Capitolo n. 272 – zen
Vas, Peter ed Ivan
allestirono celeri l’accampamento ai margini di un’oasi lussureggiante, tanto
da sembrare finta.
Forse era stata
creata per i turisti, pensarono i sovietici, ridacchiando, mentre Christopher seguiva
l’abilità del compagno in quelle manovre dal sapore militare.
Poco distanti, tre
camper e due hummer, tutti blindati, si erano parcheggiati a cerchio, come un’autentica
carovana d’altri tempi.
Sul pulman/astronave,
come l’aveva definito Farrell, i bimbi giocavano, sbirciando di tanto in tanto
il lavoro degli adulti.
“Cristo che caldo …
Solo a Glam poteva venire in mente questa idea del cavolo” –bofonchiò Scott,
passando a Jimmy l’ennesima borraccia di integratore salino.
Il giovane rise,
coadiuvato da Tim e Kurt nell’assemblare un’area giochi per i cuccioli.
Rossi e Kevin stavano
pensando al pranzo.
Anche il bassista si
dimostrò abile ai fornelli e la cucina da campo, fornita da un conoscente di
Brent, poteva fare invidia a quelle dell’esercito.
Brendan agganciava
amache ovunque trovasse delle palme o qualcosa di adatto allo scopo, mentre
Jared e Colin provvedevano ad apparecchiare una lunga tavolata sotto al gazebo,
eretto per primo e con successo dai solerti carpentieri venuti dal freddo.
Pamela e Sveva,
uniche presenze femminili, si erano aggregate volentieri a quella stramba
spedizione, così Robert e Jude, che tagliavano insalata e pelavano patate, da
almeno un paio d’ore.
Louis ed Harry, con
Lux, si erano diretti invece in città, per rimediare medicinali e bevande,
anche ad alta gradazione alcolica, perché almeno le cene non si trasformassero
in un mortorio.
Vincent non si
sentiva a disagio in presenza dei due, che non la smettevano di parlargli di
Petra e di quanto fosse meraviglioso quel nuovo inizio, anche grazie a lui.
Il francese diede
loro retta sino a destinazione, ma poi preferì concentrarsi sugli acquisti,
lasciando la coppia un po’ indietro, tra bancarelle ed ambulanti chiassosi, ma
divertenti.
In ogni caso l’uomo
non li perdeva mai di vista, scambiando occhiate intense con Louis, che non
veniva meno nel suo affetto per l’affarista, gratificandolo almeno in parte,
come magra consolazione, nulla di più, purtroppo.
Geffen stazionava
sotto la tenda più spaziosa, come un faraone, disse scherzando Dave, andando a
trovarlo, per fargli assaggiare il sugo.
“Che ne pensi?” –
domandò l’italiano sorridendo.
“Ottimo … Ci hai
messo del curry?”
“Un pizzico,
complimenti per la competenza Glam”
“Amo questa spezia,
dicono faccia bene alla salute … Sì, insomma, quella altrui direi” – sorrise.
“Eppure ti vedo in
forma, sai?”
“Sono strafatto, se
mi passasse accanto un cane anti droga lo farei svenire, come minimo” –
scherzò.
Risero.
“Allora dovrò
arrestarti, se starnutisci manderai nel pallone tutti quanti”
“Ah probabile David …”
– e gli sbirciò la fede – “Come ci si sente da sposati?”
“Tu dovresti saperlo …”
– sorrise dolce – “Ad ogni modo una meraviglia … Amo Kurt da impazzire”
“Lo so, lo vedo,
siete bellissimi …” – replicò limpido.
“Ogni giorno mi
chiedo se merito tutta questa gioia”
“Lo faccio anch’io,
ma al contrario, per il mio cancro … Non voglio deprimerti, il paragone è un
vero schifo, scusami Dave” – sorrise amaro.
“Invece paradossalmente
è corretta come similitudine … Devi farti forza Glam, pregare … Io lo faccio,
anche per te”
“Ti ringrazio, sei un
vero amico” – e lo abbracciò, con emozione.
Kurt li interruppe – “Abbiamo
finito … Quando si mangia?” – chiese andando a stringersi al consorte,
affettuosamente.
“Tra un quarto d’ora,
iniziamo a dirlo alla truppa, che ne pensi cucciolo?” – e lo baciò, ammirandolo.
Kurt arrossì – “Sì …
Saranno contenti, c’è un profumo allettante”
“Spero di non
deludervi … Ti aspettiamo di là Glam?”
“Sì David, arrivo tra
poco. Grazie.”
“Un turchese a forma
di rana … E’ un portafortuna?” – chiese Boo sorridendo al mercante, che non
capiva.
Lux glielo chiese
nella sua lingua e il vecchietto capì, annuendo sdentato.
