Capitolo n. 270 – zen
Hiroki gli mostrò le
foto di un’esibizione di dieci anni prima, a Tokyo.
Jared sorrise: lui,
Shan e Tomo, con in mezzo quel ragazzino dagli occhi grandi ed il sorriso
raggiante, per quello scatto insieme alla sua band preferita.
“Il mio primo concerto
… Mi ci portò il secondo marito di mia madre” – lo spiegò, diventando un po’
triste.
“Era un regalo?”
“Sì, per la scuola, i
voti insomma …” – arricciò il naso – “Mi pagò anche i tatuaggi, lui intendo …
Gli volevo bene davvero”
“Sì, ne sono certo” –
osservò dolce Jared, notando altre immagini incorniciate, di quell’uomo e di
Hiroki, alcune su di una spiaggia, altre in montagna, durante presumibili
vacanze.
Leto capì.
“Ti manca?”
“Sì, è morto anni fa … Non voleva più vivere e l’ha fatta finita,
lontano da me, non potevo né salvarlo e né confortarlo … Tu, invece, con Glam
puoi ancora tutto, sai?” – ed abbozzò un sorriso innocente.
“Cosa è successo di
là, posso saperlo?” – domandò gentile.
“Quello che capita a
chi sceglie di venire qui Jared: si è fatto una dose di eroina, poi io … Ho
cercato di farlo stare bene, forse ci sono riuscito in parte, perché chiamava
il tuo nome di continuo … Era in estasi, per la droga, non certo per me” –
replicò calmo.
Il cantante annuì,
mordendosi le labbra – “Ti ringrazio, per averlo fare stare bene, adesso vado
da lui”
“Ne sarà felice”
Boo rincorreva Petra
con una palla multicolore, a spicchi, nel giardino della scuola, dove anche gli
altri cuccioli frequentavano il campo estivo.
C’erano Drake, i
gemelli di Colin, Julie, Casper e Florelay, ma anche Isotta, con le sorelline
più piccole.
Sveva aveva
accompagnato JJ e con Pam, con al seguito Carmela, stavano chiacchierando al
tavolo di Sylvie, con il suo Alain, iscritto all’ultimo minuto, quanto Petra.
Louis veniva
sostenuto ed assistito da questo gineceo esperto, nei suoi primi passi come
genitore, dove sembrò a proprio agio da subito.
Lux, a distanza,
dietro la cancellata, sorrise, osservando la scena.
Boo si accorse della
sua presenza e ricambiò il sorriso, facendogli cenno di avvicinarsi, ma Vincent
si allontanò, verso l’auto, parcheggiata poco distante.
Lou lo rincorse.
“Ehi, tutto bene?” –
gli chiese con il fiatone, ma sorridente.
“Ciao tesoro, abbi
pazienza, ma ho un appuntamento …”
“Sì, però potresti
bere qualcosa con noi, ci vuole un attimo …” – si lamentò, arrossendo.
“Magari un’altra
volta … Petra si diverte?”
“Sì, stiamo
programmando le vacanze con Harry, finalmente sarà in ferie la settimana
prossima, lo studio chiude per un mese” – rivelò entusiasta.
“Ed i tuoi esami mon
petit?”
“Se ne riparla a
settembre e poi per Natale vorrei laurearmi … Ho uno scritto domani, poi basta,
voglio dedicarmi a Petra …”
“Ed a tuo marito, mi
sembra più che giusto” – bissò pacato, salendo in auto.
Era una
decappottabile anni settanta, della Mercedes, un cimelio della sua collezione
privata.
“Ti vedi con qualcuno
Vincent?” – domandò con un filo di speranza nella voce, ma di altrettanto
affanno nel cuore.
“Si tratta di affari”
– mentì di netto.
“Ah ok … E per
luglio, hai dei progetti?”
“Forse la Costa
Azzurra, anche per controllare la villa, magari venderla …” – improvvisò.
“No, sarebbe un
peccato” – reagì spontaneo il giovane.
“Non ha senso
tenerla, nemmeno la mia residenza a Los Angeles, in fondo … Potrei trasferirmi
a Londra, è da parecchio che ci penso”
“Sul serio?”
In effetti era una
novità assoluta.
Per entrambi.
“Dovrò pure
ricominciare da qualche parte, Louis” – ribatté serio ed assorto.
Era un massacro.
“Ma certo …
Che discorsi, ne hai pieno diritto …” – farfugliò confuso Louis, facendo un
passo indietro.
“Torna da
Petra, adesso … Ci sentiamo, ok?”
“Ok Vincent,
abbi cura di te … Buona fortuna per il tuo incontro …” – ed incrociò le braccia
sull’addome, non sapendo dove metterle.
Lux prese
fiato, poi mise in moto, mentre invece avrebbe voluto saltare giù da quella meraviglia
su quattro ruote e stringere forte a sé Boo, smarrito e bellissimo, come al
solito.
