvolse, dandogli un bacio profondo nel collo – “Andiamo a casa, voglio fare l’amore con te Boo” – gli respirò nell’orecchio, eccitandolo spasmodicamente.

“Petra de deve finire la sua coppa ai frutti di bosco” – balbettò il consorte, sgranando i suoi fanali azzurro cielo.
Le loro bocche erano terribilmente vicine e bollenti.

La risata cristallina della loro cucciola interruppe quel momento proibito tra loro, che ripiombarono nella realtà, avvampando come due ragazzini.



Jared preparò una tisana.
Aveva portato Geffen nel loft di Malibu.

Vassily li aveva scortati sino a lì.

“Come hai fatto a trovarmi?” – chiese l’avvocato, rilassandosi sopra al divano.

“Ho intravisto il tuo hummer ad un incrocio e vi ho seguiti”

“Ci hai pedinato?” – rise.

“Certo e poi ho fatto il terzo grado a Vas, appena è uscito da quel palazzo”

“Interessante, potresti fare un provino alla Cia”

“Non lo escludo” – scherzò Jared, avvicinandosi, per porgergli una tazza fumante.

“Con questo caldo non era meglio una bibita?”

“Anche questa brodaglia non è male, sai?”

“D’accordo … Mi piace dirti sempre di sì Jay” – e la sorseggiò, fissandolo.

“Cosa ti ha dato Hiroki, una pozione magica? Sembri rinato …” – chiese perplesso.

“E’ solo un’illusione da poco … Un veleno, travestito da sortilegio … Poche ore e sarò nuovamente un relitto, però credo ne valga la pena, anche se …”

“Anche se …?”

“No, nulla Jay … Possiamo dormire un po’ insieme, adesso?” – domandò, accarezzandogli le gote vermiglie ed asciutte.

“Sì …”

“Non farlo per pietà, Jay”

“Assolutamente Glam …” – e lo abbracciò.
Tremando.




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