Harry sorrise,
mostrando i dollari e l’altro indicò un biglietto da cinque dollari.
Erano sufficienti.
Louis fece un
saltello, accaparrandosi quel minuscolo oggetto – “Lo terrò per sempre con me” –
disse fissando Styles.
Si scambiarono un
bacio e Vincent guardò altrove.
“Dovremmo andare, ci
stanno aspettando” – disse inforcando gli occhiali, incolore.
“Ok” – replicò raggiante
Boo, prendendo entrambi per mano i suoi cavalieri, facendosi largo tra la folla
di curiosi intorno alle bancarelle piene zeppe di spezie, cianfrusaglie e
profumi.
Harry lanciò un’occhiata
imbarazzata a Vincent, che comunque gli sorrise.
Il giovane gli fece
un cenno, lasciando che Boo salisse in auto per primo; Styles fece il giro del fuoristrada,
seguendo Lux, per bisbigliargli un frettoloso – “Vorrei parlare un po’ con te”
“Quando vuoi, nessun
problema”
Downey fece capolino
con uno dei suoi sorrisi.
“Glam abbiamo scolato
la pasta, hai appetito?”
“Ciao tesoro … Sì,
abbastanza”
“Hai un bel colorito,
Scott ti cura davvero bene”
“Francamente Rob ho
scelto una … cura alternativa” – sorrise mesto.
“Di che tipo?”
“Lo conosci Hiroki?”
“Hiroki … Della
Spring Tower?” – chiese in un sussurro.
“Proprio lui …”
“Allora esiste sul
serio … Credevo fosse una sorta di leggenda metropolitana”
“Assolutamente, è
poco più che un fanciullo, anche se maggiorenne da un pezzo, una bella persona,
nonostante ciò che fa per vivere” – spiegò sereno Geffen.
L’attore gli si
avvicinò, brandendogli i polsi, con delicatezza, scrutandolo poi con quei pozzi
di pece, capaci di farti perdere la ragione.
“Perché lo fai Glam?
Quella merda ti brucerà cellule e cervello, ben prima delle metastasi e di
qualsiasi chemio”
“Come vedi mi ha
rimesso in piedi e potrei anche” – prese fiato, chiudendo le palpebre – “E poi
lo vorrei così tanto …” – le riaprì – “… fare l’amore con te, ancora una volta
Rob” – ed i suoi zigomi avvamparono.
Downey sorrise – “Se
potesse guarirti o almeno farti smettere di fare stronzate, potrei anche
accettare la tua proposta”
“Non sarebbe giusto,
non è più tempo di crearti problemi, di portare il mio dolore nella tua vita,
Robert”
“Tu non l’hai mai fatto
Glam, credimi” – e si lasciò avvolgere, cingendo a propria volta il busto di
Geffen.
L’arrivo di Lula li
distrasse – “Ehi papi, zio, venite! Pam dice che si fredda!” – e rise allegro,
scappando via come un folletto.
“Soldino … Se almeno lui
fosse in grado di compiere un miracolo Glam” – nel dirlo Downey si asciugò una
lacrima, distaccandosi malvolentieri da quel luogo, dove si era sentito sempre
al sicuro.
“Per me averlo qui lo
è già, Rob … un miracolo” – si commosse.
“Avanti muoviamoci,
se no Pam ci sgrida il primo giorno di vacanza” – provò a scherzare, con il
cuore a pezzi.
“Ok … Andiamo pure.”
“Dio quanti ricordi
Jay … A me sembra di ripiombare in quei giorni come se fosse un incantesimo,
appena mettiamo piede in queste terre incredibili”
Farrell lo stava
abbracciando da dietro, mentre Leto condiva le insalate al tavolo di quello che
sembrava un autentico buffet.
“Succede anche a me,
amore” – e voltandosi, gli diede un lungo bacio.
Colin lo fissò, poi.
“Come ti senti Jay?”
“Confuso … E’ una
tensione continua, nella paura che ci sia un cambiamento improvviso, in peggio
ovviamente” – replicò onesto.
“Aiutare Glam è
diventata la nostra priorità, perché qui, tra noi, nessuno molla nessuno, però
ci sta logorando e sono in pena per te, piccolo”
Il cantante sorrise
come incantato – “Come ci riesci Cole …?”
“A fare cosa?” – l’irlandese
sorrise.
“A farmi innamorare
di te, ad ogni battito del mio cuore” – e lo baciò di nuovo.
Era vero, fottutamente vero, avrebbe detto
Farrell.
Il suo petto sembrò
riempirsi di un’onda gioiosa ed esaltante.
Jared gli faceva
quell’effetto dal principio.
Come nessuno.
E Colin mai e poi mai
aveva amato qualcuno nello stesso modo.
Proprio mai.
Nessun commento:
Posta un commento