Ingranò la
prima, poi scalò in terza, pasticciando con le marce, lo sguardo fisso nello
specchietto retrovisore, dove la figura di Louis diventava sempre più minuta e
sfocata, per le lacrime, tra le palpebre di Vincent e gli occhiali scuri.
Bruciavano e
schizzavano via, come foglie strappate dal vento.
Jared si tolse
la casacca e le scarpe, restando solo con i jeans sbiaditi e comodi.
Si allungò al
fianco di Geffen, cinturandolo lieve: il busto dell’uomo era smagrito, ma nell’insieme
il suo fascino restava notevole, nonostante la malattia.
“Jay …” –
sospirò, girandosi di poco verso di lui, ma ancora ad occhi chiusi.
“Sono qui Glam
…”
“Sei tu …? Non
può essere … E’ la roba che ho in circolo” – lo guardò – “… è impossibile …”
“No amore, io
sono qui” – e lo baciò.
Geffen lo
avvolse, forte, con un vigore strano.
Si sentiva
bene, frastornato, ma con un’energia ritrovata, come gli aveva anticipato
Hiroki.
Quindi non
mentiva, non lo aveva ingannato, pur di vendergli quel veleno.
L’avvocato
fece posto a Jared sopra il cuscino, dividendolo con lui, cullandolo quasi.
“Robert è l’amore
della mia vita … E tu sei la mia vita, Jared …” – sussurrò riperdendo quasi i
sensi.
“Lo so Glam …
Ora ti porto via da qui”
Harry passò a
prendere Petra e Louis, portandoli, come promesso alla bimba, a mangiare un
gelato da Barny.
Boo era
pensieroso e distante.
“Amore ci sono
problemi? Preoccupato per l’esame?”
“No Haz,
figurati … Certo vorrei essere già partito per i Caraibi o l’Egitto … Dovremmo
decidere” – sorrise a metà.
“Lo faremo,
forse le Piramidi sono l’ideale per i tuoi studi, potresti”
“Non sono un
archeologo” – Lou sorrise – “In ogni caso era un mio sogno d’infanzia visitarle
…”
“Allora è
deciso!” – Styles lo baciò, accarezzando sia lui che la figlia.
“Ok … Dovrei
comunque parlarti di una cosa …”
“Questo lo
avevo capito Boo …” – sospirò – “Hai visto Lux?”
“Sì, è passato
al parco, per vedere anche Petra, suppongo …”
“Avete
litigato?”
“No, però sono
in ansia per lui, è provato ed è solo”
“Come posso
aiutarti Louis?”
Boo arrise
alla sua disponibilità sincera.
“Vorrei
trovare le parole giuste, per Vincent, la soluzione al suo malessere … Vorrei
che trovasse una persona speciale”
“Non ne
saresti geloso?” – replicò dolce.
“Perché dovrei
Haz? Io ho te … E non voglio più dividere il mio cuore a metà, anche se vorrò
bene a Vincent per sempre”
“Amo la tua
franchezza e dovrà essere la base del nostro legame Louis e le cose
funzioneranno alla grande” – lo avvolse, dandogli un bacio profondo nel collo –
“Andiamo a casa, voglio fare l’amore con te Boo” – gli respirò nell’orecchio,
eccitandolo spasmodicamente.
“Petra de deve
finire la sua coppa ai frutti di bosco” – balbettò il consorte, sgranando i
suoi fanali azzurro cielo.
Le loro bocche
erano terribilmente vicine e bollenti.
La risata cristallina
della loro cucciola interruppe quel momento proibito tra loro, che ripiombarono
nella realtà, avvampando come due ragazzini.
Jared preparò
una tisana.
Aveva portato
Geffen nel loft di Malibu.
Vassily li aveva
scortati sino a lì.
“Come hai
fatto a trovarmi?” – chiese l’avvocato, rilassandosi sopra al divano.
“Ho intravisto
il tuo hummer ad un incrocio e vi ho seguiti”
“Ci hai
pedinato?” – rise.
“Certo e poi
ho fatto il terzo grado a Vas, appena è uscito da quel palazzo”
“Interessante,
potresti fare un provino alla Cia”
“Non lo
escludo” – scherzò Jared, avvicinandosi, per porgergli una tazza fumante.
“Con questo
caldo non era meglio una bibita?”
“Anche questa
brodaglia non è male, sai?”
“D’accordo …
Mi piace dirti sempre di sì Jay” – e la sorseggiò, fissandolo.
“Cosa ti ha
dato Hiroki, una pozione magica? Sembri rinato …” – chiese perplesso.
“E’ solo un’illusione
da poco … Un veleno, travestito da sortilegio … Poche ore e sarò nuovamente un
relitto, però credo ne valga la pena, anche se …”
“Anche se …?”
“No, nulla Jay
… Possiamo dormire un po’ insieme, adesso?” – domandò, accarezzandogli le gote
vermiglie ed asciutte.
“Sì …”
“Non farlo per
pietà, Jay”
“Assolutamente
Glam …” – e lo abbracciò.
Tremando.
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